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Classifica Gender Gap WEF 2010

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Fazer:
Piccolo OT del quale mi scuso in anticipo:

--- Citazione da: Guit - Ottobre 25, 2010, 11:27:56 am ---Risposta: è una classifica radical chic, propinata come rappresentativa della condizione di tutti.

--- Termina citazione ---
Tendenza assai diffusa questa...
Mi ricorda l'odiosa frase ormai sulla bocca di tuttE: "riuscire a conciliare famiglia e carriera"  :doh:
Ma quale accidenti di carriera? quella dell' 0,1% delle donne?
Io vedo per lo più operaie, impiegate, commesse, ecc...di quale carriera parliamo? dalla pulizia dei surgelatori al registratore di cassa? dal reparto lamiere al reparto cruscotti e interni?  :huh:
Conciliare famiglia e LAVORO!!!
Ma anche in questo caso, la condizione di poche elevata a condizione di tutte... :(
Sciocchezze da radical-chic, appunto...
Fine OT

Giuseppe83:
Alle lucide considerazioni di mik e Guit, ne aggiungerei delle altre.
- Perchè nel settore salute non si è tenuto conto del tasso di suicidi? Esso dovrebbe esprimere la qualità di vita dell'individuo che (possa essa rientrare o meno nella nozione di salute) mi sembra un indice molto più importante del rapporto neonati/neonate. Mi è stato spiegato che questo è preso in considerazione perchè in alcuni paesi tendono ad ammazzare le neonate. Già il fatto, che nei paesi occidentali non si pensi nemmeno ad una cosa del genere, rende palese l'inutilità dell'indice nella nostra parte del mondo, oltre alla difficoltà (inutilità?) di un confronto fra aree del mondo così differenti. Più in generale, valutare lo stato di salute (in senso proprio) dei due sessi solo su questi due miseri (e forse inutili) indici mi sembra demenziale.
- Perchè non è stata operata una distinzione per generazioni? Le 30enni sono nella stessa situazione delle 70enni? Se gli uomini nel dopoguerra partivano avvantaggiati, necessariamente questo vantaggio influirà sulla media, per cui la rappresentazione della condizione delle giovani generazioni risulterà falsata.
- Un dato interessante da inserire sarebbe quello del trattamento penale (dalla previsione, all'applicazione, all'esecuzione della pena) dei due sessi. E più in generale, la rilevanza data alle forme di criminalità tipiche dei due sessi.
- Voglio ribadire una considerazione molto importante (e altrettanto ovvia):  l'ambito familiare ha un'importanza a dir poco pari rispetto agli altri indici. Di esso non si è tenuto conto.

ilmarmocchio:

--- Citazione da: Fazerante - Ottobre 25, 2010, 12:36:26 pm ---Piccolo OT del quale mi scuso in anticipo:Tendenza assai diffusa questa...
Mi ricorda l'odiosa frase ormai sulla bocca di tuttE: "riuscire a conciliare famiglia e carriera"  :doh:
Ma quale accidenti di carriera? quella dell' 0,1% delle donne?
Io vedo per lo più operaie, impiegate, commesse, ecc...di quale carriera parliamo? dalla pulizia dei surgelatori al registratore di cassa? dal reparto lamiere al reparto cruscotti e interni?  :huh:
Conciliare famiglia e LAVORO!!!
Ma anche in questo caso, la condizione di poche elevata a condizione di tutte... :(
Sciocchezze da radical-chic, appunto...
Fine OT

--- Termina citazione ---

E pensare che gia' Simone de beauvoir aveva intuito, nel suo " il secondo sesso ", che la liberazione della donna veniva dal'industria, che esigeva il lavoro femminile, che nell' 800 era pagato meno, rendendo esso meno.
Esercito lavorativo di riserva, altro che carriera

mik:
Sul sito noidonne.org ho trovato 2 articoli dedicati alla classifica gender gap wef. Entrambi nella sezione "Dalla rete" e inviati dalle due autrici.
Il primo, firmato da Stefania De Santis e intitolato "Differenze di genere mondiali", si limita a riproporre la versione divulgata dalla stampa e acritica sul rapporto.
Il secondo, firmato da Mara Gasbarrone, appare molto più interessante.
E' intitolato "Il Gender Gap Report non è la Bibbia: del buon uso delle statistiche: se anche in Italia mancano le bambine". L'articolo avanza varie condivisibili riserve circa i criteri utilizzati nel rapporto e la sua attendibilità. Ciò che però è interessante sono le sue considerazioni sulla percentuale di bambine nate in italia. L'autrice nota che il dato riportato nel Rapporto 2009 del wef non corrisponde ai dati forniti dall'Istat: il rapporto riporta 93 femmine per 100 maschi nel 2008 mentre per l'istat sono nate 94,8 bambine ogni 100 bambini.
A questo punto scrive: "Pensavo di averli colti in castagna"(si riferisce al wef) "quando qualche giorno fa trovo che il dato "strano" esiste anche nel factbook della CIA.....la questione è veramente troppo importante per non accendere i riflettori su qualsiasi indizio".
L'autrice sembra quindi presumere che forse stia accadendo qualcosa di strano in Italia, dal sottotitolo pare riferirsi alla mancanza di femmine segnalata per alcuni Paesi, in particolare la Cina.

L'articolo su Noidonne si conclude lasciando questo dubbio angoscioso, ma in realtà il mistero è svelato nello stesso rapporto 2009 del wef: a pag.13 sono indicate le source (fonti) dei 14 sottoindici che compongono lo studio. Per il sex ratio at birth la fonte dei dati è Central Intelligence Agency, The CIA World Factbook, 2008 Edition.
Nessun mistero, quindi, ma un'ulteriore prova del livello di attendibilità che ci si può aspettare da questo rapporto, visto che gli autori usano come fonte per questo sottoindice dati provenienti da un'organizzazione impegnata nella ricerca oggettiva della verità, qual è notoriamente la CIA.
E ovviamente i dati della CIA sono nettamente sbagliati, come rivela l'Istat.

Number10:
Mah, siccome le femministe e le statistiche false vanno di pari passo, mi sono informato un po' sull'argomento e ne ho discusso anche con una prof donna.

Bene, è vero che:

-le donne iscritte (quindi non laureate) all'Università sono più degli uomini

- le donne si laureano prima degli uomini

- di conseguenza, tra i più giovani, le donne laureate sono più degli uomini

- nella maggior parte dei casi, ad abbondanare gli studi è un ragazzo anzichè una ragazza

ma:

-gli uomini primeggiano -sia come iscritti che laureati- nelle Università hard, ossia quelle più difficili e prestigiose (materie scientifiche), motivo per cui, come ha detto anche una ministra tedesca(ossia una donna), le femmine, nonostante i mille aiutini sessisti, nel lavoro combinano meno degli uomini, anche se loro danno la colpa al maschilismo

- gli uomini laureati, prendendo in considerazione tutte le categorie e le fasce d'età, e non solo quelle che fanno comodo alle femministe*, sono più delle donne laureate. Non a caso con questa storia delle donne più brave a scuola e del futuro rosa ci rompono le palle dagli anni 80, eppure cosa è cambiato dopo 20-30 anni? Una beata minchia. A quest'ora il 95% dei laureati dovrebbero essere femmine. Io sono nato nell'87, ma ho letto una marea di articoli dell'epoca (anni 80 e 90) in cui si diceva che le donne avrebbero governato il Mondo prima del 2000 in quanto più studiose degli uomini. Nel 2012 sono ancora costrette a chiedere aiutini sessisti manco fossero delle minorate mentali, senza peraltro concludere niente, un po' come una squadra che perde nonostante si sia comprata l'arbitro. Epic fail.

Ecco:
http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_14/maschi_laureati_italiani_ultimi_europa_a9eb207c-c2b4-11dc-ab8f-0003ba99c667.shtml

Laureati (in Europa) maschi dai 25 ai 64 anni: 23,2%

Laureate (in Europa) femmine dai 25 ai 64 anni: 22,7%

E allo stesso tempo si evidenzia che tra i giovani le donne sono in vantaggio, cosa peraltro, come ho scritto prima, non nuova. Pure 20 anni fa le cose stavano così, ma poi sono cambiate col passare degli anni.


*questo è un altro viziaccio delle cozze: per esempio, ci sono fasce d'età (che so, 23-29) in cui le donne guadagnano di più? Bene, loro allora se ne andranno in giro a dire che le donne hanno superato gli uomini perchè guadagnano più di loro, salvo poi contraddirsi dopo due secondi e gridare al maschilismo.

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