Lo score complessivo del Paese è dato dalla somma degli scores relativi ai 4 sottoindici (economia, istruzione, salute e politica) diviso per 4.
Si possono fara alcune considerazioni ulteriori.
Political Empowerment: tiene conto solo di 3 dati (donne in Parlamento, in "ministerial positions" e numero di anni con "head of state" donna).
Per Head of State si intende chi presiede l'esecutivo: quindi nel Regno Unito, per esempio, si considerano i 12 anni di governo Thatcher(1979-1990) e non il Capo delle Stato, che è dal 1952 la Regina Elisabetta II. Ciò per spostare l'attenzione sulle cariche elettive, ma non tenendo in conto che non tutti i Paesi monarchici prevedono la successione femminile al Trono: in qualche modo questo dato andrebbe tenuto in considerazione.
Maggior rilevanza ha il concentrarsi esclusivamente sul Parlamento e il Governo, dimenticando che esistono un numero enorme di incarichi pubblici a livello regionale, provinciale e comunale (per citare il caso italiano): nell'introduzione (pag.4) gli autori ammettono questo limite: "A clear drawback in this category is the absence of any variables capturing differences between the partecipation of women and men at local levels of government."
Dei tre sottoindici che compongono il Political Empowerment, è da notare come il "Years with female head of state" pesi per ben il 44,3%, il "Women in ministerial positions" per il 24,7% e "Women in Parliament" per il 31%.
Questa distribuzione del Weight tra i tre sottoindici appare già molto discutibile: così la Svezia, che ha uno score di 0,87 per Women in Parliament e 0,82 per Women in ministerial positions, ottiene un punteggio di soli 0,471 (Political Empowerment) totalizzando 0 nel years of female head of state: è evidente l'eccessivo peso dato alla guida dell'esecutivo.
Il caso francese è emblematico delle distorsioni provocate dalle scelte degli autori del Genger Gap: il calo da 47 (2009) a 26 (2010) nel women in ministerial positions fa perdere alla Francia 0,13 punti nel Political Empowerment, che si traducono in un calo dello score complessivo del Paese di 0,03. Ciò equivale all'intero calo della Francia: da 0,733 nel 2009 (18° posto) a 0,703 nel 2010 (46° posto).
Sul campo Health and Survival si può fare un'ulteriore considerazione (oltre a quelle già trattate in precedenti post): il Sex ratio at birth ha un peso del 69,3 % contro appena il 30,7 % dell'aspettativa di vita in buona salute. A ciò occorre aggiungere che è stato fissato come equo il valore di 94,4 nate femmine ogni 100 maschi quando non esiste un valore fisso e l'oscillazione naturale è 94-96.
Il peso eccessivo dato al sex ratio e il fatto che sia leggermente al di sotto del livello di equità dagli autori arbitrariamente fissato a 94,4 (l'Italia ha un valore di 94, che è del tutto naturale), unito al riportare a 1 il vantaggio femminile nell'aspettativa di vita, comporta per l'Italia il calo dello score Health and Survival di 0,03 e quello generale di 0,0075: ciò significa che questi soli 2 errori fanno calare lo score dell'Italia di 3/4 di punto percentuale. Se si tenesse conto del vantaggio femminile nell'aspettativa di vita, il guadagno per lo score generale dell'Italia sarebbe di 0,0125 (cioè dell'1,25 %).
Un analogo calcolo che tenesse conto del vantaggio femminile nel campo Educational Attainment farebbe aumentare lo score complessivo dell'Italia del 2,75 % (0,0275).
Già da questi calcoli si può comprendere come l'intera "classifica" ne verrebbe modificata e il gender gap ridotto rispetto ai calcoli degli autori ( frutto di precise scelte politiche).
Una considerazione finale sulla Svezia: essa occupa il 4° posto nel mondo ( score 0,8029). Calcolando i vantaggi femminili (nettissimi nell'istruzione terziaria: 1,59) nei primi tre campi e non tenendo in considerazione le riserve suddette sul Political Empowerment svedese (che, se tenute in considerazione, ridurrebbero ulteriormente il gender gap) si può calcolare che lo score generale svedese vada aumentato di almeno il 5% ( score 0,05).
Se a ciò si aggiungessero tutte le considerazioni svolte sul peso dei singoli sottoindici, sulla opportunità della presenza stessa di alcuni ( come quello relativo all'Head of State), sulla sottovalutazione dell'indice dell'istruzione terziaria ( Weight 12,1 % contro il 45,9 % dell'istruzione primaria e il 19,1 % dell'alfabetizzazione) e di quello dell'aspettativa di vita (che dovrebbe essere sostituito dagli anni effettivamente vissuti) rispetto al sex ratio alla nascita (solo per citare alcuni degli elementi criticabili nel rapporto), il gender gap svedese risulterebbe ulteriormente ridimensionato in modo radicale.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per tutti gli altri Paesi.