(AGI) - Roma, 16 mar. - Nove anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. E' la condanna che la prima corte d'assise di Roma ha inflitto al 22enne Alessio Burtone, accusato di aver provocato la morte dell'infermiera romena Maricica Hahaianu, colpita con un pugno in faccia nel corso di una lite alla metro Anagnina l'8 ottobre del 2010 e deceduta una settimana dopo all'ospedale Casilino. La corte ha concesso le attenuanti generiche all'imputato facendo cadere l'aggravante dei futili motivi. Il pm Antonio Calaresu, nella precedente udienza, aveva sollecitato una condanna a 20 anni di carcere. Burtone e' stato condannato anche al pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 50 mila euro ciascuno in favore del marito e del figlio della donna e di 30 mila euro a beneficio del fratello dell'infermiera. Alla lettura della sentenza, il ragazzo, che era difeso dagli avvocati Fabrizio Gallo e Gianantonio Minghelli, non ha manifestato alcuna particolare reazione. In aula c'era anche il marito della vittima, Adrien, assistito dall'avvocato Alessandro Di Giovanni. L'uomo si e' detto "soddisfatto della sentenza", anche se ha ammesso che "si sarebbe aspettato qualcosa di piu'.
In questa vicenda ho perso per sempre una moglie e la madre di mio figlio". Un risarcimento pari a 6mila euro, infine, e' stato fissato in favore di Roma Capitale, altra parte civile.
DIFESA BURTONE, LUI NON VOLEVA UCCIDERE La difesa di Burtone annuncia ricorso in appello. Per gli avvocati Fabrizio Gallo e Gianantonio Minghelli, la donna e' morta per la negligenza del personale medico che l'ha avuta in cura per una settimana all'ospedale Casilino. Il loro assistito, al massimo, avrebbe dovuto rispondere del reato di lesioni personali, con l'attenuante della provocazione. "Chi ha seguito questo processo - ha commentato Gallo - ha capito che Alessio Burtone non voleva assolutamente uccidere Maricica. Ma la corte non ha avuto il coraggio di concedere l'attenuante della provocazione ne' quello di applicare il reato piu' lieve. Ha preferito mantenere l'iniziale impianto accusatorio. Possiamo parlare di una sentenza a 'meta' e meta''. Ma alla famiglia ho anche spiegato che la fattispecie di lesioni puo' arrivare sino a 12 anni di condanna". Alessio Burtone, ha confidato l'avvocato, aveva "paura che la corte arrivasse a 20 anni di condanna, come aveva chiesto il pm. Stanotte non ha chiuso occhio. E' un ragazzo finito in una cosa piu' grande di lui". "Siamo pero' soddisfatti se pensiamo che - ha concluso Gallo - la tesi del pm non e' stata del tutto accolta. Il caso Burtone non e' uguale a quello di Doina Matei (che ha causo' la morte di una giovane romana, colpita all'occhio dalla punta dell'ombrello nel corso di una lite in metro, ndr), quella storia e' tutta diversa rispetto al processo di oggi".
Fonte: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201203161447-ipp-rt10157-donna_morta_in_metro_corte_assise_di_roma_9_anni_a_burtoneIl video dove si vede che la donna provaca ed aggredisce il ragazzo (da quello che ricordo io si diceva che la donna aveva iniziato a provocare ed alzare le mani già da prima delle immagini in questione)