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Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
Rita:
--- Citazione da: Carlo Zijno - Gennaio 05, 2011, 09:49:05 am ---Concordo perfettamente. Porre in essere atteggiamenti svalorizzanti ai danni del femminile vuol dire cadere nello stesso errore in cui cadono le femministe: praticare la lotta di classe contro l'altro genere. E questo si tradurrebbe, per l'appunto, in una perdita secca di credibilità.
--- Termina citazione ---
su questo sono d'accordo anch'io:
però mi pare (senza amor di polemica) che il punto di Animus sia un altro. E onestamente la risposta alla sua domanda avrebbe interessato anche me e mi avrebbe aiutato a capire meglio il punto di vista di voi che pensate che la Chiesa sia l'unica via di sbocco per la QM e quindi non vadano criticate le sue modalità.
Francamente, non è la svalorizzazione del femminile (quello è valorizzato comunque e ovunque e non solo dalla Chiesa) ma la iper-valorizzazione del femminile e la non valorizzazione del maschile.
Pongo una domanda: come pensate che la Chiesa si ponga di fronte ad istanze (che a me paiono comuni nei vari movimenti del MoMas) quali la legalizzazione della prostituzione, la possibilità di non riconoscere il figlio (come avviene per le donne, l'uguaglianza di trattamento nelle politiche lavorative senza corsie preferenziali?
Perchè a me pare decisamente contraria...
Carlo Zijno:
Non sono affatto d’accordo su questa affermazione di Cantalamessa di cui ci parla Rita.
Sarà anche il predicatore ufficiale del Papa, ma è solo un uomo e come tale fallace. Ed infatti in questo caso ha fallato. E la dimostrazione che abbia fallato è proprio che lui non ci spiega come avviene il passaggio logico che porta dalla sottomissione della moglie al marito (affermazione esplicita di S. Paolo) alla sottomissione reciproca (affermazione dedotta).
Non ce lo spiega per un semplice motivo: questo passaggio logico non esiste.
L’interpretazione giusta la si può ricavare se leggiamo la seconda parte di quella frase di San Paolo laddove afferma - subito dopo aver detto che la moglie deve essere sottomessa al marito – che quest’ultimo però deve essere sottomesso alla Chiesa. Ora, ai tempi di San Paolo, la Chiesa non era un organismo centralizzato, non era un’organizzazione: si intendeva per Chiesa semplicemente il corpo mistico di Cristo, che si esprimeva sulla terra nella forma delle testimonianze di fede dei suoi seguaci.
Quindi l’interpretazione giusta è la seguente: la sottomissione della moglie è correlata al livello della fede (spec. in se stesso come facente parte del corpo di Cristo) e della conseguente azione (in famiglia come in società) del marito, ossia al voler credere – da parte di quest’ultimo - ad una sua missione superiore, spec. spirituale, al suo voler far proprio un livello di responsabilità superiore sotto tutti i punti di vista, senza riguardo per il poprio egocentrismo: ed infatti, non a caso, la Chiesa ha sempre affermato che la Paternità è una forma di sacerdozio, è uno status totalizzante: argomento utilizzato anche – tra l’altro – per sostenere il principio del celibato dei preti, ossia: o si è sacerdoti in un modo o lo si è nell’altro, non si possono fare al contempo due “mestieri” entrambi totalizzanti.
Insomma, l’obbedienza della moglie comporta un dazio tremendo per il marito, che è il perfetto dono di se stessi, l’annullamento del proprio ego a beneficio di una sfera spirituale – e materiale – immanente.
Argomentazioni un po’ più forti ed un po’ più centrate, rispetto a quelle di Cantalamessa, o no?
Comunque io non faccio testo, vengo da una parrocchia intitolata a San Giuseppe Padre, parrocchia che credo essere l’unica in Italia dove si fanno certi discorsi; purtroppo la gran massa degli ecclesiastici oggi come oggi la pensano come Cantalamessa, ed i risultati si vedono.
Sul tuo ultimo intervento: non sono tra quelli che credono che la Chiesa possa attualmente essere l'unica via di sbocco per la QM, proprio per le considerazioni di cui sopra (i risultati si vedono): ma anche perché - last but not least - come diceva il Maestro un conto è il regno di Cesare, un conto è quello di Dio.
Carlo
Rita:
--- Citazione da: Carlo Zijno - Gennaio 05, 2011, 11:29:19 am ---Comunque io non faccio testo, vengo da una parrocchia intitolata a San Giuseppe Padre, parrocchia che credo essere l’unica in Italia dove si fanno certi discorsi; purtroppo la gran massa degli ecclesiastici oggi come oggi la pensano come Cantalamessa, ed i risultati si vedono.
--- Termina citazione ---
grazie per la risposta :lol:
e' probabile che la mia visione del pensiero della Chiesa sia stata influenzata dal fatto che la mia parrocchia si chiama "Santa Maria Maggiore" :P
Rita:
--- Citazione da: Carlo Zijno - Gennaio 05, 2011, 11:29:19 am ---
Quindi l’interpretazione giusta è la seguente: la sottomissione della moglie è correlata al livello della fede (spec. in se stesso come facente parte del corpo di Cristo) e della conseguente azione (in famiglia come in società) del marito, ossia al voler credere – da parte di quest’ultimo - ad una sua missione superiore, spec. spirituale, al suo voler far proprio un livello di responsabilità superiore sotto tutti i punti di vista, senza riguardo per il poprio egocentrismo:
Insomma, l’obbedienza della moglie comporta un dazio tremendo per il marito, che è il perfetto dono di se stessi, l’annullamento del proprio ego a beneficio di una sfera spirituale – e materiale – immanente.
--- Termina citazione ---
ok. A questo punto, però mi sorge spontanea un'altra domanda. Se questa è l'interpretazione giusta, sarà quella a cui la Chiesa deve tendere (la strada che probabilmente segue)
Non è questa (a l di là delle considerazioni sulle motivazioni spirituali - ovvio che chi realmente crede e ha fede - perseguirà quest'obiettivo sentendosi realizzato) un'ideologia realmente masochista per l'uomo?
Posto che la mia opinione sulla religione è che sia antropologicamente modellata più sulle esigenze naturali femminili che non su quelle maschili, lungi dall'essere una mediazione delle due esigenze, ma questa è solo una mia sensazione.
Carlo Zijno:
--- Citazione da: Rita - Gennaio 05, 2011, 11:45:24 am ---grazie per la risposta :lol:
e' probabile che la mia visione del pensiero della Chiesa sia stata influenzata dal fatto che la mia parrocchia si chiama "Santa Maria Maggiore" :P
--- Termina citazione ---
Non c'è nessuna critica nei tuoi confronti da parte mia: hai espresso un legittimo interrogativo, legittimo a maggior ragione che ti è sorto in conseguenza di una precisa affermazione di un ecclesiastico che non è esattamente l'ultima ruota del carro.
A questo punto qualcuno però può chiedere: ma che succede se quella "superiore sfera spirituale" di cui parli viene espressa non dal marito ma dalla moglie, ossia se - metaforicamente parlando - ti è capitata come consorte proprio la Santa Brigida di turno?
Bene, direbbe il mio parroco, allora vorrà dire che sarà tua moglie a condurre le danze, a fornire la guida: almeno finché non ti ricorderai che il primo fra tutti i Santi è proprio San Giuseppe (posizione ufficiale della Chiesa: non tutti lo sanno) e non ti ispirerai al Suo esempio. E questa è tua responsabilità, non di tua moglie.
Ma qui entriamo in un discorso prettamente Giuseppologico, che in questa sede non credo sia rilevante, perché come dicevo ritengo che la QM afferisca al regno di cesare piuttosto che a quello di Dio.
Diciamo che ci siamo divertiti a fare un po' di teologia, via.
Sul tuo ultimo post: non è una ideologia masochista, non più di tutte le altre religioni che mettono al centro della loro azione il superamento dell'ego, alla fine. Almeno non credo. E comunque ribadisco: la QM non è questione di Dio, ma di cesare. Nè credo che questa, sinceramente, sia la strada che sta seguendo la Chiesa in questo momento.
Carlo
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