Autore Topic: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"  (Letto 10307 volte)

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Offline Fazer

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http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_27/papa-donne_670a5088-e1b6-11df-9076-00144f02aabc.shtml
Il Papa: «Sono le donne che guidano
i mariti nel cammino di fede»
«Giorno dopo giorno illuminano le proprie famiglie con la loro testimonianza di vita cristiana»
CITTÀ DEL VATICANO - Spesso sono le donne che, nella vita coniugale, riescono a far percorrere ai mariti «un cammino di fede». Lo ha sottolineato Benedetto XVI, durante l'udienza generale in Piazza San Pietro, parlando della vita di Santa Brigida di Svezia (1303-1373), che nella prima fase della sua vita, prima di rimanere vedova e fondare l'ordine monastico del Santissimo Salvatore, fu «felicemente sposata» per 28 anni generando col marito Ulf otto figli, tra cui una, la secondogenita Caterina, diventata anch'essa santa.

 LE VITA DELLA SANTA, ESEMPIO DI VITA - «Questo primo periodo della vita di Brigida - ha detto il Papa - ci aiuta ad apprezzare un'autentica spiritualità coniugale. Insieme, gli sposi cristiani possono percorrere un cammino di santità, sostenuti dalla grazia del sacramento del matrimonio». «Non poche volte - ha proseguito -, come avvenuto nella vita di Santa Brigida e di Ulf, è la donna che con la sua sensibilità religiosa, con la delicatezza e la dolcezza, riesce a far percorrere al marito un cammino di fede. Penso con riconoscenza a tante donne che giorno dopo giorno ancora oggi illuminano le proprie famiglie con la loro testimonianza di vita cristiana». «Possa lo Spirito del Signore - ha quindi invocato il Pontefice - suscitare anche oggi la santità degli sposi cristiani per mostrare al mondo la bellezza del matrimonio vissuto secondo i valori del Vangelo, l'amore, la tenerezza, l'aiuto reciproco, la fecondità nella generazione e nell'educazione dei figli, l'apertura e la solidarietà verso il mondo, la partecipazione alla vita della Chiesa".

Vedo Santità, vedo...  :D

Anche Voi, Santità vi ci mettete?  :(


Offline Una

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #1 il: Ottobre 27, 2010, 15:44:56 pm »
Soprattutto:
l'amore, la tenerezza, l'aiuto reciproco, la fecondità nella generazione e nell'educazione dei figli, l'apertura e la solidarietà verso il mondo

Semmai è proprio questa glassa velenosa che ancora si ostinano a chiamare "Cristianesimo" anziché "Marianesimo" ad allontanare da Dio le persone - gli uomini - che hanno ancora un minimo di intelligenza, volontà, forza, coraggio, generosità e FEDE.
Hanno ridotto una tradizione che infondo fino a 100 anni fa di uomini ne ha forgiati ad una pappina per esseri instupiditi.

Offline jorek

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #2 il: Ottobre 27, 2010, 18:09:15 pm »
«Sono le donne che guidano
i mariti nel cammino di fede»

Soprattutto per quanto riguarda il discorso sull'astinenza sessuale :rofl1:

Online Massimo

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #3 il: Gennaio 04, 2011, 13:50:09 pm »
E' il caso di dire: "Tu quoque, Papa?". Ma in fondo, chi ha fatto il concordato con Hitler,
con Mussolini e con i regimi comunisti dell'Est, è disposto a strizzare l'occhiolino anche
al femminismo. Se in Italia ci fosse un regime femminista, la Chiesa farebbe concordati
anche con esso. Scommettiamo?

Offline Animus

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #4 il: Gennaio 04, 2011, 14:28:37 pm »
Quoto Baubo.

Citazione
Santa Brigida di Svezia
Proprio la Svezia cita... :cry:
Prepariamoci ad un nuovo dogma.
Della serie, a pensare male si fa peccato, ma ci si piglia sempre. :(
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #5 il: Gennaio 04, 2011, 14:50:15 pm »
Della serie, a pensare male si fa peccato, ma ci si piglia sempre. :(

Ah, dimenticavo, lo diceva mio nonno.
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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #6 il: Gennaio 04, 2011, 20:50:59 pm »
jorek :    
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http://www.loccidentale.it/articolo/un+mondo+in+frantumi.+la+peggiore+eredit%C3%A0+del+concilio+vaticano+ii.00100558

Mentre l’imperialismo sovietico estendeva la sua ombra sul mondo, nel mese di giugno di quell’anno (1978, ndr) Alexander Solženicyn tenne ad Harvard un memorabile discorso, dal titolo Il mondo in frantumi in cui denunciava il cedimento dell’Occidente di fronte al “socialismo reale”. Il dissidente russo individuava l’errore di fondo nella “concezione del mondo dominante in Occidente che, nata nell’epoca del Rinascimento, ha assunto forme politiche a partire dall’Illuminismo ed è alla base di
tutte le scienze dello Stato e della società: la si potrebbe chiamare umanesimo razionalista o autonomia umanistica in quanto proclama e promuove l’autonomia dell’uomo da qualsiasi forza. Oppure ancora – e altrimenti – antropocentrismo: l’idea dell’uomo come centro di tutto ciò che esiste”247. Tale concezione, secondo Solženicyn:

“ha posto alla base della civiltà occidentale moderna la pericolosa tendenza a prosternarsi davanti all’uomo e ai suoi bisogni materiali. Al di fuori del benessere fisico e dall’accumulazione dei beni materiali, tutte le altre particolarità, tutti gli altri bisogni, più elevati e meno elementari dell’uomo, non sono stati presi in considerazione dai sistemi statali e dalle strutture sociali, come se l’uomo non avesse un significato più nobile da dare alla vita. E così in questi edifici sono stati lasciati vuoti pericolosi attraverso i quali oggi scarrozzano liberamente in ogni direzione le correnti del male”.

Il comunismo rappresentava, secondo Solženicyn, la forma più radicale e coerente dell’umanesimo moderno, “così che Karl Marx ha potuto dire (1844): il comunismo è un umanesimo naturalizzato”. Egli aggiungeva che:

“Se il sistema comunista ha potuto resistere e rafforzarsi nell’Est è precisamente per l’accanito e massiccio sostegno dell’intellettualità occidentale, che non notava le sue scelleratezze o, quando proprio non poteva fare a meno di notarla, si sforzava comunque di giustificarle. E oggi è lo stesso: da noi all’Est il comunismo, da un punto di vista ideologico, ha subito un completo tracollo, vale ormai zero, o anche meno; è l’intellettualità occidentale a restare in larga misura sensibile alla sua attrazione e a conservargli le sue simpatie. Ed è questo che rende incomparabilmente difficile all’Occidente il
compito di far fronte all’Est”.

Il cammino percorso dall’Umanesimo rinascimentale in poi, costituisce, secondo lo scrittore russo, la causa della perdita di interiorità dell’uomo contemporaneo. “All’Est è il bazar del Partito a calpestarla, all’Ovest la fiera del commercio. Quello che fa paura, della crisi attuale, non è neanche il fatto della spaccatura del mondo, quanto che i frantumi più importanti siano colpiti da un’analoga malattia. Se l’uomo fosse nato, come sostiene l’umanesimo, solo per la felicità, non sarebbe nato anche per la morte. Ma poiché è corporalmente votato alla morte, il suo compito su questa Terra non può essere che spirituale: non l’ingozzarsi di quotidianità, non la ricerca dei sistemi migliori di acquisizione, e poi di spensierata dilapidazione, dei beni materiali, ma il compimento di un duro e permanente dovere, così che l’intero cammino della nostra vita diventi l’esperienza di un’ascesa soprattutto morale, che ci trovi, al termine del cammino, creature più elevate di quanto non fossimo nell’intraprenderlo. Inevitabilmente dovremo rivedere la scala dei valori universalmente acquisita e stupirci della sua
inadeguatezza ed erroneità”.

Il discorso di Solženicyn fu commentato in tutto il mondo. Ciò che colpì gli osservatori più attenti, come Eugenio Corti, fu il fatto che i cristiani, anzi i cattolici, non avessero immediatamente individuato in quel discorso la analogia con la concezione della storia che li aveva caratterizzati quando la cultura cattolica non era entrata nell’attuale stato di confusione: quella visione storica che individua l’inizio della scristianizzazione nel passaggio dal teocentrismo medievale all’antropocentrismo e all’immanentismo moderno.

Nel 1959, Plinio Corrêa de Oliveira aveva tracciato sinteticamente il grande quadro di questo processo di scristianizzazione della società in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. L’opera del pensatore brasiliano, a differenza di quella del dissidente russo, era animata dalla speranza soprannaturale di chi confida nella forza indistruttibile della Chiesa cattolica. Il libro si concludeva con un omaggio di filiale devozione al Pontefice appena eletto, Giovanni XXIII, e con una espressione di fiducia assoluta nel trionfo del Cuore Immacolato annunciato dalla Madonna a Fatima. Nell’appendice alla nuova edizione dell’opera apparsa in Italia, nel 1977, il pensatore brasiliano, che 35 anni prima aveva denunciato l’infiltrazione degli errori liturgici nell’Azione Cattolica, vedeva nelle vicende storiche del proprio tempo lo sviluppo e i frutti di quegli errori che risalivano alla crisi modernista di inizio secolo. Il dialogo con il mondo era stato una resa al nemico, che ora costituiva una terribile minaccia.

Il punto di osservazione di Plinio Corrêa de Oliveira non era quello del teologo, ma del laico, filosofo, storico e uomo d’azione. Non sul merito teologico dei documenti conciliari, ma sulla realtà dei fatti e sulle loro conseguenze storiche, si fondava la denuncia che egli faceva del “silenzio enigmatico, sconcertante e spaventoso, apocalitticamente tragico, che il Concilio Vaticano II ha osservato a proposito del comunismo”.

“Questo Concilio – scrisse – si volle pastorale e non dogmatico. Infatti non ha avuto portata dogmatica. Inoltre, la sua omissione a proposito del comunismo può farlo passare alla storia come il concilio a-pastorale per eccellenza. Con tattiche aggiornate – delle quali, per altro, il minimo che si può dire è che sono contestabili sul piano teorico-pratico254 – il Concilio Vaticano II ha tentato di mettere in fuga, per così dire, api, vespe e uccelli rapaci. Il suo silenzio sul comunismo ha lasciato tutta la libertà ai lupi. L’opera svolta da questo Concilio non può essere scritta, come realmente pastorale, né nella storia, né nel Libro della Vita”.

“È duro dirlo. Ma l’evidenza dei fatti indica, in questo senso, il Concilio Vaticano II come una delle maggiori calamità, se non la maggiore, della storia della Chiesa. A partire da esso è penetrato nella Chiesa, in proporzioni impensabili, il ‘fumo di Satana’, che si va ogni giorno sempre più diffondendo, con la terribile forza di espansione dei gas. A scandalo di innumerevoli anime, il Corpo Mistico di Cristo è entrato in un sinistro processo che potrebbe essere chiamato di autodemolizione”.

Tratto da Roberto de Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau 2010


N.B. : il post e' di Jorek . Ho fatto un po' di casino nello spostamento. Mi scuso con Jorek

Offline COSMOS1

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #7 il: Gennaio 04, 2011, 21:39:37 pm »
ma, vi dirò  :hmm:

a me non mi dispiacerebbe affatto (proprio x nulla) una moglie come santa Brigida

comunque: cerchiamo di capire il senso di ciò che si dice. Se il papa avesse detto: "spesso sono gli uomini a guidare le mogli nel cammino della fede", avrebbe detto meno di quel che ci si aspetterebbe, ci si chiederebbe: in che senso? non le guidano sempre? Il fatto che l'uomo guidi la moglie è normale, non vale la pena dirlo. La frase del papa sta in piedi perchè il contrario non è dato, se non in presenza di sante con palle grosse così  :D
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Offline Rita

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #8 il: Gennaio 04, 2011, 22:08:30 pm »
ma, vi dirò  :hmm:

a me non mi dispiacerebbe affatto (proprio x nulla) una moglie come santa Brigida

comunque: cerchiamo di capire il senso di ciò che si dice. Se il papa avesse detto: "spesso sono gli uomini a guidare le mogli nel cammino della fede", avrebbe detto meno di quel che ci si aspetterebbe, ci si chiederebbe: in che senso? non le guidano sempre? Il fatto che l'uomo guidi la moglie è normale, non vale la pena dirlo. La frase del papa sta in piedi perchè il contrario non è dato, se non in presenza di sante con palle grosse così  :D

 :D
 va bè insomma... è vero che ognuno di noi dà un senso soggettivo alle parole (le interpreta), però qui... si sente il rumore delle unghie sugli specchi  :lol:
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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #9 il: Gennaio 04, 2011, 23:46:58 pm »
ma, vi dirò  :hmm:

a me non mi dispiacerebbe affatto (proprio x nulla) una moglie come santa Brigida

comunque: cerchiamo di capire il senso di ciò che si dice. Se il papa avesse detto: "spesso sono gli uomini a guidare le mogli nel cammino della fede", avrebbe detto meno di quel che ci si aspetterebbe, ci si chiederebbe: in che senso? non le guidano sempre? Il fatto che l'uomo guidi la moglie è normale, non vale la pena dirlo. La frase del papa sta in piedi perchè il contrario non è dato, se non in presenza di sante con palle grosse così  :D

"che non notava le sue scelleratezze o, quando proprio non poteva fare a meno di notarla, si sforzava comunque di giustificarle.
E oggi è lo stesso"


però qui... si sente il rumore delle unghie sugli specchi  :lol:

Già. :dry:
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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #10 il: Gennaio 05, 2011, 02:02:48 am »
Dimenicate che il Papa, evidentemente, si riferisce alla donna-buona-cristiana e non alla donna in genere, nè tantomento alle femministe.
Del resto come potrebbe una femminista essere buona cristiana!?

Visto dalla giusta angolazione le parole del Papa sono condivisibili. Anche perchè "spesso" non significa "sempre". Anche perchè le sue parole non si fermano alla frontiera italiana, etc, etc. Anche perchè una femminista non fa otto figli, (in genere nn ne fa nemmeno uno)  etc, etc
Io continuo a pensare che siate voi a giudicare in maniera preconcetta. Volete dar addosso alla Chiesa, beninteso che non essendo credente io non ne faccio una questione di "lotta di religione", sia chiaro.
Ma il fatto è che non capisco per quale motivo dar addosso a chi sta dalla nostra parte, sia pur a modo suo. Sul vecchio forum ci sono diverse pagine sull'argomento, Ratzinger in primis si è scagliato con forza contro le femministe; e se cercate in rete, le uniche voci contro il femminismo, prima dei gruppi maschili, erano le voci dei cattolici. Boh, continuo a non capire. :unknown:
Ma non sarà che siamo masochisti, in fondo!? Perchè attaccare in questo modo chi non ci è nemico?




"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Animus

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #11 il: Gennaio 05, 2011, 02:06:40 am »
Red, il Papa quando dice Uomo, si riferisce sempre all'uomo e la donna.
Quando dice donna, si riferisce, evidentemente, solo alla donna.

Ma insomma, l'uomo avrà o no una sua peculiarità che gli debba essere riconosciuta, almeno dalla Chiesa?
E' o no, l'Uomo, in quanto uomo, rivestito di un compito, almeno uno, e almeno dalla Chiesa, oppure no?

Ecco perchè gli uomini in chiesa non ci vanno più, ma che ci vanno a fare?

Tutto quì.

 
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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #12 il: Gennaio 05, 2011, 07:07:35 am »
:D
 va bè insomma... è vero che ognuno di noi dà un senso soggettivo alle parole (le interpreta), però qui... si sente il rumore delle unghie sugli specchi  :lol:

Rita: le questioni di religione non sono mai come appaiono e il tentativo di portare il cristianesimo dentro i confini del ragionevole sono la sua tomba. La Bibbia inizia dicendo che la donna è uscita dall'uomo. Se ci fosse scritto che l'uomo è uscito dalla donna, non sarebbe un testo sacro ma al massimo un manuale di ostetricia.

Animus: capisco che nel pieno della battaglia si possa perdere il senso della misura. Ma tu cosa sostieni? che la donna non possa avere alcun ruolo nella storia umana? Che neppure in casi eccezionali possa fare da guida o stimolo o dare suggerimenti all'uomo? Un "generale" non dovrebbe mai perdere il senso dell'orientamento e la visione globale della realtà. Il nostro nemico è il femminismo, non le donne. Alle donne spetta lo stesso spazio, la stessa dignità e le stesse prospettive che spettano agli uomini, con ruoli diversi ma con valori uguali. Negare che le donne possano avere un ruolo è controproducente. E' vero che al momento, nella foga dello scontro, può far comodo. Ma rischia di farci perdere credibilità, e non porta da nessuna parte.


E' o no, l'Uomo, in quanto uomo, rivestito di un compito, almeno uno, e almeno dalla Chiesa, oppure no?
 

vabbè dai, ci sono argomenti che meritano una sola risposta ->  :D
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Offline Carlo Zijno

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #13 il: Gennaio 05, 2011, 09:49:05 am »
capisco che nel pieno della battaglia si possa perdere il senso della misura. Ma tu cosa sostieni? che la donna non possa avere alcun ruolo nella storia umana? Che neppure in casi eccezionali possa fare da guida o stimolo o dare suggerimenti all'uomo? Un "generale" non dovrebbe mai perdere il senso dell'orientamento e la visione globale della realtà. Il nostro nemico è il femminismo, non le donne. Alle donne spetta lo stesso spazio, la stessa dignità e le stesse prospettive che spettano agli uomini, con ruoli diversi ma con valori uguali. Negare che le donne possano avere un ruolo è controproducente. E' vero che al momento, nella foga dello scontro, può far comodo. Ma rischia di farci perdere credibilità, e non porta da nessuna parte.

Concordo perfettamente.  Porre in essere atteggiamenti svalorizzanti ai danni del femminile vuol dire cadere nello stesso errore in cui cadono le femministe: praticare la lotta di classe contro l'altro genere. E questo si tradurrebbe, per l'appunto, in una perdita secca di credibilità.

Ci aggiungo una postilla: Santa Brigida me la sarei sposata anch'io, quella sì che era una donna con due ovaie così.

Carlo

Offline Rita

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Re: Il Papa: "Sono le donne che guidano i mariti nel cammino di fede"
« Risposta #14 il: Gennaio 05, 2011, 10:08:24 am »
Visto dalla giusta angolazione ...

Io continuo a pensare che siate voi a giudicare in maniera preconcetta....

 Volete dar addosso alla Chiesa, beninteso che non essendo credente io non ne faccio una questione di "lotta di religione", sia chiaro.....





va bè... sia chiaro che tra l'attaccare e l'essere critici mi pare ci sia un abisso che visto dalla "giusta" angolazione (cioè in questo caso la mia  :lol:) è evidente.

Spesso vuole dire "sovente, nella maggior parte dei casi". Non certo per poche "sante" ufficialmente canonizzate - quelle sono solo un esempio (e tra l'altro personalmente non mi pare che la considerazione della santa con 8 figli sia molto attinente...di maternità e paternità "responsabile" ne parla anche la Chiesa oggi)

Visto dalla "giusta" angolazione le parole di San Paolo "la donna dev'essere sottomessa all'uomo e l'uomo deve amare la donna"... oggi sono (secondo la Chiesa) "devono amarsi l'un l'altro e sottomettersi l'uno all'altra e l'una all'altro  :D"



"Di fronte a queste affermazioni è vero che Paolo - che ha di fronte a sé l’immagine dei rapporti tra gli sposi che era quella del suo tempo, dove la posizione di inferiorità di solito assegnata alla donna - non sembra cambiare l’ordine esistente, ma introduce un atteggiamento profondamente diverso del marito verso la moglie. Si tratta di esercitare un’autorità che acquista il suo valore solo nel servizio; quindi un’autorità che non può che essere attenta ai bisogni, alle esigenze della moglie, al suo bene spirituale, alle sue idee e proposte per il bene dei coniugi e della famiglia…
Scrive Cantalamessa: «in una società fortemente (e giustamente) consapevole della parità dei sessi, [questa visione di Paolo] sembra inaccettabile. Infatti è vero. Su questo punto san Paolo è, in parte almeno, condizionato dalla mentalità del suo tempo. Tuttavia la soluzione non sta nell’eliminare dai rapporta tra marito e moglie la parola “sottomissione”, ma semmai nel renderla reciproca, come reciproco deve essere anche l’amore. In altre parole, non solo il marito deve amare la moglie, ma anche la moglie il marito; non solo la moglie deve essere sottomessa al marito, ma anche il marito alla moglie. Amore reciproco e sottomissione reciproca. Ma, a guardare bene, è proprio l’esortazione con cui comincia il nostro testo: “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo”. La sottomissione non è allora che un aspetto e un’esigenza dell’amore. Per chi ama, sottomettersi all’oggetto del proprio amore non umilia, ma rende anzi felici. Sottomettersi significa, in questo caso, tener conto della volontà del coniuge, del suo parere e della sua sensibilità; dialogare, non decidere da solo; saper a volte rinunciare al proprio punto di vista. Insomma, ricordarsi che si è diventati “coniugi”, cioè, alla lettera, persone che sono sotto “lo stesso giogo” liberamente accolto»"



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