http://www.massimofini.it/index.php?option=com_content&view=article&id=950:quote-rosa-nelle-aziende-unoffesa-alle-donne-non-piu-lsesso-deboler&catid=31:articoli&Itemid=2Quote rosa nelle aziende Un’offesa alle donne non più «sesso debole»
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pubblicato sul Gazzettino il 29 ottobre 2010
E ci risiamo con le "quote rosa". Non però, questa volta, per le candidate alle elezioni. È al varo un progetto bipartisan (nelle scemenze i nostri politici riescono sempre ad essere d’accordo) per cui le aziende quotate o partecipate dovrebbe avere nei loro Consigli di Amministrazione almeno il 30% di esponenti di quello che, in altre epoche, era chiamato "il gentil sesso" per legge. A me pare una cosa che non sta in piedi, da parecchi punti di vista. È offensiva per le donne considerate come dei Panda da proteggere le donne, almeno, in Occidente, non hanno alcun bisogno di essere protette. Sanno farlo benissimo da sè. La legge lede proprio quel principio di uguaglianza che intende tutelare. Se in un’azienda ci sono una donna e un uomo di pari capacità ma la quota del 30% non è completata ad essere leso nei suoi diritti sarà lui. Se poi l’uomo, nella stessa situazione, è più bravo si lede quel principio del merito di cui tanto si parla. Infine, ed è la cosa più grave, si viola un principio di libertà? Può o no una società scogliersi i dirigenti come meglio crede? Secondo questa legge non più. Per quelle che non rispetteranno le "quote" c’è la decandenza del cda.
La pd Alessia Mosca, firmatrice del progetto, è ottimista: "Non dovrebbero esserci problemi. C’è l’ok di tutti i gruppi, nessuno si è messo di traverso". E chi osa in questo Paese, femmineo senza essere femminile, osa dire qualcosa che non sia a favore delle donne? La verità è invece che oggi le donne, nella nostra società, godono di una serie di privilegi. Soprattutto nel diritto di famiglia. In caso di separazione i figli, nel 95% dei casi, restano alla madre insieme alla casa che fu coniugale. Il marito separato è l’unico soggetto (a differenza dell’equilino moroso, dell’occupante abusivo, dell’ospite indesierato) che può essere sbattuto fuori di casa da un giorno all’altro, e, con gli affitti che circolano, dove la trova una nuova casa? Nell’ospizio di via Ortles a Milano uno su cinque di quei disgraziati ospiti è un marito separato di recente. E mentre lui è alla canna del gas o sotto i ponti, lei ha il diritto di mantenere, con i soldi dell’ex marito, lo stesso tenore di vita di prima. Poi c’è il ricatto e la vendetta sulla pelle dei figli: "non te li faccio vedere". Qualche domenica fa il portiere del Brescia Matteo Sereni intervistato, invece di parlare delle solite cose di calcio, ha raccontato la sua situazione di padre separato cui è impedito, di fatto, incontrare i figli. Ma approfittato del suo ruolo per rendere pubblico il suo dramma. Spesso le donne non capiscono che, al di là dei rancori coniugali, i figli hanno bisogno oltre che della figura materna anche di quella paterna, che non è meno importante.
E la sfera sessuale? Se in treno guardi con insistenza la ragazza che ti siede davanti "molestia sessuale".
Idem se fai una carezza sui capelli a una segretaria che conosci da anni ma che quel giorno non gradisce. Se una donna ti dà il suo cellulare, e quindi implicitamente di autorizza a chiamarla, e tu le telefoni un pio di volte, siamo già al limite dello stalking.
Care donne siete diventate davvero insopportabili. Dimenticatevi delle "quote rosa" e ritornate ad essere quello che eravate: il gentil sesso (deboli non lo siete più da tempo).
Massimo Fini
in questo Paese, femmineo senza essere femminile
Grandissimo. Bravo Fini