http://www.repubblica.it/scienze/2010/10/31/news/gene_umano-8603028/?ref=HREC2-2NEW YORK - Quei gran geni del Dipartimento di giustizia americana si sono accorti dopo decine di anni e 40mila brevetti concessi che i geni dell'uomo non sono brevettabili. Per il mondo delle biotecnologie è una rivoluzione che fa esultare i propugnatori del brevetto libero e gridare allo scandalo le grandi compagnie che nella ricerca genetica a scopo di lucro hanno speso milioni di dollari. Adesso toccherà all'Ufficio brevetti federale decidere se accogliere o meno la decisione del ministero. Presa seguendo la procedura dell'amicus brief: che in giurisprudenza è l'intervento di una corte super partes cioè non chiamata direttamente in causa. La lite infatti è quella tra due non profit - l'American Civil Liberties Union e la Public Patent Foundation - e quella Myriad Genetics che con l'Università dell'Utah ha brevettato due geni chiamati BRCA1 e BRAC2. L'obiettivo della compagnia e dei ricercatori è scoprire se questi geni predispongono al tumore alle ovaie e al seno. Ma per farlo hanno proprio bisogno di brevettare le due "scoperte"? Un tribunale ha già decretato di no ma Myriad si è appellata e la causa continua.
Dice però adesso il documento del ministero Usa che "la struttura chimica dei geni umani è un prodotto della natura": i geni non sono "invenzioni" e dovrebbero quindi essere patrimonio dell'umanità intera. I propugnatori del brevetto non ci stanno: i geni isolati dal corpo sono strutture chimiche differenti da quelle che si trovano nel corpo e quindi si possono brevettare. Ma gli esperti del governo ri-ribattono: anche quando la struttura è "isolata" dal suo ambiente naturale resta prodotto della natura. Né più né meno "delle fibre di cotone che vengono separate dai semi del cotone. O del carbone che viene estratto dalla terra".
Detto così sembra lapalissiano. Ma il New York Times che ha svelato la decisione del ministero il professor James Evans dell'Università della Carolina del Nord parla di "tappa importante: una linea tracciata nella sabbia". Le sabbie però sono mobili per definizione e il pressing delle grandi compagnie sull'Ufficio brevetti è appena cominciato.
Il venti per cento del genoma umano è già stato brevettato. L'iniziativa più nota è quella dell'Human Genome Project lanciato proprio dal governo degli Stati Uniti negli Anni '90 che però è stato subito surclassato dagli sforzi privati della Celera di Craig Venter. Proprio nei giorni scorsi la creatura dello scienziato-imprenditore ha fatto registrare un boom del 30 per cento dei guadagni e il business delle biotecnologie è uno dei più floridi del momento passato praticamente indenne attraverso la recessione.
Il ministero della giustizia adesso riconosce che la decisione non solo è un vero e proprio cambio di rotta rispetto alla linea fin qui suggerita ma contrasta con la politica di altre strutture pubbliche: dall'Ufficio brevetti fino addirittura al National Institute of Heath che negli ultimi anni ha chiesto e ottenuto direttamente brevetti per l'isolamento del Dna. Ma gli esperti della giustizia sostengono che l'impatto sull'industria biotecnologica non sarebbe così grave: le manipolazioni del Dna - tipo quelle usate per creare i transgenici o particolari terapie genetiche - possono continuare a essere brevettate perché appunto "prodotte dell'ingegno dell'uomo". Sempre che la linea tracciata nella sabbia non si sposti ancora un po'.
(31 ottobre 2010)