Autore Topic: Mammine coraggio Vs lingua italiana  (Letto 2514 volte)

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Offline Jason

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Mammine coraggio Vs lingua italiana
« il: Novembre 09, 2010, 19:22:25 pm »
Scusate, ho un dubbio.
No perchè adesso dicono che Carmen Pugliese, tra le prime a mettere in luce le false accuse, in realtà non parla di false accuse  :doh: :doh:
E di che parla allora ? No perchè fino a prova contraria l'italiano io lo comprendo ancora bene :sleep:

Poi come può essere seria una che dice "le false accuse sono vere"   :w00t: :w00t: :w00t:
Leggetevi soprattutto i commenti..tralasciando l'ultima che è una deficente, c'è un certo Massimo di Natale che ha smerdato per bene l'autrice  :ok: :ok:

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http://mammecoraggio.wordpress.com/2010/11/05/le-false-denunce-delle-donne-sono-purtroppo-vere/

LO SGUARDO DELLE DONNE: non spegnete la sua bellezza….LE FALSE DENUNCE DELLE DONNE….sono purtroppo vere

Mi capita sempre più spesso di leggere su quotidiani e settimanali alcuni articoli che fanno riferimento alle denunce di violenza da parte delle donne nei confronti de loro ex, insinuando che sono false accuse.

Anche molti blog e social network riprendono la stessa tematica, insistendo sulla falsità delle accuse verso gli uomini e portando a supporto di tale tesi, alcuni dati ufficiali.

Vengono in particolare presi in considerazione quelli della Procura di Bergamo, diramati nella dichiarazione del PM Carmen Pugliese, autorizzata dal Procuratore Generale Galizi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2009 e le affermazioni del PM Barbara Bresci di S. Remo.

I blog ci tengono a sottolineare che le dichiarazioni giungono da voci femminili e questo le rende ancora più veritiere.

Iniziamo ad analizzare in primis quanto ha affermato il PM Carmen Pugliese.

Intanto bisogna sottolineare che in molti blog  si riporta che la PM ha asserito che l’80% delle denunce di violenze ed abusi da parte delle donne, risultano essere false.

Certo, questa affermazione, così come viene letta sembra essere chiara e non sembrano esserci ombre.

Coloro che ritengono che le accuse delle donne siano false, in tale dichiarazione, proveniente da persona autorevole e qualificata, trovano  un appoggio e un sostegno alle loro certezze.

Ora, ad un primo sguardo abbiamo un dato ben preciso, ma se andiamo alla fonte della notizia e leggiamo quanto la PM dice, ci troviamo di fronte uno scenario ben più complesso.

E la fonte è il  giornale “L’Eco di Bergamo”, del 31 gennaio 2009.

Se leggiamo con attenzione l’articolo  del giornale sopra menzionato, non ci ritroviamo con le affermazioni perentorie che vengono pubblicizzate in certi blog.

La Pm Pugliese infatti,  afferma che, analizzando i dati a disposizione della sua Procura, le denunce di violenza sono aumentate in maniera esponenziale negli ultimi anni, fino ad arrivare a 382 casi solo nell’anno 2008.

Circa un caso al giorno.

“I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un’arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni” afferma la PM., ma più avanti prosegue dicendo che, se è vero che si riscontra una sempre più diffusa propensione da parte di padri e mariti ad alzare le mani, è altrettanto appurato che molte volte delle versioni fornite dalle vittime (quasi sempre donne), sono gonfiate ad arte.

Sentite quanto afferma la PM e poi cerchiamo di riprendere le fila del discorso:

“Solo in 2 casi su 10, si tratta di maltrattamenti veri, il resto sono querele enfatizzate ed usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione. -Se non mi concedi tot benefici, io ti denuncio- è la minaccia che fanno alcune mogli. Tanto che una volta ottenuto quello che volevano, tornano in Procura a chiedere di ritirare la denuncia. Non sanno che nel frattempo noi abbiamo speso tante energie per indagare. L’impressione è che molte mogli tendano a usare pm e polizia giudiziaria come strumento per perseguire i propri interessi economici in fase di separazione”.

Più avanti nell’articolo si legge:

“….Molte volte siamo noi stessi a chiedere l’archiviazione, In altri casi, invece, si arriva a un processo dove la presunta vittima ridimensiona il proprio racconto. E’ successo anche che qualche ex moglie sia finita indagata per calunnia”.

Ma la Pm rivolge anche un’accusa specifica alle associazioni di tutela della donna:

“..non fanno l’operazione di filtro che dovrebbero fare; incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario, di verificare come finirà la vicenda. Mi sembra una difesa indiscriminata della tutela della donna che viene a denunciare i maltrattamenti, senza mettere in conto che questa donna potrebbe sempre cambiare versione”.

Ci sono dei passaggi nel discorso della PM che fanno riferimento ai casi delle violenze che si verificano in maniera pesante:

“…da noi arrivano donne col volto tumefatto e in alcuni casi  contro i mariti emettiamo misure cautelari”.

Andiamo ora ad analizzare  un altro articolo, del Secolo XIX, che non fornisce dati statistici, ma di fronte a precise domande del giornalista che chiede se talvolta le vittime non sono tali, trova nell’intervistata, il PM Barbara Bresci, la seguente risposta:

…Sempre più spesso si ricorre alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a loro favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento. Non sono rari i casi che, a controversia sanata, le querele vengano rimesse, con buona pace per le risorse professionali ed economiche investite dagli inquirenti allo scopo di istruire i fascicoli e raccogliere gli elementi probatori a carico degli indagati”.

In un passaggio ulterioe nell’articolo, la PM sostiene:

“…c’era un grande bisogno di norme a tutela delle donne. Significa però che occorre modificare la legge sullo stalking e integrarla, fornendo alle procure strumenti interpretativi più univoci ed efficaci. Aggiungerei anche un altro suggerimento. Quello di introdurre la procedibilità d’ufficio. In questo modo si creerebbero le condizioni per favorire una pre-selezione delle denunce. Insomma una sorta di deterrente contro chi intende strumentalizzare lo stalking. Inoltre si eviterebbe che sia durante la fase istruttoria, che addirittura al dibattimento, le vittime,  su pressione dell’imputato, rimettano la querela”.

A questo punto il giornalista chiede alla PM se capiti spesso che le querele vengano rimesse e la risposta è la seguente:

“Purtroppo si. Anche in casi molto gravi, che in precedenza avevano portato  all’emissione di una misura cautelare. Per ovvi motivi di riservatezza non posso entrare nel merito dei singoli episodi, ma ancora di recente mi è stato comunicato dal  difensore e dalla parte civile che una coppia ha espresso la volontà di tornare insieme dopo che, durante l’indagine, avevamo accertato episodi gravissimi a carico dell’uomo……non si può quindi far altro che prendere atto della volontà manifestata dai due soggetti e archiviare il procedimento”.

Alla luce degli articoli sopra menzionati e delle affermazioni delle due PM, possiamo cominciare ad operare alcune considerazioni.

Innanzitutto in nessuna parte degli articoli si fa riferimento alle false accuse.

Non si trova infatti scritto da  che le donne che abbiano denunciato i loro ex coniugi, si siano servite di accuse non veritiere.

Anzi. Dalle dichiarazioni di Carmen Pugliese è molto chiaro che la sua Procura ha notato una notevole crescita del fenomeno dei maltrattamenti familiari e delle violenze.

Queste infatti non vengono messe in dubbio.

Uomini e padri alzano le mani sulle donne, usano ogni tipo di violenza.

Le donne arrivano in procura con i volti che portano i segni delle percosse.

Purtroppo questa è una verità amara che non va nascosta.

Piuttosto, la PM Pugliese afferma che le denunce di maltrattament , nella maggior parte dei casi poi si sgonfiano, perdono di consistenza, le versioni sui maltrattamenti vengono minimizzate dalle vittime stesse, al punto che poche volte poi si giunge ad una effettiva condanna del reo.

A questo punto Carmen Pugliese cerca di dare spiegazione a tale fenomeno ed afferma che quando una donna denuncia di aver subito violenze, se ne serve poi in fase di separazione per ottenere alcuni benefici. Una volta  sicura di poterli ottenere, la donna ritira la denuncia nei confronti dell’ex coniuge o modifica la versione originaria, sminuendo i fatti di cui è stata vittima.

In pratica, la donna,nonostante le accuse fossero vere,  per quieto vivere, per uscire al più presto dalle pastoie di pesanti processi, per il desiderio di ricominciare a vivere e chiudersi il passato alle spalle, per la serenità dei figli, spesso preferisce mettersi d’accordo col violentatore e, ottenuto di non ricevere ulteriori molestie, o ottenuti i benefici richiesti, preferisce ritirare le denunce.

Ciò è possibile, ciò è molto probabile che accada.

Ma ciò non toglie il fatto che le violenze ci siano state e si sia deciso di oscurare la verità per le motivazioni sopra riportate.

Ma alla base della ritrattazione delle denunce per violenza o dello sgonfiamento delle stesse in fase processuale, potrebbe esserci un’altra ragione altrettanto valida che viene posta in evidenza da Barbara Bresci, quando afferma  che è possibile che le vittime, rimettano la querela su pressione dell’imputato.

Anche questo  non solo è possibile, ma lo ritengo probabilissimo.

A tal riguardo è interessante anche la critica che Carmen Pugliese rivolge alle associazioni anti-violenza donne, che dopo aver ascoltato la vittima, la incitano a denunciare, ma poi non la seguono nel percorso processuale che ne consegue.

Una donna che denuncia violenze opera un passo importantissimo, ma è anche fragile a livello psicologico e forse non è in grado di sostenere interrogatori ed un processo con tutte le sue dinamiche.

Infatti una donna violata deve imparare a riprendere il colloquio con se stessa, la fiducia, il rispetto di sé come persona, deve riscoprire la capacità di volersi bene, di amare ed essere amata.

Deve imparare a ricostruirsi, a guardare la sua storia con occhi diversi e ad approcciarsi al mondo esterno  con un nuovo sistema di significati.

Deve imparare di nuovo a scoprire cosa siano la fiducia e la speranza.

Deve anche imparare a difendersi.

Una donna violata ha quindi bisogno di supporto psicologico, altrimenti non è in grado di sostenere il lungo iter processuale ed  a volte, non riesce di ricostruire di fronte al giudice il suo vissuto di violenza. Perche troppo fragile.

Una donna vittima quindi, se non aiutata in maniera corretta ed adeguata, rischia di essere di nuovo preda delle pressioni dell’uomo da cui non si del tutto liberata, di cui si sente ancora succube.

Capita quindi che dopo una denuncia, per tutte le motivazioni sopra espresse,la donna violata ritratti tutto.

Per  paura, anzi per terrore.

E così tutto il lavoro svolto dalla procura, come sostengono le due PM, viene invalidato e non conduce alla verità processuale.

Questo è chiaramente svilente per tutti coloro che hanno lavorato alacremente.

Ed è una sconfitta per la donna stessa.

Quindi, le dichiarazioni di Pugliese e Bresci, a mio parere non possono essere prese come testimonianze della veridicità delle false accuse.

Fare questo mi sembra scorretto falso e tendenzioso. E purtroppo ciò accade per molti blog.

Tali dichiarazioni invece, sono la dimostrazione che la violenza familiare, purtroppo, sta dilagando sempre più, con risvolti inquietanti, che nessuno riesce a districare.

La verità viene raramente a galla e le violenze tornano ad essere nascoste.

Le denunce vengono ritirate per le più svariate ragioni, anche per il timore del violentatore e per le sue pressioni e tutto il lavoro delle procure finisce come carta straccia nel marasma dei fatti senza finale.

Quindi purtroppo la violenza esiste e le denunce sono vere.

Tutto questo deve farci riflettere…non dobbiamo averne paura…

Perchè solo se ci si confronta con la realtà, ci può essere la possibilità di modificarla.

«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline jorek

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Re: Mammine coraggio Vs lingua italiana
« Risposta #1 il: Novembre 09, 2010, 19:53:46 pm »
tale massimo di natale l'ho gia sentito comunque..io proporrei comunque di regalare a queste persone un abbonamento per uncorso di alpinismo sugli specchi con istruttore meisner..anzi qui non siamo piu all'alpinismo...siamo veramente alllo sport estremo sugli specchi.
Cmq l'ultimo commento....è fantastico :w00t:

Offline ilmarmocchio

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Re: Mammine coraggio Vs lingua italiana
« Risposta #2 il: Novembre 09, 2010, 20:43:00 pm »

Online Cassiodoro

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Re: Mammine coraggio Vs lingua italiana
« Risposta #3 il: Novembre 10, 2010, 09:50:46 am »
Mamme-coraggio, le denunce sono vere al 100%.
Sono i fatti raccontati nelle denunce che sono falsi nell'80% dei casi.
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline Jason

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Re: Mammine coraggio Vs lingua italiana
« Risposta #4 il: Novembre 11, 2010, 12:59:43 pm »
Mamme-coraggio, le denunce sono vere al 100%.
Sono i fatti raccontati nelle denunce che sono falsi nell'80% dei casi.


esatto
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Offline Jason

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Re: Mammine coraggio Vs lingua italiana
« Risposta #5 il: Novembre 11, 2010, 13:02:38 pm »
Leggete poi cosa scrive Andrea Mazzeo ( per chi non lo sapesse, è uno psichiatra che si oppone con tutte le sue forze alla PAS):

@ Falso-di-natale
“gli strumenti di diagnosi sono ancora primitivi a causa del boicottaggio femminista che impedisce di far evolvere la ricerca in tal senso”
Azzz…. ma dove hai studiato, ad Harvard? Le femministe che hanno il potere di boicottare la ricerca! Cosa sniffi, colla? E’ per una ricerca che sto facendo, dal titolo: com’è che il maschio italiano è caduto così in basso?
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ora capisco tutto... e il bello che è pure psichiatra :sleep: :sleep:
E un cafone come lui dovrebbe essere colui che cambierà il diritto di famigli in favore delle femministe ?  :w00t: :w00t:

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Offline Jason

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Re: Mammine coraggio Vs lingua italiana
« Risposta #6 il: Novembre 11, 2010, 13:04:22 pm »
mammecoraggio
interessante tale ricerca….aggiungerei poi di ricercare come si possa fare ad aiutare il maschio ed andarlo a salvare dalla fossa in cui è caduto…grazie dottore.

>>>>>>>>>>>>>>>>

Cioè rendiamoci conto  :D :D
Una femminista che vorrebbe aiutare il maschio a salvarlo dalla fossa
E' come se uno del ku klux klan vorrebbe aiutare un nero ferito in strada  :w00t:

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