Autore Topic: la Carfagna e l'affido condiviso.... su Matrix  (Letto 1157 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline femmina83

  • Utente
  • *
  • Post: 28
  • Sesso: Femmina
la Carfagna e l'affido condiviso.... su Matrix
« il: Novembre 09, 2010, 01:38:56 am »
dal sito http://www.adiantum.it/public/1311-la-tv-svela-i-nemici-del-condiviso.-ottima-la-bernardini,-inopportuno-mega-spot-della-carfagna.asp


La sera del 15 Settembre 2010 si è consumato un pezzetto di storia. Se prima di quel giorno solo gli addetti ai lavori avevano le idee chiare su chi rema contro l'affermazione della Bigenitorialità in Italia, adesso una buona fetta di cittadini, incollati davanti la puntata di Matrix, ha compreso finalmente come stanno le cose.

Ci volevano Tiberio Timperi e l'on. Rita Bernardini...! In una settimana, questa involontaria accoppiata politico-mediatica ha risvegliato come non mai il dibattito sul condiviso, restituendo dignità ad una problematica che gli ultimi due anni di vita della Repubblica avevano colpevolmente relegato a trattazione secondaria. Infatti, anche i politici che erano stati maggiormente vicini alla materia, si erano via via defilati.

Il duo Tiberio e Rita, invece, rafforzato dal contributo di un Marino Maglietta in grandissima forma, le ha cantate di brutto, dando "pane al pane, e vino al vino" a chi si affannava a difendere lo status quo.

Peraltro, durante la serata, un ossequioso conduttore concedeva una gustosa intervista al Ministro Mara Carfagna, invitata a rispondere ad una serie di domande ben studiate che ne hanno rivelato la vera mission: un Ministro per le donne, e solo per loro.

Qualcuno, probabilmente, dovrebbe far notare alla giovane rappresentante del Governo che il suo ruolo istituzionale non è quello di difendere il solo genere femminile (sarebbe platealmente incostituzionale), bensì quello di rimuovere, a beneficio di tutti gli italiani, le cause di impari opportunità sociali, senza distinzioni di genere. E che il genere maschile viva una chiara situazione di discriminazione, nell'ambito familiare, è noto a tutti. Dovrebbe intervenire lei, a sostegno degli uomini, e invece si rende protagonista di un mega spot elettorale, di dubbio gusto televisivo, rivolto ad un certo pubblico femminile (e vetero-femminista) che, pur non rappresentando tutte le donne italiane, vale almeno un paio di seggi in Parlamento. La Carfagna, poi, sembra che vada proprio fuori tema quando, nel corso delle domande sapientemente ammaestrate, si dilunga a dismisura sullo stalking e sulla violenza alle donne, sciorinando i dubbi dati che l'ISTAT diffonde, con periodicità quanto meno sospetta, ogni 2 - 3 anni (le ultime cifre vaneggiano di 10 milioni di italiane vittime di abusi e/ molestie sessuali; ci torneremo...) .
Questo voler dilungarsi su un tema che esce fuori da quello principale, peraltro, potrebbe avere l'effetto di diffondere un messaggio fuorviante agli italiani. Infatti, cosa c'entrano lo stalking e la violenza familiare con il diffuso problema dei padri separati ? E, sopratutto, cosa c'entrano con il condiviso ? E perchè la Carfagna insiste a definire lo stalking come una legge che difende le donne, omettendo accuratamente che il 22% delle vittime di questo reato sono uomini ? E' corretto, da parte di un ministro della Repubblica, tralasciare la tutela di questa fetta considerevole di italiani ?

E quando il conduttore di Matrix pone l'unica, vera domanda attorno alla quale avrebbe dovuto ruotare il suo autorevole intervento ("esistono le pari opportunità tra padri e madri ?"), la Ministra risponde così: "non mi piace la domanda posta in questa logica...si dovrebbe parlare di pari opportunità per i figli". Confessiamo di essere duri di comprendonio, e questa dobbiamo ancora capirla. Ma è chiaro che la domanda del conduttore è tanto scomoda da non meritare la sua risposta. Così come non merita commento la poco credibile e distratta incertezza ("sì...credo che ci siano attualmente dei progetti...") sull'esistenza di disegni di legge di modifica del condiviso presenti in Parlamento. Ma torniamo alla puntata di Matrix, che comincia proprio con un "assaggio" di questa intervista in cui la Ministra prima parla dei "padri assenti" (così, giusto per una sorta di compensazione di genere preventiva), e poi va subito nel pallone: "certo...ci sono anche alcune donne che si comportano male....ma sono casi-limite ...(pausa)....molto diffusi". Si vede che è combattuta, ma non è perdonabile, anche perchè per dire tutto quello che ha detto non si è concessa alla diretta ed al contraddittorio. Probabilmente sarebbe stato più rispettoso, per i telespettatori, essere presente al dibattito insieme a tutti gli intervenuti e sottoporsi ad un confronto civilissimo, ma tant'è.

La puntata prosegue con una breve nota dell'avv. Tozzi, seguita immediatamente da Timperi, che tuona citando il suo personale provvedimento giudiziale e facendo notare che, ogni qualvolta abbia chiesto alla ex moglie di vedere il figlio "liberamente" (come scritto nel decreto), gli sia stato opposto un secco "no".

Gli fa eco Maglietta, il quale riprende l'esordio (registrato) della Carfagna e dà una lezione di Pari Opportunità: "...i casi limite di cui parla la Ministra sono invece la normalità, questo modo errato di applicare la L. 54, costringendo la donna ad occuparsi maggiormente dei figli, nega le pari opportunità proprio alle madri".

Ecco apparire la Bernardini De Pace, che negli ultimi anni si è fatta conoscere per le sue "sparate" contro i papà separati "piagnoni" - e, qualche tempo fa, anche per il provvedimento di sospensione comminatole dall'Ordine degli avvocati di Milano -, piuttosto che per la sua "discesa in campo" a sostegno dei diritti degli omosessuali. Nobilissimo intento, ma pare che non renda in notorietà, almeno per il momento. La BDP chiarisce subito che "il collocamento presso la madre è una scelta assolutamente naturale".

Replica immediatamente Timperi (suo ex cliente), chiedendole "in quale mondo vive", e incalzandola con due domande a bruciapelo: "...come mai, quando ti ho chiesto se potessi chiedere l'affidamento esclusivo, hai detto che era assolutamente impossibile ? E perchè, quando ti ho chiesto se potessi avere il collocamento del bambino presso di me, hai risposto che il giudice non lo avrebbe dato mai ?".
La sensazione iniziale è che Tiberio abbia sbagliato a parlare del suo caso personale, ma queste due stoccate hanno compensato l'errore di strategia (Timperi sarà enormemente più efficace quando non parlerà più di sè stesso, ma questa volta ha avuto ragione ad esporsi). La BDP, folgorata, si spegne, e sarà così per tutta la serata. Il gusto di andare in direzione ostinata e contraria, questa volta, non funziona. Solo nel finale, si distinguerà per aver dichiarato a più riprese la sua preferenza per la giurisprudenza di merito (per intenderci, quella che tradisce il condiviso), tanto da essere bacchettata anche da Maglietta con un fendente "sono veramente sorpreso che la Bernardini De Pace, di fronte ad una legge dello Stato, decida di rispettarne un altra, quella non scritta...".

Dopo un intervento di Gerry Scotti, emozionato come non lo avete mai visto e autenticamente commosso (che umanità, lo avremmo abbracciato), il Presidente del Tribunale minorile di Roma, Melita Cavallo, fotografa il presente: "...i bambini vengono spesso manipolati dalle madri, e diventano poi adolescenti difficili. Una volta preso il provvedimento, il tribunale non riesce a seguire la sua esecuzione. Bisognerebbe essere più duri, togliere la potestà con severità a chi commette questi sbagli, e dare l'esempio".

La segue, attesissima, l'on. Rita Bernardini, la quale finalmente dice quello che milioni di persone avrebbero voluto sentir dire, senza giri di parole, ad un parlamentare: "il popolo è più avanti della sua classe dirigente. C'è una legge che non viene rispettata. I giudici si inventano quello che non c'è, come il domicilio prevalente, e i magistrati che sbagliano non pagano mai". E' il tripudio, ma non in studio, bensì in migliaia di case dove il suono delle sue parole risuona ancora nelle orecchie. Rita Bernardini, da quel momento, diventa concretamente rappresentativa di una larga fetta di Società Civile.

A pensarci bene, se la Carfagna fosse stata lungimirante, le avrebbe dette lei quelle cose, e sarebbe entrata nel cuore degli italiani per tanto, tanto tempo. Invece sarà costretta, in occasione delle prossime tornate elettorali, ad andare a ruota delle femministe, che prima o poi la tradiranno. E' un peccato di gioventù, le manca l'esperienza: è entrata nel palazzo dalla porta principale, ha lavorato sodo ma è stata buttata nel calderone della politica senza aver fatto la gavetta, quella che invece ha fatto la Bernardini per tanti anni prima di fare ingresso alla Camera.

La deputata radicale non si fermerà nelle sue considerazioni. Dirà in seguito che "i giudici non possono farsi le leggi da soli", e sarà a questo punto che Melita Cavallo farà un balzo dalla sedia e affermerà che "ci vuole tempo affinchè i giudici applichino bene la legge". Crediamo sinceramente che la Cavallo l'abbia detto in buona fede, sulla scorta di un "modo di dire" dettato da una sofferta abitudine. Ma se riflettete bene, la sua affermazione dipingerebbe la Magistratura come una istituzione eversiva: le leggi, quando entrano in vigore, devono essere applicate IMMEDIATAMENTE, senza tentennamenti ("i giudici sono soggetti solo alla legge", recita la Costituzione). Nel caso del condiviso, sono già passati quattro anni e mezzo. Pertanto, se i giudici hanno ancora bisogno di studiare questa legge, delle due l'una: o abbiamo magistrati inadeguati, o gli stessi magistrati non vogliono applicare la legge (e quindi sarebbero eversivi).

Molti, periodicamente, tirano fuori una terza via, e cioè che ad essere "sbagliata" sia la stessa L. 54/2006. Ma allora, se così fosse, perchè i tribunali non l'hanno segnalato prima, magari alla Consulta ?

In conclusione, non ci rimane che sostenere i nostri bravi disegni di legge, facendo attenzione alle possibili trappole che la Camera, subito dopo l'uscita dal Senato del DDL 957, potrebbe riservare ai testi da unificare (andate a leggere il PDL n. 3431 del PD....). Qualcosa, poco alla volta, sta cambiando, e il cerchio si stringe attorno a chi non vorrebbe l'affermazione del condiviso. Quello vero.  

http://www.youtube.com/user/separazioni?feature=mhum#p/a/f/0/MGOF6oSr_EU


Roberta