Il fatto che cristianesimo, femminismo e marxismo abbiano tutti e tre la morale del ressentiment non implica necessariamente una derivazione di tale morale dal cristianesimo.
Essendo una risposta universale ed innata all'ingiustizia sociale ( e solo a questa ) essa si manifesta ovunque tale giustizia sia negata.
Se il femminismo deriva dal cristianesimo, è singolare la distanza temporale tra l'affermazione della nuova religione e il suo emergere; se si sostiene che è causa necessaria ma non sufficiente si sottovaluta il bisogno innato di eguaglianza sociale facendolo derivare da una modificazione esclusivamente culturale ma gli umani sono costituiti da bisogni geneticamente determinati che possono trovare o meno adeguata soddisfazione nelle società in cui vivono.
Il femminismo nasce dal capitalismo, non dal cristianesimo: al massimo si può sostenere che il cristianesimo è stato condizione necessaria alla nascita del capitalismo: una delle condizioni e di certo non la più importante. Così si potrebbe vedere il capitalismo come padre del femminismo e il cristianesimo come nonno ( e magari la cultura ebraica cone bisnonno e quella egizia come trisnonno e così via fino alla nascita della nostra specie ): essendo tutto connesso su questo pianeta, ciò vale anche per la storia umana.
Il femminismo non nasce sicuramente dal marxismo, questo perchè idee femministe sono precedenti a Marx:
"Di conseguenza
il sesso superiore sia in bellezza che in coraggio, nelle sofferenze della maternità, riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'essere supremo, i seguenti Diritti della Donna e della Cittadina" (Olympe De Gourges, 1791- provvidenzialmente mandata sulla ghigliottina da Robespierre 2 anni dopo )
La prima vera e propria assemblea femminista avvenne nel 1848 a Seneca Falls-New York costituita da alcune centinaia di donne del tutto ignare dell'esistenza stessa di Marx.
Per non parlare di John Stuart Mill che ne "L'asservimento delle donne" (1869) scrive: "La subordinazione sociale delle donne sorge come un fatto isolato, in mezzo alle istituzioni sociali moderne; è una lacuna nel loro principio fondamentale" e ancora "Il secondo beneficio, che si può aspettare dalla libertà che si darà alle donne di usare delle loro facoltà,
aprendo loro lo stesso campo d'occupazione e proponendo loro gli stessi premi ed incoraggiamenti che agli uomini sarebbe di
raddoppiare la somma delle facoltà intellettuali che l'umanità avrebbe al suo servizio....E se bisogna da una parte portarli a deduzione della somma di potenza nuova che il mondo acquisterebbe per la liberazione di una metà dell'intelligenza umana, è d'uopo aggiungere dall'altra parte il
beneficio di uno stimolante che sarebbe applicato allo spirito dell'uomo per la competizione, o per servirmi di un'espressione più vera, per la necessità che gli sarebbe imposta di meritare il primo rango prima di ottenerlo."Il femminismo è già tutto nelle parole di Mill, il motivo per cui sorse e non solo non fu osteggiato ma sostenuto dai ceti dirigenti compatibilmente con la sua graduale accettazione sociale.
Gli ultimi saranno i primi
Anche chi predica a parole l'eguaglianza, si è formato in un ambiente sociale che esalta la sopraffazione e il dominio: se ne ha la possibilità ( se l'altro da sè lo permette o non è in grado di impedirlo ) non si accontenta dell'eguaglianza ma va oltre.
I cristiani lo hanno fatto reprimendo le vecchie religioni olimpiche quando sono stati abbastanza forti, il femminismo tenterà anch'esso di acquisire ampi privilegi.