tenete gli uomini fuori dalla sala parto

[jorek]

L'ultima crociata femminista Basta con i mariti in sala parto
di Cristina Bassi


   

L’ultima trovata anti maschio: allontanare gli uomini al momento della nascita. Il motivo? "Sono fonte di agitazione"
 

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La sala parto non è un posto per uomini. Se poi si tratta del futuro padre, la presenza maschile è vivamente sconsigliata perché dannosa. A sostenerlo è proprio un uomo, il ginecologo francese Michel Odent. Il medico, che ha seguaci anche in Italia, ha di recente spiegato all’Observer che esiste persino una correlazione tra la partecipazione dei padri alla nascita dei bambini e il dover ricorrere al parto cesareo. O comunque parti più lunghi, più dolorosi e più difficili. Il problema è l’equilibrio ormonale. I padri infatti creerebbero ansia alle compagne e la conseguente produzione di adrenalina, che ostacola quella di ossitocina, l’ormone che stimola le contrazioni.
Forte dei suoi cinquant’anni di esperienza con le donne incinte tra Francia, Inghilterra e Africa, Odent si spinge oltre e aggiunge che è molto meglio che accanto alla donna che sta avendo un bambino ci sia una brava ostetrica e che quindi siano esclusi, oltre al futuro padre, magari armato di videocamera, anche infermieri e medici uomini. Le gestanti avrebbero bisogno di un ambiente poco affollato, silenzioso e soprattutto di intimità. Quella che lo specialista chiama la «mascolinizzazione dell’ambiente della nascita» spiegherebbe larga parte dei parti problematici.

Ma sono le stesse mamme ormai a non gradire come un tempo i padri che assistono alla nascita. Una sorta di nuova crociata femminista sta trasformando il parto in un affare tra donne. Per avere supporto sono gradite un’amica o una sorella, molto meno un marito maldestro che rischia di addormentarsi durante il travaglio, di sentirsi male sul più bello o di innervosire mamma e ostetrica con la sua voglia di rendersi utile. La partecipazione degli uomini è una moda scoppiata negli anni 80, ma pare che ormai sia superata. E quelli che ci vogliono davvero essere, e che quindi non si sentono costretti dalle aspettative delle compagne, sanno come muoversi e non danno alcun problema di stress aggiuntivo.

Sono molti i medici che sostengono che con l’«industrializzazione delle nascite», cioè con il trasferimento dell’evento dalle case agli ospedali, si siano aggiunti elementi che in passato erano considerati inutili e persino estranei, mariti in testa. Odent invita a pensare agli animali femmine, che per partorire si ritirano nella tana, in completa solitudine. Istinto che apparterrebbe anche alle donne. Ci sono poi altri effetti collaterali della presenza degli uomini in sala parto. Prima di tutto le conseguenze negative sulla vita sessuale della coppia che porterebbero marito e moglie a considerarsi due buoni amici piuttosto che due amanti. Esisterebbero inoltre casi di uomini che dopo aver assistito, traumatizzati, alla nascita di un bambino hanno avuto sintomi di una sindrome ancora poco conosciuta ma molto simile alla depressione post parto e che hanno reagito con la fuga dalla famiglia. Per questo gli esperti consigliano di evitare le forzature e di prepararsi bene all’evento.

http://www.ilgiornale.it/interni/lultima_crociata_femminista_basta_mariti_sala_parto/11-11-2010/articolo-id=486065-page=0-comments=4#1

[Anomaly]

I padri infatti creerebbero ansia alle compagne e la conseguente produzione di adrenalina, che ostacola quella di ossitocina, l’ormone che stimola le contrazioni.
Forte dei suoi cinquant’anni di esperienza con le donne incinte tra Francia, Inghilterra e Africa, Odent si spinge oltre e aggiunge che è molto meglio che accanto alla donna che sta avendo un bambino ci sia una brava ostetrica e che quindi siano esclusi, oltre al futuro padre, magari armato di videocamera, anche infermieri e medici uomini. Le gestanti avrebbero bisogno di un ambiente poco affollato, silenzioso e soprattutto di intimità. Quella che lo specialista chiama la «mascolinizzazione dell’ambiente della nascita» spiegherebbe larga parte dei parti problematici.

Nulla esclude che un padre possa agitarsi di fronte ad un evento come il parto, ma affermare che sia la presenza maschile a provocare ansia in quanto tale non ha senso logico. 

Voler far allontanare anche infermieri e medici uomini ponendo come sola motivazione "sono maschi e possono creare ansia nella partoriente" sarebbe palesemente discriminante. Un'infermiera donna può provare e/o trasmettere ansia o meno esattamente come un uomo; si basa tutto sulla sua preparazione, esperienza e fermezza, non certo sul suo sesso.

[mik]

Per quel che mi risulta, in tutte le società gli uomini non presenziano al parto.
Questa ridicola "usanza" è un'invenzione recente mi pare di provenienza americana e motivata non dall'includere la figura del padre ma dalla volontà delle donne di "educare" i mariti alla massima collaborazione nella cura dei figli: collaborazione che in assenza di un qualsiasi minimo diritto effettivo si traduce in una forma di sfruttamento. Si pretende dall'uomo un ruolo identico nell'accudimento della prole salvo poi affermarne la "proprietà esclusiva" al momento della separazione.

[Anomaly]

Per quel che mi risulta, in tutte le società gli uomini non presenziano al parto.
Questa ridicola "usanza" è un'invenzione recente mi pare di provenienza americana e motivata non dall'includere la figura del padre ma dalla volontà delle donne di "educare" i mariti alla massima collaborazione nella cura dei figli: collaborazione che in assenza di un qualsiasi minimo diritto effettivo si traduce in una forma di sfruttamento. Si pretende dall'uomo un ruolo identico nell'accudimento della prole salvo poi affermarne la "proprietà esclusiva" al momento della separazione.

Io penso che, al contrario, debba essere incoraggiata la presenza di entrambi i genitori durante il parto, perché il figlio è, appunto, di entrambi. Di fronte all'evento che rende una famiglia effettivamente tale (la nascita del figlio), i coniugi dovrebbero essere il più uniti possibile.
I due pilastri della famiglia hanno uguale valore, seppur abbiano funzioni diverse.

[mik]

Io penso che, al contrario, debba essere incoraggiata la presenza di entrambi i genitori durante il parto, perché il figlio è, appunto, di entrambi. Di fronte all'evento che rende una famiglia effettivamente tale (la nascita del figlio), i coniugi dovrebbero essere il più uniti possibile.
I due pilastri della famiglia hanno uguale valore, seppur abbiano funzioni diverse.

Seppur abbiano funzioni diverse......Appunto. E quale è la funzione del padre in sala parto? Nessuna.
Se accade qualche complicazione la sua presenza non può che rendere più complicato il lavoro dei medici. Molti sono preoccupati e troppo emotivamente coinvolti per trasmettere incoraggiamento alla madre.
La presenza del padre in quel luogo non ha nulla a che fare con la parità dei diritti e non è stata sollecitata (dalle donne, in massima parte ) in nome di questo principio.

[jorek]

Per quel che mi risulta, in tutte le società gli uomini non presenziano al parto.
Questa ridicola "usanza" è un'invenzione recente mi pare di provenienza americana e motivata non dall'includere la figura del padre ma dalla volontà delle donne di "educare" i mariti alla massima collaborazione nella cura dei figli: collaborazione che in assenza di un qualsiasi minimo diritto effettivo si traduce in una forma di sfruttamento. Si pretende dall'uomo un ruolo identico nell'accudimento della prole salvo poi affermarne la "proprietà esclusiva" al momento della separazione.

vabbe per mia esperienza conosco padri che hanno voluto esserci,e altri che hanno preferito o non hanno potuto esserci. Il discorso è un altro: che non ho mai sentito donne che si sono lamentate del marito che era li accanto a "ragger loro la mano" durante il parto.

[mik]

vabbe per mia esperienza conosco padri che hanno voluto esserci,e altri che hanno preferito o non hanno potuto esserci. Il discorso è un altro: che non ho mai sentito donne che si sono lamentate del marito che era li accanto a "ragger loro la mano" durante il parto.

Può essere che non l'abbiano detto a te per timore che la notizia potesse giungere ai loro mariti.
Ti riporto alcune opinioni di addetti ai lavori dal sito infermierionline.net:
"la mia esperienza di padri in sala parto, da allieva, è stata un trauma...le donne in travaglio diventano spesso ringhiose...durante il mio travaglio, dato che mi sembrava a disagio e non essendo portata per le torture psicologiche, mandai mio marito a casa, dicendogli che l'avrei chiamato a cose fatte (e non si è fatto pregare...era di notte...almeno ha steso le gambe qualche ora ).
ammetto di non averne sentito la mancanza...In quei momenti ero disposta ad adorare solo chi mi poteva aiutare ad abbreviare il momento del parto....""Beh, io mi sono portato la telecamera e mi sono messo buono buono a distanza, ma comunque vicino a mia moglie. Per un uomo se non preparato a ciò che vedrà, potrebbe essere uno shock.
Altro che BBC...."

"Oh! Io ho visto una che ha costretto il marito a stare in piedi per tutto il travaglio...e alla fine lo ha pure apostrofato in malo modo...è stato lì che ho cominciato a pensare che il parto fosse <<cosa da donne>>...e ad aver paura di quel momento.
sino a che non vivi l'esperienza non puoi sapere che il fine giustifica i mezzi.
ma un conto è <<starci dentro>>( e non se ne può fare a meno...bisogna ballare ), ben altro è viverla da spettatore...soprattutto quando sei uno spettatore emotivamente coinvolto
Alle volte gli uomini restano in sala parto perchè NON SI ARRISCHIANO A DIRE DI NO...ed è sbagliatissimo"

"No, no, io ero convinto a star lì.
Ci sono mariti che non se lo perderebbero per nulla al mondo, anzi credo che valorizzi ancor di più la figura della donna e moglie.....Secondo me bisognerebbe fare dei test prima che il marito acceda in sala.
Un semplice questionario al quale assegnare un punteggio, poi <<consigliare>> al marito se può starci o no.....
Marito avvisato, mezzo spaventato!"

"Dunque...non avevo alcuna intenzione di catapultare il papà in sala parto, infatti, da varie letture fatte, ma non erano studi piuttosto blog, forum e tutto ciò che si trova in rete...ho notato che molti preferirebbero starne fuori. La mia idea non era quella di far assistere al parto bensì coloro, contattati durante il corso preparatorio e che dimostrassero la volontà di star vicino all'isoletta neonatale e così invece di star vicino ad una compagna stravolta dal dolore assistere alle prime cure prestate al neonato..."

"Col passeggino o in bici è facile è vicino al fasciatoio che crollano..."

"No, dai!
diamo a Cesare quel che è di Cesare...
senza andare molto indietro anche gli uomini della mia generazione HANNO UN PO' DOVUTO ESSERE COSTRETTI AL FASCIATOIO...."

"Comunque, stamattina ho chiesto notizie al coordinatore di S.P. il quale mi ha detto che è una cosa difficile da attuarsi perchè tranne alcuni casi, molte volte HANNO DOVUTO ASSISTERE I PAPA' E NON LE MAMME (!), e qualcuno è rimasto a dir poco disgustato. Loro ci hanno già provato quindi l'esperimento non può partire neanche solo per l'isoletta neonatale"
 

[Animus]

Per quel che mi risulta, in tutte le società gli uomini non presenziano al parto.
Questa ridicola "usanza" è un'invenzione recente mi pare di provenienza americana e motivata non dall'includere la figura del padre ma dalla volontà delle donne di "educare" i mariti alla massima collaborazione nella cura dei figli: collaborazione che in assenza di un qualsiasi minimo diritto effettivo si traduce in una forma di sfruttamento. Si pretende dall'uomo un ruolo identico nell'accudimento della prole salvo poi affermarne la "proprietà esclusiva" al momento della separazione.

E' (quasi) giusto.
Infatti serve a far vedere agli uomini ... quando soffrono le donne (per metterli al mondo).
La colpevolizzazione inizia dalla sala parto.

Ora se si vuole che assistono, sono le femministe , se non si vuole che assistono ... sono le femministe.
Va bene l'antifemminismo, ma un po' più di cervello ( ragionare con la propria testa e non con quella de Il Giornale) ... non sarebbe male.

C'è bisogno di uomini intelligenti, non di pappagalli.

[Giulia]

Nulla esclude che un padre possa agitarsi di fronte ad un evento come il parto, ma affermare che sia la presenza maschile a provocare ansia in quanto tale non ha senso logico. 

Voler far allontanare anche infermieri e medici uomini ponendo come sola motivazione "sono maschi e possono creare ansia nella partoriente" sarebbe palesemente discriminante. Un'infermiera donna può provare e/o trasmettere ansia o meno esattamente come un uomo; si basa tutto sulla sua preparazione, esperienza e fermezza, non certo sul suo sesso.

iinfatti. credo che può portare agitazione chiunque possa agitarti. a mia sorella non l'ho voluta assistere. se svenivo o vomitavo - e poteva succedere- non credo che l'avrei calmata ...

[Guit]

Per quel che mi risulta, in tutte le società gli uomini non presenziano al parto.
Questa ridicola "usanza" è un'invenzione recente mi pare di provenienza americana e motivata non dall'includere la figura del padre ma dalla volontà delle donne di "educare" i mariti alla massima collaborazione nella cura dei figli: collaborazione che in assenza di un qualsiasi minimo diritto effettivo si traduce in una forma di sfruttamento. Si pretende dall'uomo un ruolo identico nell'accudimento della prole salvo poi affermarne la "proprietà esclusiva" al momento della separazione.

La vedo anch'io così.

[ilmarmocchio]

Il padre in sala non c'entra molto, specie se e' un ometto che per un po' di sangue ( se si fa il cesareo non si vede un tubo )
ha dei problemi. Detto questo, cio' che irrita e' che queste posizioni vengano mimetizzate da un abito scientifico che non esiste. Si va a opinioni.
Essendo medico, un certo numero di parti li ho visti , compreso quello che ha portato alla nascita di mia figlia.
A parte le bioiate delle ostetriche che, portandoti il neaonato, invariabilente afffermano : ma come e' bello.
Falso. Il bambino appena nato e' brutto, specie se con parto naturale.
Mia figlia era un mostro urlante e dimenante , e alla infermiera che sorridendo melliflua mi disse : guardi che bella , risposi perplesso : " Insomma .... "

Il punto critico dell'articolo pero' e' questo
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quindi siano esclusi, oltre al futuro padre, magari armato di videocamera, anche infermieri e medici uomini. Le gestanti avrebbero bisogno di un ambiente poco affollato, silenzioso e soprattutto di intimità. Quella che lo specialista chiama la «mascolinizzazione dell’ambiente della nascita» spiegherebbe larga parte dei parti problematici.

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Infermieri e medici uomini esclusi ?
E poi critichiamo gli islamici ? ma scherziamo ?
La presunta complicita' femminilie nel partoi non esiste proprio. Innanzitutto l'ostetrica assume spesso un atteggiamento saccente che irrita la puerpera, perche' tende a sminuire , inconsciamente, il grande momento della mamma.
Mia moglie, ha avuto aprole di elogio per i miei colleghi uomini e non certo per l'ostetrica.
Diro' di piu' : assodato il fattoo che il parto per via naturale era molto faticoso ( infatti mia moglie ha sempre parlato di fatica e non di dolore ), si venne alla decisione di fare il cesareo.
Arrivo' l'anestesista donna, che , non riuscendo a inserire l'ago tra le vertebre per fare l'anestesia , comincio' a lamentarsi con mia moglie , perche' secondo lei non si pegava abbastanza in avanti per srotolare la colonna.
ma non poteva piegarsi di piu' in avanti, proprio perche' la pancia lo impediva.
Alla fine, seccata, l'anestesita desiste' e venne chiamato un altro anestesista, maschio.
Quello arrivo', senza dire niente inseri' l'ago , inietto' l'anestetico, e se ne ando', senza dir nulla.
NOn so se mi sono spiegato.
Adesso le donne vogliono i reparti dedicati ?
E questo coglione francese, perche' non si dimette, anzi , smette di fare il ginecologo, cosi' il parto sara' demascolinizzato da subito ?
p.s. non e' bello da dire, ma il padre in sala parto puo' essere un testimone.
Io non avrei mai fatto rimostranze, ma la prima anestesista non ha fatto una grande performance