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"solo il nucleare ci salverà dai semianalfabeti verdi"
Fazer:
Intanto...
http://gualerzi.blogautore.repubblica.it/2010/12/24/lanno-nero-del-carbone-usa/?ref=HREC2-10
L’anno che si avvia a finire almeno una buona notizia ce l’ha regalata: negli Stati Uniti, la potenza che meno di ogni altra si sta impegnando sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, il carbone perde colpi. Grist.org, il sito di riferimento dell’informazione ambientalista americana, segnala l’evento con evidenza tra le note liete di “un anno duro”.
Le cifre parlano chiaro. Numero di nuove centrali a carbone costruite o iniziate a costruire nel corso del 2010: 0; numero di progetti di centrali a carbone annullati o messi da parte nel corso del 2010: 38; numero di centrali a carbone che hanno smesso di operare nel 2010: 48, per un totale di 12.000 megawatt di potenza.Dei tempi duri che sta vivendo il carbone in America oltre alla stampa anglosassone si è occupato qualche tempo fa anche il sito Qualenergia citando gli ultimi rapporti pubblicati sull’argomento con le previsioni delle ulteriori chiusure preventivabili nei prossimi mesi sulla scia del giro di vite sulle emissioni atteso da parte dell’Epa, l’Agenzia per l’ambiente statunitense. Stando ad alcune proiezioni realizzate da società di analisi dei mercati, entro il 2015 negli Stati Uniti potrebbero essere fermate centrali a carbone per una potenza complessiva compresa tra i 30 e i 70 GW.
Se il 2010 è stata un’annataccia, il 2011 per il carbone potrebbe infatti essere persino peggio. Il via libera alle attese nuove regole in materia di emissioni è arrivato dall’amministrazione Obama proprio ieri.”Minacciata di essere trascinata in giudizio dai ricorsi delle associazioni ambientaliste – scrive il New York Times – la Casa Bianca ha accettato di dare il via a un nuovo round di limitazioni nelle emissioni di gas serra prodotte da centrali elettriche e raffinerie”. Il provvedimento, sottolinea ancora il quotidiano, agisce attraverso una disposizione del Clean Air Act che prevede la possibilità per l’Epa di efettuare controlli sia sugli impianti nuovi che su quelli già funzionanti e segnala l’intenzione dell’Amministrazione di perseguire politiche di contrasto ai cambiamenti climatici malgrado il Climate Bill sia fermo al Senato e l’atteggiamento sempre più ostile in materia creatosi in parlamento dopo la vittoria dei repubblicani nelle elezioni di mid-term.
L’Epa fisserà i nuovi standard per le emissioni di centrali elettriche e raffinerie (responsabili di circa il 40% dell’anidride carbonica prodotta negli Stati Uniti) a partire dal 2012. “Stiamo portando avanti il nostro impegno nel procedere lungo una strada misurata e attenta per ridurre l’inquinamento da gas serra che minaccia la salute e il benessere degli americani e contribuisce ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato il capo dell’Agenzia Lisa Jackson.
In questo contesto appare sempre più sconcertante che qui da noi gli investimenti Enel (da Torre Valdaliga a Porto Tolle, da Saline a Rossano) puntino invece ancora in maniera così massiccia su questa risorsa preistorica e micidiale per gli equilibri del clima. Stando a un report di Greenpeace e Banca Etica nel 2009 meno dell’1% sul totale della capacità installata dall’azienda elettrica è stata impiegata in nuove rinnovabili (esclusi quindi idroelettrico e geotermico).
Questo mentre da noi si cerca in ogni modo di far tornare agli antichi fasti il carbosulcis...
Vomitate gente, vomitate (o era "meditate"? :cool:)
Giulia:
bah, se il nucleare è pericoloso per colpa dell'uomo, è troppo tardi per preoccuparsene...trovo ipocrita e inutile essere contro ad averlo in italia, visto che in francia c'è...e se succede qualcosa noi già siamo spacciati.
Fazer:
--- Citazione da: Giulia - Dicembre 27, 2010, 10:57:25 am ---bah, se il nucleare è pericoloso per colpa dell'uomo, è troppo tardi per preoccuparsene...trovo ipocrita e inutile essere contro ad averlo in italia, visto che in francia c'è...e se succede qualcosa noi già siamo spacciati.
--- Termina citazione ---
:clapping: :clap: :yahoo:
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