Zoltan come ho detto sopra il pericolo c'è eccome. però penso che in ipotetica riforma della legge sul divorzio per come l'ho detta io le cose sarebbero profondamente diverse: nessun esproprio maschile dalla propria casa e famiglia nessun ricatto permanente di essere sbattuti fuori.Io sono contrarissimo a qualsiasi accordo bipartisan con le femministe o femministi, o a qualsiasi compromesso-cambiamento di facciata che alla fine lascia le cose come stanno.Assolutamente no.Io sono (oltre che un antifemminista radicale ) per un vero divorzio non per l'esproprio come è ora.Solo che bisogna stare attenti anon fare il femminismo al contrario dove è favorita la parte maschile sempre comunque.Per cui c'è una parte decisamente minore di donne su cui il femminismo ha speculato di brutto,ma che realmente andrebbero tutelate, mi riferisco a quelle donne casalinghe che subiscono vessazioni o botte piu o meno cruente o che verrebbero lasciate in mezzo ad una strada perchè magari il marito si è innamorato di un altra.
Cosa ne pensi o ne pensate?
Senza tanti giri di parole, ecco i principali cambiamenti che apporterei all'attuale legislazione in termini di famiglia:
1) Abolizione del concetto giuridico e legale del matrimonio come oggi lo conosciamo.
2) Eliminazione di alcun diritto o dovere legale fra due persone che non predispongono un accordo (contratto) famigliare ben definito. Ovvero: In assenza di accordi predeterminati, qualsiasi rapporto uomo donna non ricadente nelle normali norme comportamentali (comprendente anche eventuali figli) è a totale discrezione e accordo formale fra le parti. Senza contratto famigliare non vi è quindi alcuna tutela giuridica o accordo famigliare legale fra le parti. In sostanza: in assenza di accordi predefiniti e BEN CHIARI, non vi sono obblighi di mantenimento e supporto economico, diritto all'ereditarietà, reati riguardanti tradimento, doveri affettivi/economici/legali di alcun genere. Ovviamente, le normali norme sui rapporti personali rimangono presenti (es: violenza fisica e psicologica)
3) Introduzione dei contratti famigliari, stipulati consensualmente fra due o più parti (di qualunque sesso). In tali contratti vanno specificati le caratteristiche legali della relazione e gli impegni che ogni persona intende prendersi nei confronti dell'altra/e. Fra questi accordi che si possono stipulare ci sono, ad esempio:
- Diritto all'ereditarietà
- Diritto decisionale nei riguardi di faccende del coniuge in casi speciali (es: scegliere o no di staccare la spina in caso di stato vegetativo, disporre per la donazione degli organi, etc...)
- Doveri riguardanti la sfera intima e sessuale
- Separazione dei beni
- Doveri, diritti e obblighi nei confronti di figli possibili e/o pre-esistenti alla stipulazione del contratto
- Disposizioni in caso di separazione
- Accordi reciproci di altro genere sia di natura economica che non
- Clausole varie in caso di mancato rispetto degli accordi
In sostanza, si tratterebbe di contratti di accordo reciproci fra 2 o più persone totalmente personalizzabili a seconda delle esigenze e della disponibilità di ognuno.
Con questo genere di sistema, se due persone vogliono mettere su famiglia, possono decidere se adoperare tali accordi (dal valore legale) o non adottarli affatto (in questo caso non esisterebbe nessun obbligo legale, diritto o dovere nei confronti dei coniugi, anche in presenza di figli o situazioni particolari).
Così facendo non ci sono schemi prestabiliti, ma libertà totale di scelta e accordo personale fra le persone.
Ovviamente ci vorrebbe una dettagliata regolamentazione per determinare le clausole e gli accordi che, eventualmente, porterebbero alla nullità del contratto o alla rescissione dello stesso.
In tal modo otterremmo:
- Libertà totale di scelta e accordi perfettamente disegnati per ogni esigenza
- Eliminazione dello "scalone": eliminazione del grande abisso fra il matrimonio e la semplice convivenza. Oggi una coppia è costretta a decidere fra il TUTTO (il matrimonio) e il NIENTE (la convivenza): se si vogliono ottenere certi privilegi e determinati riconoscimenti giuridici bisogna prendere tutto il "pacchetto" (il matrimonio). Con i contratti famigliari prestabiliti, una coppia può decidere di stipulare rapporto molto legato e con molti vincoli, mentre un altra può decidere di disporre per un accordo famigliare più libero e con meno vincoli.
Si dovrebbero poter stipulare contratti anche solo per determinare accordi su pochi punti fondamentali, anche solo per gli accordi per i diritti/doveri nei confronti dei figli.
- Si verrebbe a creare un regime simile al libero mercato: domanda e offerta di determinate tipologie di persone (e corrispondenti impegni famigliari) andrebbero a creare una distinzione fra uomini più disposti a dare garanzie legali e uomini disposti a minori impegni e chi addirittura non disposto ad ALCUN impegno. Ovviamente, seguendo il sentire femminile, il primo gruppo di uomini sarebbe più richiesto.
- In tale sistema gli uomini e le donne possono aderire a determinati contratti predeterminati, precompilati in formati standard con le loro preferenze. Così facendo, essi si "schiererebbero" in un determinata classe, riuscendosi a identificare. In poche parole: uomini e donne che vorrebbero solo determinati accordi più liberali si avvicinerebbero gli uni con gli altri, stessa cosa per quelli che, per esempio, desiderassero solo rapporti famigliari più tutelati e completi.
- Ma al di là di tutto, tale sistema annullerebbe quasi completamente il concetto "trappola" del matrimonio: OGNI clausola sarebbe esplicitata, OGNI obbligo sarebbe chiaro, quindi NESSUNA fregatura.
In tal caso, addio all'attuale sistema di cose per cui una donna apparentemente amorevole si fa sposare e si tramuta poi in una stronza fanatica e pretenziosa. Per lo meno, gli uomini e donne più prudenti riuscirebbero a eliminare ogni possibilità di utilizzo strumentale di tali accordi.
Se una donna si vorrà tutelare, dovrà scendere a patti con l'uomo.
Se l'uomo vorrà determinate sicurezze, dovrà dare alcune garanzie.
In tal modo a ciascuno il suo.
E che sia la legge della domanda e dell'offerta a formulare la tipologia di accordo "matrimoniale" più consono e più equo per entrambe le parti.