Questo è un libro che mi aspettavo di trovare qui....
L'immagine dell'uomo- George Mosse
1) George Mosse.
L’immagine dell’uomo. Lo stereotipo maschile nell’epoca moderna
L'ideale maschile aveva resistito alla guerra e alla rivoluzione, destinando al fallimento qualsiasi tentativo di modificazione radicale. La mascolinità rifletteva, infatti, un'aspirazione della società moderna che rimaneva in larga misura immutata, non tanto nelle sue componenti economiche o persino sociali - dopo tutto, la Rivoluzione bolscevica le aveva modificate entrambe - bensí nel riconoscimento della rispettabilità come cemento indispensabile della società e della nazione. Fin dal tempo di Winckelmann la vera virilità era simbolo di una società essenzialmente sana, la quale, a sua volta, non si limitava a proporla come aspirazione ideale, bensí come parte integrante del proprio meccanismo…. Da sempre la società occidentale era governata dagli uomini, ma solo in epoca moderna lo stereotipo della mascolinità fu istituzionalizzato e saldamente radicato nella struttura dello stato. (Pag. 177)
Le immagini della mascolinità, di uomini che affermano quella che essi considerano la propria virilità, rimangono ovunque presenti nella nostra cultura. Ancora nel 1993 le ansie che ne derivano potevano essere definite “la maledizione del maschio”: sulla via che porta alla mascolinità mancano ormai tutti i segnali concreti, non esiste più, cioè, una prova semplice, il cui superamento basti ad attestare la raggiunta mascolinità. In passato c'era un criterio di base, e degli esami che consentivano di stabilire senza incertezze chi erano i veri uomini: il duello, la prova di coraggio in guerra, e più in generale, la volontà e il possesso di virtù virili come la «forza serena» e un corretto atteggiamento morale. L’aspetto e il portamento erano la prova della vera virilità. La corrispondenza tra l'aspetto del corpo e la qualità dell’anima costituisce l’essenza di qualsiasi stereotipo; ora invece i contorni di quello maschile si vanno sfumando, nonostante la persistenza dell'ideale.
La virilità di cui ci siamo occupati era un ideale da proclamare in pubblico; nella sfera privata ne coesistevano molte interpretazioni diverse - è indubbio comunque che lo stereotipo normativo fosse tutt'altro che estraneo alla maggioranza delle vite individuali: troppo a fondo si era insinuato nella società, di cui sapeva esprimere tante esigenze e aspirazioni. La virilità normativa era divenuta un momento centrale nei codici morali e di comportamento, nel modello rispettabile al quale si dovevano informare tutti gli aspetti della vita, dal rapporto con il corpo e la sessualità, all'abbigliamento, all'aspetto esteriore, alle relazioni interpersonali.
Le sorti della mascolinità moderna erano e sono legate alla società di cui essa fa parte, e in particolare al valore sociale della rispettabilità. La quale rispettabilità, peraltro, costituisce un essenziale fattore di coesione, ed è dunque difficile immaginarne la scomparsa, o un cambiamento davvero radicale. Il nazionalismo è ben vivo e vegeto, sebbene molti lo avessero dichiarato morto dopo la seconda guerra mondiale, e con esso il culto dei suoi simboli … Non si tratta dunque di scomparsa dello stereotipo maschile, bensí della sua erosione.
Se la virilità riflette le speranze e i desideri della società moderna, che cosa accadrebbe se questi mutassero radicalmente, se non fosse piú necessario conciliare l’ordine e il progresso, se il dinamismo considerato indispensabile al funzionamento della società non fosse piú percepito come una minaccia per l'aspirazione all'armonia? Un tale cambiamento priverebbe lo stereotipo maschile di buona parte della sua funzione tradizionale - ma non pare probabile che questo avvenga in tempi brevi. E però possibile che altri simboli rimpiazzino quelli della virilità e le loro funzioni, data l'attuale indifferenza per l'aspetto esteriore dell'uomo e per ciò che si riteneva esso esprimesse.
La nuova cultura giovanile continua a prosperare a fianco della mascolinità normativa, ma sinora ben poco fa pensare che riuscirà ad avere la meglio rispetto alle istanze della società tradizionale. La battaglia, comunque, è ancora in corso, e l'interrogativo che rimarrà senza risposta non è se la vera virilità verrà o meno demolita, bensì fino a quale punto essa possa piegarsi. In questo contesto il movimento delle donne riveste importanza prioritaria: può lo stereotipo maschile sopravvivere alla caduta del patriarcato? L’ideale maschile è comunque riuscito a tenere duro anche nelle condizioni di maggiore parità che caratterizzano oggi i rapporti tra uomini e donne, in modo particolare all'interno della famiglia. L'ideale non è mai stato determinato esclusivamente dai rapporti di potere, ma traeva forza da tutto il reticolo di codici morali e di comportamento di cui tanto abbiamo parlato. La mascolinità è stata uno dei collanti della società moderna: per questo è difficile debellare l'ideale virile. La storia non si lascia cancellare.
Il futuro della mascolinità moderna è materia di speculazione, ma la sua rilevanza nel passato, in quasi tutti gli aspetti della società, è al di là di ogni dubbio.
Chiunque voglia cambiare la società, e chiunque voglia sfuggire all'emarginazione, deve tener conto dello stereotipo maschile. Nessuna storia, per esempio, dei movimenti di emancipazione delle donne o degli omosessuali può dirsi completa se l'avrà trascurato. Individuando il metro di riferimento dell'uomo possiamo dare un importante contributo alla comprensione della società in cui viviamo, offrendo forse qualche utile indicazione sui cambiamenti possibili. (Pag. 252-254)
(George Mosse. L’immagine dell’uomo. Lo stereotipo maschile nell’epoca moderna. Einaudi, 1997)