Autore Topic: Ho Letto un Libro  (Letto 8190 volte)

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #15 il: Novembre 22, 2010, 23:53:04 pm »
il fatto è che per loro il binomio uomo-violenza sulle donne e bambini è indissolubile: soluzione? Bene inventiamoci un'altra maschilità di sana pianta secondo i dettami del femminismo. Io quando sento questi discorsi sbarello del tutto. Non ho capito,io sono un uomo e sono per forza violento? i mieiamici sono uominie sono per forza violenti? C'è un balordo che stupra una donna, e io devo andare a chiedre scusa a tutt e le donne del mondo perchè un balordo ha stuprato una donna?
Ci sarebbe anche il discorso della violenza femminile nelle suemolteplici forme: oggi è venuta fuori al tg la storia di una moglie che ha fatto uccidere il marito dai sicari; ci sono donne che lasciano uomini morire lentamente portandogli via tutto...ecc Però loro sono sante. Bisogna imparare da loro.se una donna commette violenza è sicuramente colpa del maschilismo oppure che sicuramente si è difesa. Ti ho spiegato in meno di dieci righe cos'è maschile plurale
Una splendida sintesi, Jorek, complimenti.  :D  Non si può che essere d'accordo.  :clapping:
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline jorek

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #16 il: Novembre 23, 2010, 00:06:13 am »
Questo è un libro che mi aspettavo di trovare qui.... :hmm:


L'immagine dell'uomo- George Mosse

1) George Mosse.
L’immagine dell’uomo. Lo stereotipo maschile nell’epoca moderna

L'ideale maschile aveva resistito alla guerra e alla rivoluzione, destinando al fallimento qualsiasi tentativo di modificazione radicale. La mascolinità rifletteva, infatti, un'aspirazione della società moderna che rimaneva in larga misura immutata, non tanto nelle sue componenti economiche o persino sociali - dopo tutto, la Rivoluzione bolscevica le aveva modificate entrambe - bensí nel riconoscimento della rispettabilità come cemento indispensabile della società e della nazione. Fin dal tempo di Winckelmann la vera virilità era simbolo di una società essenzialmente sana, la quale, a sua volta, non si limitava a proporla come aspirazione ideale, bensí come parte integrante del proprio meccanismo…. Da sempre la società occidentale era governata dagli uomini, ma solo in epoca moderna lo stereotipo della mascolinità fu istituzionalizzato e saldamente radicato nella struttura dello stato. (Pag. 177)
Le immagini della mascolinità, di uomini che affermano quella che essi considerano la propria virilità, rimangono ovunque presenti nella nostra cultura. Ancora nel 1993 le ansie che ne derivano potevano essere definite “la maledizione del maschio”: sulla via che porta alla mascolinità mancano ormai tutti i segnali concreti, non esiste più, cioè, una prova semplice, il cui superamento basti ad attestare la raggiunta mascolinità. In passato c'era un criterio di base, e degli esami che consentivano di stabilire senza incertezze chi erano i veri uomini: il duello, la prova di coraggio in guerra, e più in generale, la volontà e il possesso di virtù virili come la «forza serena» e un corretto atteggiamento morale. L’aspetto e il portamento erano la prova della vera virilità. La corrispondenza tra l'aspetto del corpo e la qualità dell’anima costituisce l’essenza di qualsiasi stereotipo; ora invece i contorni di quello maschile si vanno sfumando, nonostante la persistenza dell'ideale.
La virilità di cui ci siamo occupati era un ideale da proclamare in pubblico; nella sfera privata ne coesistevano molte interpretazioni diverse - è indubbio comunque che lo stereotipo normativo fosse tutt'altro che estraneo alla maggioranza delle vite individuali: troppo a fondo si era insinuato nella società, di cui sapeva esprimere tante esigenze e aspirazioni. La virilità normativa era divenuta un momento centrale nei codici morali e di comportamento, nel modello rispettabile al quale si dovevano informare tutti gli aspetti della vita, dal rapporto con il corpo e la sessualità, all'abbigliamento, all'aspetto esteriore, alle relazioni interpersonali.
Le sorti della mascolinità moderna erano e sono legate alla società di cui essa fa parte, e in particolare al valore sociale della rispettabilità. La quale rispettabilità, peraltro, costituisce un essenziale fattore di coesione, ed è dunque difficile immaginarne la scomparsa, o un cambiamento davvero radicale. Il nazionalismo è ben vivo e vegeto, sebbene molti lo avessero dichiarato morto dopo la seconda guerra mondiale, e con esso il culto dei suoi simboli … Non si tratta dunque di scomparsa dello stereotipo maschile, bensí della sua erosione.
Se la virilità riflette le speranze e i desideri della società moderna, che cosa accadrebbe se questi mutassero radicalmente, se non fosse piú necessario conciliare l’ordine e il progresso, se il dinamismo considerato indispensabile al funzionamento della società non fosse piú percepito come una minaccia per l'aspirazione all'armonia? Un tale cambiamento priverebbe lo stereotipo maschile di buona parte della sua funzione tradizionale - ma non pare probabile che questo avvenga in tempi brevi. E però possibile che altri simboli rimpiazzino quelli della virilità e le loro funzioni, data l'attuale indifferenza per l'aspetto esteriore dell'uomo e per ciò che si riteneva esso esprimesse.
La nuova cultura giovanile continua a prosperare a fianco della mascolinità normativa, ma sinora ben poco fa pensare che riuscirà ad avere la meglio rispetto alle istanze della società tradizionale. La battaglia, comunque, è ancora in corso, e l'interrogativo che rimarrà senza risposta non è se la vera virilità verrà o meno demolita, bensì fino a quale punto essa possa piegarsi. In questo contesto il movimento delle donne riveste importanza prioritaria: può lo stereotipo maschile sopravvivere alla caduta del patriarcato? L’ideale maschile è comunque riuscito a tenere duro anche nelle condizioni di maggiore parità che caratterizzano oggi i rapporti tra uomini e donne, in modo particolare all'interno della famiglia. L'ideale non è mai stato determinato esclusivamente dai rapporti di potere, ma traeva forza da tutto il reticolo di codici morali e di comportamento di cui tanto abbiamo parlato. La mascolinità è stata uno dei collanti della società moderna: per questo è difficile debellare l'ideale virile. La storia non si lascia cancellare.
Il futuro della mascolinità moderna è materia di speculazione, ma la sua rilevanza nel passato, in quasi tutti gli aspetti della società, è al di là di ogni dubbio.
Chiunque voglia cambiare la società, e chiunque voglia sfuggire all'emarginazione, deve tener conto dello stereotipo maschile. Nessuna storia, per esempio, dei movimenti di emancipazione delle donne o degli omosessuali può dirsi completa se l'avrà trascurato. Individuando il metro di riferimento dell'uomo possiamo dare un importante contributo alla comprensione della società in cui viviamo, offrendo forse qualche utile indicazione sui cambiamenti possibili. (Pag. 252-254)

(George Mosse. L’immagine dell’uomo. Lo stereotipo maschile nell’epoca moderna. Einaudi, 1997)


Offline Animus

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #17 il: Novembre 23, 2010, 00:08:19 am »
Riporto, per chi non lo conoscesse, il resoconto dell'incontro tra l'allora ns. rappresentante per l'area del lazio, Vincenzo Spavone, e gli uomini di maschile plurale.
Io lo trovo esilarante, e cmq sì, noi gli siamo lontani anni luce...non c'abbiano niente da spartire.

"Una delle mummie mi ha risposto: "Ma ti rendi conto che hai fatto? Ti rendi conto di cosa hai detto?"

Ed io stupito:  ho fatto solo una domanda, quindi so benissimo cosa ho fatto e cosa vi ho detto.

E la mummia di nuovo: "Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?""


:D


http://www.uomini3000.it/547.htm
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Offline nyamya

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #18 il: Novembre 23, 2010, 07:59:37 am »
Allora ragazzi vi riporto qui una riga di un'articolo sulle coppie miste da una sociologa in vista:È un fenomeno
evidente non solo quando scoppiano i conflitti, ma nella stessa ricerca del partner
«diverso», che si tratti della ricerca di una donna latino- americana perché «più donna»,
o «più sensuale», o di una donna dell’Est Europeo perché «meno emancipata» della
«donna italiana ». Spiegatemi per favore in che cosa consiste tutta questa emancipazione della donna italiana, perchè a me tutta questa storia sa della riscoperta dell'acqua calda?
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Offline nyamya

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #19 il: Novembre 23, 2010, 16:02:54 pm »
Allora se emancipazione significa questo:La condizione femminile si riferisce al complesso di norme, costumi e visioni del mondo che riguardano il ruolo della donna nella società.

Numerose e diverse culture hanno riconosciuto alla donna capacità e ruoli limitati alla procreazione e alla cura della prole e della famiglia. L'emancipazione femminile ha rappresentato, negli ultimi secoli, la ricerca di una uguaglianza formale e sostanziale tra la donna e l'uomo.

Io penso che molte donne non sanno nemmeno cosa significasse il termine, non conoscono lo statuto delle donne degli altri paesi, e generalizzano a tutto spiano. Esattamente come fanno con voi gli uomini , e vi scaricano tutte le colpe e responsabilità della loro condizione. E' una cosa assurda perchè se la società fino a un po di anni fa era quella dove gli uomini lavoravano fuori e le donne dentro casa e la vita era impostata in quel modo, e alle donne stava di certo bene quella divisione, per quale motivo adesso che la società è cambiata e la vita stessa, il carpo espiatorio deve essere l'uomo. Come se le donne dei nostri paesi adesso dopo la caduta del comunismo devono prendersela a vita con il comunismo e gli uomini perchè le abbiano fatto lavorare sempre e nello stesso curare la casa e figli.  E' una roba assurda e ridicola. Non ce bisogno di esibirsi  a parole quanto valgono come donne ma solo studiare e lavorare tanto solo cosi penso io possono per davvero guadagnarsi il posto accanto agli uomini. D'appertutto nel mondo occidentale la donna lavora fuori e dentro casa ma non sta a rompere i maroni agli uomini per quanto faticano, solo qui ho notato che le donne non hanno le idee chiare ne su se stesse ne sugli uomini, vogliono lavorare ma non ce la fanno nello stesso a lavorare anche dentro casa, se stanno dentro casa vogliono lavorare e accusano tutto il mondo che non hanno pari opportunità, sono come il ane che si morde la coda e non ne usciranno mai fuori. Però il bello è che poi loro si definiscono le più emancipate, una roba assurda e ridicola, basta solo documentarsi sui diritti delle donne negli altri paesi e l'anno della loro applicazione e  riconoscimento. Vi incollo una semplice tabella :
1647 L ‘americana Margaret Brent nel Maryland chiede per la prima volta il diritto di voto per le donne
1869 Le donne ottengono il voto nello stato del Wyoming (USA)
1893 Le donne ottengono il voto in Colorado (USA) e nella colonia inglese della Nuova Zelanda
1901 In Norvegia le donne ottengono il voto municipale
1907 In Finlandia le donne ottengono il voto: le prime in Europa. Le suffragette inglesi marciano sul Parlamento: saranno ammesse al voto municipale
1908 In Danimarca le donne ottengono il voto amministrativo
1910 Lo Stato di Washington ammette le donne al voto. In Italia, esce il manifesto comune dei gruppi femministi per il diritto al voto
1911 Durante la Rivoluzione Democratica in Cina le donne accedono alle scuole, ottengono la libertà di matrimonio e la partecipazione alla vita politica
1912 Le donne ottengono il voto in Oregon, Arizona (USA)
1913 Voto alle donne in Norvegia
1914 Voto alle donne in Islanda
1917 In Inghilterra viene riconosciuto il voto alle donne ma solo a partire dai 30 anni. Nella Russia rivoluzionaria è riconosciuto il voto alle donne
1918 Il Congresso americano approva il XIX° emendamento, che riconosce il voto alle donne e che verrà rettificato da 36 Stati. In Germania la Repubblica di Weimar stabilisce per decreto il voto alle donne
1919 Le donne ottengono il voto in Svezia. In Italia la Camera approva la legge per il suffragio femminile, ma la legislatura si chiude prima dell’esame del Senato
1925 In Italia Mussolini concede il voto amministrativo ad alcune categorie di donne ma nel 1926, con l’istituzione dei podestà, lo toglierà a tutti
1928 Le donne inglesi ottengono il voto politico
1929 Voto alle donne in Ecuador e in Mongolia
1930 Voto alle donne in Brasile
1931 Anche in Spagna ed in Uruguay
1934 Anche in Cile e a Cuba
1935 Voto alle donne anche in India
1936 Le donne ottengono il voto nelle Filippine
1942 Diritto di voto per le donne nella Repubblica Domenicana
1945 Il 2 febbraio un decreto concede finalmente il voto politico alle donne in Italia
1946 Un decreto sancisce per le donne italiane il diritto ad essere elette oltre che elettrici, alla vigilia delle elezioni amministrative di marzo: prime consigliere comunali e donne sindaco. Il 2 giugno le donne parteciperanno al referendum tra monarchia e repubblica, nonché alle elezioni dell’ Assemblea Costituente: ne saranno elette 21su 556 membri. Le donne ottengono il voto in Albania, Cina, Giappone, Jugoslavia, Panama
1947 Anche in Argentina, Birmania, Bulgaria e Venezuela
1948 Entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. Viene promulgata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: entrambe includono il principio di parità tra i sessi
1951 Le donne ottengono il voto in Nepal e in Pakistan
1952 Poi in Bolivia, Grecia e Libano
1953 Voto alle donne in Messico e in Siria
1954 Voto alle donne in Colombia
1955 Anche in Etiopia, Ghana, Honduras, Nicaragua, Perù e Singapore
1956 Riconoscono il voto alle donne: Alto Volta, Cambogia, Ciad, Congo Brazzaville, Costa d’Avorio, Gabon, Guinea, Laos, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Repubblica Centroafricana, Senegal, Vietnam del sud, Togo
1963 Anche le donne in Iran, Kenia, Libia e Malesia
1964 Diritto di voto anche per le donne di Afghanistan, Iraq, Malawi, Malta e Zambia
1965 Voto alle donne anche in Botswana, Guyana e Lesotho
1971 Le donne svizzere ottengono in tutti i Cantoni, tranne che nell’Appenzell, dove solo grazie a una decisione del tribunale federale svizzero del 1990 viene imposto il diritto di voto per le donne a livello cantonale.

E' evidente quanti paesi dell'est stanno + avanti della legge emancipatoria italiana.

Vi segnalo anche un interessante articolo in questo link:http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1253


Animus sai che per caso ho letto e capito il significato del tuo link. Per via di una Associazione" Fondazione Animus" in Bulgaria.
Viene dalla terminologia di C.G Jung "Animus" vero?
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Offline ilmarmocchio

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #20 il: Novembre 23, 2010, 17:45:18 pm »
Le donne italiane piu' "emancipate " di quelle dell'est ? Dove, su Marte ?

Il resoconto di Spavone, postato da Animus, parla piu' di un libro: La debolezza, la confusione, il terrore per la liberta' che alligna in certi ambienti culturali. Un veleno

Offline Animus

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #21 il: Novembre 23, 2010, 20:09:00 pm »
Animus sai che per caso ho letto e capito il significato del tuo link. Per via di una Associazione" Fondazione Animus" in Bulgaria.
Viene dalla terminologia di C.G Jung "Animus" vero?

Sì, viene da lì.
Cmq scusa se non commento cio' che scrivi (ne apprezzo comunque l'impegno) ma io certi discorsi li ho superati ormai da anni, e soffermarmi significherebbe fare un passo indietro.
Nulla di personale.



Il resoconto di Spavone, postato da Animus, parla piu' di un libro: La debolezza, la confusione, il terrore per la liberta' che alligna in certi ambienti culturali. Un veleno

La descrizione che ne ha fatto Spavone è superlativa. :D

(Uomini cartatterizzati) da una forte sofferenza interna, depressi, angosciati ... smarriti, alla ricerca di una identità che non riconosce l'omosessualità latente, e che si orienta alla dipendenza dal gruppo, dal guru di turno, dallo psicoterapeuta.


"Sei un violernto, un provocatore, hai voluto mostrare a tutti noi che tu ce l'hai più lungo !"



Poveretti, se non provassi ribrezzo per la razza dei sottouomini ... mi farebbero pena.
Invece ...
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Offline nyamya

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #22 il: Novembre 23, 2010, 20:36:47 pm »
Ma figurati Animus io invece non le ho mai percepiti come una differenza. Però mi rode quando leggo queste leggerezze anche da donne di un certo livello culturale che si presume prima di scrivere certe fesserie dovrebbero aver conosciuto bene la realtà. Come per voi la visone semplificata degli stereotipi comuni negativa che sconfina in pregiuduzi nei vostri confronti da fastidio vero? Cè una frase che dice " l'unica lotta persa già in partenza è contro gli ignoranti" Come fa questa sociologa che è molto famosa 1 settimana fa stava in tv a dire certe fesserie non lo so. La domanda mia era retorica, ma mi incuriosiva il vostro punto di vista da uomini italiani che conoscete meglio di me le donne italiane. Io ogni volta che la faccio ad una donna italiana non sa nemmeno cosa significa il termine figurati se sa darmi una risposta + individuale. E se questa non è una roba ridicola e pietosa. Non avete una bataglia facile penso, e come fartee con quella gran massa di ignoranza non lo so sinceramente.
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Offline nyamya

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #23 il: Novembre 24, 2010, 11:09:37 am »
Vi propongo questo articolo:

Non è solo il denaro il problema
Molto spesso quando si discute della deriva morale o dell’individualismo sfrenato si tende ad attribuire la colpa solo alla centralità del denaro nel nostro sistema.
Trovo che questa analisi sia molto semplicistica sotto un certo punto di vista.
Il denaro è sicuramente diventato troppo centrale nella vita delle persone, ma non è necessariamente un fine. Lo può essere, e per molti è così, ma più spesso il denaro è semplice mezzo.
Non sempre gli uomini che vivono in questa società hanno la lucidità per identificare “la molla” che li spinge ad agire.
Ci vuole spesso una grande capacità di autoanalisi per fare questo.
Da quando le libertà civili, e la libertà di costumi ha preso piede in Italia (e in Europa) si ha avuto la deriva consumistica che tutti noi conosciamo.
Se il denaro fosse davvero un fine, in tutto e per tutto, il risparmio dovrebbe essere un comportamento altrettanto diffuso.
Tutti sappiamo invece che questa propensione va in calando anche in Italia dove è tradizionalmente forte (ed è praticamente assente nei paesi anglosassoni padri del capitalismo liberista).
Il denaro quindi è mezzo per il consumo.
Allora cosa muove la gente a comprare, comprare e comprare cose assolutamente superflue che spesso rimangono inutilizzate? Cosa muove gli sprechi infiniti del nostro modo di vivere?
Secondo me sono le pulsioni umane ad essere sfruttate (dal sistema economico e politico), in primis la pulsione sessuale.
Non a caso l’estetica è diventata preminente nella nostra società, così come la visibilità (o lo status).
Basta guardare le pubblicità nostrane, ma non solo, per rendersi conto di quali sono i tasti che vengono  “martellati” per convinvere il potenziale consumatore.
Ad onor del vero sia il denaro, sia l’estetica, sia lo status hanno sempre avuto la loro importanza, storicamente.
Ma solo nella nostra epoca sono diventate cruciali nell’esistenza individuale e questo anche perché è scomparsa l’identità collettiva, il concetto di ruolo (riconosciuto socialmente), e quindi a livello psicologico c’è una ricerca spasmodica del bisogno di appartenenza/identificazione.
Questo produce quello che ho già detto in precedenza: gli individui cercano nel feedback sociale quel senso di Se che la società non è in grado di fornirgli.
Questo è il sintomo dell’individualismo.

Troppo facile dunque prendersela con coloro i quali, più svantaggiati socialmente, cercano nel denaro e nel potere un mezzo di rivalsa.
E’ il sistema stesso che “seleziona” coloro i quali rispondono a caratteristiche socializzanti, aumentando una competizione nella ricerca di status.
Per alcuni, meno dotati socialmente, denaro e potere sono le uniche possibilità. Cercano di compensare i loro deficit con le uniche altre cose che possono fornirgli quelle illusioni per curare la propria autostima.
Non c’è nessuna differenza tra un’ invidia sociale di tipo economico ed un’invidia sociale di tipo relazionale.
Entrambi sono comportamenti autodistruttivi, ma entrambi nascono da una situazione di fatto.
Come è ipocrita pensare che il figlio di Berlusconi e il figlio dell’impiegato  partano alla pari, è altrettanto ipocrita pensare che l’uomo/donna bello/a ed atletico/a (o le persone socievoli in genere) partano alla pari con
quelli timidi o non esteticamente gradevoli.
Si può forse comprendere come tutta una serie di atteggiamenti spiacevoli di rivalsa, invidia e vendetta rientrino nelle dinamiche umane.
Ciò ovviamente non giustifica nulla, ma nemmeno si può puntare ignorare che certe situazioni hanno nella sovrastruttura sociale molte delle loro cause.
Anche perché nemmeno quelli nati con caratteristiche più premianti godono di questo stato di cose. Perché anche loro sono tesi a competere per sempre più status, visibilità, sessualità. Anche loro soffrono di scarsa autostima, perché anche loro devono sempre rincorrere l’approvazione altrui (in special modo quella dell’altro sesso); ed anche se mediamente gli risulta più facile non hanno sicuramente l’idea di “abbastanza”, quindi basta un rifiuto su 100 per mandarli in crisi.

Il vero paradosso è questa mania dell’uguaglianza a tutti i costi.
Se infatti la disuguaglianza diventa inaccettabile (a prescindere) si crea per forza di cose un sentimento che fa percepire le differenze come ingiustizie.
Una società che non sa valorizzare le differenze ma esalta solo alcuni aspetti dell’uomo (estetica, socialità, status, possesso, e a seguire pragmatismo, senza contare comportamenti poco etici soprattutto in Italia), è una società destinata a creare una marea di frustrati (che non sono solo i casi-limite, ma anche gli stessi che potenzialmente hanno le caratteristiche elencate).
Perché in una società del genere molta gente si renderà conto che le proprie qualità, i propri tratti, sono del tutto inutili e insignificanti per il prossimo oppure non sono “abbastanza” per il modello irraggiungibile che si sono prefissi.
E’ una società che omologa nelle aspettative ma anche nei modelli di riferimento. Una società che giudica e decide del tuo valore su quel modello e che fa uscire il peggio degli individui.
La responsabilità quindi non può mai essere tutta individuale, come non è mai del tutto sociale.

 
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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #24 il: Novembre 24, 2010, 11:22:31 am »
E poi vi incollo il materiale didattico di Etica sociale nella facolta mia. Vedrete bene il pensiero dove va a finire. Premetto che la facoltà è scenze della formazione e 99% degli studenti sono femmine. Non sarà facile la bataglia da voi intrappresa, con tutte ste femmine ben svezzate, ma importante è non fermarvi.

 Proiezione film: ANGELI D’ACCIAIO (2004)

Di Katja von Garnier  con Hilary Swank, Margo Martingale, Angelica Huston, Frances O’Connor

Il film, ambientato nei primi anni del ‘900, si basa sulla storia delle donne statunitensi che hanno lottato duramente per ottenere il diritto di voto mettendo a rischio la propria vita.

Il film mette in risalto pregiudizi e stereotipi di Genere, classi sociali e razziali che rendono difficile l’affermazione della democrazia compiuta.

La lotta delle donne e la conquista della consapevolezza dei loro diritti democratici consente alle donne di oggi, di poter essere cittadine a tutti gli effetti: di poter studiare, lavorare, autodeterminare le nostre scelte di vita e riproduttive, di amministrare beni e gestire guadagni, votare ed essere votate al pari di ogni altro individuo. Consente, inoltre, agli uomini di comprendere la falsità di pregiudizi che impongono anche a loro compiti e ruoli in contrasto con i principi democratici.

Ricordare quanto è stato lungo e difficile il percorso per ottenere i diritti civili e politici, permette di apprezzarne l’importanza e riflettere sulla necessità della loro difesa.

Laboratorio 20 ottobre proiezione film L’Onda


Proiezione Film: L’Onda

Tema: la costruzione del consenso in una società democratica

Germania, oggi. Durante la settimana delle esercitazioni, l’insegnante di liceo Rainer Wenger (Jürgen Vogel) propone un esperimento per mostrare ai suoi studenti come funziona un governo totalitario. Inizia così un gioco di ruolo dalle tragiche conseguenze. Nel giro di poche settimane, quella che era cominciata come un’innocua illustrazione di concetti come disciplina e comunità, si trasforma in un vero e proprio “movimento” – L’Onda. Arrivati al terzo giorno, gli studenti cominciano a ostracizzare e a minacciare gli altri. E quando alla fine il conflitto esplode in tutta la sua violenza durante una partita scolastica di pallanuoto, l’insegnante decide di interrompere l’esperimento. Ma ormai è troppo tardi, l’Onda è sfuggita al suo controllo…

USCITA CINEMA: 27/02/2009

REGIA: Dennis Gansel

SCENEGGIATURA: Dennis Gansel, Ueli Christen

ATTORI: Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Christiane Paul, Jacob Matschenz

Tratto dal racconto di William Ron Jones
Laboratorio Etica sociale 2010-11
Published settembre 30, 2010 Avvisi 0 Comments

LABORATORIO di ETICA SOCIALE a.a. 2010-2011

dott.ssa Laura Moschini

Il Laboratorio si articolerà in lezioni frontali accompagnate da proiezioni di filmati o documenti multimediali e su confronti e discussioni con le/gli studenti. I temi proposti saranno:

- Cenni sulle principali correnti del pensiero etico classico in correlazione con il pensiero contemporaneo;

- l’idea di Politica e le forme e le caratteristiche della democrazia: la “cittadinanza del mondo”, l’educazione liberale, la libertà e le libertà, il diritto e i diritti, le politiche delle identità sessuali, culturali, religiose e di razza;

- la concezione di etica come scienza del quotidiano e di politica come dimensione esistenziale nel pensiero femminista;

- rifondazione della politica: responsabilità, equità e giustizia sociale, potere come “poter fare”, ruolo della menzogna, informazione e mass media;

Tra i film proposti per la riflessione e il dibattito:

L’Onda; 1984; Un eroe borghese; Il Caimano

Testi consigliati (uno a scelta):

NUSSBAUM Martha, Coltivare l’umanità. I classici, il multiculturalismo, l’educazione contemporanea,  Roma, Carocci 1999

ZAGREBELSKY Gustavo, Imparare democrazia, Torino, Einaudi 2007

ARENDT Hannah, La menzogna in politica, Genova-Milano, Marietti, 2006

BREZZI Francesca, Antigone e la Philìa. Le passioni tra etica e politica, Milano, Franco Angeli, 2004

CEDRONI Lorella, Il linguaggio politico della transizione. Tra populismo e anticultura, Roma, Armando, 2010
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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #25 il: Novembre 24, 2010, 11:42:49 am »
E un altro articolo scritto da un uomo,

Le escort non sono le vittime

Lungi da me prendere difese d’ufficio sul carnaio berlusconiano ma sempre più spesso sembra che stia passando il messaggio che le ragazze del “nano pagliaccio” siano vittime.
Credo che tale messaggio sia offensivo verso tutte coloro le quali una marchetta non l’hanno mai fatta.
Il discorso è, come spesso accade, su più piani.
La vita privata del premier non è affare di nessuno se non suo. Questo almeno fino a che la legge italiana non viene violata, cioè fino a quando non si verifica una situazione di abuso di potere, come pare sia successo.
Detto questo dobbiamo passare su un piano morale.
E’ condivisibile la tesi di molti che parlare di moralità in Italia è un esercizio ipocrita visto che è un paese che ha perso il contatto con i propri valori da molto tempo.
Ma questo ragionamento diventa una generalizzazione che svilisce quella minoranza che ha ancora una certa dignità, che a seguito di una certa educazione e di valori pensa che certi comportamenti siano sbagliati e, coerentemente, non si comporta come la maggioranza.
Mi ritengo fortunato a conoscere diverse persone che rientrano in questa categoria.
In democrazia ognuno è libero di vivere come meglio crede, con la propria moralità, nel rispetto della legge e nel rispetto della moralità altrui.
Ma proprio perché è presente questa libertà non si può parlare di vittime.
Il sistema di prostituzione di B. differisce solo nei numeri e nell’esposizione mediatica, ma le puttane del potere son presenti da decenni e a vari livelli.
Si può andare dalla ragazza che predilige il figlio di papà che ha appena comprato il BMW nuovo fino all’escort d’alto bordo che se la fa col Presidente del Consiglio.  In mezzo c’è di tutto.
La differenza dove sta? Che B. paga in contanti e che ha una relazione saltuaria?
Ma andiamo.
Il sistema attuale ha prodotto una rincorsa al denaro ed al potere che si esplicita anche sul piano sessuale.
Una parte di uomini e di donne, non so quanto numerosa, ha ormai interiorizzato il sesso come merce da acquisire o da scambiare.
C’è sempre un interesse di status o economico indipendentemente che ciò sia palesato da una contropartita in denaro o dal creare una relazione più o meno “ufficiale”.

E’ ovvio che questa situazione, sempre presente, sia esplosa in relazione al tipo di modello economico e sociale che abbiamo oggi.
Ma proprio perché ci sono tante persone che lottano contro questo “virus” e mettono davanti la propria morale, la propria etica, ad un opportunismo sessuale che io trovo ridicolo fare l’apologia delle escort.
Allo stesso modo in cui una ragazza opta per la via più facile per guadagnarsi del denaro, anche l’uomo opta per la via più facile per ottenere le donne: denaro e potere.

Le escort esistono in tutti i paesi occidentali, qui hanno semplicemente più visibilità e sono uno status symbol del potere. La differenza è quella.
Paragonare le escort agli operai, come ha fatto qualcuno, è un insulto a tutti gli operai.
"Cè una meta, ma non una via: ciò che chiamiamo via è il nostro esitare." Kafka
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Sant'Agostino

Offline Animus

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #26 il: Novembre 24, 2010, 12:31:00 pm »
Vi propongo questo articolo:

Non è solo il denaro il problema
...

Condivisibile praticamente in toto.
Ma chi l'ha scritto?
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline jorek

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #27 il: Novembre 24, 2010, 12:42:03 pm »
nyamya...l'articolo sul denaro postalo nella sezione off topic, altrimenti si fa confusione

Offline Utente Cacellato

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #28 il: Novembre 24, 2010, 12:50:02 pm »
Intervengo in veste di mod. solo per invitare NyaMya a citare, comunque, se possibile, le fonti degli articoli.

Se puoi farlo, ti ringrazio. E ti ringrazio anche per il lavoro che stai compiendo.
  :)
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Offline Animus

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Re: Ho Letto un Libro
« Risposta #29 il: Novembre 24, 2010, 13:05:04 pm »
E un altro articolo scritto da un uomo,

Le escort non sono le vittime


Mi sembra questa sia la zampetta del Marchi, o cmq, ci somiglia ..

Sembrano due articoli scritti da gente che ha letto i ns. argomenti, che inizia a vedere abbastanza bene , ma che ancora difetta di chiaro-veggenza.  :D
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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