Autore Topic: I figli non sono la conseguenza ma il vero motivo delle separazioni  (Letto 5974 volte)

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Offline Archiloco

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Re: I figli non sono la conseguenza ma il vero motivo delle separazioni
« Risposta #15 il: Novembre 22, 2010, 11:06:52 am »
Adesso il problema da affrontare è l'equiparazione fra convivenza e matrimonio che chiedono a gran forza.
Perchè con le leggi attuali del matrimonio, se prima la convivenza era una "possibile" alternativa, con l'equiparazione diverrebbe anch'essa un rischio, distruggendo definitivamente ogni possibilità di relazioni sotto lo stesso tetto fra maschi e femmine .


E questo, se così fosse,sarebbe un rischio,indubbiamente.Io non sono informato a riguardo, ma quando sento parlare sempre più spesso di pacs o dico,non vorrei che si arrivasse a quello che sostieni tu, cioè mettere dei vincoli e burocratizzare le convivenze.


Offline renato.dg

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Re: I figli non sono la conseguenza ma il vero motivo delle separazioni
« Risposta #16 il: Dicembre 05, 2010, 22:07:17 pm »
Senza tanti giri di parole, ecco i principali cambiamenti che apporterei all'attuale legislazione in termini di famiglia:

1) Abolizione del concetto giuridico e legale del matrimonio come oggi lo conosciamo.

2) Eliminazione di alcun diritto o dovere legale fra due persone che non predispongono un accordo (contratto) famigliare ben definito. Ovvero: In assenza di accordi predeterminati, qualsiasi rapporto uomo donna non ricadente nelle normali norme comportamentali (comprendente anche eventuali figli) è a totale discrezione e accordo formale fra le parti. Senza contratto famigliare non vi è quindi alcuna tutela giuridica o accordo famigliare legale fra le parti. In sostanza: in assenza di accordi predefiniti e BEN CHIARI, non vi sono obblighi di mantenimento e supporto economico, diritto all'ereditarietà, reati riguardanti tradimento, doveri affettivi/economici/legali di alcun genere. Ovviamente, le normali norme sui rapporti personali rimangono presenti (es: violenza fisica e psicologica)

3) Introduzione dei contratti famigliari, stipulati consensualmente fra due o più parti (di qualunque sesso). In tali contratti vanno specificati le caratteristiche legali della relazione e gli impegni che ogni persona intende prendersi nei confronti dell'altra/e. Fra questi accordi che si possono stipulare ci sono, ad esempio:
- Diritto all'ereditarietà
- Diritto decisionale nei riguardi di faccende del coniuge in casi speciali (es: scegliere o no di staccare la spina in caso di stato vegetativo, disporre per la donazione degli organi, etc...)
- Doveri riguardanti la sfera intima e sessuale
- Separazione dei beni
- Doveri, diritti e obblighi nei confronti di figli possibili e/o pre-esistenti alla stipulazione del contratto
- Disposizioni in caso di separazione
- Accordi reciproci di altro genere sia di natura economica che non
- Clausole varie in caso di mancato rispetto degli accordi
In sostanza, si tratterebbe di contratti di accordo reciproci fra 2 o più persone totalmente personalizzabili a seconda delle esigenze e della disponibilità di ognuno.
Con questo genere di sistema, se due persone vogliono mettere su famiglia, possono decidere se adoperare tali accordi (dal valore legale) o non adottarli affatto (in questo caso non esisterebbe nessun obbligo legale, diritto o dovere nei confronti dei coniugi, anche in presenza di figli o situazioni particolari).
Così facendo non ci sono schemi prestabiliti, ma libertà totale di scelta e accordo personale fra le persone.
Ovviamente ci vorrebbe una dettagliata regolamentazione per determinare le clausole e gli accordi che, eventualmente, porterebbero alla nullità del contratto o alla rescissione dello stesso.

In tal modo otterremmo:

- Libertà totale di scelta e accordi perfettamente disegnati per ogni esigenza
- Eliminazione dello "scalone": eliminazione del grande abisso fra il matrimonio e la semplice convivenza. Oggi una coppia è costretta a decidere fra il TUTTO (il matrimonio) e il NIENTE (la convivenza): se si vogliono ottenere certi privilegi e determinati riconoscimenti giuridici bisogna prendere tutto il "pacchetto" (il matrimonio). Con i contratti famigliari prestabiliti, una coppia può decidere di stipulare rapporto molto legato e con molti vincoli, mentre un altra può decidere di disporre per un accordo famigliare più libero e con meno vincoli.
Si dovrebbero poter stipulare contratti anche solo per determinare accordi su pochi punti fondamentali, anche solo per gli accordi per i diritti/doveri nei confronti dei figli.
- Si verrebbe a creare un regime simile al libero mercato: domanda e offerta di determinate tipologie di persone (e corrispondenti impegni famigliari) andrebbero a creare una distinzione fra uomini più disposti a dare garanzie legali e uomini disposti a minori impegni e chi addirittura non disposto ad ALCUN impegno. Ovviamente, seguendo il sentire femminile, il primo gruppo di uomini sarebbe più richiesto.
- In tale sistema gli uomini e le donne possono aderire a determinati contratti predeterminati, precompilati in formati standard con le loro preferenze. Così facendo, essi si "schiererebbero" in un determinata classe, riuscendosi a identificare. In poche parole: uomini e donne che vorrebbero solo determinati accordi più liberali si avvicinerebbero gli uni con gli altri, stessa cosa per quelli che, per esempio, desiderassero solo rapporti famigliari più tutelati e completi.
- Ma al di là di tutto, tale sistema annullerebbe quasi completamente il concetto "trappola" del matrimonio: OGNI clausola sarebbe esplicitata, OGNI obbligo sarebbe chiaro, quindi NESSUNA fregatura.
In tal caso, addio all'attuale sistema di cose per cui una donna apparentemente amorevole si fa sposare e si tramuta poi in una stronza fanatica e pretenziosa. Per lo meno, gli uomini e donne più prudenti riuscirebbero a eliminare ogni possibilità di utilizzo strumentale di tali accordi.

Se una donna si vorrà tutelare, dovrà scendere a patti con l'uomo.
Se l'uomo vorrà determinate sicurezze, dovrà dare alcune garanzie.
In tal modo a ciascuno il suo.
E che sia la legge della domanda e dell'offerta a formulare la tipologia di accordo "matrimoniale" più consono e più equo per entrambe le parti.



zoltan molto ok sul punto 2. Anche questo di concepire il matrimonio come un vero contratto in cui si dice chiaramente tutto è un ottima soluzione; in caso di divorzio si attuano le clausole del contratto  e sui punti fondamentali tutto sarebbe chiaro.Ci deve essere cmq la possibilità di poter cambiare il contratto anche durante il matrimonio col consenso di entrambe le parti.
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