da quel simpatico giornale chiamato repubblica, un'altra chicca. Ecco a voi (copia - incolla).
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rapporto annuale del world economic forum
Pari opportunità, Italia in discesa
Pesano disuguaglianze nei salari e nella partecipazione al lavoro. Il 52% delle donne nella popolazione attiva
MILANO - Al di là delle classifiche, che hanno una valenza indicativa, sono i numeri che fanno effetto, anche se fotografano una situazione nota. È il caso del rapporto 2009 sulle pari opportunità tra uomini e donne («gender gap») stilato dal World Economic Forum, dove l'Italia scende dalla 67esima al 72esima posizione. Pesa «la persistenza di indici negativi sulla partecipazione delle donne alla vita economica», in primis la disparità di salari e redditi rispetto agli uomini. L'Italia è superata anche da Vietnam, Romania e Paraguay, precede di poco la Tanzania, è terzultima in Europa (il rapporto in pdf, in inglese).
PAESI SCANDINAVI - La classifica stilata dal Wef, istituzione che organizza il forum di Davos, copre il 93% della popolazione mondiale, assegnando ai Paesi scandinavi il podio delle pari opportunità. Al primo posto si piazza l'Islanda (quarta nel 2008), davanti a Finlandia, Norvegia e Svezia. Seguono Nuova Zelanda, Sudafrica, Danimarca e Irlanda. Sorprendente il Lesotho al decimo posto (dal 16esimo), davanti a tutti i big europei: la Germania è 12esima, il Regno Unito 15esimo (entrambi in leggero calo), la Spagna 17esima e la Francia 18esima. Agli ultimi posti nel Vecchio Continente Repubblica Ceca (74esima) e Grecia (86esima). Il rapporto assegna poi il 31esimo posto gli Usa, in discesa di 3 posizioni e il 75esimo al Giappone.
REDDITO E PARTECIPAZIONE - A spingere l'Italia nella retroguardia è soprattutto l'indice su «partecipazione e opportunità nell'economia» (96esimo posto), a causa delle disuguaglianze rispetto agli uomini nei salari (116esimo posto), nel reddito da lavoro (91esimo) e nella partecipazione alla forza lavoro (88esimo). Solo il 52% delle donne fanno parte della popolazione attiva contro il 75% degli uomini e il reddito medio delle donne è la metà rispetto agli uomini, 19.168 dollari l'anno contro 38.878. Vanno molto meglio le aree di «potere politico» (45esimo, grazie alle donne che siedono in Parlamento e al governo) e «scuola e istruzione» (46esimo posto), meno bene di quanto ci si potrebbe aspettare il settore «salute e attesa di vita» (88esimo posto). Tra gli altri dati evidenziati la differenza nella disoccupazione tra donne (7,87%) e uomini (4,88%). Rispetto al 2006, anno del primo rapporto, il voto all'Italia è solo marginalmente migliorato: laddove 1 rappresenta la parità, la Penisola è passata dallo 0,646% allo 0,68%, mentre l'Islanda e i principali Paesi nordici veleggiano sullo 0,82%. All'estremo opposto Pakistan, Chad e, ultimo, lo Yemen (0,46%).
27 ottobre 2009