http://www.repubblica.it/economia/2010/12/15/news/spousonomics-10105727/?ref=HREC2-7L'economia applicata alla coppia
sul web arriva SpousonomicsCome valutare al meglio le informazioni asimmetriche, calcolare correttamente costi e benefici ed evitare le "bolle" nella vita a due. Il blog di due giornaliste economiche americane
di ROSARIA AMATO
CHI vende la propria automobile è in vantaggio sull'aspirante acquirente, perché sa bene quali sono i difetti del mezzo, quanti incidenti ha avuto, quali pezzi sono stati sostituiti. E quindi potrebbe approfittare di queste informazioni, ottenendo una valutazione più alta di quello che sarebbe il corretto prezzo dell'automobile. Si chiama asimmetria delle informazioni: per i loro studi in materia nel 2001 hanno ricevuto il premio Nobel George Akerlof, Michael Spence and Joseph Stiglitz. Ebbene, non è detto che questo principio abbia delle conseguenze solo in economia. Torna molto utile anche al momento del matrimonio, o in generale per districarsi al meglio nelle relazioni sentimentali. Parola di Paula Szuchman e Jenny Anderson, due giornaliste economiche (rispettivamente del Wall Street Journal e del New York Times) che hanno dato vita a Spousonomics 1, un blog che suggerisce "come usare l'economia per gestire l'amore, il matrimonio e i piatti sporchi", e che a febbraio diventerà un libro.
Szuchman e Anderson, sulla scia degli autori del fortunato Freakonomics 2, si chiedono infatti cosa impedisca di applicare i principi economici all'amore e al matrimonio che, non bisogna dimenticarnese, "è il principale investimento della vita": fondamentale, dunque, "massimizzarne i ritorni". E allora, occhio appunto alle informazioni asimmetriche, tanto per cominciare: prima del matrimonio si cerchi di assumere quante più informazioni possibili sul futuro coniuge, se non si vuole finire nel 12% di uomini o nel 22% di donne che dichiara di aver sposato la persona sbagliata.
Un'altra teoria economica premiata con il Nobel è quella dei giochi: perché non applicarla anche all'irrisolvibile problema degli uomini che lasciano il bagno in disordine dopo averlo usato? Per non parlare delle teorie che dall'economia sono già state ampliamente applicate altrove, per esempio quella sul moral hazard, l'azzardo morale, del quale il matrimonio costituisce l'applicazione massima, sostengono le autrici: è come per una banca, che concede tutti i mutui possibili e immaginabili, anche i più rischiosi, perché tanto sa che se qualcosa va storto ci sarà il salvataggio pubblico, il bailout. Ebbene, non va così anche tra marito e moglie: ci si accetta nel bene e nel male, in salute e in malattia, quindi perché impegnarsi particolarmente? "Moral hazard è quando tu agisci sapendo che le tue azioni non avranno conseguenze". Una battuta, naturalmente: Paula Szuchman e Jenny Anderson, che si dichiarano felicemente sposate, consigliano al contrario di investire sempre nel matrimonio.
Anzi, ancora una volta in termini economici, consigliano "massicce inezioni di stimoli", proprio come quelle che i governi programmano per favorire il decollo dell'economia, sulla base degli insegnamenti di John Maynard Keynes, senza preoccuparsi dell'eventuale deficit di bilancio: "Anche i matrimoni hanno bisogno di piani di stimolo. Quando il vostro raggiunge un punto di crisi, che gli economisti definirebbero come l'effetto di rimbalzo, il crollo che segue al boom, invece di abbandonare la nave, agite. Spendete tempo, energia, danaro, se dovete, per mettervi in condizione di ripartire. Gli alti e i bassi sono inevitabili, fanno parte del ciclo del matrimonio: non scappate via".
Il calcolo costi/benefici va benissimo per qualunque tipo di decisioni, sostengono con convinzione le due giornaliste. Un principio economico base e persino banalizzato nelle sue applicazioni, eppure questo non significa che venga sempre applicato quando dovrebbe. "Una ricerca della West Virginia University dimostra che le persone più giovani - scrive in un post del 21 novembre Paula Szuchman - tendono più delle persone avanti negli anni a prendere decisioni che si basano sui costi dei passati fallimenti. Ma questi sono costi per i quali abbiamo già pagato, e non torneranno indietro. E così, secondo questo criterio, noi prendiamo le decisioni che riguardano il nostro futuro basandoci sui nostri investimenti passati, sui nostri fallimenti, e questo non va bene". Molto meglio, invece, "focalizzarsi su costi e benefici del futuro".
Ma l'economia può servire anche come punto di riferimento negativo. Per esempio sono le voci incontrollate, più o meno veritiere, che determinano spesso boom ingiustificati o cadute rovinose di titoli in Borsa. E quindi, se si vuole scegliere la scuola giusta per i propri figli, chiedere cosa ne pensano a tutti i conoscenti possibili e immaginabili potrebbe non essere la strategia giusta: c'è il rischio che si riveli solo un modo per raccogliere voci senza fondamento, che s'influenzano l'una con l'altra senza che alla base ci sia alcun elemento concreto.
Altro cattivo esempio dall'economia: attenzione alle bolle. Le bolle, ricorda Jenny Anderson, non riguardano solo i mercati. In molti saprebbero identificare la recente bolla immobiliare che ha fatto franare l'economia statunitense e poi quella mondiale, molti altri avranno memoria della bolla Internet, ma non è una bolla altrettanto drammatica quella costituita dalle aspettative eccessive riposte in una persona che ci aveva affascinato in una meravigliosa serata con la luna piena e il clima giusto, tanto da sembrare "the one"? E se poi il giorno, la settimana o il mese dopo si scopre che non era vero niente, che non si tratta altro che di una persona insulsa che solo le circostanze estremamente favorevoli hanno portato a sopravvalutare? C'è solo una differenza tra le bolle economiche e quelle sentimentali, osserva sorniona la Anderson: che dopo la bolla negli Stati Uniti il governo è intervenuto in soccorso delle banche, ma dopo una bolla sentimentale nessuno verrà in vostro soccorso... per cui, occhio alle bolle!