In rilievo > Una risata vi sommergerà
Ci fanno anche annoiare
COSMOS1:
la presunzione femminile talvolta è patetica oltrechè noiosa
le paucineuroniche pubblicano la seguente poesia. Ora, va bene, non siamo tutti l'Alighieri, e se aspettassimo di esserlo le poesie sarebbero vietate.
Però a tutto c'è un limite.
Si spezza la riga se c'è un morivo, si fanno versi perchè c'è una ricerca, una sonorità, qualcosa che li differenzia dalla prosa. Un mio professore mi ha insegnato a leggere certi passi di Verga come se fossero poesie, lui scriveva in prosa ma con una musicalità da poeta.
Le paucineuroniche del tutto inconsapevoli della differenza tra prosa e poesia spezzano la riga credendo di fare poesia.
Ora farò un esperimento: riporto prima la poesia come l'hanno pubblicata loro, poi senza gli a capo. Leggetela e ditemi cosa cambia!
--- Citazione ---Non è una buona notizia
eppure deve essere compresa
comunicata, approfondita, sezionata
e poi da capo
Non ti distrarre in riflessioni
soffocato dolore, muto stupore
o sterili digressioni
Preferisco una moderata impassibilità
un’ombra di sorpresa, compassato disgusto tra sbadigli
di altro non c’è necessità
Anche se certo, una lacrima sarebbe opportuna
ma che si asciughi in fretta e in solitudine
senza indecisione alcuna
Non è una buona notizia.
E’ da voler scomparire, perdere udito e vista
smettere di sentire
Ma io ho bisogno di farti sapere
sfumature, sangue, intimità delle ferite
sguardo della vittima, parole dell’uccisore
Accurata autopsia dell’altrui dolore
svolta in un anfiteatro senza fiere
tra spettatori disumani svuotati del pudore
E poi da capo
mi sfamo dell’orrore quotidiano,
senza dubbio mi è dovuto un primo piano.
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---Non è una buona notizia eppure deve essere compresa comunicata, approfondita, sezionata e poi da capo
Non ti distrarre in riflessioni soffocato dolore, muto stupore o sterili digressioni. Preferisco una moderata impassibilità un’ombra di sorpresa, compassato disgusto tra sbadigli di altro non c’è necessità. Anche se certo, una lacrima sarebbe opportuna ma che si asciughi in fretta e in solitudine senza indecisione alcuna. Non è una buona notizia. E’ da voler scomparire, perdere udito e vista smettere di sentire. Ma io ho bisogno di farti sapere sfumature, sangue, intimità delle ferite sguardo della vittima, parole dell’uccisore. Accurata autopsia dell’altrui dolore svolta in un anfiteatro senza fiere tra spettatori disumani svuotati del pudore. E poi da capo mi sfamo dell’orrore quotidiano, senza dubbio mi è dovuto un primo piano.
--- Termina citazione ---
:crybaby:
Massimo:
Non ho capito bene se questo obbrobbrio è stato scritto da una poetessa analfabeta o da una analfabeta che si crede una poetessa.
ilmarmocchio:
La 2 occupa meno spazio :D.
Sul contenuto, propongo la degradazione da paucineuroniche ad aneuroniche :w00t:
ilvaccaro:
--- Citazione da: Massimo - Dicembre 23, 2010, 23:11:16 pm ---Non ho capito bene se questo obbrobbrio è stato scritto da una poetessa analfabeta o da una analfabeta che si crede una poetessa.
--- Termina citazione ---
leggete qua:
Questo si che era un poeta infiammato di passione:
"
IL CANTO DELL'ODIO
Quando tu dormirai dimenticata
Sotto la terra grassa
E la croce di Dio sarà piantata
Ritta sulla tua cassa,
Quando ti coleran marcie le gote
Entro i denti malfermi
E nelle occhiaie tue fetenti e vuote
Brulicheranno i vermi,
Per te quel sonno che per altri è pace
Sarà strazio novello
E un rimorso verrà freddo, tenace,
A morderti il cervello.
Un rimorso acutissimo ed atroce
Verrà nella tua fossa
A dispetto di Dio, della sua croce,
A rosicchiarti l'ossa.
Io sarò quel rimorso. Io te cercando
Entro la notte cupa,
Lamia che fugge il dì, verrò latrando
Come latra una lupa;
Io con quest'ugne scaverò la terra
Per te fatta letame
E il turpe legno schioderò che serra
La tua carogna infame.
Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
Sazierò l'odio antico,
Oh, con che gioia affonderò l'artiglio
Nel tuo ventre impudico!
Sul tuo putrido ventre accoccolato
Io poserò in eterno,
Spettro della vendetta e del peccato,
Spavento dell'inferno:
Ed all'orecchio tuo che fu sì bello
Sussurrerò implacato
Detti che bruceranno il tuo cervello
Come un ferro infocato.
Quando tu mi dirai: perché mi mordi
E di velen m'imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
Che bei capelli avevi?
Non ti ricordi dei capelli biondi
Che ti coprian le spalle
E degli occhi nerissimi, profondi,
Pieni di fiamme gialle?
E delle audacie del tuo busto e della
Opulenza dell'anca?
Non ti ricordi più com'eri bella,
Provocatrice e bianca?
Ma non sei dunque tu che nudo il petto
Agli occhi altrui porgesti
E, spumante Licisca, entro al tuo letto
Passar la via facesti?
Ma non sei tu che agli ebbri ed ai soldati
Spalancasti le braccia,
Che discendesti a baci innominati
E a me ridesti in faccia?
Ed io t'amavo, ed io ti son caduto
Pregando innanzi e, vedi,
Quando tu mi guardavi, avrei voluto
Morir sotto a'tuoi piedi.
Perché negare - a me che pur t' amavo -
Uno sguardo gentile,
Quando per te mi sarei fatto schiavo,
Mi sarei fatto vile?
Perché m'hai detto no quando carponi
Misericordia chiesi,
E sulla strada intanto i tuoi lenoni
Aspettavan gl'Inglesi?
Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
Questa tua rea carogna,
Nuda la carne tua che tanto amavo
L'inchiodo sulla gogna,
E son la gogna i versi ov'io ti danno
Al vituperio eterno,
A pene che rimpianger ti faranno
Le pene dell'inferno.
Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
Piano a colpi di spillo,
E la vergogna tua, la mia vendetta
Tra gli occhi ti sigillo.
© Lorenzo Stecchetti 1877
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poisonmind:
--- Citazione da: COSMOS1 - Dicembre 23, 2010, 20:10:09 pm ---la presunzione femminile talvolta è patetica oltrechè noiosa
le paucineuroniche pubblicano la seguente poesia. Ora, va bene, non siamo tutti l'Alighieri, e se aspettassimo di esserlo le poesie sarebbero vietate.
Però a tutto c'è un limite.
--- Termina citazione ---
No comment.
//www.youtube.com/watch?v=-Koe-L3LDGU
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