Si sta facendo un gran parlare, da un po' di tempo a questa parte, della violenza maschile. Si pone sempre l'accento sul fatto che essa sia rivolta verso le donne, ergendole a guisa, praticamente, di uniche vittime della violenza tout court. Anzi, addirittura si arriva a snocciolare un dato agghiacciante: nella classe d'età compresa tra i 15 e i 44 anni, la violenza maschile sarebbe la prima causa di morte per le donne, in Europa, come in Italia. E' vero: il dato è agghiacciante. Ma lo è perché è falso, non perché è vero!
Sono stufo. Stufo di leggere queste assurdità. Il loro scopo è uno solo: fa parte di una strategia, quella femminista, che si avvale di molte tattiche. Una di queste è l'instillazione di un senso di colpa nell'uomo. Il maschio si sente colpevole e si prodiga in tutta una serie di azioni che favoriscono la femmina, attraverso la promulgazione di norme tese a privilegiare le donne in ogni dove. Ed è accaduto. Fine tecnica psicologica: far sentire l'altra persona colpevole, senza definire i confini di questa colpevolezza, senza stabilirne i tempi, senza stabilirne l'entità. L'uomo si sente colpevole ma non riesce a capire bene per cosa, e per quanto tempo dovrà considerarsi colpevole. E, come atto catartico, punisce sè stesso, assicurando a quella che sente come parte offesa, tutta una serie di privilegi (che la parte offesa, altra tattica, nega con tutte le forze: ammettere i privilegi sarebbe la fine della strategia femminista, il suo totale fallimento!). Nella Storia ciò è già accaduto: l'uomo bianco verso i neri negli USA, i Tedeschi verso gli Ebrei: entrambi hanno questa specie di "senso di debito" verso quella che ritengono come parte offesa per colpa delle loro azioni. Tutte queste vicende hanno ciò che sopra ho descritto come denominatore comune. E, a quanto si vede, è una tattica che funziona eccome!
Ma io sono stufo. Sono stufo di sentire urlare dati senza una base logica, senza riportarne le fonti... anzi i dati vengono addirittura omessi. Se ne parla ovunque, ma i numeri voi li avete mai visti? Io no! Si urla del maschio assassino: amen. Quella deve essere accettata come verità, poiché è la donna a raccontarla. Quindi il mondo la deve accettare. Punto e basta!
Io invece mi ribello e non l'accetto. E i dati li voglio vedere. Li ho visti. E li faccio vedere anche a voi. Traetene voi le conclusioni.
Eccoli.
Andiamo a vedere cosa succede in Italia.
Innanzitutto la fonte: l'ISTAT. E' l'Istituto Nazionale di Statistica, tanto caro anche al femminismo, quindi non opinabile.
I dati a nostra disposizione risalgono al 2002
http://www.istat.it/dati/dataset/20051107_00/e al 2006
http://www.istat.it/dati/dataset/20080630_01/Gli unici completi sono quelli del 2002: in questi, e solo in questi, infatti, è presente una differenziazione importante, assente in quelli del 2006. Mi riferisco all'analisi accurata di quelle "cause di decesso per morte violenta o accidentale", con tutte le varie cause (avvelenamento, percosse, armi da fuoco etc.) che manca nei dati del 2006, per questo molto più generica (dunque non utilizzabile se non per fare proiezioni logiche che poi farò).
Distinguiamo allora i casi del 2002 e quelli del 2006.
2002Dalle tavole scaricabili dal sito segnalato, si ricava che:
In quell’anno morirono in italia 560.390 persone, di cui:
maschi: 279.296
femmine: 281.094
Nella classificazione ISTAT l’omicidio e le lesioni (mortali, evidentemente) provocati INTENZIONALMENTE da altri corrispondono al codice descrittivo BE 77 (“Omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri”, appunto), a sua volta
ricompreso nella classe BE 71-78 (“Cause esterne dei traumatismi e degli avvelenamenti”), così composta:
BE(71-78)E - CAUSE ESTERNE DEI TRAUMATISMI E DEGLI AVVELENAMENTI
BE 71 Accidente stradale da veicolo a motore
BE 72 Altri accidenti da trasporto
BE 73 Avvelenamenti accidentali
BE 74 Cadute accidentali
BE 75 Accidenti causati da incendi e da fuoco
BE 76 Suicidio e autolesione
BE 77 Omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri
BE 78 Altre cause esterne dei traumatismi e degli avvelenamenti
Per omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri (BE77, quello in oggetto) sono morte in
Italia, nel 2002, 560 persone, di cui
Maschi: 401
Femmine 159
Come si può vedere, questa è l'unica distinzione eseguita dall'Istat in base al sesso: non esiste nulla che suddivida questo dato in fasce d'età. Quindi ecco la prima incongruenza. Da dove arriva quell'importante "prima causa di morte tra i 15 e i 44 anni"?? Dalla fantasia? O, più malignamente, dal vittimismo?? Secondo voi?
Esistono, comunque anche le tabelle che analizzano la casistica in base all'età, senza però differenziare il sesso. Questo significa che il numero che sto per dare comprende, per forza, sia uomini che donne. Ebbene, sul foglio 6 della tavola 3, si possono leggere i dati in base alle classi di età (ripeto: comprensivi di uomini+donne) e si legge che i decessi per omicidio e lesioni volontarie sono stati:
età compresa tra i 15 e i 24 anni: 66
età compresa tra i 25 e i 34 anni: 142
età compresa tra i 35 e i 44 anni: 118
Se la matematica non è un'opinione: 66 + 142 + 118 = 326.
Dunque, nel 2002, in Italia sarebbero morte, per omicidio o per conseguenza di lesioni volontarie (BE77) 326 persone tra uomini e donne.
Ricordo che le donne morte in totale, tra tutte le classi di età, che rientrano nel codice BE77 sono state 159!! Ricordo, che tra queste 159, sono comprese anche le donne uccise da altre donne o da lesioni provocate volontariamente da altre donne!
Andiamo ora a vedere i decessi avvenuti per cause naturali, prendendo il solo caso dei tumori, tralasciando (per pietà di chi si diverte a dire certe cose) le altre cause.
Ebbene, nel 2002 sono morte per le neoplasie (classi B12-27) 69672 donne in totale. Andando ad esaminare le classi di età:
tra i 15 e i 24 anni: 339
tra i 25 e i 34 anni: 896
tra i 35 e i 44 anni: 3086
Sommando, si ottiene un dato pari a 4321 persone morte per neoplasia!!
E' un dato complessivo, decisamente superiore alle 326 persone morte poiché uccise. Ed è del tutto logico pensare che, tra questi 4321 decessi, il numero delle donne morte per questa causa sia ben superiore a quello delle donne uccise per mano maschile (anche ipotizzando che le 326 persone morte quell'anno siano tutte donne e che nessuna donna abbia ucciso una sua simile!!). Basta leggere i dati per capire la mendacità e la malafede di certe persone.
2006Per il 2006 la cosa è più semplice, poiché non esiste la casistica delle morti per causa accidentale o violenta, come nel 2002, ma vi è un dato unico.
Ecco quel che si ricava:
TOTALE DECESSI FEMMINILI: 282617 (Tav. 1)
Cambiando tavola si arriva alla tav. 2A e parliamo di maschi, tanto per capire dove stia REALMENTE il problema della violenza e si legge che tra i 15 e i 34 anni sono morti per cancro 624 maschi e per cause accidentali o violente 3058!!!
Passando alle femmine, si legge (tav. 2b):
tumori 536
cause violente + accidentali: 615
Deduzioni: 615 è maggiore di 536, ok!,
ma qui accorpano cause violente o accidentali! Tra le cause accidentali vi sono gli incidenti stradali, incidenti domestici sul lavoro etc., che, viste le stragi automobilistiche di cui si parla tanto, sicuramente sono piu di 615 - 536 = 79.
Ma consideriamo solo gli incidenti stradali per venire loro incontro: davvero ritenete possibile che siano morte meno di 79 donne tra i 15 e i 34 anni in Italia nel 2006 per i soli incidenti stradali (non sono riuscito a trovare la casistica che comprende un intervallo di età compreso tra i 15 e i 44 anni: in queste tabelle) ????? Ma andiamo... Io scommetto di no!! E tutto questo considerando solo le neoplasie, tralasciando di sommare le altre cause di morte naturale! Anzi, vi è presente, nella tabella scaricata, una interessante tavola: alla tav. 2b è, infatti, presente un interessante confronto che esamina dati del 2003, comparandoli a quelli del 2006. I decessi femminili per morte violenta sono stati nel 2003, nell'intervallo di età 15/34 anni, 741, mentre nel 2006 sono stati 615. Quindi è ben evidente il trend al ribasso di questo problema.
Allora?? Tutto questo baccano e tutta questa grancassa?? A cosa sono dovuti, se non alla malafede??
"Basta con la violenza sulla donna": lo si legge ovunque, sui manifesti (vergognoso quello di Rifondazione Comunista, uscito in occasione della manifestazione in occasione della giornata mondiale contro la violenza verso la donna), sui blog, sui siti. E dai dati si vede che il maggior numero di decessi per morte violenta è assolutamente a carico maschile (nel 2006, 3058 uomini uccisi contro 615 donne).
Il problema non deve essere la violenza femminile, ma la violenza in generale, poiché considerare (e con il dolo di utilizzare strumentalmente dati completamente inventati e assurdi) solo quella femminile, significa considerare l'esistenza di una classe di cittadini che deve essere più salvaguardata di altre: significa considerare il fatto che esista una "razza superiore" che deve godere di maggiori benefici a scapito dell'altra, cosa che riporta a tristi "germanico/ariani" ricordi. Ed è quello che sta accadendo. Basta leggere su tutti i quotidiani, tutti i siti (esclusi quelli che si occupano di Questione Maschile, che già hanno evidenziato il problema) o vedere ogni telegiornale. Ma le interessate negheranno sempre, cercheranno di screditare, poiché ammettere questi dati che tanto clamorosamente le sbugiardano, significherebbe ammettere una cosa inammissibile per loro: il torto. E le donne, si sà, per definizione, devono sempre e solo avere ragione. Quindi, avanti Savoia!
Approfitto di questo spazio per dire che, fino a che esisterà questa condizione di menzogna, non firmerò MAI alcuna petizione in favore di provvedimenti per risolvere (a questo punto lo devo dire) il presunto problema della violenza di genere! Invito ognuno di voi a seguire il mio esempio.