ok, mandata ora all'indirizzo mail riportato.
Gentilissima onorevole Mosca,
leggo sulla rubrica “Italians” del Corriere la sua risposta ad un lettore (Luca Neri) a proposito della discriminazione sessista sul beneficio fiscale destinato agli emigrati italiani che volessero far ritorno in Italia.
Lei la chiama “azione positiva” e la giustifica riportando il dato della differenza salariale del 20% (a parità di mansione).
Ora, stando ai dati diffusi dai media questa percentuale è molto dubbia.
L’ultima ricerca dell’Osservatorio delle Diversità della Bocconi (che riportava quale “novità” di ricerca l’aver rapportato il percepito all’orario di lavoro, alla qualifica, alla mansione… e mi pare il minimo, pensi che nella mia ignoranza, presumevo che il dato fosse rilevante e fosse stato preso in considerazione anche nelle stime e nelle ricerche precedenti) riporta un 2%.
Le allego il link (articolo del Corriere del 2009).
http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_19/stipendi_parita_uomini_donne_rita_querze_ee6d2bbe-5ca0-11de-a55b-00144f02aabc.shtmlE’ possibile a questo punto, per un normale cittadino, conoscere la ratio sulla quale si basa questa discriminazione?
I numeri sono numeri, non si possono cambiare a piacimento.
Grata di una risposta, Le auguro Buon Lavoro e Buon Anno Nuovo.