In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne
Ancora stupri: tutti falsi!
COSMOS1:
Sappiamo che il 90 % delle denuncie di stupro finiscono in una bolla di sapone.
Ma non è facile farsi un'idea di ciò che questo significa, xkè al momento della denuncia il mostro viene sbattuto in prima pagina, al momento dell'assoluzione nessuno se ne ricorda più
allora potremmo raccogliere in questa discussione i casi di stupro manifestamente falsi e quelli dubbi, seguendoli e documentandoli nel tempo
poi cancelleremo quelli di cui si sarà dimostrato un fondamento e terremo gli altri
per tenere la discussione pulita, faremo una verifica periodica dell'importanza dei commenti e toglieremo quelli inutili o quelli che col tempo avranno perso di interesse
buon lavoro
alcuni casi manifestamente falsi, di cui il primo, Carlo Parlanti, francamente scandaloso
http://www.thepeoplevscarloparlanti.it/
http://www.carloparlanti.it/
http://www.youtube.com/v/6_3f8xVMglg
e poi il terribile stupro di capodanno :woot:
http://ilvolodidedalo.blogspot.com/2009/08...-capodanno.html
COSMOS1:
Dal “Corriere della Romagna” del 9 marzo 2006
“I miei otto giorni da incubo”
forlì – Otto giorni chiuso in un carcere brasiliano per una falsa accusa di pedofilia su una bambina di dieci anni. La notizia sconvolse Galeata il 10 febbraio scorso. Conosciuto in tutto paese per essere un gran lavoratore e un bravo ragazzo, pochi credettero a quell’accusa. Lui però era in carcere. Un incubo superato con la forza della consapevolezza della sua innocenza.Un mese fa l’ambita vacanza si era trasformata in angoscia. Adesso racconta la sua verità. A migliaia di chilometri di distanza da quella che per una settimana è stata la sua “dimora” brasiliana, Giuseppe Babbini, 33 anni, ripercorre l’errore giudiziario che lo ha visto protagonista. Dall’incontro con la bambina “involontaria causa” dei suoi guai, l’arresto, il carcere, il ritorno a casa. Era a Natal, nello stato del Rio Grande do Norte con un amico da una settimana, quando la sua disavventura ha avuto inizio.IL FATTO: “Quella mattina ero in spiaggia che prendevo il sole – ricorda Babbini – quando sono stato avvicinato da una dei tanti ragazzini che vendono oggetti. Avevamo conosciuto questa bimba di 10 anni alla quale ogni tanto pagavamo qualcosa da mangiare, io avevo comprato da lei un paio di ciabatte. Il giorno prima il mio amico le aveva promesso che le avrebbe regalato un crocifisso, così lei si era avvicinata, ma siccome il mio amico non c’era, le ho pagato 10 ostriche che abbiamo mangiato lì in spiaggia, con un piatto di gamberetti. Tra l’altro la zona non è nè vicino a una favelas, nè nascosta da dune. E’ piena di gente che prende il sole. Ad un certo punto ho visto arrivare due agenti di Polizia che mi hanno chiesto il passaporto per un controllo. Ho risposto che lo avevo in camera dell’albergo e che dovevo andarlo a prendere. Mi sono avviato, ma a un certo punto sono stato richiamato perchè volevano accompagnarmi. Sono arrivate due macchine e decine di poliziotti. Ho chiesto al titolare dell’hotel, che parlava sia italiano sia portoghese, cosa volessero e lui mi ha confermato che si trattava di un semplice controllo. Sono stato caricato in macchina e portato alla stazione di Polizia”.GLI INTERROGATORI: “Mi hanno chiesto della bambina, cosa le avevo comprato – prosegue Babbini -. Mi hanno domandato che macchina avevo, com’era la mia casa, se avevo dei soldi. E’ andata avanti fino alle 21. Sapevo che in una stanza vicino stavano sentendo la bambina con una psicologa. E’ stata una delegata, Adriana Shirley, a comunicarmi che avrei passato la notte in carcere. Senza dirmi perchè. Mi hanno ritirato tutto quello che avevo, e impedito di telefonare in Italia”.Nessuno ha, quindi, formalizzato un’accusa precisa verso il giovane di Galeata. “Ho capito che dicevano che avevo accarezzato la bambina, ma non era vero, lei era seduta sul lettino, ma distante”.LA CELLA: “C’erano altre quattro persone, brasiliane. La prigione era piccola, il bagno era una latrina. Naturalmente la prima notte avevo una grande paura, potevo solo aspettare che arrivasse il giorno successivo. Con i compagni di cella ho scambiato solo poche parole, ma ho dormito”.LA TELEVISIONE: Poche ore e un altro choc ha colpito il galeatese, vittima inconsapevole delle “usanze” giuridiche brasiliane. “Sono stato caricato in auto e portato in un altro posto di Polizia. Ad attendermi ho trovato decine di giornalisti, telecamere. Non volevo scendere dalla macchina, ma mi hanno costretto. In un’altra stanza ho trovato altri giornalisti, televisioni, radio. Mi sono allontanato, ma mi hanno messo le manette e portato davanti a loro. Mi facevano domande, ma non capivo. Ho carpito solo ‘esplorazione sessuale’ e ho risposto ‘No’. Tornato in cella mi sono rivisto in televisione. Gli altri mi prendevano in giro, però in quel momento ho capito le accuse che mi erano rivolte”.GLI AVVOCATI: L’ipotesi che tutta la vicenda sia stata una montatura per “scucire” soldi ad alcuni stranieri, è avvalorata dalla sequenza di avvocati che si sono occupati del caso. “Non ho mai avuto interpreti. La Polizia mi ha portato due avvocati, consigliandomi di prendere quello che volevano loro. Mio padre gli ha mandato l’equivalente di 3-4mila euro, ma lui non ha fatto neanche una richiesta di scarcerazione, anzi è sparito. Un altro avvocato, una donna, aveva conoscenze con i poliziotti e mi permetteva d’incontrarmi con mio padre. La domanda di scarcerazione, però, è stata rigettata. Abbiamo contattato un altro difensore. Lui è riuscito a smontare l’accusa di arresto in flagranza di reato che si basava sulla testimonianza dei due poliziotti, uno dei quali una ragazza di 25 anni che aveva appena terminato un corso per prevenire fenomeni di pedofilia”.L’ATTESA: “Mentre ero in carcere non facevo nulla. Stavo sdraiato per terra. Tutti i giorni potevo vedere mio padre per dieci minuti. Ho mangiato bene perchè gli altri carcerati era sposati e si facevano portare del cibo dall’esterno e lo stesso facevo io con mio padre la sera. Non uscivo mai, perchè nel carcere erano appena arrivati una quindicina di detenuti per reati gravi e mi avevano consigliato di restare in cella. Non ho mai pensato di non tornare più in Italia, anche se dopo 5-6 giorni ho creduto di dover restare lì per diverso tempo e ho avuto un momento di grande sconforto”.LA LIBERTA’: “E’ stato mio padre a dirmi che potevo uscire. Mi ha fatto una sorpresa. Sapevo che non era finita, ma almeno non ero più in carcere”. Poi è arrivata l’archiviazione: il giudice ha riconosciuto che non c’erano elementi a carico di Giuseppe Babbini. Smontate tutte le accuse e le testimonianze. L’archiviazione ha permesso al 33enne di tornare in Italia, senza dover restare in Brasile per ulteriori udienze. “A casa ad attendermi c’erano amici, parenti, autorità. E’ stata una festa”. Ora è passato un mese da quei terribili momenti. “Certo che ripenso a quei giorni – conclude Giuseppe -. E per ora non penso proprio di tornare in Brasile”.
COSMOS1:
e chi ripagherà questo poveraccio?
http://www.corriere.it/cronache/09_settemb...44f02aabc.shtml
* Corriere della Sera >
* Cronache >
* Detenuto fa sciopero della fame e muore
Pavia, l'uomo si proclamava innocente. Sull'accaduto avviata un'inchiesta
Detenuto fa sciopero della fame e muore
Estrema protesta di un tunisino di 42 anni: ha smesso di nutrirsi dopo una condanna per violenza sessuale
MILANO - È morto dopo un lungo sciopero della fame, iniziato oltre un mese fa, un detenuto tunisino di 42 anni, che era rinchiuso nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. L'uomo è deceduto due giorni fa al policlinico San Matteo, dove era stato ricoverato per l'aggravarsi delle sue condizioni.
PROTESTA ESTREMA - Il tunisino aveva deciso di intraprendere lo sciopero della fame dopo che aveva saputo di una nuova condanna emessa contro di lui per un'accusa di violenza sessuale. Una sentenza che il nordafricano ha contestato, sino a decidere di interrompere l'assunzione di cibo e bevande. Sono stati inutili i tentativi del responsabile del carcere di convincerlo a mangiare. Sulla vicenda sono ora in corso accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria.
08 settembre 2009
COSMOS1:
sul Gazzettino di oggi 22 Settembre 2009 (non so come recuperare il link, ho letto l'edizione cartacea. Se qualcuno lo sa fare lo ringrazio)
Sei marinai assolti perchè il fatto non sussiste. Una magrebina si era inventata lo stupro e il furto del cellulare. Arrestati nel 2000, hanno passato qualche giorno in carcere, 9 anni di inferno. Adesso a lei cosa dovrebbero fare?
Un autista ACTV condannato per violenza: invita una ragazza a casa sua per fare le pulizie, le dà una palpata sul sedere, lei lo schiaffeggia e lo denuncia. Dodicimila euro di risarcimento. Siamo molto vicino alla follia...
Un Rumeno rinviato a giudizio per violenza su disabile. La violenza c'è per definizione: la disabile è stata dichiarata incapace di intendere e di volere, quindi qualunque rapporto sessuale è violenza per definizione. Ma se è totalemente incapace di intendere e volere, come fanno i genitori a lasciarla andare in giro da sola? boh ???
COSMOS1:
sempre da Gazzettino di oggi, edizione nazionale
un magrebino va in discoteca, invita la sua ragazza a seguirlo, la porta in un luogo buio e tenebroso 8), la sbatte contro il muro, si spoglia :shok: (boh, sarà un mago, io penso che farei fatica a immobilizzare una donna e contemporaneamente a spogliarmi), lei piange e urla :wacko: ma essendo il luogo buio e tenebroso niuno la sente, x fortuna la sua amica ha visto la scena e li ha seguiti (sarà mica una guardona 8), vero?) però paralizzata dal terrore non fa nulla :unknown:, lui fa quel che deve fare nella massima calma (5 minuti dice l'amica :rofl1:) si riveste e se ne va .
Passando saluta l'amica e le chiede il telefono (dall'articolo sembrerebbe che lui volesse il telefono della violentata, mah... :unknown:).
L'amica accompagna la violentata alla propria casa, da qui chiamano i cc, lui viene arrestato nel giro di poche ore... :bad:
morale: tutto puzza tanto tanto di falso, ma lui è un immigrato magrebino, forse anche uno spacciatore, ma se è sfigato è pure disoccupato. State tranquilli che non leggeremo di alcuna assoluzione, anzi se gli va male gli danno pure 15 anni ....
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