sia ben chiaro, noi abbiamo un grande rispetto per la magistratura
in fin dei conti poi non ci dispiace affatto che i rappresentanti delle forse dell'Ordine cadano sotto i colpi della dea bendata: così imparano a non ragionare quando lavorano -> se ci mettessero un po' di buon senso, in galera ci finirebbero i ladri e non i derubati!
epperò, davvero, che le cose siano andate come sembra, sembra davvero inverosimile!
ammettiamo anche che abbia allontanato il collega, non di qualche decina di metri, ma di qualche kilometro
ammettiamo che avesse una chiave elettronica con la chiusura centralizzata delle portiere
ammettiamo che fosse un diabolico contorsionista (denuda lei, denuda sè, penetra e scopa)
ammettiamo che avesse dei vestiti di ricambio per sè e per lei (altrimenti difficile riuscire a far tutto ciò e poi continuare il sevizio)
ammettiamo che avesse un carrozziere pronto a riparare i danni alla vettura e a pulire tutto l'interno
insomma, mi sembra che dobbiamo ammettere un o' troppe cose
se invece ammettiamo che hanno concordato una prestazione ma che lui poi non abbia voluto pagare o abbia pagato poco o che lei volesse di + o che ...
insomma, mi sembra molto + lineare!
e a voi?
http://www.ilnord.com/2010/09/25/milano-due-finanzieri-condannati-per-stupro/Mentre va avanti l’inchiesta che da qualche tempo sta coinvolgendo diversi finanzieri del Pronto Impiego del Comune di Milano per abusi e violenze, due militari del gruppo sono stati condannati con l’accusa di stupro, concussione e peculato ai danni di una prostituta romena di 21 anni .
Secondo la ricostruzione ad opera dei P.M., la donna sarebbe stata violentata sull’auto di servizio dal capo pattuglia, durante un controllo in via Gallarate la notte tra il 15 e il 16 giugno 2009.
La sentenza è stata emessa con rito abbreviato dal giudice per l’udienza preliminare Anna Maria Zamagni, con alcune differenze: la condanna per l’ autore materiale dell’abuso, il capopattuglia P.M., di 32 anni, è di cinque anni e quattro mesi; mentre la condanna per G. R., il collega autista di 33, prevede un’attenuazione della pena a tre anni e quattro mesi.
L’autista continua infatti a dirsi estraneo alla violenza, poiché si sarebbe allontanato dall’auto spinto dal collega del quale ignorava le intenzioni. La sua posizione sarebbe stata confermata dalle deposizioni della stessa vittima.
La sentenza condanna entrambi i militari a risarcire con 15 mila euro la donna e con 5 mila il comune di Milano, costituitosi parte civile per i danni arrecati alla propria immagine.
Intanto l’inchiesta ha portato nei mesi scorsi alla richiesta di arresto per altri militari del gruppo. Se il lavoro degli inquirenti dovesse confermare i sospetti e le accuse sinora sollevati, ne emergerebbe un quadro desolante non solo per l’arma e per la città di Milano, ma per ogni cittadino che riponga ancora la sua fiducia nelle istituzioni.