In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne

Ancora stupri: tutti falsi!

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COSMOS1:
mi fa venire in mente la storia della coppia tunisina che fa scalo tecnico a Roma, diretta a Milano. Lei si allontana un momento poi torna: al posto dei tradizionali abiti marocchini ha indossato una vistosa minigonna.
Lui: come ti sei conciata.
Lei: qui siamo in Europa, comandano le donne.
Lui non apre bocca, si allontana un momento, poi torna e salgono sull'aereo.
Allo sbarco lei si guarda intorno un po' perplessa: non sono a Milano ma a Tunisi.
Lui: adesso rimettiti i tuoi vestiti che qui comandano gli uomini.
 :D

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/191719_non_volevo_il_velo._stuprata/

[emerita caxata! se non volevi scopare perchè ti sei sposata? anche ammesso qualunque forzatura dei parenti, se proprio dovevi opporti, lo dovevi fare prima di entrare in casa sua. Dopo la cosa puzza. Tanto tanto]


--- Citazione --- «Non volevo il velo. Stuprata»
IL CASO. La dottoressa musulmana che voleva ribellarsi all'integralismo religioso racconta al giudice il suo dramma. «Mio marito - dice - era contrario al fatto che imparassi l'italiano. Mi obbligava a fare pulizie da suocera e parenti. Poi riti magici»

Un matrimonio combinato dalle rispettive famiglie con un uomo più vecchio di dieci anni. Lei laureata in informatica, lui operaio. Lei di estrazione piccolo borghese, proveniente da un ambiente nordafricano laico che non le faceva portare il velo, lui attaccato alle origini tradizionaliste, amplificate dalla vita in Italia dove bisogna dimostrare l'appartenenza musulmana e i propri costumi. Non in maniera radicale, ma comunque intransigente. «Una mentalità arretrata e ottusa», spiega decisa la ragazza.
È finita con la giovane segregata in casa per settimane, picchiata e costretta a patire una drammatica "prova d'amore" quando durante una discussione, ridotta in lacrime, ha raccontato al giudice di essere stata afferrata dal marito e costretta a sottostare alle sue squallide voglie sessuali. Uno stupro.
«È stato un incubo, mi ha violentata brutalmente, io urlavo, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Mi sono sentita umiliata come non mai». Inoltre, la ragazza marocchina di 25 anni, ha parlato di riti magici propiziatori per essere accettata dalla suocera, perché era lei che dettava legge in casa. E il figlio le ubbidiva ossequioso.
«La verità è che mia madre era un po' invadente, lo riconosco, ma da parte mia l'ho sempre rispettata e non l'ho mai violentata, quel rapporto sessuale del 6 giugno è stato consenziente», si è fin qui difeso il marocchino R.L., 35 anni, di Santorso, al centro di una complicata vicenda giudiziaria che potrebbe costargli, se provata, molto cara.
Difeso dagli avv. Antonio Marchesini e Gian Nicola Fago, i legali mettono l'accento sul contesto familiare e spiegano che il loro assistito, che non può avvicinarsi alla moglie dalla quale si sta separando, è tutt'altro che un uomo rozzo. Ha uno zio fisico nucleare, venuto di recente in Italia, e si è sempre comportato correttamente.
Radicalmente diversa la versione che la giovane, assistita dall'avv. Anna Zanini, ha fornito ieri al giudice Agatella Giuffrida. Ha raccontato le sue tribolazioni nel corso di un'audizione durata un'ora e mezza. Una confessione carica di pathos perché sa che la porta col passato si è definitivamente chiusa. Ha risposto alle domande in un buon italiano, nonostante le fosse impedito di partecipare ai corsi ai quali avrebbe voluto partecipare, dimostrando di essere una donna intelligente e capace di apprendere in tempi rapidi.
L'uomo è indagato a piede libero. È accusato di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali per un'aggressione per la quale fu costretta alle cure mediche.
«Sono venuta a Santorso il 18 settembre di un anno fa - spiega - e fin da subito c'è stata l'ostilità di mia suocera. Voleva che facessi le pulizie anche da mia cognata, che portassi il velo e mi sottoponessi alle usanze più tradizionaliste. C'è stata anche la magia per vedere se ero ben accettata in casa, insomma, per me è stata subito difficile. Le ingerenze dei parenti di mio marito si sono fatte sempre più intollerabili. Fino a quando ho detto basta». L'elemento che ha scatenato la ribellione è stata l'asserita violenza sessuale.
Quello di ieri è stato il passaggio decisivo dell'inchiesta. Perché la testimonianza della presunta vittima è stata raccolta con la formula dell'incidente probatorio ed è diventata prova. Ora il gip restituirà il fascicolo al pm Peraro che, alla luce delle dichiarazioni, chiederà il rinvio a giudizio.
«Sono state settimane di grandi umiliazioni - ha riferito - perché volevo fare la mia vita e non mi è stato possibile. Volevo lavorare e invece dovevo rimanere in casa a fare la serva e questo non lo sopportavo. Mio marito dava sempre ragione a mia suocera».
Dunque, voleva emanciparsi e per rompere le catene culturali-religiose del tradizionalismo magrebino, permeato di musulmanesimo integrale, si è dovuta affidare ai carabinieri di Schio. È successo quando è fuggita da quella famiglia che non sopportava più per le continue angherie psicologiche. «Poi c'è stato lo stupro, che mi ha umiliata profondamente, e sono fuggita». Per sempre.

--- Termina citazione ---

COSMOS1:
ma guarda un po'

certo che x essere assolti ci vuole davvero tanto, ma la cosa + importante è fare la pace  :wacko:!

http://www.larena.it/stories/Cronaca/191374__stupro_a_raggio_di_sole_tutti_gli_imputati_assolti/


--- Citazione --- Stupro a Raggio di Sole tutti gli imputati assolti
VIOLENZA. La donna è stata considerata dai giudici poco attendibile
E la vittima in aula difende i presunti aguzzini
13/10/2010

«Fate uscire i miei violentatori, non hanno fatto niente di male e poi hanno già pagato».
Non capita quasi mai in aula che una vittima di violenza sessuale difenda i suoi aguzzini. Eppure cio è accaduto ieri durante l'udienza nel processo a carico di cinque romeni, tutti irreperibili e liberi, davanti al tribunale presieduto da Dario Bertezzolo con giudici a latere Silvestrini e Ferraro. Il racconto della trentaquatreenne, sviluppatosi ieri in una deposizione surreale, è poi servita ad assolvere, almeno in parte, tutti gli imputati. I giudici hanno anche ritenuto la vittima poco attendibile nel riconoscimento fotografico di chi l'aveva aggredita.
La romena di 31 anni arrivata in manette perchè detenuta a Lecce, ha sempre mantenuto nella sua improvvisata "arringa" un atteggiamento benevolo verso chi era accusato di averla aggredita nella violenza sessuale di gruppo avvenuta il 24 agosto 2008 ai giardini Raggio di Sole a Verona. «Non ero sicura del riconoscimento fotografico fatto a poche ore dal fatto in questura», ha continuato la donna rispondendo alle domande del pm Beatrice Zanotti, «anche perchè sembravano più giovani di quello che apparivano nelle foto». Una volta finita la sua deposizione, ha poi invitato il tribunale ad essere clemente con chi è finito sotto processo per quell'aggressione di poco più di due anni fa: «Siamo tutti romeni», ha detto ancora la donna, «abbiamo fatto la pace. Oramai tutto è passato, mi dispiace di cuore per queste persone». In realtà, due di loro, assistiti dagli avvocati Enrico Varali e Simone Bergamini, avevano già provato nella scorsa udienza di trovarsi da tutt'altra parte (al lago e a Zevio) al momento della violenza sessuale.
La sentenza di proscioglimento ha così messo la parola fine alla vicenda che suscitò un certo allarme sociale nell'agosto di due anni fa tra chi era solito frequentare quei giardini sui Bastioni. Tutto iniziò quando la donna arrivò ai giardini Raggio di sole, accompagnata dal cognato e incontrò alcuni connazionali. «Uno di loro», ha spiegato ieri la donna, «mi ha detto una cosa brutta e mio cognato ha preso le mie difese».
Ne è nato un parapiglia nel quale ad avere la peggio sono stati la donna, il cognato e il marito, intervenuto subito dopo per difendere moglie e fratello. Alla trentunenne, per l'accusa, è stato riservato un trattamento speciale con palpeggiamenti nelle parti intime. «Mi hanno messo le mani qui (indicando le spalle e le braccia ndr)», ha un po' alleggerito la situazione nella sua deposizione la donna. Poi ha negato che le siano state messe le mani anche sotto la maglietta. Una "deposizione assolutoria" confermata poi dalla sentenza del tribunale. G.CH.



--- Termina citazione ---

COSMOS1:
degrado, delinquenza, droga
e comunque, anche in queste condizioni, io allo stupro faccio fatica a credere: lui le restituisce il cellulare e le dice che in linea c'è il fidanzato  :w00t:

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/10_ottobre_13/ragazza-violentata-appartamento-1703943189798.shtml


--- Citazione ---
Diciannovenne litiga col fidanzato
e va a dormire dai vicini: violentata
Arrestato lo stupratore, un 32enne palestinese irregolare e pregiudicato. Ha approfittato della situazione

negli stabili abbandonati dell’ex Scalo ferroviario Farini in via Valtellina

Diciannovenne litiga col fidanzato
e va a dormire dai vicini: violentata

Arrestato lo stupratore, un 32enne palestinese irregolare e pregiudicato. Ha approfittato della situazione

Sopralluogo della polizia negli stabili abbandonati teatro della violenza (Newpress)
Sopralluogo della polizia negli stabili abbandonati teatro della violenza (Newpress)
MILANO - Una 19enne di origine marocchina ha denunciato di essere stata stuprata martedì mattina da un palestinese di 32 anni, irregolare e pregiudicato, che è stato posto in stato di fermo dalla polizia. Quella raccontata dalla ragazza, nata in Italia da genitori giunti dal Marocco, è una storia di violenza e degrado che si è consumata tra i disperati che trovano riparo negli stabili abbandonati dell’ex Scalo ferroviario Farini in via Valtellina a Milano. Sulla vicenda gli investigatori stanno ancora compiendo una serie di accertamenti per definire l’esatta dinamica di quanto accaduto.

LA LITE CON IL FIDANZATO - Secondo quanto riferito dalla ragazza, lo scorso lunedì sera, dopo aver litigato con il fidanzato marocchino 21enne che vive con lei nel complesso abbandonato, ha chiesto ospitalità per la notte ad una coppia italo-marocchina che vive in una stanza vicina. Qui è arrivato anche un palestinese che ha chiesto, come lei, di fermarsi per la notte e al quale è stato messo a disposizione un vecchio divano.

LA VIOLENZA - Poco prima delle 8 del giorno dopo i «padroni di casa» sono usciti e appena il palestinese è stato sicuro di essere solo con la 19enne l’ha aggredita, l’ha immobilizzata, l’ha spogliata e con violenza l’ha costretta ad un rapporto completo non protetto. Concluso lo stupro l’uomo si è rivestito e se n’è andato lasciando la giovane dolorante e in stato di choc sul suo giaciglio. La ragazza non aveva un telefono, aveva paura, era dolorante per le botte prese sul viso, per i segni della violenza che aveva sul corpo e non trovava il coraggio di chiedere aiuto.

LA DENUNCIA - Intorno alle 13.30 la coppia che vive nell’appartamento è rientrata e la giovane gli ha raccontato in lacrime ciò che ha subito. Verso le 16 si è presentato nuovamente il palestinese con in mano il suo cellulare e ha detto alla ragazza che in linea c’era il fidanzato 21enne. Il marocchino ha detto alla fidanzata di aver saputo che era successo qualcosa di brutto e la ragazza gli ha raccontato la violenza. Lui le ha risposto di scendere subito in strada, dove la stava aspettando. Qui i due hanno chiamato la polizia, che è intervenuta alle 17.10. Gli equipaggi delle Volanti si sono messi subito sulle tracce del palestinese, che è stato bloccato nella stanza che occupava in uno degli edifici abbandonati. La ragazza è stata quindi accompagnata al Centro soccorso violenze sessuali della clinica Mangiagalli e poi in Questura. dove ha sporto denuncia contro il palestinese. L'uomo è indagato anche per possesso di stupefacenti, dopo che gli agenti hanno sequestrato nella sua stanza tre grammi di cocaina e otto di hashish.
--- Termina citazione ---

COSMOS1:
 :w00t:
siamo sempre + al paradosso!

si conoscono via internet
lui la molla
lei si mette a cercarlo fingendo di essere un commissario di polizia  :w00t:
la beccano e la condannano per abuso di funzioni pubbliche
a questo punto denuncia la violenza!  :w00t:
e qualcuno (di nome Giovanni Zorzi, di professione pm) le va dietro e rinvia lui a giudizio?  anzichè indagare lei per simulazione di reato? :hmm:
ma è possibile che i soldi delle nostre tasse vengano sprecati così?  :mad:

Gazzettino del 16/10/2010, pg.XIII ed.locale


--- Citazione ---IL CASO
Rispose a un’inserzione on line, ma la donna lo ha denunciato: operaio a giudizio per violenza sessuale
Da internet al sesso, ma finisce male
L’infermiera sostiene che non voleva rapporti completi, lui che è una ritorsione per la fine della relazione

Sabato 16 Ottobre 2010,
Mette un’inserzione su Internet alla ricerca di uomini; ne conosce uno con cui intrattiene una breve relazione e, alla fine, a storia conclusa, lo denuncia per violenza sessuale.
      È approdata in un’aula di giustizia la vicenda che riguarda un’infermiera cinquantenne, in servizio alla Ulss, ieri costituitasi parte civile contro il presunto violentatore con l’avvocato Michela Lupi. Lui, 55 anni, operaio di Mestre (di cui omettiamo il nome per impedire che possa essere identificata la presunta vittima), è stato rinviato a giudizio dal gup Luca Marini: dovrà comparire davanti al Tribunale il prossimo 11 gennaio.
      La storia, piuttosto complicata, risale all’estate del 2007. La donna, sposata e con due figli, inserisce un’inserzione su un noto sito di incontri online e per un breve periodo intrattiene contatti via chat con l’operaio mestrino. Poi i due decidono di incontrarsi e hanno una breve relazione con rapporti sessuali. E qui le versioni divergono: l’uomo assicura che lei era consenziente; la donna ribatte di non aver voluto che quei rapporti fossero completi.
      Di sicuro c’è che la donna viene fermata dalla polizia nel mese di luglio mentre, con un falso tesserino della polizia, ferma i passanti qualificandosi come commissario mostrando una fotografia dell’operaio: «Lo conoscete?», chiede loro. Episodio per il quale finisce sotto inchiesta e, successivamente, patteggia una pena pecuniaria per abuso di funzioni pubbliche. Portata al commissariato, la donna racconta tutta la storia di Internet e della relazione intrattenuta con l’operaio, ed è in questa occasione che per la prima volta parla della presunta violenza di cui sarebbe stata vittima: la denuncia viene poi formalizzata nel successivo mese di agosto.
      L’operaio, assistito dall’avvocato Jacopo Trevisan, si difende assicurando di non aver fatto nulla più di quanto la donna non volesse fare. E sostiene che la denuncia è stata sporta per ritorsione, in quanto non aveva accettato la decisione di porre fine alla breve relazione: così si spiegherebbe anche la "sceneggiata" del tesserino da poliziotto, attraverso la quale stava cercando di rintracciarlo, dopo un appuntamento al quale non si era presentato.
      Nel corso dell’udienza preliminare non si è potuti entrare nel merito della vicenda e il gup ha rinviato a giudizio l’operaio, come richiesto dal pm Giovanni Zorzi: soltanto il processo potrà chiarire come sono andate effettivamente le cose.
      Gianluca Amadori

--- Termina citazione ---

COSMOS1:
strano che gli inquirenti siano prudenti
strano, molto strano

[lui la carica a forza in macchina, poi la porta in aperta campagna -> perchè lei non reagisce? lui ha le mani sul volante, lei ha il telefonino  :hmm:]

http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/cronaca/2010/10/16/400488-ragazza_picchiata_stuprata.shtml


--- Citazione ---Ragazza picchiata e stuprata
Trovata di notte in campagna

Un uomo, di cui al momento non sono state rese note le generalità, avrebbe caricato con la forza la vittima per poi abusarne sessualmente. Subito dopo la violenza, la giovane ha chiamato con il telefonino i carabinieri

Fermo, 16 ottobre 2010 - L’avrebbe fatta salire in macchina, condotta in un luogo appartato e, dopo averla picchiata selvaggiamente, l’avrebbe stuprata. La Procura della Repubblica di Fermo indaga su uno sconcertante episodio di violenza, avvenuto domenica notte a Porto Sant’Elpidio, di cui è rimasta vittima una giovane del posto.
 

Il fatto è accaduto durante la notte nelle campagne della zona nord della città. Era da poco passata l’una quando un uomo, di cui al momento non sono state rese note le generalità, avrebbe caricato con la forza la vittima per poi stuprarla. Subito dopo la violenza, la ragazza ha chiamato con il telefonino i carabinieri, che sono immediatamente intervenuti sul posto. La giovane, dopo un breve ricerca, è stata ritrovata nelle campagne elpidiensi con i vestiti strappati, senza indumenti intimi e con numerosi lividi addosso.

Sul luogo dello stupro sono intervenuti anche i sanitari del 118 che, dopo le prime cure, hanno condotta la vittima al pronto soccorso. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Fermo, Maria Carla Sacco, sono ora in mano al settore reati contro le persone deboli della polizia giudiziaria. A seguito degli elementi raccolti e della testimonianza della vittima, gli inquirenti hanno identificato il presunto violentatore, ma tutto è ancora tenuto nel massimo riserbo.

La giovane violentata ha riconosciuto il suo aggressore, ma la vicenda avrebbe ancora dei contorni misteriosi sui quali gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza. In un primo momento si era sparsa la voce che lo stupratore avesse un complice, ma quest’ipotesi, con il passare delle ore, sta scemando sempre più. La Procura delle Repubblica, aspetta di avere le idee più chiare prima di diffondere maggiori particolari sul violentatore e sulla presunta vittima.

--- Termina citazione ---

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