In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne

Ancora stupri: tutti falsi!

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COSMOS1:
grande confusione sotto il cielo
dunque:
ammettiamo che sia stata costretta ad un rapporto sessuale senza consenso
difficile si possa imputare all'uomo, lui ha pagato e riteneva di aver a che fare con una prostituta
non è uno stinco di santo (evidente) ma mi pare difficile credere che abbia dimostrato una predisposizione per i rapporti estorti
dalla dinamica raccontata proprio dall'accusa (ammesso che le cose siano andate così) a lui si può rimproverare solo di aver ottenuto un rapporto mercenario
anche a voler credere all'accusa, l'orco è la zia
come mai le paucineuroniche di questo non se ne sono accorte? come mai non hanno chiesto la riconsegna delle chiavi all'orchessa?

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=129734


--- Citazione ---«Venduta dalla zia in cambio di cocaina»
L'odissea di Chiara, stuprata a 17 anni
Il pm chiede dieci anni per il violentatore. Lui: mai frequentato quelle donne. La zia della ragazza è morta alcuni mesi fa

di Isabella Faggiano

ROMA (7 dicembre) -

E’ la vicenda terribile che ieri ha convinto il pm romano Gianfederica Dito a chiedere una condanna esemplare, a dieci anni di reclusione, per Franco Pappalardo, l’uomo che due anni fa violentò  :hmm: Chiara. Demolendo anche i suoi sogni di adolescente e la sua fiducia nell’unica parente che aveva dimostrato interesse per lei  :hmm:. Ma andiamo con ordine.

Quella di Chiara è la storia di una ragazzina di borgata, ribelle fin da bambina. Nata da genitori tossicodipendenti, aveva solo due anni quando i servizi sociali la affidarono ad una coppia di amici di famiglia. Un’esperienza durata ben poco, perché anche i ”nuovi” genitori non furono considerati adatti ad educare una bambina. Così, a otto anni, Chiara cominciò una lunga odissea nelle case di accoglienza; una condizione che non ha mai voluto accettare, che non ha mai saputo apprezzare, almeno fino a quando non è caduta in quella trappola.

Chiara desiderava una famiglia normale ed è per questo che, diventata adolescente, ha cercato di riallacciare il rapporti con sua zia Giuseppina... Alla fine Chiara ebbe il permesso di trascorrere alcuni giorni al mese in casa della zia, per avviare un percorso legale che avrebbe portato all’affidamento definitivo alla donna. Fu proprio in uno di questi periodi, un paio di anni fa, che si verificò l’episodio che con grande travaglio Chiara è riuscita a confidare prima ad una suora e poi all’assistente sociale che la seguiva. E da quel momento ha cominciato ad apprezzare l’amore delle religiose che l’hanno cresciuta placando al tempo stesso la sua inquietudine, quella voglia di scappare via dall’unico posto che invece l’aveva protetta fino a quel momento.

Era accaduto che proprio la zia Giuseppina, quando le carte per l’affido erano ormai quasi pronte, la costrinse ad avere un rapporto sessuale con un uomo in cambio di una dose di cocaina. Chiara ha trovato la forza di descrivere cosa accadde il giorno della violenza, in una data non precisata, tra la fine del mese di febbraio e gli inizi di marzo del 2008. Era con la zia; era stata lei a condurla a casa di Franco Pappalardo, a Monte Mario. Lui era in camera da letto, a torso nudo, indossava soltanto dei boxer. È probabile che attendesse il loro arrivo. La bustina con la cocaina per Giuseppina era già pronta. La donna non aveva i soldi per pagare, e saldò il debito con una leggera pressione sulla spalla di Chiara, offrendola all’uomo, spingendola sul suo letto per poi uscire dalla stanza.

Mentre Chiara stava vivendo il momento più brutto della sua vita, lei era dietro la porta ad aspettare; la sentiva urlare,  :wacko:ascoltava ogni sua richiesta di aiuto, ma non fece nulla per sottrarla alla violenza. Dopo aver consumato un rapporto sessuale, l’uomo voleva andare oltre  :hmm: [oltre dove?]. Ma Chiara riuscì a opporsi, evitando così di essere vittima di un’ulteriore violenza.

Franco Pappalardo, ascoltato ieri in aula, si è dichiarato innocente. Ha negato anche di conoscere la vittima. L’avrebbe vista per la prima volta in tribunale, proprio in occasione del processo. La zia Giuseppina, invece, la conosceva, ma soltanto di vista: «Abita nel palazzo di fronte al mio - dice l’imputato - non sapevo nemmeno quale fosse il suo nome completo. L’ho sempre chiamata Pina. A casa mia non è mai venuta». Ma Chiara, durante le indagini, ha riconosciuto il suo carnefice in fotografia, tra le tante mostratele. È stata portata dagli inquirenti nella casa degli orrori, ha ricostruito tutto, ha descritto ogni dettaglio di quel luogo, ogni azione di quella giornata. Ora Franco Pappalardo è agli arresti domiciliari. La zia, invece, indagata fin dall’inizio, è deceduta nei mesi scorsi, a causa delle cattive condizioni di salute. In aula, il legale di parte civile Rossella Benedetti ha condiviso la richiesta del pm a dieci anni di carcere, per l’accusa di stupro di gruppo, in concorso con la zia deceduta. L’avvocato della difesa, Alberto Crasta, invece, ha chiesto l’assoluzione del suo assistito. La sentenza arriverà entro la fine del mese.

--- Termina citazione ---

COSMOS1:
ai cattolici si rimprovera l'inquisizione, l'aver bruciato un numero indefinito di streghe, la superstizione, eccetera. Tutte accuse senza fondamento, sicuramente rivolte al passato e comunque difficili da documentare.
ma chi avrebbe detto che in un paese occidentale nel XXI secolo qualcuno possa essere incriminato per aver "ipnotizzato" la vittima?  :w00t:
di x sè, ad un argometo del genere si dovrebbe rispondere in un modo solo, con una grande risata!
ma la moglie è impazzita, dicono i giornali, ed ha amazzato di due figli, di 5 anni uno, di 11 mesi l'altro. Su questo non si può ridere. Si può solo dire che se una giustizia attende i giudici nazisti che mandarono al forno gli oppositori del regime, una giustizia attende anche i giudici britannici!

http://www.leggo.it/articolo.php?id=95108&sez=ESTERI


--- Citazione ---'SANTONE' IPNOTIZZA BIMBA E LA STUPRA PER 10 ANNI FOTO
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La pagina del Daily Mail

Ha ipnotizzato e violentato una bambina per quasi dieci anni, approfittando della sua posizione di psichiatra-'santone' per soddisfare le sue pulsioni di pedofilo. E' ora sotto processo a Manchester il 45enne Martin Smith, denunciato dalla ragazzina, stuprata dall'età di 7 anni a quella di 16, nel 2007 dopo quasi dieci anni di abusi. Dopo la denuncia, Smith si trasferì dall'Inghilterra alla Spagna insieme alla moglie Lianne e alla figlia di 5 anni Rebecca, ma nella scorsa primavera l'estradizione lo ha costretto a fare il viaggio all'inverso. Smith deve rispondere di tre capi d'accusa di stupro, tre di tentato stupro, quattro di aggressione e uno di violenza su minore.
La storia dello psichiatra e della sua famiglia ha creato scandalo oltre Manica, per via del tragico epilogo che ha coinvolto i figli di Smith e di Lianne: pochi giorni dopo l'estradizione, infatti, i due bambini, Rebecca e il piccolo Daniel, di 11 mesi, vennero trovati morti in una stanza d'albergo a Lloret de Mar, non lontano da Barcellona, uccisi dalla madre, impazzita dopo l'arresto di Martin. Lianne è ora in una struttura psichiatrica a Girona, in Catalogna.
Gli abusi da parte del medico, si è saputo in udienza, iniziarono nel 1995 ed andarono avanti fino al 2004: se nei primi anni Smith, dopo averla ipnotizzata, si limitava a molestarla, col passare del tempo le molestie diventarono veri e propri stupri.

--- Termina citazione ---

PS in questi giorni la lobby femminazista è a corto di "terribili casi di stupro e violenza" in Italia. Per cui si accanisce con Assange e scova il mostro inglese. Ma dove saranno mai i 3 casi ogni due giorni di Milano, senza contare il resto del paese?  :w00t:

Jason:
 :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: Questo è un Epic Epic Epic Epic Fail  :lol: :lol: :lol: :lol:
Prima mammina parla di presunti abusi ( appunto, PRESUNTI...), poi spera per il bene di sua figlia che emerga che non c'è stato nessun abuso  :w00t: :w00t: :w00t: :w00t:
Gentile signora, è caduta nella trappola !  :clapping: :clapping: :clapping: :fiocco:


http://sites.google.com/site/aiutatemiafiglia/aiutate-mia-figlia



--- Citazione ---Aiutate mia figlia



Premetto sono madre di una bellissima bambina di appena quattro anni e mezzo, mia unica figlia, che vive con me a Treviso, città dove da recente mi sono trasferita per esigenze lavorative da un paese del veronese. Infatti, in qualità di psicologa e di insegnante abilitata, ho avuto da un lato un incarico libero professionale presso una struttura sanitaria privata nonché un incarico annuale di supplenza per l’insegnamento presso una locale scuola materna. Tengo a precisare che in questa sede, nonostante ciò che racconto trovi riscontro in atti ormai pubblici, non posso fornire i dati identificativi di nessuno dei protagonisti di questa triste storia solo al fine di evitare che vengano strumentalizzati ai danni miei e di mia figlia.

Avanti il Tribunale di Verona pende il procedimento di separazione giudiziale tra me e mio marito, nonchè ,  presso la Procura della Repubblica sempre di Verona, dei procedimenti penali a carico di mio marito relativi a 4 denunce da me presentate riguardo a presunti abusi da lui perpetuati su nostra figlia.

Ad oggi mi trovo a vivere insieme alla mia piccola una situazione aberrante che vede mia figlia considerata dalle preposte autorità competenti come un semplice ed amorfo essere vivente senza invece  tenere presente la sua condizione interiore in qualità di essere umano!!

Mi riferisco, infatti,  al fatto che a breve dovrei ricevere a casa mia la visita di operatori sociali i quali, sulla base di una ordinanza del Giudice della separazione, mi chiederanno di consegnargli mia figlia per poi portarla lontano da me, precisamente nel veronese, per essere collocata presso un istituto per minori. Tale grave decisione del Giudice della separazione nascerebbe da una duplice valutazione deduttiva: da un lato, il fatto che relativamente ai procedimenti penali pendenti il magistrato competente ne avrebbe richiesto l’archiviazione, dall’altro il fatto che da una relazione peritale effettuata da incaricati dello stesso Giudice della separazione, vertente sulla “capacità genitoriale” dei genitori della minore, sia il padre  che io madre siamo stati ritenuti ” inadeguati”.

L’assurdo di tutto quanto sopra detto riguarda la circostanza che nonostante  le denunce da me presentate sui presunti abusi ai danni di mia figlia ad opera del padre fossero legittimate dal fatto che era proprio la bambina che spontaneamente veniva a riferirmi su quanto le accadeva durante gli incontri con il papà e che le stesse cose la bambina le riferiva pure al mio avvocato ed a due psicologi che ne dichiaravano ufficialmente l’attendibilità, da 2 anni sono ancora in attesa che qualcuno degli organi inquirenti ascolti ufficialmente mia figlia! Al contrario, ci si preoccupa di richiedere l’archiviazione dei relativi procedimenti penali solo sulla base di deduzioni non suffragate dall’unico elemento oggettivo di prova che avrebbe potuto fornire solo mia figlia!!!!

Da madre devo ammettere che, nonostante il mio personale convincimento su quanto più volte riferitomi da mia figlia in merito ai presunti abusi, nutro la speranza, per il bene psicofisico dalla piccola, che ad una audizione ufficiale della bambina emerga inconfutabilmente il dato oggettivo che la stessa non abbia effettivamente mai subito niente di male!!! Ma fino a quando qualcuno degli organi competenti non si degnerà di voler sentire ciò che ha da dire mia figlia, NESSUNO, compresa me, potrà trarre conclusioni ed emettere sentenze che potrebbero avere delle gravissime ripercussioni sul futuro dello stato di salute psicofisica della bambina!!!

 Relativamente alle conclusioni dei periti nominati dal Giudice in merito al mio profilo psicologico, sfido qualsiasi madre nelle mie stesse condizioni a restare impassibile, serena, a dormire la notte ed a non avere ansie e preoccupazioni!!! Anzi, verosimilmente a differenza di altre madri, io mi sono mantenuta, anche se con grande sforzo,da un lato equilibrata così da riuscire a continuare a lavorare e badare alla crescita positiva di mia figlia, dall’altro lato lucida e ponderata tanto da non dare libero sfogo a quei naturali impulsi di reazione che in queste situazioni nascono spontanei. Infatti, fino all’ultimo, nonostante l’evolversi negativo degli eventi, ho continuato ad avere fiducia nella giustizia e negli apparati di assistenza, tanto da continuare, anche contro il volere di mia figlia, a portare settimanalmente la stessa agli incontri con il padre, pregando che al ritorno la bambina non mi venisse più a raccontare di “…SCHIFEZZE…” subite!!!

 

 MA ADESSO BASTA!!! DOPO L’ULTIMO PRESUNTO EPISODIO DI ABUSI SUBITI DALLA BAMBINA, GIA’ DENUNCIATO, NON INTENDO PIU’ ACCONDISCENDERE A TALE SITUAZIONE. PERTANTO, AL POSTO DI SCAPPARE COME FAREBBE QUALCHE ALTRA MADRE, RIMARRO’ IN CASA CON MIA FIGLIA IN ATTESA CHE IL MAGISTRATO COMPETENTE, ANCHE SULLA BASE DI UN INTERVENTO ANCORA PIU’ INCISIVO DA PARTE DEL MIO AVVOCATO, SI DECIDA AD ACCOGLIERE L’ISTANZA DI AUDIZIONE DELLA BAMBINA AL FINE DI VERIFICARE UNA VOLTE PER TUTTE LA VERITA’!!!! SE POI, NELL’ATTESA CHE CIO’ SI VERIFICHI, QUALCHE ASSISTENTE SOCIALE, MAGARI ACCOMPAGNATO DA UN UFFICIALE GIUDIZIARIO O POLIZZIOTTO, BUSSERA’ ALLA MIA PORTA PER PRENDERSI MIA FIGLIA DOVRA’ PASSARE SUL MIO CORPO PRIMA DI RIUSCIRE A STRAPPARMI LA BAMBINA!!!

 

Oggi mi sono trovata costretta a dare risonanza mediatica a questa mia storia, tanto da essere stata intervistata ed essere apparsa, in maniera riservata, in un servizio di “Studio Aperto” su Italia uno e su una emittente locale “Rete Veneta” nonché sui quotidiani del Corriere della Sera (pagina di Treviso e Verona), il Gazzettino e la Tribuna di Treviso. Inoltre, ho richiesto l’intervento del Ministro di Grazia e Giustizia, del quale ho già contattato la segreteria.

SPERO CHE ANCHE QUESTO MIO ENNESIMO GRIDO DI AIUTO POSSA ESSERE ASCOLTATO DAI PIU’ E CHE QUINDI QUALCUNO SI MOBILITI, INSIEME A ME E A CHI VORRA CONDIVIDERE LA CAUSA, AL FINE DI UNA SENSIBILIZZAZIONE DEGLI ORGANI COMPETENTI PERCHE’ VENGA SUBITO BLOCCATA L’ESECUTIVITA’ DELL’ORDINANZA DEL GIUDICE CHE DISPONE L’ALLONTANAMENTO DI MIA FIGLIA DA ME E CHE, QUINDI, SI PROCEDA ALL’AUDIZIONE DELLA BAMBINA PER RISALIRE ALLA “VERA VERITA’ ”.

GRAZIE DI CUORE                                    

                                                                     UNA MAMMA DISTRUTTA

Sosteniamo con la nostra FIRMA ON LINE tramite il link sottostante questa madre che sta lottando per non farsi sottrarre la figlioletta dalle stesse autorità che dovrebbeo proteggerla, VI PREGO AIUTATEMI.
--- Termina citazione ---

COSMOS1:
 :w00t: rigurgito di coscienza?

questo è un falso stupro confesso!  :D

http://www.lunico.eu/2010121033530/cronaca/violenza-sessuale-racconta-tentato-stupro-ma-non-denuncia.html


--- Citazione ---Violenza sessuale: racconta tentato stupro, ma non denuncia    
Venerdì 10 Dicembre 2010 17:23

Ha detto di essere stata avvicinata in spiaggia, ad Anzio, da due stranieri che l'hanno costretta ad entrare nella loro macchina con la forza tentando di violentarla ma di essere poi riuscita a scappare. È quanto raccontato ieri una ragazza di 19 anni alla polizia del commissariato di Anzio-Nettuno, vicino Roma. Ma oggi la giovane, quando è stata nuovamente ascoltata dagli agenti, non ha confermato le sue stesse parole. La donna, che vive a Nettuno, ieri notte aveva chiamato il 113 per denunciare un tentato stupro. Una volta portata all'ospedale di Anzio non è stato riscontrato alcun segno di violenza. Questa mattina, interrogata nuovamente dagli agenti, la ragazza ha detto di non aver nulla da denunciare.


--- Termina citazione ---

COSMOS1:
quando si dice poco di buono...

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/10-dicembre-2010/effusioni-luci-rosse-tre-arrestati-stupro-gruppo-18146878472.shtml



--- Citazione ---«Effusioni a luci rosse in tre»
Arrestati per stupro di gruppo
Verona, ventenne accusa due ragazzi cubani incontrati domenica notte in un locale. «Tutto falso: lei era consenziente». Scarcerato uno dei due
Il giudice Monica Sarti non ha adottato alcun provvedimento restrittivo


VERONA - Quatto quatto, si sarebbe avvicinato al letto su cui l'amico e una ragazza si stavano lasciando andare ad accalorate «effusioni» d'amore e, proprio sul più bello, avrebbe iniziato ad «accarezzare» la donna. Dapprima sfiorandola soltanto, poi toccandola. O meglio, secondo l'accusa, palpeggiandola nel vero senso del termine. Tanto che la giovane, appena si sarebbe resa conto di quei presunti approcci fisici che stava ricevendo da un uomo che non era il partner con cui stava condividendo un rapporto sessuale, sarebbe sobbalzata di scatto e avrebbe immediatamente iniziato a protestare senza esitazione. Arrivando a schiaffeggiare il «terzo incomodo» e correndo subito dopo a denunciare tutto alla polizia. Già l'indomani mattina gli agenti hanno stretto le manette ai polsi dei due ragazzi accusandoli di violenza sessuale di gruppo: a conclusione dell'udienza di convalida, però, il giudice Monica Sarti ne ha lasciato in carcere soltanto uno. Ovvero, il «terzo incomodo».

Il tutto sarebbe accaduto tra domenica sera, quando i tre si sono incontrati ballando in un noto locale di Bussolengo, e lunedì mattina, data del duplice arresto di Moreno Juniel, trent'anni, e dell'amico Pedro Aseredo, ventidue anni. Entrambi di origini cubane, lavorano nel Veronese come operai e risultano incensurati e con regolare permesso di soggiorno. In carcere, dopo l'udienza di ieri mattina, è rimasto il solo Juniel, difeso dall'avvocato Massimo Pinelli. In libertà, invece, è tornato Aseredo, assistito dal legale Paolo Pellicini. La presunta vittima è colombiana e ha vent'anni. Ambedue i ragazzi arrestati dalla polizia, ieri, anziché trincerarsi nel silenzio hanno preferito raccontare al giudice la propria versione dei fatti: Juniel, innanzitutto, avrebbe negato di aver toccato la ragazza; Aseredo, invece, ha sostenuto di non essersi reso conto di alcunché.

A conclusione dell'interrogatorio di garanzia, il giudice ha deciso di non convalidare alcun provvedimento restrittivo, visto che gli arresti non sarebbero stati giustificati dalla flagranza di reato. Quando alla duplice richiesta di misura cautelare avanzata dalla procura, il gip Sarti ha disposto il carcere per il solo Juniel, ritenendo la versione della ragazza credibile e non viziata da istinto di vendetta. D'altro canto, invece, il magistrato ha decretato la scarcerazione di Aseredo, non riscontrando a suo carico indizi di colpevolezza. Stando a quanto emerso finora dalle indagini, tra la donna e Aseredo ci sarebbe stato un rapporto di sola amicizia che si protraeva ormai da qualche mese.

Nulla di più fino a domenica sera quando, complici la musica e l’atmosfera del locale di Bussolengo, tra i due sarebbe scoccata la più classica delle scintille. A loro si sarebbe unito anche Juniel, che li avrebbe seguiti a casa di Pedro. Da quel momento in poi, però, le versioni dei tre divergono, con la donna che accusa il «terzo incomodo », a cui avrebbe anche tirato uno schiaffo, quest’ultimo che respinge ogni addebito e Aseredo che non si sarebbe reso conto di alcunché di strano. Quando si dice punti di vista...

La. Ted.
10 dicembre 2010


--- Termina citazione ---

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