http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_febbraio_2/assolto-ispettore-polizia-stupro-nigeriana-corelli-181382256986.shtmlVia Corelli, assolto l'ispettore di polizia
accusato di violenze su una nigerianaLa ragazza aveva raccontato che l'uomo era entrato nel suo letto e che giorni dopo l'aveva picchiataMILANO - È stato assolto con formula piena l’ispettore di polizia Vittorio Addesso, in servizio al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, che era accusato di violenza sessuale aggravata per aver aggredito una nigeriana, quando si trovava nel Cie, pochi giorni prima della rivolta dell’agosto 2009. La sentenza di assoluzione è stata emessa con rito abbreviato dal gup di Milano, Simone Luerti. Lo stesso pm Gianluca Risco aveva chiesto l’assoluzione. L’ACCUSA - Il poliziotto era accusato di aver molestato la donna, J.O., 28 anni, mentre si trovava distesa sul materasso nella sua camera nell’agosto del 2009. La donna aveva parlato del tentativo di violenza già nel 2009, nel corso di un processo in cui era imputata a Milano per la rivolta avvenuta nel Cie (per quei fatti la giovane era stata condannata a sei mesi). La nigeriana poi aveva confermato le accuse nel corso di un incidente probatorio nel giugno del 2010. «Una sera di agosto, prima delle proteste del 13 - ha detto la ragazza - l’ispettore Addesso venne in camera mia mentre stavo dormendo, s’infilò nel letto e iniziò a toccarmi». Testimoni dell’episodio sarebbero stati un’altra ospite del centro e un operatore della Croce Rossa. Quest’ultimo, stando sempre alle parole dell’imputata, avrebbe cercato di minimizzare di fronte alla reazione impaurita della ragazza, dicendo che l’ispettore «stava scherzando». In precedenza, ha raccontato ancora la donna (imputata assieme ad altri 13 immigrati), «mi aveva detto che mi avrebbe fatto uscire dal centro, se accettavo di avere un rapporto con lui, fuori». La sera dei disordini, invece, ha spiegato ancora l’immigrata, «l’ispettore mi ha colpito quattro volte, una con un pugno in faccia». «Ci chiediamo se tanta attenzione alle garanzie dell’imputato - hanno spiegato i legali della giovane, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini - sarebbe stata osservata a parti inverse. È infatti la parola di una straniera contro un rappresentante dello Stato». ] MILANO - È stato assolto con formula piena l'ispettore di polizia Vittorio Addesso, in servizio al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, che era accusato di violenza sessuale aggravata per aver aggredito una nigeriana, quando si trovava nel Cie, pochi giorni prima della rivolta dell'agosto 2009. La sentenza di assoluzione è stata emessa con rito abbreviato dal gup di Milano, Simone Luerti. Lo stesso pm Gianluca Risco aveva chiesto l'assoluzione.
L'ACCUSA - Il poliziotto era accusato di aver molestato la donna, J.O., 28 anni, mentre si trovava distesa sul materasso nella sua camera nell'agosto del 2009. La donna aveva parlato del tentativo di violenza già nel 2009, nel corso di un processo in cui era imputata a Milano per la rivolta avvenuta nel Cie (per quei fatti la giovane era stata condannata a sei mesi). La nigeriana poi aveva confermato le accuse nel corso di un incidente probatorio nel giugno del 2010. «Una sera di agosto, prima delle proteste del 13 - ha detto la ragazza - l'ispettore Addesso venne in camera mia mentre stavo dormendo, s'infilò nel letto e iniziò a toccarmi». Testimoni dell'episodio sarebbero stati un'altra ospite del centro e un operatore della Croce Rossa. Quest'ultimo, stando sempre alle parole dell'imputata, avrebbe cercato di minimizzare di fronte alla reazione impaurita della ragazza, dicendo che l'ispettore «stava scherzando». In precedenza, ha raccontato ancora la donna (imputata assieme ad altri 13 immigrati), «mi aveva detto che mi avrebbe fatto uscire dal centro, se accettavo di avere un rapporto con lui, fuori». La sera dei disordini, invece, ha spiegato ancora l'immigrata, «l'ispettore mi ha colpito quattro volte, una con un pugno in faccia». «Ci chiediamo se tanta attenzione alle garanzie dell'imputato - hanno spiegato i legali della giovane, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini - sarebbe stata osservata a parti inverse. È infatti la parola di una straniera contro un rappresentante dello Stato».