| Sequestrata e violentata a villa Borghese "Gridavo: ho l'Aids. Ma lui continuava" Il dramma di una turista americana portata in una cabina elettrica. L'uomo, un romeno di 29 anni, l'ha invitata nella sua "casa nel parco" E lì l'ha stuprata La studentessa, di origine filippina, ha fatto amicizia con il suo aggressore nei dintorni di Termini di MASSIMO LUGLI
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Sequestrata e violentata a villa Borghese "Gridavo: ho l'Aids. Ma lui continuava" I luogo dello stupro alla Villa Borghese e la botola dove viveva il romeno
Violentata in una stamberga ricavata da una vecchia cabina sotterranea dell'elettricità, a Villa Borghese. Un incubo per una ragazza americana di 27 anni, di origine filippina, sequestrata e stuprata la sera di martedì da un romeno di 29 anni che si era costruito un rifugio nel parco, all'altezza del curvone del Muro Torto. L'aggressore, Ion Julien Petron, 29 anni, è stato ammanettato poche ore più tardi dagli agenti del vicequestore Carmine Belfiore, dirigente del commissariato Viminale. La giovane donna è ancora a Roma per gli ultimi accertamenti investigativi, assistita dall'ambasciata Usa.
Tutto è cominciato con un incontro casuale a piazza della Repubblica. Jane (chiamiamola così) vive in California ma, attualmente, sta studiando in Spagna per diventare assistente all'infanzia. In questo periodo le sono capitati cinque giorni di vacanza e la studentessa ha deciso di approfittarne per venire in Italia. L'albergo, in via Palestro, l'ha trovato on line ma qualcosa nella prenotazione è andato storto perché martedì per Jane non c'era più posto.
Verso le 20, la studentessa ha fatto un giro a piedi nei dintorni di Termini dove si è informata sul prezzo di una grossa borsa esposta a una bancarella. La cifra, all'inizio, le sembrava eccessiva ma alla fine si è convinta ed è tornata sui suoi passi. Qui ha incontrato tre giovani romeni, una coppia e Julien, che hanno attaccato discorso in inglese. Rassicurata dalla presenza della ragazza, Jane ha chiacchierato con i tre e quando il ragazzo e la ragazza si sono allontanati, è rimasta sola con il ventinovenne. Il giovane, inizialmente si è mostrato gentile e premuroso: con una galanteria d'altri tempi si è addirittura tolto il giubbotto per offrirlo alla studentessa, che tremava di freddo.
Senza intuire le intenzioni dell'uomo, la studentessa gli ha confidato che stava cercando un posto per dormire. "Vieni con me, ti accompagno io, non c'è problema" ha risposto il romeno. I due sono saliti su un bus e ne sono scesi circa venti minuti più tardi. La ragazza è rimasta perplessa quando il suo accompagnatore si è incamminato nel parco ma lo ha seguito. Il romeno si è fermato davanti a una botola di cemento che nascondeva una vecchia cabina elettrica dismessa da anni e l'ha sollevata. Un po' allarmata, la giovane donna lo ha seguito e a questo punto è scattata l'aggressione.
"Mi è saltato addosso, ha cominciato a palparmi e a baciarmi dappertutto - ha raccontato, sconvolta, la giovane donna alla polizia - ho tentato di divincolarmi e di invocare aiuto ma lui mi ha messo una mano sulla bocca per impedirmi di gridare e mi ha stretta il collo. Ero troppo spaventata per lottare e l'ho lasciato fare. Mi ha spogliata ma quando stava per violentarmi gli ho detto che ero malata di Aids sperando di scoraggiarlo. Invece si è limitato a usare un profilattico".
Dopo lo stupro, la donna ha potuto rivestirsi e l'aggressore, convinto di averla ormai in suo potere, è uscito insieme a lei. Jane però stava solo aspettando il momento propizio per fuggire e, all'improvviso, si è lanciata di corsa in direzione di piazzale Flaminio. Qui ha chiesto aiuto a un passante, nei pressi della fermata del metrò e l'uomo ha chiamato la polizia. Soccorsa dagli agenti di una volante, la studentessa era troppo shockata per riuscire a raccontare l'accaduto e i poliziotti hanno dovuto aspettare l'arrivo di una funzionaria dell'ambasciata Usa, che l'ha rassicurata. Nelle ore successive, la ventisettenne ha ricostruito l'accaduto e ha accompagnato gli uomini del commissariato nel luogo dove era stata brutalizzata. Quando gli agenti sono entrati nella vecchia cabina dell'elettricità, il romeno stava dormendo tranquillamente. |