In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne

Ancora stupri: tutti falsi!

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COSMOS1:
cinque ragazzi, i 4 minorenni hanno scontato 7 anni, il maggiorenne 13
perchè? per concludere in fretta le indagini?



--- Citazione ---Recensione The Central Park Five (2012)
Ingiustizia è fatta
a cura di Antonio Cuomo pubblicato il 26 maggio 2012
Il cuore di The Central Park Five è il racconto dei cinque ragazzi ingiustamente condannati, con le loro voci e le loro emozioni nel descrivere gli eventi e le loro reazioni ad essi.


Il 19 Aprile 1989 una donna venne stuprata in Central Park a New York. Un crimine che scosse gli animi degli abitanti della Grande Mela, perchè avvenuto come culmine del degrado sociale in cui si stava sprofondando. Era indispensabile per le forze dell'ordine dimostrare di avere in pugno la situazione e chiudere rapidamente ed efficacemente il caso. E lo fecero: proprio quella sera gli agenti avevano preso in custodia alcuni ragazzi che razziavano il parco aggredendo i passanti e l'interrogatorio a loro carico virò sullo stupro, partendo dalla convinzione che potessero sapere qualcosa.
Interrogati per ore, vessati, aggrediti, cinque di loro confessarono un crimine che non avevano commesso, nella speranza di terminare quel supplizio, e questo fu un errore senza possibilità di ritorno: a nulla valsero le incongruenze delle diverse deposizioni, il test del DNA che li scagionava, la loro colpevolezza era già stata decisa ed annunciata da tutti.

The Central Park Five: un'immagine del documentario sul caso che sconvolse New York nel 1989 Processati e condannati, quattro di loro scontarono oltre sei anni di carcere, mentre un quinto, con pena da adulto, è stato dietro le sbarre per oltre tredici anni, prima della svolta: proprio in carcere con uno di loro, Matias Reyes capisce di trovarsi di fronte a qualcuno che sta scontando la pena per un reato commesso da lui e inizia a vantarsere con gli altri detenuti. La voce gira ed arriva alle autorità che vanno le verifiche del caso. Interrogato a riguardo, Reyes conosce dettagli che solo il colpevole avrebbe potuto descrivere, inoltre il suo DNA è compatibile con quello rinvenuto sulla scena del crimine. Dopo molti anni, la verità è finalmente venuta fuori.

The Central Park Five: un'immagine del documentario sull'errore giudiziario che nel 1989 condannò cinque ragazzi per stupro The Central Park Five di Ken Burns, David McMahon e Sarah Burns racconta la vicenda, ormai celebre, dal punto di vista dei cinque ragazzi, Antron McCray, Kevin Richardson, Raymond Santana, Korey Wise e Yusef Salaam, tutti afro-americani o ispanici, dopo un efficace parte introduttiva che descrive l'esplosione di violenza che stava attanagliando New York, per far capire il contesto in cui il tutto si è verificato; per spiegare, ma non giustificare, l'eccessiva frenesia da parte di tutti nel voler trovare i colpevoli nel minor tempo possibile, per far capire come i cinque indagati fossero stati ritenuti colpevoli fin dall'inizio, creando un pregiudizio difficile da alterare.
Una precisione che si riscontra in tutta la ricostruzione dei fatti, dall'arresto al processo dei ragazzi, fino alla successiva revisione del loro caso, una volta identificato il vero colpevole.

Ma il cuore del documentario sono le dichiarazioni dei cinque ragazzi, uno solo dei quali presente soltanto come voce fuori campo perchè non ha voluto apparire in video: la sofferenza nei loro occhi nel ricordare gli eventi, l'emozione nella loro voce, lo stupore provato ancora oggi al cospetto dell'assurdità di quanto accaduto. Accanto alle dichiarazioni di chi ha seguito il caso all'epoca, da diversi punti di vista, sono proprio le voci dei ragazzi, ormai adulti, a fungere da filo conduttore per The Central Park Fivez ed è senza dubbio una scelta che funziona per dare una nuova prospettiva ad un caso di cui si è letto in forma di fredda cronaca.
Come ci informano le didascalie finali, i cinque ragazzi sono ancora in attesa del verdetto del loro processo contro la città di New York per il giusto risarcimento per delle vite segnate, al di là di ogni possibile riconoscimento economico.

--- Termina citazione ---

COSMOS1:
#18

18 mesi per un test del DNA????

http://www.agi.it/cronaca/notizie/201205261204-cro-rt10040-accusa_fidanzato_di_stupro_ma_era_calunnia_assolto_dopo_18_mesi


--- Citazione ---Accusa fidanzato di stupro ma era calunnia, assolto dopo 18 mesi

12:04 26 MAG 2012

(AGI) - Bergamo, 26 mag. - Ha accusato il fidanzato di averla violentata ma dopo un anno e mezzo di processo si e' scoperto che si era inventata tutto. E' stato assolto perche' "il fatto non sussiste" il ventenne finito sotto accusa nel novembre 2010 dopo che la ragazza (all'epoca sedicenne) l'aveva accusato di stupro. La giovane, lamentando perdite di sangue dalle parti intime causate da quella che aveva raccontato come una violenza sessuale, si era fatta visitare alla clinica Mangiagalli di Milano, i cui medici avevano denunciato l'accaduto alle autorita' trattenendo gli slip macchiati di sangue come prova.
  La stessa ragazzina aveva poi presentato denuncia sostenendo di avere subito la violenza in un parcheggio. Il ragazzo aveva da subito negato tutto dicendosi disponibile a un confronto del Dna, che non era stato ammesso. I difensori dell'imputato avevano pero' accertato che la presunta vittima non aveva trascorso la giornata con un'amica come aveva sostenuto ma con un altro ragazzo, con il quale aveva avuto un rapporto sessuale consenziente. L'amica ha ammesso di avere retto il gioco e lo ha confermato anche in tribunale, e lo stesso ha fatto il giovane al centro dell'appuntamento clandestino (pur indicando una data diversa). A questo punto e' stato fatto il confronto tra il Dna sugli slip e quello dell'imputato, di cui e' stata cosi' accertata l'estraneita' ai fatti. Gli atti a questo punto sono stati mandati alla Procura dei minori di Brescia perche' valuti se procedere contro la ragazza per calunnia. (AGI) .

--- Termina citazione ---

falseaccuse:
Brian Banks era una stella del football americano.  Ma la sua carriera finì prima di incominciare il giorno che una ragazza lo accusò di stupro.  Entrambi avevano 16 anni.

Al processo la ragazza si contraddisse e non portò alcuna prova oggettiva.

Lui rifiutò di dichiararsi colpevole e accettare 18 mesi perché era innocente.

Ma il processo era basato sul femminismo: la ragazza venne giudicata “credibile” e lui venne condannato a cinque anni e mezzo di prigione.

Alla ragazza vanno 1,5 milioni di dollari di risarcimento, pagati dalla scuola che li ospitava.

Passano gli anni.

Il giorno che esce di prigione viene contattato dalla ragazza, che gli offre l’amicizia su Facebook.  Lui avverte un investigatore che di nascosto filma l’incontro con la ragazza.

Che non è una femminista, e ammette di aver mentito, si sente in colpa e vorrebbe ritrattare tutto, ma “allo stesso tempo non voglio dover dare indietro tutti quei soldi”.

Il giorno che Brian è stato riconosciuto innocente, ancora indossava il braccialetto elettronico che devono portare i condannati per stupro.

Chissà quanti di loro sono innocenti vittime del nazi-femminismo.

Non è chiaro se la ragazza dovrà dare indietro il milione e mezzo di dollari e se verrà perseguita per calunnia. Le nazi-femministe sostengono che vederla condannata sarebbe un messaggio sbagliato per le donne, che a loro dire sarebbero vittime di violenza maschile che non trovano il coraggio di denunciare.

Il persistere nel femminismo giudiziario poterà inevitabilmente la gente a farsi giustizia da sola, appendendo le femministe colpevoli di aver trasformato il sistema legale in uno strumento anti-uomo in mano alle calunniatrici.

Il filmato con la confessione della ragazza:

//www.youtube.com/watch?v=HcFW4YeOSZA
La notizia arriva da http://espn.go.com/los-angeles/ncf/story/_/id/7967794/ex-usc-trojans-recruit-exonerated-rape-conviction ( http://www.eroine.femministe.info/2012/05/confessa-di-aver-accusato-falsamente-un-ragazzo-di-stupro-ottenendo-1-5-milioni-di-dollari/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook )

COSMOS1:
#19

due anni!

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/05/30/news/accusato-di-stupro-assolto-dopo-2-anni-1.5178642


--- Citazione ---Accusato di stupro assolto dopo 2 anni

Operaio all’Electrolux, inguaiato dall’ex convivente, si era visto congelare il permesso di soggiorno. Riabilitato in tribunale

   
di Martina Milia

PORDENONE. Dopo due anni di inferno è stato assolto. Assolto da accuse infamanti: maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale con l’aggravante di aver indotto due aborti, sfruttamento e induzione della prostituzione (per due episodi diversi) e perfino sequestro di persona.

Noho Ouattara, immigrato della Costa D’Avorio, 37 anni, operaio all’Electrolux, è di nuovo un uomo pienamente libero. Anche se il processo che pendeva sulla sua testa non l’aveva mai portato in carcere, quelle imputazioni pesantissime, per le quali era stato rinviato a giudizio due anni fa, avevano di fatto imprigionato la sua vita, impedendogli di ottenere anche il rinnovo del permesso di soggiorno.

La sua vicenda giudiziaria era nata da una denuncia presentata alla Questura di Pordenone da una coetanea ghanese, da colei che, fino a tre mesi prima della segnalazione alla polizia, era stata la sua convivente. Le accuse della donna erano molto gravi e avevano portato a indagini da parte delle forze dell’ordine che avevano portato al rinvio a giudizio e al processo. L’immigrato, infatti, non aveva voluto tentare riti alternativi professando da subito la sua innocenza.

Nel corso del processo la difesa – avvocato Laura Ferretti – ha portato in aula molti testimoni (amici e conoscenti di Ouattara) che hanno raccontato una verità profondamente diversa da quella raccontata dalla ex convivente dell’uomo.

Il pubblico ministero, Maria Grazia Zaina, aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi per un episodio di sfruttamento della prostituzione e per la violenza sessuale mentre aveva chiesto l’assoluzione per gli altri reati ritenendo che le prove fossero insufficienti.

Il collegio del tribunale di Pordenone (giudici Pergola, Piccin e Moscato) hanno assolto l’africano. Le motivazioni della sentenza non sono ancora note, ma Noho Ouattara può cercare di tornare alla sua vita. Ripartendo proprio dal permesso di soggiorno rimasto nel limbo in attesa del verdetto.


--- Termina citazione ---

COSMOS1:

 :ohmy:

ma dai!

giornalisti zucche vuote: se proprio devono ricostruire una storia, che almeno le diano un po' di credibilità
in tutta questa faccenda c'è un solo dato certo: lui non aveva un buon avvocato!

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/30-maggio-2012/violenta-ogni-giorno-moglie-ha-pure-fidanzata-9-anni-201398124449.shtml


--- Citazione ---DALLE NOZZE AGLI ABUSI
Violenta ogni giorno la moglie
e ha pure una fidanzata: 9 anni
«Ti tengo solo per il sesso»: condannato per stupro e lesioni. Il Tribunale ha risarcito la donna con 30mila euro. Lui, però, non si trova

VERONA - Alla donna con cui si era giurato amore eterno sull’altare, avrebbe più volte «detto di non volere figli da lei ma di tenerla con sé sotto lo stesso tetto solo per il sesso, sottoponendola a umiliazioni, mostrandole le fotografie del suo fidanzamento con l’altra donna in India», avvertendola che «l’avrebbe tenuta con sé in casa soltanto finché non sarebbe arrivata in Italia l’altra donna». E’ soltanto una delle reiterate e indicibili angherie che, secondo il capo d’imputazione di cui è stato ritenuto responsabile martedì mattina all’ex Mastino, un quarantanovenne avrebbe riservato all’incolpevole moglie. Una successione di accuse che lascia sgomenti, quella che ha visto condannare a nove anni e tre mesi di reclusione un cittadino di origini indiane ma da tempo, ormai, residente in quel di Villafranca. Almeno in teoria: perché da quando la (ormai ex) consorte, tutelata dall’avvocato Paola Malavolta e risarcita come parte civile con trentamila euro dal Tribunale collegiale presieduto dal giudice Dario Bertezzolo, ha finalmente trovato il coraggio di lasciarlo e, soprattutto, denunciarlo, l’imputato si è affrettato a darsela a gambe.

In aula, nel corso del processo di primo grado approdato martedì a sentenza, si trovava costretto a rispondere della triplice ipotesi di reato di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni della consorte. Ogni giorno, in base all’accusa, minacciando in caso contrario di sbatterla fuori di casa e denunciarla perché immigrata clandestina, avrebbe stuprato sua moglie, la donna a cui qualche anno prima si era unito in matrimonio, sbandierandole sotto gli occhi le foto della sua fidanzata che «tra poco» l’avrebbe «raggiunto in Italia dall’India per passare insieme il resto della vita». Nel dettaglio, secondo il capo d’imputazione, il marito avrebbe reiteratamente percosso la donna «per motivi economici o addirittura senza alcuna motivazione», picchiandola «con pugni, calci, gomitate, a volte anche con oggetti». Non solo, perché avrebbe «buttato più volte fuori di casa la parte offesa lasciandola al freddo per ore e costringendola a recarsi dai vicini di casa per chiedere loro ospitalità». Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe «ingiuriato la donna, minacciando di denunciarla in quanto irregolare in Italia» ma, soprattutto, l’avrebbe «costretta ogni giorno ad avere rapporti sessuali con lui, anche subito dopo averla picchiata». Stando alla procura, dunque, la vittima sarebbe stata «costretta a vivere in un clima di costante terrore e perenne prostrazione». Un copione di angherie e soprusi che la moglie avrebbe sopportato per qualcosa come un anno e mezzo, dal giugno 2008 alla metà di marzo 2010. Fino a non poter proprio più resistere.

Laura Tedesco
30 maggio 2012


--- Termina citazione ---

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