In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne
Ancora stupri: tutti falsi!
COSMOS1:
#56 quel processo non si doveva neppure fare! parola di Zamperlin
http://www.estense.com/?p=285605
--- Citazione ---Ferrara: una spogliarellista dopo la separazione denuncia il marito e un vicino per induzione alla prostituzione e stupro. Il PM chiede l'archiviazione!
Aveva denunciato il marito e il vicino di casa l’uno per sfruttamento della prostituzione e l’altro per averla violentata insieme ad altre persone non identificate. Ma di riscontri, a quella denuncia, ieri in tribunale se ne sono avuti pochi. Davanti al tribunale collegiale di Ferrara si è presentato solo il vicino di casa, assistito dall’avvocato Andrea Zamperlin, mentre il marito, difeso dall’avvocato Michele Chiaromonte, è irreperibile. Lei, ex spogliarellista che lavorava in un night in provincia di Ferrara, si è costituita parte civile. Proprio all’interno di quel night, secondo la donna, all’epoca poco più che ventenne, avvenne lo stupro di gruppo, che sarebbe stato compiuto sotto il benestare del coniuge, per “onorare” dei debiti. I fatti risalgono al periodo 2005-2007. Successivamente la donna venne seguita da una struttura per problemi sanitari. Uscita dalla terapia denunciò il marito in un primo momento anche per abusi e maltrattamenti sulla figlia di 2 anni che hanno in comune. Quell’accusa venne archiviata perché insussistente. Nel 2010 la coppia si separa e parte la denuncia sempre nei confronti del marito e di altre tre persone per violenza sessuale di gruppo. I due presunti complici non vennero mai identificati a causa delle contraddittorie versioni offerte dalla vittima agli inquirenti.
Il pm chiese l’archiviazione anche queste ipotesi di reato, ma il gip scelse di procedere per verificare la fondatezza delle accuse. E così ieri in udienza è stata sentita la donna, che non ha saputo indicare l’albergo dove sostiene di esser stata costretta a prostituirsi. Nemmeno nei registri delle strutture ricercate compare il suo nome. Anche il luogo dove venne stuprata lascia spazio a perplessità, dopo la smentita di una testimone ascoltata ieri dai giudici Marini, Giorgi e Attinà.
“Secondo me questo era un processo che nemmeno si doveva fare – commenta a margine dell’’udienza l’avvocato Zamperlin -; troppi sono i riscontri che mancano alla versione della signora. bene aveva fatto il pm a chiedere l’archiviazione”.
--- Termina citazione ---
COSMOS1:
#57 a Sanremo erano consenzienti
http://www.agi.it/genova/notizie/201303141825-cro-rt10292-sono_consenzienti_26enne_assolto_per_duplice_stupro_a_sanremo
il giudice Edoardo Bracco e l'avvocato Luca Ritzu (uomini) chiedono l'assoluzione, il PM Antonella Politi (donna) 4 anni! se la gambizziamo facciamo male?
--- Citazione ---(AGI) - Sanremo, 14 mar. - Era accusato di violenza sessuale per aver abusato di due ragazze, amiche tra loro: il 18 e il 24 giugno del 2012. G.S., 26 anni, di Sanremo, e' stato assolto oggi dal tribunale collegiale (presidente, Edoardo Bracco), perche' il fatto non costituisce reato. Sin dall'inizio, infatti, il giovane aveva confessato di aver avuto un rapporto con le due ragazze, ma aveva anche aggiunto che erano entrambe consenzienti e che non c'era stata alcuna violenza. Il giudice, dopo aver accolto la tesi difensiva illustrata dall'avvocato Luca Ritzu e dallo stesso imputato, che durante l'esame ha affermato la sua innocenza, si e' ritirato in camera di consiglio, decidendo di assolverlo. Il pubblico ministero Antonella Politi aveva chiesto 4 anni. (AGI) Im1/Sep Im1/Sep
--- Termina citazione ---
COSMOS1:
Roma: non ci crede manco Tucci!
http://www.tusciaweb.eu/2013/03/stupro-nel-bosco-niente-carcere-per-i-cinque/
--- Citazione ---Sarà una Pasqua serena per i cinque ragazzi denunciati per lo stupro di due adolescenti. Il tribunale del Riesame di Roma ha respinto l’appello del pm Fabrizio Tucci. Per i cinque ventenni, quattro di Acquapendente e uno di Onano, la procura di Viterbo chiedeva il carcere, con l’accusa di aver violentato a turno due minorenni straniere nel bosco.
Succedeva alle porte di Montefiascone, all’alba del 30 settembre, dopo una serata in discoteca. Le presunte vittime erano una 16enne russa e una 17enne norvegese, entrambe in vacanza-studio in Italia.
Era stato il gip Francesco Rigato a negare gli arresti per primo. Da qui, il ricorso in appello del pm, che aveva girato la richiesta ai giudici romani. Ma anche stavolta, la procura ha incassato un secco no. Segno evidente della fragilità del castello accusatorio, per l’avvocato Angelo Sodani.
“Non poteva andare diversamente – afferma il legale dei ragazzi -. Abbiamo sempre sostenuto l’insussistenza dell’appello della procura. Le nostre convinzioni trovano finalmente conferma nell’ordinanza del Riesame. Siamo certi che le ragazze siano inattendibili. Speriamo che, ora, se ne accorga anche il pubblico ministero. Per noi, oggi, finisce un’agonia durata anche troppo”.
La decisione è arrivata dopo un mese e mezzo di riflessione. Un tempo decisamente lungo, che lasciava presagire una pronuncia favorevole ai ragazzi. Se si fosse trattato di mettere in carcere cinque ventenni, il Riesame avrebbe deciso subito. Ma non è stato necessario.
Dall’udienza dell’8 febbraio, i giudici hanno preso tutto il tempo per studiare le carte. Compresa la corposa memoria di 36 pagine depositata da Sodani, con i risultati delle indagini difensive.
Ieri la notizia del rigetto dell’appello, che premia tanto il lavoro di Sodani, quanto quello del suo predecessore Vincenzo Dionisi. La difesa per ora ha in mano solo il dispositivo. Già oggi chiederà le copie delle motivazioni per capire il perché della decisione.
I cinque amici hanno sempre fatto muro contro le accuse. I loro racconti di quelle tre ore nel bosco con le ragazze conosciute in discoteca, sarebbero stati uniformi fin dall’inizio. Sono le due amiche, dicono i cinque, a chiedere loro un passaggio fino a casa. E quando la macchina si è fermata a metà strada nel boschetto, dalle cinque alle otto del mattino, le ragazze non si sono ribellate.
Loro smentiscono, ma sono meno compatte. Denunciano entrambe la violenza, ma la 17enne insinua il dubbio che l’amica fosse consenziente. Per gli inquirenti il messaggio via Facebook con cui la 16enne racconta lo stupro agli amici, è la prova regina, ottenuta con l’aiuto di una perizia informatica. Ma né il gip né il Riesame l’hanno ritenuta sufficiente.
Se la procura vuole il carcere dovrà andare in Cassazione.
--- Termina citazione ---
Stefania Moretti
COSMOS1:
sarà ... :hmm:
storia un po' tortuosa: non sa bene se è stata davvero violentata, non denuncia, poi allo scadere dei termini denuncia ...
secondo me (secondo me) sperava di lucrare qualcosa, non ha lucrato -> ha denunciato
http://www.viterbonews24.it/news/stupro-di-capodanno,-condannato_24327.htm
--- Citazione --- Stupro di Capodanno, condannato a 10 mesi giovane romano La violenza la notte di San Silvestro 2010 al Castello di Roccalvecce 05/04/2013 - 04:00
di Alessia Serangeli
VITERBO – Dieci mesi. Questa la sentenza di condanna emessa ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Viterbo, Francesco Rigato, in accoglimento della richiesta di pena formulata dal pubblico ministero Paola Conti nei confronti di B.G., il 28enne di Roma bene accusato di violenza sessuale su una coetanea e giudicato con rito abbreviato.
L’episodio risale alla notte tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio 2010 e prese cittadinanza sulle cronache di tutta Italia come lo “Stupro di Capodanno”.
Era stato proprio B.G. ad organizzare il veglione per la notte di San Silvestro con i suoi amici (tutti rampolli della Roma bene) al Castello Costaguti di Roccalvecce. Una nottata di gioia ed allegria (nelle intenzioni) in una location di tutto rispetto, con due saloni e venti camere, tra arredi d’epoca e armi antiche alle pareti.
Poi la denuncia di violenza sessuale, arrivata al Commissariato di Flaminio Nuovo. “Ero intontita dall’alcol e ho capito solo confusamente quello che mi stava succedendo... Mi ero addormentata e ad un certo punto della notte qualcuno mi ha portata in una stanza e mi ha violentata... Non riesco a ricordare se era una sola persona o più di una, ero troppo ubriaca... La mattina dopo mi sono resa conto di quello che era successo perché non stavo bene e avevo delle macchie sulla biancheria. Allora ho deciso di venire in ospedale”. Un racconto drammatico quello di Francesca (il nome è di fantasia), anche lei 28enne, su cui la Procura di Viterbo, competente per territorio, aprì un fascicolo, incaricando gli uomini della Squadra mobile di condurre le indagini, all’epoca coordinate dal sostituto Stefano D’Arma.
Ad uno ad uno vennero sentiti tutti i partecipanti della festa, ma dalle testimonianze, in realtà, non si cavò un ragno dal buco. Così come dal referto medico dell’ospedale Sant’Andrea, dove Francesca era stata visitata: la violenza, infatti, non ebbe carattere violento, piuttosto si consumò perché la giovane non era nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali a causa dell’alcol.
A fornire nero su bianco l’identikit dello stupratore furono invece le tracce biologiche, corrispondenti al profilo genetico di B.G.. L’inchiesta, tuttavia, subì una battuta d’arresto perché Francesca non presentò denuncia formale entro i novanta giorni previsti. “Per i reati più gravi, qual è quello di violenza sessuale, c’è tempo 180 giorni”, spiegarono gli organi inquirenti.
La ragazza avrebbe sporto querela proprio allo scadere dei sei mesi, nel mese di giugno. L’inchiesta venne riaperta e B.G. iscritto sul registro degli indagati.
Ieri mattina la lettura del dispositivo del gup Rigato che lo ha condannato a dieci mesi con la condizionale: B.G., incensurato, non sconterà la pena in carcere né ai domiciliari perché inferiore a due anni.
--- Termina citazione ---
COSMOS1:
#58 stupro inventato, nei guai la presunta vittima
http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/04/12/news/stupro-inventato-nei-guai-l-accusatrice-1.6871926
--- Citazione ---
CASTIGLIONE. Rapina, violenza sessuale, minacce, lesioni e violazione di domicilio. Queste le accuse che gli aveva rovesciato addosso l’ex convivente e con cui Michael Adewale Facus, 34enne di origine nigeriana era stato rinviato a giudizio. Accuse decisamente ridimensionate dalla sentenza, pronunciata ieri mattina in tribunale a Mantova, che lo ha condannato per violazione di domicilio, per violenza privata e per minaccia ma non per il tentativo di stupro e per l’utilizzo del coltello. «Le accuse più gravi, quella relativa all’arma e alla tentata violenza, sono cadute - ha commentato con soddisfazione l’avvocato Alessandra Zorzella - ma ora gli atti sono stati rinviati al pubblico ministero: la testimone ha inventato tutto e dovrà rispondere di calunnia». La sentenza: un anno, due mesi e quindici giorni di reclusione. Che il nigeriano non farà: trattandosi della prima condanna, la pena è stata sospesa.
12 aprile 2013
--- Termina citazione ---
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