In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne

Ancora stupri: tutti falsi!

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COSMOS1:
sempre + surreale
lei si accorge di essere stata violentata quando  scopre lui con un'altra donna...  :w00t:

http://www.italiainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/81227/sesso-sulle-note-beethoven-strupri-stile-arancia-meccanica-moglie-denuncia-tutto-condannato-32enne-palermo.htm


--- Citazione ---
Sesso sulle note di Beethoven e stupri in stile Arancia Meccanica
Poi la moglie denuncia tutto: condannato 32enne a Palermo
Dovevano fare sesso sulla Nona di Beethoven e ripetere all'infinito la scena dello stupro della ricca e anziana signora nel film Arancia Meccanica, fino a quando lui non l'ha lasciata per un'altra. L'ossessione di G.P., 32 anni, per il film di Stanley Kubrick lo ha portato alla condanna, inflitta dalla terza sezione della Corte d'Appello di Palermo, a un anno e mezzo di reclusione per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie.

Tutto è partito dalla denuncia della donna. I due, giovani universitari, si erano sposati nel 2003 per separarsi nel 2005. La donna ha deciso di rivolgersi alla polizia dopo avere sorpreso il marito, che da qualche settimana era andato via da casa, davanti alla mensa universitaria con la ragazza audiolesa di cui era tutor per gli studi. A quel punto, l'ex moglie ha raccontato tutti i 'vizietti' e i maltrattamenti del marito che le imponeva anche i capi d'abbigliamento da indossare e la costringeva a fare sesso anche quando non voleva, sempre sulle note di Beethoven, in qualche occasione anche picchiandola e insultandola.

L'uomo, che ha sempre negato tutto, si è difeso dicendo che il film lo conosceva appena e di averlo visto solo una volta. A smascherarlo sono state le domande del legale della donna, l'avvocato Ermanno Zancla, a cui l'imputato ha risposto dimostrando di conoscere quasi a memoria la pellicola di Kubrick. Alla tesi dell'uomo aveva creduto il gup di Palermo, Giuseppe Sgadari, che in primo grado lo aveva assolto con la formula "perché il fatto non sussiste". La sentenza del gup è stata però rovesciata dalla Corte di Appello che ha dato ragione alla donna. Il risarcimento, che sarà quantificato in sede civile, sarà devoluto a un' associazione a tutela delle donne abusate e maltrattate, "Le onde Onlus" di Palermo.

--- Termina citazione ---

COSMOS1:
cvd

assolutamente incomprensibile che vi siano giudici che fanno arrestare delle persone di fronte a situazioni assolutamente improbabili
io credo che un giudice che fa arrestare una persona in un caso come questo, debba almeno fare altrettanti giorni in carcere, non è accettabile che ciò che appare evidente al più sprovveduto e lontano lettore di giornali sfugga al magistrato che ha tutte le notizie di prima mano e tutti gli strumenti per effettuare qualunque approfondimento
almeno altrettanti giorni di carcere? troppo poco. Forse sarebbe adeguato solo l'ergastolo!

PS ho evidenziato il nome del GIP: personalmente credo che se mi passasse davanti alla macchina, forse mi scapperebbe il piede dal freno... ed essendo lei di Vicenza la cosa potrebbe anche succedere  :mad:

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/133071__violenze_allamica_le_lettere_damore_lo_fanno_rilasciare/


--- Citazione --- Violenze all'amica? Le lettere d'amore lo fanno rilasciare
IL CASO. Ai domiciliari dopo la denuncia dell'ex
Dopo la denuncia di stupro la ragazza gli ha spedito delle missive in cui gli manifesta la sua passione

Daniele Casarotto

Prima la denuncia di stupro, poi le lettere d'amore. «Mi ha violentata», ha prima riferito ai carabinieri. Qualche giorno dopo, però, ha cominciato a scrivergli messaggi appassionati chiedendogli di incontrarlo: «Mi manchi, tesoro». Si può comprendere perché quando Daniele Casarotto è stato arrestato ed ha letto l'ordinanza di custodia per violenza sessuale, lesioni e atti persecutori (il cosiddetto stalking), è rimasto sconcertato.
Da una parte la sua ex lo accusa di essere un brutale amante che l'ha umiliata estorcendole l'amore con la forza, dall'altra, a presunta violenza consumata, gli scrive tenere missive nelle quali gli conferma il suo immutato trasporto e dice di amarlo ancora. Lecito domandarsi quale sia la verità.
Per questo Casarotto, che non è uno stinco di santo visti i suoi precedenti con la legge, ieri è stato collocato ai domiciliari dallo stesso gip che pochi giorni fa lo aveva fatto catturare dai carabinieri. Oltre tutto, con l'inasprimento delle misure detentive per chi si macchia di reati sessuali, è quasi impossibile lasciare il carcere preventivo a pochi giorni dall'arresto, soprattutto dopo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Casarotto, 24 anni, di Schio, un vissuto burrascoso alle spalle nonostante la giovane età, ha lasciato il penitenziario di Montorio Veronese perché il gip Agatella Giuffrida ha valutato sotto una luce diversa le lettere d'amore che la presunta vittima, ed ex fidanzata, gli aveva spedito dopo il denunciato stupro.
Una situazione di evidente contraddittorietà che l'avvocato Davide Balasso ha messo in luce. «Il nostro rapporto è stato tempestoso - ha raccontato il ragazzo al giudice quando è stato interrogato -, non nego di avere alzato qualche volte le mani e ho sbagliato, ma di certo non l'ho violentata. Altrimenti non mi avrebbe scritto lettere d'amore. Vi pare possibile, altrimenti?»
Ivano Tolettini
--- Termina citazione ---

COSMOS1:
bah...
che ci siano uomini e donne violenti è pacifico
che ci siano uomini e donne che subiscono violenze è corollario automatico della prima affermazione
che l'unica notizia che appaia degna dei giornali sia lo stupro, che qualunque violenza sia uno stupro, che la polizia, l'esercito, i carabinieri, la digos, l'antiterrorismo, la NASA si mobilitino solo per combattere lo stupro è patetico

amica cara: se ci tenevi alla tua illibatezza  :unsure: era meglio se tornavi a casa un po' prima e non accettavi passaggi da sconosciuti, norme elementari di buon senso. Neppure Tyson va in giro alle 5 del mattino con il portafogli pieno di centoni in bella vista ...
a meno che sulla macchina tu non ci sia salita per andare a casa ma ...

http://milano.repubblica.it/dettaglio/chiede-un-passaggio-violentata/1880609



--- Citazione ---Chiede un passaggio, violentata
L'aggressione in via Aretusa alle cinque del mattino.
Dopo aver chiamato i soccorsi da un bar, la ragazza è stata ricoverata alla Mangiagalli
di Sandro De Riccardis

Aveva bisogno di tornare a casa, dopo una serata trascorsa in un paio di locali intorno a piazza Bausan, alla Bovisa, ma è stata violentata. La ragazza, una salvadoregna di 28 anni, ha accettato un passaggio in auto da parte di un gruppo di giovani connazionali che stavano rincasando.

«C’era un ragazzo alla guida, ma anche due donne, così mi sono fidata — ha spiegato agli uomini della squadra mobile al momento della denuncia, ancora sotto choc — Mi hanno detto che andavano nella mia stessa direzione e ho accettato. Ma non li conoscevo».

Sono passate da poco le quattro e mezza di ieri mattina. La ragazza si fida. Sale sull’auto di un gruppo di sconosciuti. L’autista accompagna prima le altre due ragazze, poi resta solo con la donna. Riprendono la marcia, ma poco dopo lui la aggredisce colpendola al volto. Poi la obbliga a un rapporto sessuale.

Pochi minuti di violenza che si concludono con lo stupratore che abbandona la giovane in strada, in viale Aretusa, periferia ovest della città. Per ritardare il più possibile l’allarme e fuggire indisturbato, le distrugge il cellulare e scappa. È a questo punto che la vittima riconosce il modello della vettura, forse una Fiat station wagon, ma non riesce a dare molti altri particolari utili per risalire all’aggressore.

La donna aspetta che apra un bar poco distante e dà l’allarme alla polizia. Arrivano sul posto gli agenti delle volanti che trovano la vittima con i segni visibili dell’aggressione, i graffi sulle gambe, le ecchimosi intorno all’occhio destro, i vestiti strappati. Subito dopo viene trasportata alla clinica Mangiagalli dove al reparto Svs (Soccorso violenze sessuali) le vengono prestate le prime cure e riscontrate lesioni compatibili con lo stupro.

Ora saranno gli investigatori della squadra mobile a ricostruire la dinamica dell’aggressione, dal momento in cui la donna accetta il passaggio fino alla violenza da parte dell’unico uomo del gruppo, descritto come un connazionale che però la vittima non conosceva.
(07 marzo 2010)
--- Termina citazione ---

COSMOS1:
va bene, su questo caso finalmente ci arrivano anche i giudici

resta una domanda: c'è proporzione tra la condanna per diffamazione e la condanna per stupro? si può dire che la disgraziata rischi di più?
mah... se non si corregge questa disparità resteremo per sempre la repubblica delle banane

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/genova/2010/03/02/AMEdXNRD-indagata_poliziotto_stupro.shtml


--- Citazione --- Accusò di stupro un poliziotto: indagata
02 marzo 2010
Graziano Cetara

Lo stupratore è diventato la vittima, mentre chi lo accusava si ritrova ora con un avviso di garanzia. È la svolta, a sorpresa, subita dall’indagine su un poliziotto della questura di Genova: indagato per violenza sessuale dopo le rivelazioni di un’insegnante di fitness che aveva denunciato di essere stata violentata da lui nell’estate del 2004, oggi si avvia verso un completo proscioglimento. La donna, al contrario, è stata iscritta nei giorni scorsi sul registro degli indagati per calunnia: a parere della Procura le sue dichiarazioni sono state contraddittorie e fasulle; per questo è lei oggi a rischiare più di tutti un processo. Nelle ultime settimane l’inchiesta aveva registrato una serie di accelerazioni. Innanzitutto è comparso un carteggio difensivo redatto dal poliziotto per i superiori, che ha fornito un quadro totalmente diverso. La “vittima” aveva segnalato nella sua querela una serie di sms, che lui le avrebbe inviato nei giorni immediatamente successivi e nei quali si diceva «pentito». L’agente sostiene al contrario di non aver mai chiesto scusa e di aver ricevuto a sua volta, poco più d’un mese fa, una misteriosa richiesta d’incontro.
--- Termina citazione ---

COSMOS1:
wow  :huh:
questo comunicato delle dementi a sud mi era sfuggito...

dunque ricapitoliamo: ma se neppure nell'estrema sinistra i maschi sono del tutto zerbini, se pure lì capita che quando una poco di buono usi dell'accusa di stupro per far sentire il proprio potere la collettività si ribelli ed isoli l'infame, dove andremo a finire? dai paucineuroniche ditemi: dove andremo a finire?

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/02/20/comunicato-sullo-stupro-avvenuto-nella-ex-scuola-8-marzo


--- Citazione ---20.02.10Comunicato sullo stupro avvenuto nella ex-scuola "8 marzo"
Condividiamo da Le Ribellule:

Alcuni giorni fa all'interno della scuola occupata “8 marzo” tre uomini occupanti hanno agito violenza contro una donna ospite, anche lei, dell'occupazione. La donna ha denunciato gli stupratori.

Noi ci schieriamo a fianco di questa donna a cui riconosciamo il coraggio della denuncia ed esprimiamo a lei tutta la nostra solidarietà.

Purtroppo la nostra esperienza politica e sociale ci ha insegnato che la sopraffazione degli uomini sulle donne avviene anche in quegli ambienti che dovrebbero essere liberi, come gli spazi di movimento, e che tali violenze  non cesseranno mai di esistere se non vengono costantemente messi in discussione i rapporti di potere tra i generi e contemporaneamente e fermamente condannati gli atteggiamenti e i comportamenti sessisti che troppo spesso  vengono  assunti come “normali” in una società patriarcale e uomo-centrica e passano pertanto in secondo piano.

Abbiamo invece appreso, con rabbia e rammarico, che la donna non ha ricevuto alcun tipo di solidarietà da parte degli altri occupanti. Anzi è stata letteralmente cacciata fuori dalla 8 marzo dopo essere stata picchiata! Inoltre non solo gli occupanti,  continuano a convivere tranquillamente con gli uomini violenti, ma, a quanto ci viene riferito, iniziano a girare voci che denigrano la donna per il suo stile di vita e per i suoi comportamenti: un copione che da sempre accompagna gli episodi di violenza contro le donne quando queste denunciano pubblicamente la violenza subita.

Tra le persone accusate di violenza c'è Sandro Capuani, un occupante che, pur non avendo mai fatto parte del CSOA Macchia Rossa, è stato coinvolto nel procedimento giudiziario contro alcuni militanti e una militante del centro sociale e della 8 marzo occupata.

Esprimiamo la nostra netta condanna nei confronti di tale soggetto a cui, da ora in avanti, neghiamo ogni forma di sostegno politico, legale ed umano.

A questo punto ci aspettiamo ogni sorta di strumentalizzazione da parte dei carabinieri della stazione di villa Bonelli e dai cosiddetti giornalisti loro sodali, vista la fervida fantasia di cui hanno saputo dare prova. Questo non toglie nulla alla drammaticità dei fatti.

Nell'ottobre del 2007 c'era stata un’altra grave aggressione ai danni di una occupante della “8 marzo” da parte del suo compagno. Allora, però, il comportamento degli/delle occupanti era stato ben diverso: l'aggressore era stato messo in fuga ed il massimo sostegno era stato fornito alla donna, arrivando anche a testimoniare in tribunale sull'avvenuta aggressione.

Dal 14 settembre 2009, data del ben noto arresto di alcuni compagni e di una compagna, le cose sono cambiate. Hanno tentato di farci credere che in un'occupazione dove ci sia un'assemblea che si dà delle regole finalizzate ad una convivenza civile ed al contrasto di comportamenti violenti, in particolare contro le donne, è da considerarsi un crimine. Un crimine da punire con la galera. O almeno questo, secondo il teorema accusatorio costruito da magistratura e carabinieri, è quello che vogliono farci credere.

Nei mesi successivi a quella data la situazione all'interno della “8 marzo” non ha fatto che peggiorare: dietro l'esplicita minaccia della repressione, i meccanismi di autogestione hanno smesso di funzionare, compagni e compagne sono stati progressivamente allontanati/e dall'occupazione, che si è di fatto auto-isolata dal contesto cittadino della lotta per la casa. A parte alcuni che hanno tentato di evitarlo, la maggioranza degli\delle occupanti, sempre dietro la minaccia dei carabinieri, ha di fatto abbandonato la strada dell'autorganizzazione, accettando la convivenza con informatori e spie, tralasciando la lotta e negando nei fatti la solidarietà ai compagni e alla compagna inquisiti.

Per tutti questi motivi, purtroppo, ad oggi i compagni e le compagne del CSOA Macchia Rossa non hanno nulla a che fare con la gestione dell'occupazione “8 marzo” e dichiarano pubblicamente e politicamente la loro estraneità a quello che accade in un'occupazione gestita dai carabinieri e priva delle fondamenta dell'autorganizzazione sociale, della lotta e della solidarietà.

CSOA Macchia Rossa - Magliana
--- Termina citazione ---

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