La cosa più interessante di questa cronaca è il sito che la pubblica:
http://www.atuttadestra.net/?p=11026 ->
A TUTTA DESTRA, un nome un programma
Allora, è chiaro: vuoi difendere la tua razza, la tua squadra, la tua identità, cancellando le altre razze, squadre, identità? allora va bene, anche gli stupri servono per la propaganda
In sè la cosa è logica e non c'è di che stupirsi, solo della stupidità, certo. Perchè chi è su queste posizioni non ha capito nulla della grandezza di Roma, che era grande non perchè cacciava via tutti gli stranieri, ma al contrario perchè li integrava tutti!
Però viene da pensare quando le stesse affermazioni vengono da sinistra. Ma che a sinistra si siano ciulati pure il mononeurone?
Ancora uno stupro, ancora una violenza. L’aggressore ancora senza nome e senza volto.
18 aprile 2010, 20:00
di Maria Cristina Famiglietti
Questa volta la vittima è una giovane milanese, ricercatrice dell’ospedale San Raffaele di Milano. Aggredita e stuprata appena uscita dall’ospedale, appena finito il suo turno di lavoro.
Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, la violenza è avvenuta tra le 21 e le 22 di giovedì 15 aprile, in una fascia oraria ancora non a ‘’rischio’’. La ragazza sarebbe stata brutalmente presa mentre percorreva la strada per raggiungere la sua auto. Pare che nessuno abbia sentito le urla e le richieste di aiuto. Subito dopo lo stupro, è riuscita a chiamare i soccorsi ed è stata portata alla clinica Mangiagalli. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri di Segrate e di Milano che hanno perlustrato la zona alla ricerca di tracce lasciate dall’aggressore. La vittima ha riferito agli investigatori che l’aggressore era alto e di carnagione scura e parlava italiano, ma con una marcata pronuncia straniera.
Questa è solo cronaca, l’ennesimo racconto di un’atrocità immotivata. Cambiano i nomi, le circostanze, ma i fatti no, quelli si ripetono sempre uguali, rassegnandoci ad una perversa logica di ripetitività. Restano ombre, lati oscuri e una sola, grande certezza, in questo come in ogni caso simile: la paura delle donne che si sentono sempre meno sicure e tutelate. Questi uomini più simili certamente alle bestie che a esseri umani sono carnefici violenti, malati repressi che vagano, indisturbati, per le strade delle nostre città. Ogni volta piangiamo la vittima, troviamo parole di conforto- troppo raramente di vera indignazione- e poi? Poi torniamo ad occuparci di altro, lasciando che la vita scorra, sempre uguale a se stessa…
Dove è finito il senso di giustizia, ma soprattutto l’indignazione degli italiani? Come mai non vengono prese posizioni nette e forti davanti a simili, ingiustificabili, tragedie? Servirebbe un esempio, un atto di coraggio da parte di chi ha il potere, per mostrare che le leggi ci sono e che sono a tutela della brava gente e non dei delinquenti!