piano, la castrazione non mi sembra cosi tanto paragonabile allo stupro. non credi?
effettivamente la castrazione è una mutilazione fisica, tra l'altro non reversibile. Magari potrebbe avvicinarsi di più a un'infibulazione totale che comprende anche la rescissione del clitoride.
Tra l'altro se Judith Hermann lo paragona al trauma da trincee, significa che non lo paragona alla castrazione.
C'è la differenza che l'esperienza della trincea è più prolungata di quella dello stupro, però c'è l'elemento comune del corpo in balia della decisione di qualcun'altro.
Per me più che il trattare lo stupro come qualsiasi altra costrizione è importante ri-definirlo e non lasciare nel magma indistinto di "atto sessuale" qualsiasi cosa che venga "interpretata" come atto sessuale sgradito da chi lo subisce.
Io credo che uno stupro sia più traumatico in un bambino che in un adulto (di qualsiasi sesso).
La differenza è che "fisicamente" c'è il rischio di trasmissione di malattie sessuali e il rischio della gravidanza. Ma certo questi rischi sono valutabili in archi di tempo piuttosto brevi.
Concordo su quel che dice Vnd a proposito della cultura, ma a me pare la stessa cosa che dice Lucia.
Lucia dice (mi corregga se sbaglio) che un uomo si sente orgoglioso se perde un occhio in battaglia ma si vergogna se viene stuprato.
Quindi dipende dalla cultura: culturalmente un uomo stuprato viene denigrato, deriso, si sente impotente e quindi ha fallito nel suo ruolo, mentre se perde un occhio in battaglia viene magari acclamato dai suoi, si sente vincente nel suo ruolo.
Carmen Covito ne "la bruttina stagionata" descrive una violenza sessuale.
Mi spiace non trovare il brano in rete. Lei narra (e badate bene che lo fa da femminista alla Fs
) che nel corso dello stesso stupro si trasforma da vittima in dominante. Prima oppone resistenza, quando capisce che non ce la fa, "partecipa" attivamente all'atto sessuale. E conclude dicendo "ecco ti ho vinto, ora non è più chiaro chi sta violentando e chi subisce".
Con questo non si vuol dire che lo stupro non è traumatizzante. Di queste cose se n'è sempre tenuto conto. Di diversi gradi di "trauma". Così scandalizza se uno stupro di una ragazzina vergine viene considerato più grave dello stupro di una prostituta, ma di "fatto" si valuta la diversa capacità di reagire al trauma o di superarlo.