la lesione della dignità è, appunto, un fatto culturale.
Per dire, cent'anni fa Maria Goretti si faceva massacrare a coltellate per non farsi violare (va bè, la storia non è ben chiara, Giordano Bruno Guerri in "Povera santa, povero assassino" racconta una versione un po' diversa, ma quella ufficiale è questa, comunque era più facile preferire la morte che il disonore, perchè quella era la cultura). Oggi magari accadrebbe di meno. Perchè oggi, una donna non vergine non è più "disonorata" a vita, e anche il concetto di onore sessuale è cambiato.
Certo c'è la paura, ci si trova in balia di persone che non si sa quali intenzioni possano avere, forse potrebbero ucciderti, forse potrebbero trasmetterti malattie che ti faranno soffrire anche quando sarà finita. E però uno stupro lo immagino come una tortura. Stavo leggendo in questo periodo la storia della fine dei templari e le torture cui furono sottoposti i monaci per farli confessare. Orribili torture che non comprendevano la sfera sessuale, e che però ledevano anche la loro dignità, perchè qualunque torturato è una "cosa" in mano ai suoi aguzzini e la tortura è per definizione tesa a togliere dignità
Io non so come reagirei, non credo nessuno possa saperlo, come nessuno può sapere come reagirà ad una tortura, quale sarà il grado di sopportazione prima di invocare la morte perchè la tortura cessi etc.
E' come chiedere come si reagirebbe in caso di rapina. Potremmo avere sensazioni e reazioni diverse da quelle che immaginiamo, potremmo scoprirci più forti di quel che pensiamo o più deboli e vulnerabili.
Poi ci sono altri fattori da considerare: una madre di famiglia ad esempio, non credo preferirà la morte, il suo pensiero sarà quello di non lasciare crescere i bambini senza mamma, specie se piccoli. Se ricordate il film la "Ciociara" e ricordate la scena in cui madre e figlia sono stuprate dal branco di marocchini, ricorderete come Sofia Loren che impersona la madre sembra fregarsene della sua dignità, il suo sguardo, la sua preoccupazione, tutta la sua tensione emotiva è rivolta alla figlia. Io credo che se anche la figlia fosse stata in salvo, avrebbe cercato di restare viva e non avrebbe preferito la morte in nome di una non meglio precisata dignità, ma avrebbe cercato di restare viva per tornare dalla figlia.
Così come non credo che nessuno preferirebbe che una figlia, una sorella o una madre venissero uccise piuttosto che stuprata (forse accade in Afghanistan dove la concezione dell'onore sociale è più forte dell'affetto e del legame familiare) non la dovremmo preferire, almeno in linea teorica, nemmeno per noi stessi soprattutto se siamo figlie, sorelle o madri di qualcun'altro che soffrirebbe per la nostra scomparsa.