Autore Topic: Erik Verlinde, il nuovo Einstein  (Letto 4573 volte)

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Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« il: Gennaio 06, 2011, 18:09:41 pm »
A me la formulazione di Newton non è mai piaciuta per due ragioni, una perché la trovavo fallace (è troppo lungo/complicato spiegarne le ragioni diciamo perché pone due dogmi, il principio d'inerzia e l'equivalenza tra massa inerziale e massa gravitazionale, che a mio parere è una sorta di violazione, ancora più profonda, del principio epistemologico di Popper sulla falsificabilità) e due, perchè pone la materia al centro.

Bene, questo geniaccio è riuscito a ribaltare Newton. :wub:
Alla base, non ci sarebbe la materia, Mater, ma l'entropia ... l'informazione, Logos.

Un ubermensch fa, quello che un miliardo di sottouomini non sono in grado di fare.

"Uno è per me diecimila, se è il migliore"
Eraclito




Nel corso di un simposio tenutosi l'8 dicembre 2009 presso lo Spinoza Instituut a Utrecht ha presentato una teoria che deriva dalla meccanica newtoniana. Il 6 gennaio 2010 ha quindi pubblicato On the Origin of Gravity and the Laws of Newton [1], che si può tradurre in: "L'origine della gravità e delle leggi di Newton". In tale teoria l'esistenza della gravità è spiegata in ragione di una differenza nella concentrazione di informazione nello spazio vuoto che separa e circonda due masse. La gravità sarebbe quindi una forza entropica, l'effetto di una causa esistente ad un livello più profondo della realtà microscopica. In un'intervista con il giornale de Volkskrant ha affermato che a livello microscopico le leggi di Newton non si applicano, ma a livello di mele e pianeti sì. Come per la pressione dei gas: le molecole del gas in sè non hanno alcuna pressione, ma un contenitore pieno di gas sì.
L'approccio di Verlinde permette di spiegare facilmente la densità bassissima della cosiddetta energia oscura,[2] problema che fino ad oggi era considerato uno tra i più imbarazzanti della storia della fisica teorica.

http://it.wikipedia.org/wiki/Erik_Verlinde
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #1 il: Gennaio 06, 2011, 18:21:48 pm »
Erik Verlinde: "La gravità non esiste, Newton si è sbagliato"


Una delle certezze più solide dell’umanità è messa a dura prova da Erik Verlinde fisico matematico che ha messo in discussione la legge di gravità formulata da Newton: "Il re è nudo. Da tempo si era capito che la gravità non esiste. Ora è giunto il momento di gridarlo". Per il fisico, la gravità non sarebbe altro che una forma di entropia, un "effetto collaterale della propensione naturale verso il disordine".

http://scienze.liquida.it/focus/2010/07/16/erik-verlinde-la-gravita-non-esiste-newton-si-e-sbagliato/
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #2 il: Gennaio 06, 2011, 18:27:29 pm »
La gravità non esiste.

E’ la teoria di Erik Verlinde, fisico matematico che sta suscitando un ampio dibattito in seno alla comunità accademica. La teoria di Erik Verlinde, secondo la quale la gravità non esiste, è presa molto sul serio da numerosi colleghi dello scienziato.
 

La gravità non esiste, è tutta un’illusione. Una delle certezze più solide dell’umanità, un‘evidenza empirica alla quale Newton diede un nome, ma che da sempre fa parte dell’archetipo bagaglio di nozioni che l’uomo possiede, è una menzogna. Non sarebbe nient’altro che l’effetto visibile di una causa invisibile che agisce ad un livello della realtà ben più profondo del manifesto. E’ la teoria di Erik Verlinde, un fisico matematico olandese-americano di 48 anni, già noto per la “teoria delle stringhe” e dell’universo olografico, e sta facendo discutere il mondo accademico che, nonostante l’eccentricità dei suoi assunti, lo sta prendendo molto sul serio. Secondo alcuni scienziati, infatti, le teorie di Verlinde potrebbero illuminare alcune delle controversie più in voga di questi tempi, come l’energia o la materia oscure, entità che – rispettivamente – contribuirebbero e limiterebbero l’espansione dell’universo
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #3 il: Gennaio 06, 2011, 18:31:41 pm »
Einstein era maschio. Newton era maschio. Erik Verlinde è maschio. Tutti questi
cervelloni femminili che escono dalle università europee con 110 e lode dove sono
e che contributo stanno dando al progresso del sapere scientifico? Che battano
un colpo! Se ci sono (ovviamente!)

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #4 il: Gennaio 06, 2011, 18:36:31 pm »
Intervista a Erik Verlinde


Parliamo del tuo lavoro più recente. Per un secolo, il Sacro Graal della fisica è stata la ricerca della teoria unificata di tutte le forze, che includa anche la gravità. Ma ora suggerisci una direzione completamente diversa, di cosa si tratta?

Partiamo da un esempio: il moto del gas in una stanza. A distanze microscopiche, è la conseguenza degli urti tra le singole molecole di gas. Ma a distanze macroscopiche, è molto più pratico descrivere il gas in base alla pressione e alla temperatura. Queste due quantità non esistono a livello microscopico, ma soltanto quando facciamo una media del comportamento delle molecole a grande scala. La gravità funziona allo stesso modo.

Un’analogia più precisa è l’osmosi. Separiamo una miscela di due tipi di molecole di gas con una membrana, che permette il passaggio di un tipo solo di molecole. Se la concentrazione di quest’ultima molecola è più elevata da una parte della membrana rispetto all’altra, possiamo misurare una forza netta. Si può calcolare questa forza usando metodi statistici. Nel mio articolo, spiego come ottenere la legge della gravità di Newton in un modo molto simile. Nel caso della gravità, la forza è la conseguenza del cambiamento di probabilità, quando due oggetti pesanti vengono spostati l’uno rispetto all’altro e la membrana diventa invece uno schermo olografico.

Di solito, si pensa alla gravità come a una delle quattro forze fondamentali. Tra i fisici, si crede che per ottenere la descrizione ultima sia necessario unificare la meccanica quantistica con la relatività generale di Einstein. Ma ci sono indicazioni che la gravità non sia fondamentale. La materia e persino lo spazio e il tempo sono composti da mattoncini, che obbediscono delle leggi microscopiche che non contengono la gravità. Questi gradi di libertà e le leggi che li governano sono invisibili per noi, così come non riusciamo a vedere a occhio nudo le singole molecole di gas. La gravità che vediamo è il risultato netto di tutte queste forze, che emerge solo a grandi distanze.

Ci sono prove in favore dell’origine entropica della gravità?


Le evidenze sono per lo più teoriche. Le equazioni della gravità vicino a un buco nero sono le stesse equazioni della termodinamica, che usiamo per descrivere il moto di un gas. La teoria delle stringhe ci mostra chiaramente come si possa ottenere la gravità facendo una media sul comportamento di questi mattoncini microscopici. Non ho dubbi che la mia idea sia corretta, ma non sono ancora riuscito a creare una teoria completa.


Puoi fare delle predizioni sperimentali per mettere alla prova questa nuova idea?


Prima di scontrarsi con gli esperimenti, è necessario sviluppare la teoria più a fondo. Alla fine, le predizioni saranno delle deviazioni dalla teoria della relatività generale di Einstein, che spero vengano finalmente osservate, specialmente nell’ambito della cosmologia. Credo che il mio approccio aprirà una nuova strada nella comprensione dell’energia oscura. Se riuscirò a spiegare questo mistero cosmologico, allora potrò probabilmente fare delle predizioni sperimentali.


Credi che la fisica teorica mainstream stia andando nella direzione sbagliata, alla ricerca della teoria unificata? Perché i fisici hanno seguito la strada sbagliata così a lungo?


Questo ha a che fare con gli sviluppi storici. All’inizio del secolo scorso conoscevamo solo due forze: la gravità e l’elettromagnetismo. La teoria di Einstein ha dominato il nostro modo di fare fisica da allora fino ai nostri giorni. Ma dopo la scoperta delle forze nucleari deboli e forti e del Modello Standard delle particelle, abbiamo tentato di unificare queste forze con la teoria di Einstein. Sempre assumendo che si potesse fare usando lo stesso paradigma.


Per troppo tempo abbiamo ignorato i segni che la gravità non è una forza fondamentale: le sue equazioni sono le stesse usate in termodinamica e nella dinamica dei fluidi. Se non traiamo la conclusione più ovvia, ovvero che la gravità è emergente e non fondamentale, allora stiamo chiaramente andando nella direzione sbagliata. Dobbiamo capire da dove viene la gravità, non semplicemente assumere la sua presenza e descriverla.


La maggior parte dei fisici teorici ha passato l’ultimo decennio a sviluppare metodi di calcolo, mentre è necessario fare un passo indietro e dedicarsi a sviluppi più concettuali. Questo modo di pensare è stato ignorato per troppo tempo.


Per molti anni sei stato una figura importante nella fisica teorica. Basandoti sulla tua esperienza, credi che la teoria delle stringhe possa essere utile nello sviluppare l’idea della gravità emergente?

Sì, la mia idea è figlia della teoria delle stringhe. Tutto ciò che ho fatto è stato guardare alla teoria delle stringhe, distillare l’essenza di quello che abbiamo scoperto e trarne una lezione generale. Al momento sto usando strumenti della teoria delle stringhe per rendere la mia idea più precisa.

Ma credo che per fare dei progressi con le stringhe dobbiamo cambiare direzione: assumere che il mondo è fatto di stringhe non è un buon punto di partenza. È molto più utile cercare di capire da dove vengono le stringhe, ammesso che esistano. Sono convinto che la stessa teoria delle stringhe sia a sua volta, come la gravità, una teoria emergente da principi molto più generali.

Passiamo ora alle speculazioni. Credi che sia sensato andare alla ricerca della “teoria del tutto,” ovvero una descrizione fondamentale e unificata della Natura?


Credo che la Natura sia fatta di minuscoli mattoncini che seguono delle leggi microscopiche. Ma credo che noi esseri umani non riusciremo mai a capire fino in fondo quali sono queste leggi fondamentali. C’è un limite alla nostra comprensione dell’universo. Credere di poter formulare una teoria finale è sintomo di quella che i greci chiamavano “tracotanza.”


Ma questo non significa che non possiamo capire il mondo che ci circonda. Possiamo derivare le leggi della fisica partendo da principi primi, usando soltanto proprietà generali sul mondo microscopico. Questo è il modo di procedere nell’ambito della meccanica statistica: le leggi della termodinamica possono essere ottenute a partire da poche assunzioni del tutto generali. In questo modo, scopriamo delle leggi universali che si applicano in situazioni diverse. Credo che le leggi della fisica fondamentale possano essere ottenute allo stesso modo.


Credi che questi principi fondamentali assomiglino alla fisica che conosciamo oggi, oppure abbiamo bisogno di strumenti completamente diversi per affrontare questa odissea?


Abbiamo già attrezzi molto utili, ma dobbiamo sviluppare nuovi concetti. Dobbiamo cambiare la nostra visione dello spazio e del tempo. Lo spazio e il tempo non devono essere parte della teoria fondamentale, ma dobbiamo ottenerli solo in un secondo tempo, come una descrizione su grande scala del comportamento di quei minuscoli mattoncini sconosciuti. La meccanica quantistica potrebbe essere parte della teoria sottostante, ma la gravità e lo spazio-tempo dovranno emergere solo come concetti secondari.
« Ultima modifica: Gennaio 06, 2011, 18:46:48 pm da Animus »
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #5 il: Gennaio 06, 2011, 18:39:44 pm »
Einstein era maschio. Newton era maschio. Erik Verlinde è maschio. Tutti questi
cervelloni femminili che escono dalle università europee con 110 e lode dove sono
e che contributo stanno dando al progresso del sapere scientifico? Che battano
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Non hai capito una cipppa di ciò che ho scritto...
Poco male.
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #6 il: Gennaio 06, 2011, 19:27:55 pm »
Sei tu che non hai capito che cippa centri la scoperta di Verlinde con la QM.
Poco male!

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #7 il: Gennaio 06, 2011, 20:38:24 pm »
Sei tu che non hai capito che cippa centri la scoperta di Verlinde con la QM.
Poco male!

Certo, sono io che non capisco, infatti questo l'hai scritto te: http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/maschile-critico/msg11089/#msg11089
 

Continua a pregiarti, non di ciò che sei, ma di ciò che non sei...   :cry:

(dato che se le femmine non sono maschi, non mi pare che tu sia nè Michelangelo, nè Einstain, nè Bach). ^_^

Poveri mentecatti accecati dall'odio...

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #8 il: Gennaio 06, 2011, 23:07:49 pm »
Nemmeno TU sei Einstein (non Einstain) Bach o Michelangelo. Mi stavo solo
chiedendo che c'entra la QM con la forza di gravità. A quel che ne so la forza di
gravità consente alla forza muscolare maschile di prevalere e di far valere il suo
peso e la sua importanza. Quindi la forza di gravità è alleata del mondo maschile.
Ciò basta (a me).

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #9 il: Gennaio 06, 2011, 23:10:58 pm »
Da studente di ingegneria ti posso dire che è molto interessante questa teoria... e anche molto attendibile, secondo me.

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #10 il: Gennaio 07, 2011, 00:31:54 am »
Da studente di ingegneria ti posso dire che è molto interessante questa teoria... e anche molto attendibile, secondo me.
:)

Che indirizzo?
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #11 il: Gennaio 07, 2011, 01:31:40 am »
Un serio problema dell'idea di Verlinde è stato segnalato qui:
http://motls.blogspot.com/2010/01/erik-verlinde-why-gravity-cant-be.html

L'autore di questo blog, Motl, insegnava al dipartimento di Fisica di Harvard quando il rettore Summers spiegò perché l'eccellenza è maschile (uomini e donne hanno eguale IQ medio, ma gli uomini hanno maggiore varianza).  Le femministe costrinsero Summers a dimettersi ed Harvard a spendere milioni di dollari in "pari opportunità" (cioè assumere donne al posto di uomini più preparati).  Motl decise di dimettersi, tornare in Europa, ed ora preferisce pubblicare osservazioni (anche serie come questa) sul suo blog piuttosto che su riviste scientifiche

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #12 il: Gennaio 07, 2011, 01:51:08 am »
Francamente trovo il modo di scrivere questi articoli imbazzarante.
E falsa, e una menzogna, e un illusione.

Gli scienziati di ieri non avevano gli strumenti che hanno gli scienziati di oggi. Era una scienza molto artigianale.
Poi e normale che una legge con il passare del tempo possa essere superata. E legge perche` trova supporto da larga parte della comunita` scientifica e perche passa al vaglio di numerose prove scientifiche. Ma prima o poi con l`avanzare della tecnologia e delle conoscenze si puo superare. Normale progresso scientifico.

Direi anzi che e durata fin troppo. E qui sta la genialita` del suo sviluppatore. Sara interessante vedere se le nuove teorie che nasceranno dureranno altrettanto. :hmm:
"Alla Superema Corte della Purezza di Genere: io sottoscritto nato uomo contro la mia volontà, chiedo che siano perdonate tutte le azioni da me commesse come uomo, perchè ho agito sotto l'influenza delle condizioni create dalla cultura patriarchica".

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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #13 il: Gennaio 07, 2011, 01:59:34 am »
Francamente trovo il modo di scrivere questi articoli imbazzarante.
E falsa, e una menzogna, e un illusione.


Concordo, 'sti giornalisti andrebbero tutti, o quasi, radiati dall'ordine.
Ma noi cerchiamo di distinguere tra la falsificazione giornalistica (come si fa a dire che la gravità non esiste, boh), e quello che scrive lo scienziato (che è riportato nell'intervista), e anche su riviste come Nature o Science, che sono le poche riviste serie che sono rimaste.
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Re: Erik Verlinde, il nuovo Einstein
« Risposta #14 il: Gennaio 07, 2011, 02:01:59 am »
Un serio problema dell'idea di Verlinde è stato segnalato qui:
http://motls.blogspot.com/2010/01/erik-verlinde-why-gravity-cant-be.html

L'autore di questo blog, Motl, insegnava al dipartimento di Fisica di Harvard quando il rettore Summers spiegò perché l'eccellenza è maschile (uomini e donne hanno eguale IQ medio, ma gli uomini hanno maggiore varianza).  Le femministe costrinsero Summers a dimettersi ed Harvard a spendere milioni di dollari in "pari opportunità" (cioè assumere donne al posto di uomini più preparati).  Motl decise di dimettersi, tornare in Europa, ed ora preferisce pubblicare osservazioni (anche serie come questa) sul suo blog piuttosto che su riviste scientifiche


http://www.guardian.co.uk/science/2005/jan/18/educationsgendergap.genderissues

Why women are poor at science, by Harvard president
 
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Suzanne Goldenberg in Washington
The Guardian, Tuesday 18 January 2005 12.14 GMT
Article history

The president of Harvard University has provoked a furore by arguing that men outperform women in maths and sciences because of biological difference, and discrimination is no longer a career barrier for female academics.

Lawrence Summers, a career economist who served as treasury secretary under President Clinton, has a reputation for outspokenness. His tenure at Harvard has been marked by clashes with African-American staff and leftwing intellectuals, and complaints about a fall in the hiring of women.

He made his remarks at a private conference on the position of women and minorities in science and engineering, hosted by the National Bureau of Economic Research.

In a lengthy address delivered without notes, Dr Summers offered three explanations for the shortage of women in senior posts in science and engineering, starting with their reluctance to work long hours because of childcare responsibilities.

He went on to argue that boys outperform girls on high school science and maths scores because of genetic difference. "Research in behavioural genetics is showing that things people previously attributed to socialisation weren't due to socialisation after all," he told the Boston Globe yesterday.

As an example, Dr Summers told the conference about giving his daughter two trucks. She treated them like dolls, and named them mummy and daddy trucks, he said.

Dr Summers also played down the impact of sex bias in appointments to academic institutions.

He said: "The real issue is the overall size of the pool, and it's less clear how much the size of the pool was held down by discrimination."

At least half of his audience comprised women, several said they found the remarks offensive and one walked out.

"It was really shocking to hear the president of Harvard make statements like that," said Denice Denton, who is about to become president of the University of California at Santa Cruz.

Others said Dr Summers's comments were depressingly familiar. "I have heard men make comments like this my entire life and quite honestly if I had listened to them I would never have done anything," said Donna Nelson, a chemistry professor at the University of Oklahoma.

A Harvard spokeswoman declined to comment yesterday, or to release the transcript of Dr Summers's remarks. Richard Freeman, who invited the Harvard president to speak at the conference, said Dr Summers's comments were intended to provoke debate, and some women over-reacted.

"Some people took offence because they were very sensitive," said Dr Freeman, an economist at Harvard and the London School of Economics. "It does not seem to me insane to think that men and women have biological differences."

During Dr Summers's presidency, the number of tenured jobs offered to women has fallen from 36% to 13%. Last year, only four of 32 tenured job openings were offered to women.
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