Votato la 7. Commento le altre
1. Fa ridere, e onestamente mi disgusta chi parla in questa maniera. Non si può avere un "diritto sacrosanto" (diventato più importante persino del diritto di prevenzione per i tumori, nel caso degli UU ovviamente) su un FETO, che non è un oggetto. Pretendono aborto libero e gratuito mentre molti esami ben più importanti si pagano, questo non è affatto giusto. La pillola abortiva è un mix di veleni, che si informasse la gente. Stanno favorendo le lobby farmaceutiche in questo modo.
2. Diciamo che ha messo delle limitazioni, però è molto aggirata. Spiegherò meglio sotto
3. Disgustato da chi parla in questa maniera, in particolare se sono uomini
4. Non sono così ottuso
5. L'ho inserita perchè ci sono casi simili. Una bambina di 9 anni, in Brasile, dopo essere stata stuprata, ha abortito, ma è stata scomunicata la madre e i medici. La chiesa lì ha sbagliato, e mi dispiace che le femministe ci hanno sguazzato sopra.
6. Sarei d'accordo, però se una donna è stata stuprata, decide lei , perchè non sono io il padre. La vedo così
7. Ho votato quella che mi pare più giusta (in generale odio l'aborto, però attenuanti del genere le posso lasciar passare). C'è da dire , però, che sono pochi aborti in questo caso. La maggior parte degli aborti (80 % in Italia) è dovuta a gravidanze indesiderate, oppure a distrazioni. Qui lo vieterei senza pietà.
Intanto ecco un caso emblematico:
Melzo, in tre chiedono di abortire
il primario urla in corsia: "Assassine"
"Assassina, sta uccidendo suo figlio", ha urlato Leandro Aletti, responsabile di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Melzo (Milano) e noto antiabortista, simpatizzante di Comunione e liberazione, a ciascuna delle tre donne, dai 27 ai 36 anni, che avevano scelto quella struttura pubblica per abortire
di Ilaria Carra
Avevano deciso di abortire. Ma una volta all’ospedale, per gli accertamenti preliminari all’interruzione di gravidanza, il primario, obiettore di coscienza, le ha umiliate nel corridoio del reparto, davanti al personale e alle degenti. «Assassina, sta uccidendo suo figlio», ha urlato Leandro Aletti, responsabile di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Melzo e noto antiabortista, simpatizzante di Comunione e liberazione, a ciascuna delle tre donne, dai 27 ai 36 anni, che avevano scelto quella struttura pubblica per abortire.
L’aggressione verbale è riportata nella denuncia per ingiuria presentata al giudice di pace di Cassano d’Adda: «Il primario, noto antiabortista, ci ha insultate e diffamate — denunciano le donne — offendendo il nostro decoro e arrecandoci un danno morale». Dopo due rinvii, a dicembre si terrà l’udienza sul caso. Anche se entrambe le parti stanno cercando un accordo per evitare di arrivare al processo. Con il primario che, sebbene il suo avvocato Mario Brusa parli di un «fraintendimento tra le parti», sarebbe pronto a firmare una lettera di scuse e chiarimenti per archiviare l’accaduto. La direzione sanitaria ha già presentato le sue scuse.
Sotto accusa è anche la procedura che prevede di compilare la cartella clinica, preliminare all’aborto, in un atrio lungo la corsia del reparto. Pratica a cui nella struttura, si dice, si ricorre quando la sala visite è occupata, ma che in sostanza comporta la violazione della privacy delle donne. «Mentre iniziavamo il colloquio con il medico di turno venivamo accostate dal primario che ci aggrediva con insulti ad alta voce — si legge nel ricorso — così tutti i presenti venivano edotti della ragioni della nostra presenza nel reparto rendendo di pubblico dominio una scelta delicata e assolutamente personale».
Un episodio «lesivo della nostra dignità», tanto che una delle tre donne sarebbe stata anche identificata da una conoscente che passava di lì. «Le muove l’umiliazione subita in un momento delicato che nessuna donna affronta a cuor leggero», commenta l’a vvocato delle denuncianti, Ilaria Scaccabarozzi. La direzione dell’o spedale di Melzo precisa che in tema di accoglienza a chi vuole abortire «la paziente viene sottoposta alla raccolta dei dati sanitari e di degenza all’interno degli spazi deputati come previsto dal regolamento sulla privacy». (27 ottobre 2009)
http://milano.repubblica.it/dettaglio/melzo-in-tre-chiedono-di-abortire-il-primario-urla-in-corsia:-assassine/1761756Scusate, ma se le femministe e le abortiste si ritengono moralmente superiori ai cattolici e agli uomini, come mai hanno voluto per forza denunciare il primario? Tanto vale ignorarlo, o no?