Autore Topic: Uomini e donne: le ragioni della distanza  (Letto 94083 volte)

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Offline raniran

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #105 il: Settembre 12, 2012, 15:24:46 pm »
Io sono piu` crudele di te nel descriverne le dinamiche. Per certi versi io mi adeguo ad una logica di tipo speculare, o per meglio dire ad impronta. Ovvero la societa` futura avra l`impronta di quello che le donne di oggi stanno attuando e finira per essere una societa` che gli si ritorcera contro, inevitabilmente.

Ma questo forse esula dal motivo del tuo topic.

Partiamo con un po di biologia di base. Nelle api e nelle formiche la suddivisione in compiti non e sociale ma bensi biologica. Nel senso che e` la biologia a determinare i compiti delle varie varianti. Nelle persone e nella razza umana una variante si occupa di fecondare e di portare variabilita` genetica ed un`altra di concepire il nascituro.
Durante e per tutto il tempo che va dalla fecondazone al concenpimento ed alla crescita`, la variante che concepisce e estremamente vulnerabile ed oberrata in maniera drammatica dal nascituro e dal concepito in seguito.

Ovvio quindi che la variante che concepisce cerchera una variante che la sostenga durante queste fasi, e che si occupi in un certo qual modo di difenderla dalle insidie. Oltremodo diversa la variante che feconda che cerchera anche e sopratutto la certezza di essere il fecondante e la certezza che la variante che concepisce riesca a portare a termine la gravidanza e dia nuovi individui sani e performanti.

Questo direi che e la logica che sta alla base di tutto. Anche nella societa` dei servizi in cui vivamo questa memoria genetica determina le scelte degli individui. Quindi e ovvio che a mio avviso l`amore e un contenitore in cui vi sono dei programmi attavici che generano i rapporti cosi detti affettivi che sembrano eterei e immacolati, ma sono mere proiezioni di interessi economici e di sopravvivenza del individuo o dell`intera specie.

A questo punto aggiungerei una mia personale disquisizione. Metaforicamente parlando i due sessi sono completamenti diversi l`uno dall`altro ma sebbene in questi ultimi tempi vi sia una forte tendenza a separare quasi il concetto di varianza con quello di vera e propria razza sembrerebbe che non ci sia consapevolezza in merito.

Nell`era moderna i vincoli economici, procreativi, e di sopravvivenza sono stati livellati di modo che nessuno necessita di nessuno per la propria sopravvivenza, fatta salva l`integrita` sociale in cui viviamo ogni individuo e in grado di sopravvivere senza l`apporto dell`altro sesso e senza con questo costruire nuclei familiari. Per quel che riguarda la procreazione la donna sembrerebbe avere una marcia in piu` una sorta di vantaggio temporare e che la portera di qui a poco a poter sciegliere autonomamente in larga parte del globo se utilizzare un uomo per la sua fecondazione o autofecondarsi mediante moderne tecniche mediche.

Ovviamente superata questa fase e questo primo debito temporale dovuta allo status di concepente della donna le moderne tecnologie in ambito riproduttivo saranno alla portata degli uomini a questo punto di aprira una grande incognita.

Dovendo farsi carico della maternita` e logico pensare che il corpo e la struttura psicologica della donna siano state modellate nel corso dei tempi di modo da dover raggiungere due principali obbiettivi. La procreazione e la propria sopravvivenza. Direi quindi che la macchina donna sia in realta un apparecchio figlio di un compromesso. E specializzato oltremodo per un aspetto e carente nell`altro.

L`uomo da sua parte e altamente specializzato in un aspetto e totalmente carente nell`altro.

Per dirla in soldoni, direi che in un futuro prossimo se l`uomo riuscisse a far a meno della sua componente emotiva potrebbe riuscire a creare una societa` estremamente performante e sviluppata ma unisex.
In questo scenario i due sessi si dividerebbero in veri propri gruppi a se, come se fossero due specie differenti. Tolto il vincolo della riproduzione i due sessi si comporterebbero come competitori ed a questo punto il gruppo maggiormente specializzato avrebbe anche la societa` piu` forte e riuscirebbe a "liquidare" il gruppo meno competitivo.

Scenario da incubo, ma haime` lo trovo realistico. Nel mentre speriamo che i due sessi appianino le divergenze e si crei una societa` di uomini e donne che si amino!


"Ovviamente superata questa fase e questo primo debito temporale dovuta allo status di concepente della donna le moderne tecnologie in ambito riproduttivo saranno alla portata degli uomini a questo punto di aprira una grande incognita"
OVVIAMENTE.. NO, non è ovvio:
i Tempi sono troppo lunghi per prevedere una "società di femmine".......
[le previsioni del tempo ti danno fino a 3 giorni una buona probabilità (al terzo circa 70 %),  dopo le probabilità d'azzeccarci si riducono sempre più, drasticamente in una progressione similmente geometrica, tendendo allo zero dopo 15-20 giorni].
Lo sviluppo relazionale delle società attuali possono a mio avviso aderire al modello meteo, hanno MOLTE più variabili..
il senso rimane quello.

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Offline raniran

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Re:Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #106 il: Settembre 12, 2012, 15:29:15 pm »
Sugli scenari da te prospettati sono d'accordo,  sarebbe una guerra che porterebbe all'estinzione della nostra specie nel giro di 2-300 anni.


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Offline ilmarmocchio

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Re:Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #107 il: Novembre 12, 2014, 17:25:07 pm »
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/11/12/istat-matrimoni-in-calo_46b0d672-789b-4227-8b0f-c681d7b4493f.html



In Italia ci si sposa meno e chi decide di convolare a nozze preferisce farlo in regime di separazione dei beni. E' quanto emerge dall'ultimo report dell'Istat (anno 2013) sui matrimoni in Italia che mostra pure come le coppie del Nord e del Centro scelgano soprattutto il rito civile. Nel 2013 per la prima volta il numero dei matrimoni scende sotto quota duecentomila. Sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni (13.081 in meno rispetto al 2012). Ancora un forte calo, dunque, in linea con l'accentuarsi della tendenza alla diminuzione in atto dal 2008: circa 53 mila nozze in meno negli ultimi 5 anni (pari a oltre un quinto delle celebrazioni del 2008). Diminuiscono anche i matrimoni successivi al primo, scendendo da 34.137 del 2008 a 30.691 del 2013, ma il ritmo della flessione è più contenuto di quello delle prime nozze.

Pertanto, la loro quota sul totale continua ad aumentare, dal 13,8% del 2008 al 15,8% del 2013. Nel 2013 sono state celebrate con rito religioso 111.545 nozze, oltre 44 mila in meno negli ultimi 5 anni (-29%). I matrimoni celebrati con il solo rito civile sono scesi a 82.512 (-9% rispetto al 2008); la loro quota sul totale raggiunge il 42,5% del 2013, dal 36,8 del 2008. Sia al Nord (55%) che al Centro (51%) i matrimoni con rito civile superano quelli religiosi. Il report conferma, infine, la prevalenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni (oltre due su tre).

Offline vnd

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Re:Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #108 il: Novembre 12, 2014, 17:48:41 pm »

In Italia ci si sposa meno e chi decide di convolare a nozze preferisce farlo in regime di separazione dei beni.


E te credo....

Anche se non ho mai capito che differenza ci sia, ai fini pratici, nel regime di separazione dei beni in caso di separazione/divorzio.
Apparentemente nulla.

Un'altra cosa che non capisco è perché gli atei si sposino, ancorché con rito civile.
Chi glielo fa fare?

Posso capire che si sposa per ragioni religiosi.
Ma gli atei?

Mistero....
Vnd [nick collettivo].

Offline zagaro

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Re:Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #109 il: Novembre 12, 2014, 18:01:22 pm »

E te credo....

Anche se non ho mai capito che differenza ci sia, ai fini pratici, nel regime di separazione dei beni in caso di separazione/divorzio.
Apparentemente nulla.

Un'altra cosa che non capisco è perché gli atei si sposino, ancorché con rito civile.
Chi glielo fa fare?

Posso capire che si sposa per ragioni religiosi.
Ma gli atei?

Mistero....

un giudice in caso di divorzio può decidere su due sole questioni: a) se qualcuno ha violato le regole del matrimonio, quello che chiamiamo addebito; b) come dividere il patrimonio accumulato con il matrimonio; ora se si è in regime di separazione dei beni chiaramente il patrimonio accumulato con il matrimonio può partire solo dalla data di nozze e deve essere voluto dalle due parti decidere cosa fa parte del patrimonio matrimoniale; mentre se si è in comunione dei beni  rientrano nel patrimonio del matrimonio tutti i beni  comunque intestati ai coniugi, e possibilmente anche quelli prima della data di nozze (poi ci stanno delle eccezioni da vedere caso per caso)-- e ti pare poco la  differenza?

atei.
domanda
un ateo, figlio di atei, come potrebbe pretendere dal giudice  la quota legittima dell'eredità dei genitori se questi non erano sposati?

Offline raniran

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Re:Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #110 il: Dicembre 20, 2014, 19:13:31 pm »
"In Italia ci si sposa meno e chi decide di convolare a nozze preferisce farlo in regime di separazione dei beni. "
Vero, ma considera che molti report-indagine cazzate varie sono pilotate
Prima di tutto scaverei nella rete per trovare qualcosa degno d'essere creduto
poi, dopo averci ragionato renderei pubblico qui...
o sbaglio?

ALe


http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/11/12/istat-matrimoni-in-calo_46b0d672-789b-4227-8b0f-c681d7b4493f.html



In Italia ci si sposa meno e chi decide di convolare a nozze preferisce farlo in regime di separazione dei beni. E' quanto emerge dall'ultimo report dell'Istat (anno 2013) sui matrimoni in Italia che mostra pure come le coppie del Nord e del Centro scelgano soprattutto il rito civile. Nel 2013 per la prima volta il numero dei matrimoni scende sotto quota duecentomila. Sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni (13.081 in meno rispetto al 2012). Ancora un forte calo, dunque, in linea con l'accentuarsi della tendenza alla diminuzione in atto dal 2008: circa 53 mila nozze in meno negli ultimi 5 anni (pari a oltre un quinto delle celebrazioni del 2008). Diminuiscono anche i matrimoni successivi al primo, scendendo da 34.137 del 2008 a 30.691 del 2013, ma il ritmo della flessione è più contenuto di quello delle prime nozze.

Pertanto, la loro quota sul totale continua ad aumentare, dal 13,8% del 2008 al 15,8% del 2013. Nel 2013 sono state celebrate con rito religioso 111.545 nozze, oltre 44 mila in meno negli ultimi 5 anni (-29%). I matrimoni celebrati con il solo rito civile sono scesi a 82.512 (-9% rispetto al 2008); la loro quota sul totale raggiunge il 42,5% del 2013, dal 36,8 del 2008. Sia al Nord (55%) che al Centro (51%) i matrimoni con rito civile superano quelli religiosi. Il report conferma, infine, la prevalenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni (oltre due su tre).
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