Precisazione: con uomo intendo dire maschio.
Nella legge il padre non esiste.
Da quello che leggo non ci guadagnamo niente, e se così è, allora vale il principio di rimozione citato da Animus.
Se l'obiettivo fosse l'autodeterminazione e il diritto di scelta dopo il coito, gli uomini dovrebbero chiedere il disconoscimento di paternità, una sorta di padre segreto parallelamente alla madre segreta.
Invece il segreto è solo della donna, che ha il diritto di non dire al padre di essere padre, di presentarsi a cose fatte e cambiare all'improvviso la vita di un uomo.
Anche ammettendo che l'aborto non sia contro l'interesse di un uomo, non fornisce alcun vantaggio o beneficio. Non c'è una sola ragione per cui un uomo debba essere favorevole.
A meno che, pensiero mio, questo uomo non si astragga da sé e diventi un uomo politico. Ma a questo punto è mai possibile che tutti questi uomini politici che ci circondano non siano in grado di vedere anche il problema delle separazioni?
Sono "politici" a doppio standard, come le donne che quando si siedono sulle poltrone si occupano solo di donne, o in modo privilegiato di donne. Tutta questa gente che parla di parità, che chiede cosceinza politica agli uomini, al di sopra dell'interesse personale, questa gente non si politicizza, racconta mezza messa e resta al palo del sentimentalismo pro-donna.
Allora per un attimo mi arrocco e dico che io, noi, come uomini, non abbiamo niente da guadagnare dall'aborto cioè, la nostra condizione individuale sarebbe uguale ma credo anche migliore, se il diritto di abortire non esistesse.