Autore Topic: Uomini e donne: le ragioni della distanza  (Letto 94217 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #75 il: Gennaio 17, 2011, 20:16:31 pm »
P.S. mi scuso con voi per la scarsa partecipazione, ma sono in vacanza in Argentina e non ho sempre un pc disponibile.
Proprio domenica scorsa ho potuto assistere a una discussione in cui sono apparsi contenuti da Q.M. . E' venuto fuori un mezzo casino in cui non ho capito tutto, pero' 3 o 4 30enni erano abbastanza consci della problematica.
Il tutto e' partito da una conferenza di una psicologa cilena , Pilar Sordo, che qui ha fatto molta sensazione

http://es.wikipedia.org/wiki/Pilar_Sordo

Offline Animus

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #76 il: Gennaio 17, 2011, 20:19:12 pm »
pochi ragionamenti e molte osservazioni portano alla verita', poche osservazioni e molti ragionamenti all'errore.

Giustissimo.
E' la versione Carrelliana di quella Nicciana? :P
(è inutile confutare xxx, basta fiutarne la putrefazione )

P.S.
Mi stavo giusto chiedendo dov'eri finito.
« Ultima modifica: Gennaio 17, 2011, 20:33:40 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Zoltan2

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #77 il: Gennaio 18, 2011, 00:15:27 am »
Comunque, giusto per chiarezza, non era mia intenzione sminuire il tuo discorso Animus (nel caso ti sia sembrato così), è solo che questi concetti sono (almeno per me) abbastanza risaputi e a parer mio non così difficili da osservare. ;)

Scusa, posso sapere da cosa lo deduci questo fenomeno?

[...]Basta pensare che più una civiltà è tecnologicamente/socialmente progredita, e minore è la libidine sessuale dei suoi cittadini. Questa cosa si osserva con facilità anche nel sistema geopolitico mondiale... (e non parlo di natalità, parlo di libidine!)

Per spiegare a fondo questo concetto dovrei addentrarmi in studi sulla diversità della natura umana di carattere razziale. Ricerche nel corso del novecento hanno dimostrato come vi siano differenze sostanziali in termini di comportamento fra popolazioni bianche, popolazioni asiatiche e popolazioni negroidi. Ovviamente, le differenze riguardavano anche la sfera sessuale. Gli studi comprendevano analisi sulla frequenza dei rapporti, propensione all'eccitamento, analisi biomediche e altri test. Tali differenze sono state giustificate soprattutto da diversi bilanci ormonali fra le varie "etnie" (questo è il modo che si vuole utilizzare ora per indicare la razza...), corrispondenti ad altrettanti pattern genetici sviluppatisi in ambienti e circostanze diverse (nel corso della storia dell'uomo: Africa, Asia, Europa, etc...). Vi sono molti studi che dimostrano scientificamente come popolazioni bianche europee e asiatiche abbiano caratteristiche differenti in termini di libidine e spinta sessuale nei confronti di popolazioni negroidi. Le prime dimostrano di possedere una libidine sessuale minore e una propensione maggiore a saper convogliare la libidine verso attività secondarie (quella che Freud appunto chiama "sublimazione"). Le popolazioni negroidi invece, dimostrano una maggiore libidine (da un punto di vista ormonale possiedono livelli di testosterone nettamente maggiori ad esempio) e una minore propensione alla sublimazione di questa "spinta" ormonale (in termini pratici, hanno maggiore libidine e maggiore propensione alla ricerca diretta dell'atto sessuale).

I motivi di tale differenza genetica e quindi comportamentale sono da ricercarsi nei diversi ambienti e condizioni in cui le varie popolazioni prosperarono. Tuttavia le ragioni sono molteplici e non voglio dilungarmi sulle varie ragioni per cui vi sono queste differenze. Vi sono interi libri a riguardo.  :)

Gli studi dimostrarono come questa differenza ormonale e di libidine fossero alla base dei diversi sistemi di organizzazione sociale presenti nelle popolazioni di Africa, Asia e Europa. Ad esempio, mentre in Africa si sono sviluppate società ad alto numero di figli per donna (con i conseguenti svantaggi di maggiore mortalità infantile e maggiori disagi), nelle popolazioni Euro-asiatiche si sono sviluppate società a minor numero di figli per donna (con conseguente maggiore benessere pro-capite). Inoltre, i diversi livelli di libidine (e di testosterone) sono alla base della ragione per cui le popolazioni bianche e asiatiche abbiano sviluppato per primi sistemi sociali complessi e costruito civiltà tecnologicamente più avanzate rispetto alle popolazioni negroidi dell'Africa. Chiaramente, maggiore è la spinta sessuale e minore è la sublimazione, maggiore sarà il numero dei figli (e quindi minore benessere pro-capite) e minore sarà l'impiego di questa spinta verso attività secondarie (attività intellettuali, creative, sportive, competitive, etc...). In sostanza, questi studi dimostrarono come le differenze genetiche fra le varie popolazioni (razze) riguardassero anche livelli ormonali, libidine e maggiore o minore propensione alla sublimazione della spinta sessuale; e come queste stesse differenze siano alla base dei diversi sistemi sociali e dei diversi progressi in termini di civilizzazione e sviluppo tecnologico avuti da queste popolazioni nel corso dei millenni.

So che questi temi potrebbero non essere accettati da tutti, in quanto il "politically correct" oggi vuole imporre l'abnegazione di qualunque ricerca scientifica onesta che voglia studiare le differenze fra le varie popolazioni umane. I concetti da me riportati si basano su studi scientifici condotti da più parti, se necessario posso citare le mie fondi. Comunque mi è stato chiesto di spiegare le ragioni di un fenomeno e non avevo altro modo di farlo in questa maniera.
La donna media sogna 10, pretende 10 e ottiene solitamente 8.
L'uomo medio sogna 8, chiede 4, e, se gli va bene, ottiene 1.

Offline Animus

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #78 il: Gennaio 18, 2011, 00:53:38 am »
Comunque, giusto per chiarezza, non era mia intenzione sminuire il tuo discorso Animus (nel caso ti sia sembrato così), è solo che questi concetti sono (almeno per me) abbastanza risaputi e a parer mio non così difficili da osservare. ;)


Va bene, allora andiamo avanti. ;)
Quando Freud parla della civiltà, non si sta riferendo all'impero romano o quella islamica o quelle asiatiche, ma quella occidentale.

Occorre fare prima però una pre-messa, ovvero che la libido, prima di essere un pensiero, è una pulsione.

Ora, cosa succede all'interno della ns. civiltà che non accade nelle altre, e perchè la ns. è destinata alla sterilità e le altre no?

In realtà, per chi ha letto il mio topic (aphorismen), la risposta dovrebbe apparire (ormai) scontata.
Il progetto della civiltà occidentale è l'evangelizzazione, che deve essere intesa qui come, rendere gli uomini ... angeli, e gli angeli si sa, non hanno sesso.

Ecco perchè il traguardo della civiltà occidentale (e non delle civiltà in genere) è la sterilità.

La di-mostrazione è in realtà più semplice di quanto si potrebbe pensare:

All'interno della ns. civiltà, visto che la forza simbolica, l'orizzonte e la rotta tracciata e quella, la sublimazione della libido viene indirizzata in attività/opere compatibili col senso della civiltà stessa :
http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg13002/#msg13002

E con ciò voglio dire, anche se non è facile sintetizzarlo in poco parole, che la sterilità viene indotta dalle opere stesse che vengono create, non come effetto accidentale, ma proprio perchè quello è il fine , e la fine, della civiltà stessa (che finisce quando raggiunge il suo fine, così come l'impero romano finì quando aveva conquistato tutto il mondo conosciuto, aveva semplicemente raggiunto la sua meta)
 
Non è perchè non si pensa più al sesso, come credi te Zoltan...
E' che la coscienza si riflette nel mondo, quello artificiale creato ad hoc, e l'attività risulta umiliante (concetto FONDAMENTALE) ed in quanto tale, la coscienza (ricordiamo che il primo organo sessuale è il cervello) la rimuove, inibendo la libido, per non essere rattrappita.
La vita non vuole l'umiliazione...morirebbe: http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg12171/#msg12171


E da quanto ho scritto si dovrebbe a questo punto capire anche la mia avversione per il cristianesimo...
Va distrutto prima che sia lui a distruggere noi.

Animus


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Offline Vargan

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #79 il: Gennaio 18, 2011, 02:12:36 am »
OK, mettiamo che con la scienza si arriverà al punto di una simil-partenogenesi, per cui ci sarà un unico genitore naturale. Ma le differenze tra uomo e donna sono talmente radicate e complementari, che non dico individui, i quali possono anche farne a meno, ma le due popolazioni di genere trarranno benefici da una convivenza.
L'insicurezza femminile deve essere neutralizzata dalla mascolinità, ad esempio.

Se stessimo parlando di un processo di trasformazione da una forma di energia ad un altra direi che il processo e scarsamente efficiente.

Mi permetto una divagazione simil biologica filosofica.

In natura i composti, le molecole, etc. Hanno un livello energetico che ne giustifica la composizione e la configuarazione spaziale. Per cosi dire (oddio non e che mi ricordo tutto) ogni entita` e figlia di un processo chimico che la ottiene. Le due forze che entrano in gioco sono l`entropia e l`energia.

L`energia la possiamo definire anche come lavoro. Mentre l`entropia (la famigerata) e una forza che spinge alla disorganizzazione o per meglio dire e la logica conseguenza di una realta molto semplice.

E piu facile costruire una casa o distruggerla? oppure secondo voi e piu` probabile che una casa si costruisca da sola o si distrugga da sola?

E chiaro quindi che la materia tende ad organizzarsi nella maniera piu semplice ed a basso contenuto energetico (lavoro). Quindi i sistemi piu` semplici sono caratterizzati da bassa organizzazione (entropia elevata) e facilita` di formazione (basso contenuto energitico e quindi basso contenuto di lavoro per la sua formazione.

I sistemi biologici seguano una logica opposta.

Aumentano l`organizzazione interna (tenendo quindi un basso valore di entropia) e per farlo necessitano di grandi quantita` di lavoro che ottengono dall`ambiente esterno aumentandone l`entropia e di conseguenza abassandone il valore energetico. (tralasciamo la luce solare che rende il discorso complesso ma non lo smentisce.) L`economia cellulare e quindi tenuta per definizione al risparmio energetico ed a ottenere il fatidico massimo riusultato con il minimo sforzo. Per poter continuare ad esistere deve mantenere la sua organizzazione interna e modulare gli scambi molecolari con l`esterno. Il flusso di materiali ed elaborati e quello che gli permette di mantere bassa la sua entropia (la tendendenza ad annullarsi) ed a rifornirsi di energia potenziale da sfruttare per mantere le catene di reazioni che gli consentono di sopravvivere.

A maggiore organizzazione, corrisponde quindi maggiore complessita` e migliori prestazioni (posso citare la sintesi di ATP mitrocondriale delle cellule eucariotiche rispetto al sistema piu` semplice di quello procariotico ad esempio).

Il sesso rappresenta apparentemente uno spreco di risorse perche` i meccanismi impiegati per la riprodizione sessuale consumano molta piu` energia rispetto a quella assessuale. L`unico vantaggio come ben sappiamo e quello di portare varianza genetica. Anche questo e` uno spreco di risorse poiche creando modificazioni genetiche maggiore e` il tasso di variazione maggiore e la quantita` di organismi che muoiono per diffetti nella loro fabbricazione, ne consegue che l`energia impiegata per costruire 100 individui ne costruisce facendo un esempio 80 di funzionali.

Quindi la riproduzione sessuale e` un grande spreco di energie e risorse, se non sapessimo che e` il cardine della sopravvivenza e dell`evoluzione ci si chiederebbe: Ma perche esiste?


Arrivando al nocciolo del problema la societa` e l`economia sono due grandi allegorie della biologia ed economia cellulare. Non di rado sono classici esempi che si usano quando si vuole descrivere la complessita sociale o quella biologica. E viceversa
Ogni organizzazione si serve di strumenti e compartimenti, di divisioni operazionali, e di terminali operativi. Contiene una nucleo informativo o genetico, una fonte primaria di sostentamento ed una sua conformazione spaziale e temporale. E sopratutto una costante necessita` di un flusso regolato di materiali ed alaborati.

La societa quindi come un macroorganismo multicellulare.

la societa possiede tutti i poteri e funzioni di cui le sue cellule costituenti (noi) abbiamo delegato il compito. Per essere piu` forti abbiamo delegato alla societa` la funzione di detenere il sapere (l`istruzione o il codice genetico) di regolamentare la produzione (agricola, industriale), e controllare e amministrare i flussi con l`interno e l`esterno (Le reti di comunicazione multimediale, i trasporti, la dogana, etc). Aumentare la nostra possibilita` di sopravvivenza, etc.

Per fare questo necessita di alta organizazzione (bassa entropia) e quindi necessita di molta energia (lavoro), la nazione e quindi la societa` siamo noi. E con il nostro lavoro permettiamo alla societa` di continuare ad esistere mediante la trasformazione dell`ambiente (e quindi l`alzamento dell`entropia di questa). Se la societa` fosse meno complessa allora sarebbe necessario molto meno lavoro, ma al tempo stesso il numero di individui (e sopratutto) le possibilita` di questi di sopravvivere sarebbero molto piu` basse.

Inoltre con l`aumentare della complessita ed organizzazione le stesse operazioni sono energeticamente piu` efficienti. Quindi si ha un abassamento di energia richiesta per compiere le medesime funzioni. Il punto focale della  mia logorrea e quindi incentrato sul vantaggio biologico ed economico che sostituisce gradatamente la riproduzione da sessuale ad artificiale.

Semplicemente con l`avanzare della complessita` sociale determinati meccanismi saranno semplicemente superati e sostituiti dalla tecnica medica. La societa` si incharichera di farsi utero e sperma per generare nuove componenti mantenendo inalterato il valore in termine di fitness e garantendo un processo energeticamente inferiore e quindi biologicamente vantaggioso.

Anticipando parte delle obiezioni che sarebbero poste. Mi sorge spontano un esempio banale. E successivamente un dubbio cruciale.

Esempio.
Quanta energia in petrolio e biochimica occorre per fare spostare un peso di una tonnellata di un metro verso l`alto da un`elevatore?
Quanta ernergia biochimica (umana) occorre per fare lo stesso lavoro?
Quale dei due processi e` energeticamente vantaggioso?

Dubbio cruciale.
Rispetto all`uomo di migliaia di anni fa che viveva in comunita` familiari, (considerando lo stesso ipotetico standard di alimentazione e di igiene) il sistema immunitario di quest`ultimo era piu` forte o piu` debole di quello standard di oggi?
"Alla Superema Corte della Purezza di Genere: io sottoscritto nato uomo contro la mia volontà, chiedo che siano perdonate tutte le azioni da me commesse come uomo, perchè ho agito sotto l'influenza delle condizioni create dalla cultura patriarchica".

Offline ilmarmocchio

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #80 il: Gennaio 18, 2011, 13:54:01 pm »
Giustissimo.
E' la versione Carrelliana di quella Nicciana? :P
(è inutile confutare xxx, basta fiutarne la putrefazione )

P.S.
Mi stavo giusto chiedendo dov'eri finito.


Devo connettermi da un posto pubblico ma a fine settimana saro' a casa
la versione nicciana si adatta molto bene alla situazione attuale della nostra civilta'

Offline Animus

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #81 il: Gennaio 18, 2011, 15:07:33 pm »

Devo connettermi da un posto pubblico ma a fine settimana saro' a casa
la versione nicciana si adatta molto bene alla situazione attuale della nostra civilta'

Nietzsche aveva una natura intuitiva (all'ennesima potenza) , quello che manca, anche nei minimi termini, alla quasi totalità degli uomini, e per questo di lui M.Fini dice giustamente che aveva una natura femminile.
Ecco perché Nietzsche, pur essendo il meno razionale dei (grandi) filosofi, è infatti tra i massimi esponenti dell'irrazionalismo - perchè lui non dimostra nulla...sentenzia e basta! - è quello che c'ha preso di più su tantissimi aspetti.
Perché alla fine, le parole/dimostrazioni/ragionamenti se le porta il vento, la verità rimane affidata al setaccio del tempo - solo la storia separa le pagliuzze d'oro ... dalla ghiaia.

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Offline Red-

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #82 il: Gennaio 18, 2011, 23:13:05 pm »
Citazione
Perché alla fine, le parole/dimostrazioni/ragionamenti se le porta il vento, la verità rimane affidata al setaccio del tempo - solo la storia separa le pagliuzze d'oro ... dalla ghiaia.
Se così è allora la religione cattolica è una pagliuzza d'oro, perchè sta sul pianeta dalla sua nascita, più di duemila anni fa.
...Ma non è vero neanche questo, neh!?
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Animus

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #83 il: Gennaio 18, 2011, 23:46:52 pm »
Se così è allora la religione cattolica è una pagliuzza d'oro, perchè sta sul pianeta dalla sua nascita, più di duemila anni fa.
...Ma non è vero neanche questo, neh!?

No, no, Red, certo che è vero, ma vedi...c'è un problema.
Mi spiego.

Se io dicessi che, è vero che i farmaci curano le malattie, e quindi da questo punto di vista combattono le malattie, ma d'altro canto, le multinazionali farmaceutiche che producono i farmaci non hanno nessun interesse a far sparire le malattie perché evidentemente quelle sono la causa della loro esistenza/potere, e quindi, avendo il potere di farlo, se da una parte studiano come curarle...dall'altra studiano come creare nuove malattie (magari inglobando la mattia futura nella cura odierna) non credo che troverei nessuno disposto a rifiutare questa tesi - magari con la sola eccezione del cda della multinazionale stessa.

Se invece dicessi che il ruolo della Chiesa è quello di condurre il gregge verso la meta tracciata dal cristianesimo, epperò se da una parte quella è la sua funzione, dall'altra, arrivare al traguardo vorrebbe dire porre fine al suo compito storico - essere pensionata e perdere tutto il potere che ha conquistato in millenni, e quindi la Chiesa ha tutto l'interesse ad opporsi all'avanzata del progetto cristiano originario (che chiaramente evidenziarlo solleva una contraddizione enorme), per perpetuare ad aeternum la sua esistenza, troverei, applicando la stesso principio del conflitto d'interesse (nessun organo sociale mira alla propria eutanasia), un rifiuto ben più grande.
Perchè?
Perchè uno crede semplicemente a ciò che gli fa più comodo credere. :)

Io l'ho detto varie volte che bisogna fare una netta distinzione tra la Chiesa ed il cristianesimo, tra il messaggio del pre-cristianesimo (l'antico testamento) e che però il cristianesimo ha da una parte inglobato...dall'altra superato (basta pensare che nell'uno si chiama Signore il Padre, nell'altro si chiama Signore il Figlio), e quello prettamente cristiano (" ci sono eunuchi che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca").....


Ma vedo che questo, ad alcuni, non riesce proprio ad entrare in testa.
 
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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #84 il: Gennaio 19, 2011, 00:03:14 am »
Chi può capire, capisca..

Io l'ho capito.
Poi gli altri continuino pure a credere quello che vogliono.
Per me ... fa lo stesso.
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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #85 il: Gennaio 19, 2011, 11:18:44 am »
quindi la Chiesa ha tutto l'interesse ad opporsi all'avanzata del progetto cristiano originario

Fateci caso:
Quando la Chiesa fa opposizione alla famiglia senza figli, o max un figlio, non lo fa citando l'assenza di progenie di Gesù, o il figlio unigenito.
Si deve rifare all'antico testamento.

Quando la Chiesa fa opposizione alle moderne tecniche surrogate della riproduzione,FIVET, banche del seme, etc., non lo fa citando Giuseppe , lo Spirito Santo e il parto verginale di Maria.
Si deve rifare all'antico testamento.

Quando la Chiesa fa opposizione all'aborto, non lo fa citando il sacrificio dell'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
Si deve rifare all'antico testamento.

Quando la Chiesa fa opposizione agli anticoncezionali, non lo fa citando gli eunuchi che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli.
Si deve rifare all'antico testamento.

Non cita mai i V-angeli.
Non può.
 
Una casta di nottambuli che blatera in nome del Cielo.

Animus
« Ultima modifica: Gennaio 19, 2011, 11:37:18 am da Animus »
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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #86 il: Gennaio 19, 2011, 12:22:06 pm »
Fateci caso:
...
Si deve rifare all'antico testamento.
...
Si deve rifare all'antico testamento.
...
Si deve rifare all'antico testamento.
...
Si deve rifare all'antico testamento.

Da cui se ne deduce che... da domani tutti ebrei :D :D :D

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #87 il: Gennaio 19, 2011, 14:16:33 pm »
 :OT:  :mad:
Dio cè
MA NON SEI TU
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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #88 il: Gennaio 19, 2011, 14:59:13 pm »
Da cui se ne deduce che... da domani tutti ebrei :D :D :D

Perché no.
L'islam in fondo non serve proprio a questo?
A contrapporre una visione patriarcale ...ad un'altra?

In culo al cristianesimo. ^_^

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Re: Uomini e donne: le ragioni della distanza
« Risposta #89 il: Gennaio 19, 2011, 21:19:35 pm »
Nietzsche aveva una natura intuitiva (all'ennesima potenza) , quello che manca, anche nei minimi termini, alla quasi totalità degli uomini, e per questo di lui M.Fini dice giustamente che aveva una natura femminile.
Ecco perché Nietzsche, pur essendo il meno razionale dei (grandi) filosofi, è infatti tra i massimi esponenti dell'irrazionalismo - perchè lui non dimostra nulla...sentenzia e basta! - è quello che c'ha preso di più su tantissimi aspetti.
Perché alla fine, le parole/dimostrazioni/ragionamenti se le porta il vento, la verità rimane affidata al setaccio del tempo - solo la storia separa le pagliuzze d'oro ... dalla ghiaia.



L'intuizione, o meglio, il pensiero intuitivo, spesso arriva laddove la logica non arrivera' mai.
In questo Nietzche viene ingrandito, e non sminuito, dal fatto di essere poco " razionalista"
« Ultima modifica: Gennaio 19, 2011, 21:46:17 pm da Animus »