Da appassionato scacchista che segue anche la mondanità del nobil giuoco, non posso esimermi dal chiarire alcune cose.
Primo, negli scacchi non esiste una divisione, ma solo un’area protetta per le donne. Se esistessero solo tornei misti (che comunque sono la maggioranza) le donne potrebbero vincere soltanto di rado i tornei di media importanza, e praticamente mai quelli di alta e altissima importanza.
Secondo, il fisico negli scacchi conta in maniera variabile a seconda della persona e della situazione, ma mai più di un dieci percento. Più che altro si tratta di avere un cuore forte, per resistere ai battiti accelerati che si scatenano per le emozioni, le quali, però, ovviamente, ciascuno gestisce in maniera diversa, e un sangue ben ossigenato per nutrire l’organo di gran lunga più dispendioso di energie del corpo umano: il cervello. Poi ovviamente, conta anche non avere acciacchi che possano deconcentrare anche minimamente. Niente di trascendentale se teniamo conto che una qualsiasi persona, e quindi anche una donna, può benissimo arrivare a correre mezzora ogni giorno. Più che sufficiente, se poi si ha anche carattere, per affrontare qualunque torneo o match.
Sì è vero, i match più duri e lunghi della storia, e le imprese contro tanti avversari in contemporanea, hanno dato tali dispendi di energie, da portare i campioni addirittura a perdere kili di peso. Normalmente però, è tutto molto meno drammatico, anche ad alti livelli.
Terzo, se si dicesse che le donne a scacchi non riescono a dare gli stessi risultati degli uomini, perché, esse sono caratterialmente meno adatte a sopportare un simile violento scontro agonistico; se si affermasse che il cervello delle donne è svantaggiato negli scacchi, tanto che imparano anche più difficilmente (in media), si finirebbe per essere politicamente troppo scorretti, nella società femminista moderna. Per questo si cerca di indorare la pillola con queste fesserie.
Quarto, esiste un sistema che serve a misurare la forza relativa degli scacchisti: Il punteggio Elo (dal cognome del suo primo ideatore). Tale sistema, non è diviso tra donne e uomini. Quindi è un valido metodo per confrontare la forza relativa delle donne, con quella degli uomini. La Yifan ha un punteggio tale, che un giocatore come Anand, potrebbe perdere solo per una svista, che per il suo livello sarebbe assolutamente idiota. Cosa possibile, ma che non darebbe meriti alla Yifan.
Quinto, Judit Polgar (arrivata fra i primi otto giocatori del mondo, nel se non sbaglio 2004), finora è la classica rondine che non fa primavera. E comunque, non è mai arrivata al livello, per potere essere davvero, una possibile campionessa assoluta.
Comunque, esistono esempi di giocatori con ogni forma d’acciacco, e anche quasi del tutto mancanti di salute, che hanno fatto (come l’ex campione del mondo Tal morto nel 1988) o ancora fanno (come l’ex campione del mondo Kramnik), grandi cose. A riprova che le mie parole non sono campate in aria.
PS.
La storia delle agenti in Francia sarebbe da massima indignazione, in un mondo con ancora un briciolo di dignità!