La lezione di Galimberti tocca tantissimi argomenti che io nel mio piccolo ho cercato se non di spiegare - cosa che andrebbe al di là delle mie forze/attitudini - almeno di evidenziare.
C'è tutto il dramma (da non confondere quì con il concetto di tragedia da lui spiegato) Occidentale, dall'inizio alla fine, la genesi e l'apocalisse, ed il suo svolgimento ... l'idea che la sorregge.
Un'idea sbagliata.
E' interessare notare inoltre le numerose citazioni che fa di Nietzsche.
E' la prima volta nella visualizzazione dei suoi video, o nelle sue letture, che vi vedo un ricorso così massiccio al pensiero del grande filosofo tedesco.
Forse anche lui ha capito, che tra tutti i cattivi maestri, l'unico che si può seguire, se ancora c'è una minima possibilità di salvare il salvabile, è proprio lui.
Non mi riferisco quì alla prassi, al fatto di prenderlo alla lettera, ma almeno, nella direzione.
Il bivio infatti che oggi ci si pone è, continuare a scivolare verso il basso, proseguire nella direzione tracciata dalla filosofia/teologia, oppure, cambiare direzione ed iniziare, magari mettendo la retro, di cercare di uscire dal baratro...
In ciò sta il messaggio, un po' esplicitato, un po' detto tra le righe, che non bisogna seguire la rotta tracciata, la meta pre-stabilita (ecco che qui il lascito teologico e filosofico [/i]coincidono ) come il viaggiatore, ma fare piuttosto come il viandante...(altra citazione nicciana, il viandante e la sua ombra)
Ecco, in questo caso le due categorie ancor'oggi utilizzate, quelle di progressisti e reazionari, dinanzi all'importanza della posta in gioco perdono di senso.
Ad esse andrebbero sostituite quelle di coloro che, ripeto , intendono continuare a scivolare verso il basso, oppure gli altri, ed in questo caso la reazione avrebbe tutta ragione di esistere e di essere praticata, di andare verso l'alto.
Insomma, verso l'alto o verso il basso?
Una bipartizione senz'altro più contingente ed inderogabile, di quelle fino ad oggi utilizzate.
Animus
