http://www.corriere.it/esteri/09_dicembre_18/farkas_308cb74c-ec1d-11de-b41e-00144f02aabc.shtmlè stato il figlio undicenne a chiamare i soccorsi
Usa, mamma scrive su Twitter: «Il mio bambino di due anni è appena annegato»
Esplode la polemica in Rete: «Se si fosse occupata di più di lui non sarebbe morto». Ma la polizia la scagiona
NEW YORK – Il bimbo di due anni era appena annegato nella piscina di casa quando sua madre, una blogger sfegatata, è corsa ad annunciarlo «in diretta» ai suoi oltre 5.000 seguaci su Twitter, scatenando un putiferio di polemiche negli Stati Uniti. Protagonista dell’incredibile vicenda è la 37enne Shellie Ross di Merritt Island, in Florida, nota alla blogosfera come @Military_Mom. La donna scrive sul blog Momdot.com, dove racconta la sua esperienza di madre di 4 figli e moglie di un militare. Il marito, Steve Ross, ha 39 anni ed è un sergente nella base aeronautica di Patrick, vicino a Cape Canaveral. «Per favore pregate come non avete mai fatto, perché il mio bambino di due anni è caduto nella piscina, aveva «cinguettato» Shellie ai suoi contatti alle 18.12 di lunedì, mezz’ora dopo che i paramedici erano arrivati a casa sua.
Ma alle 17. 23 era toccato al figlio undicenne, Ross, chiamare il numero telefonico d'emergenza per avvertire che il fratellino Bryson giaceva riverso nella piscina di casa, privo di coscienza. Appena un minuto prima, la Ross, che stava pulendo delle gabbie per uccellini, aveva commentato su Twitter che la «nebbia si era infittita» e che «gli uccellini, spaventati, erano rientrati nelle loro casette». Cinque ore dopo che il figlio era stato dichiarato morto, la Ross è corsa a pubblicare una foto del bambino morto nel servizio di microblogging.
L’ondate di indignazione è stata immediata. «Non posso credere che una mamma riesca a scrivere su Twitter quando suo figlio è appena morto», ha tuonato la scrittrice e blogger Madison McGraw, che ha chiesto via Twitter a numerosi media di verificare la notizia della morte di Bryson. E notando che tra le 8.37 e le 17.22 la Ross aveva messo 74 post su Twitter, ha aggiunto: «Se avesse interagito col figlio con la stessa frequenza con cui scrive su Twitter, il piccolo sarebbe ancora vivo». In risposta alle polemiche, la Ross ha reagito con insulti: «Chiunque mi critica è un microcefalo e merita di marcire all'inferno», ha replicato. E ha aggiunto che «queste persone cercano solo di fare pubblicità ai propri blog». Infine, alla McGraw, la Ross ha mandato un messaggio chiedendole «se ha un cuore».
Psicologi ed esperti di comunicazione hanno espresso sconcerto misto ad indignazione. «E’difficile capire come uno si possa mettere al computer o al cellulare per scrivere un messaggio in un momento tanto sconvolgente quanto la morte di un figlio», ha puntato il dito Lisa Neal Gualtieri, docente di medicina della comunicazione alla Tufts University di Boston. Ma la nota educatrice e psicologa Naomi Zikmund-Fisher la difende. «Quando qualcosa di orribile ci accade, è come se il mondo per noi finisse», teorizza dal suo blog. «In questi momenti è normale dedicarsi ad attività che ci danno un senso di normalità. Shellie Ross ha chiesto aiuto alle prime persone cui ha pensato - aggiunge -, anomalo non è il suo comportamento ma la situazione in cui è stata catapultata».
Nel frattempo le autorità hanno escluso la responsabilità della Ross nel decesso del piccolo Bryson. «Il fatto che lei stesse su Twitter non ha nulla a che fare con la morte del figlio», ha detto Joe Martin, un agente della squadra omicidi dell’ufficio dello Sceriffo della Contea di Brevard. «E’ stato un incidente, Punto e basta». Ma sul Web la polemica continua.