Oddio che ridere, leggete la seconda puntata!
La mamma senza soldi rapina con il bimbo
Elisabetta Delpero nella banca di via Nizza con il bimbo
TORINO
Mamma-rapina per un giorno. Criminale per necessità. Spinta dalla disperazione di non poter pagare l’affitto e comprare i pannolini a suo figlio, Elisabetta Delpero, 40 anni, di Torino, l’altro ieri ha assaltato quattro banche in poco più di due ore, portando con sé il bimbo di 7 mesi. Due colpi riusciti, due falliti. E’ stata arrestata col suo bebé in braccio, in una banca alle porte di Carignano.
«Sono in gravi difficoltà. Non ho soldi per tirare avanti, ho una vita piena di problemi» ha detto scoppiando in lacrime, sorseggiando un bicchiere di latte nella caserma dei carabinieri.
Una vita sospinta alla deriva da un conto corrente in rosso, incapace di sognare un futuro. Soffocata da una relazione traballante con un uomo che in pochi mesi ha cambiato più lavori, accumulando solo debiti.
Triste ma incensurata. Senza immaginare le conseguenze giudiziarie a cui sarebbe andata incontro, martedì mattina è uscita di casa col suo bimbo ed è diventata una rapinatrice solitaria.
La sequenza dei colpi parte da Torino e finisce a Carignano. La prima rapina alle 13,30, ad un isolato da casa. Parcheggia la sua Punto rossa nei pressi della Cassa Risparmio di Asti, in via Nizza 162, e fa «irruzione» col bebè nell’ovetto Chicco. Le telecamere dell’impianto di sorveglianza filmano la sua azione. Così accade in tutte le agenzie «visitate» in seguito.
Agisce a volto scoperto. Per intimorire gli impiegati si studia una frase che sa di paura. «Fuori ci sono persone armate, fate quello che vi ordino» dice. Funziona. Prende 1000 euro. E scappa.
Alle 14,33 arriva a Santena, alla Cassa di Risparmio di Savigliano. Il copione è identico. Qui entra con il passeggino, il piccolo è sveglio. Stessa minaccia. Si fa consegnare 1000 euro e fugge. Stivali con tacco, gonna scura, giaccone verde militare.
Un’ora dopo compare nell’agenzia Sanpaolo nel centro di Carignano. L’impiegata di banca, oltre il vetro, osserva con attenzione il ciondolo che ha al collo. Sottobraccio ha l’ovetto porta-bimbi col suo bebé che dorme.
«Dammi i soldi», dice Elisabetta alla cassiera, che resta quasi immobile, di fronte a quella cliente sconosciuta. «Ho detto dammi i soldi», ripete seccata. La cassiera è sconcertata. «Non capisco, lei ha un conto qui da noi?» domanda l’impiegata. La mamma, più irritata di prima, sbotta alzando la voce: «Cosa volete che vi dica che questa è una rapina? Guardatemi pure bene in faccia e datemi 2 mila euro. C’è una persona che mi aspetta qua fuori, vi conviene darmi i soldi altrimenti potrebbero succedere cose molto gravi». Nessuno le dà retta. Anzi, da un ufficio le gridano di andarsene e di non peggiorare la sua situazione. Lei scappa.
Elisabetta s’infila nella sua Punto Rossa. Cerca un altro obiettivo. Lo trova a meno di un chilometro di distanza. Entra nella filiale e recita la stessa scena. Mentre lei pronuncia le sua minaccia, ci sono già tre pattuglie dei carabinieri della compagnia di Moncalieri e di Carignano sulle sue tracce. Lei non lo sa, ma è in trappola. I militari trovano la sua auto. Entrano nella banca e restano di stucco. Scoprono una donna, smarrita, col suo piccolo. «Venga in caserma».
C'è già scritta l'assoluzione ;-)