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Sulla falsificazione del pensiero di Nietzsche

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Animus:
Primo Levi su Nietzsche

Il verbo di Nietzsche mi ripugna profondamente; stento a trovarvi un'affermazione che non coincida con il contrario di quanto mi piace pensare; mi infastidisce il suo tono oracolare; ma mi pare che non vi compaia mai il desiderio della sofferenza altrui.
L'indifferenza sì, quasi in ogni pagina, ma mai la Schadenfreude[1], la gioia per il danno del prossimo, né tanto meno la gioia del far deliberatamente soffrire.
Il dolore del volgo, degli Ungestalten, degli informi, dei non-nati-nobili, è un prezzo da pagare per l'avvento del regno degli eletti; è un male minore, comunque sempre un male; non è desiderabile in sé.
Ben diversi erano il verbo e la prassi hitleriani.

Primo Levi, I sommersi e i salvati

1 - Piacere provocato dalla sfortuna dell'altro

Massimo:
Il passo è più breve di quanto tu non creda, Animus: anche tanti ufficiali nazisti
non godevano necessariamente a far saltare i crani dei bimbi ebrei sparando loro
a bruciapelo. Semplicemente ritenevano giusto e necessario farlo!

Animus:
Premesso che il punto è un altro, si evincerà man mano che inserirò i posts, ad esempio nel pensiero di Nietzsche è assente il concetto di razza .
Per lui l'ubermensch, non è l'appartenente ad una razza superiore, la razza ariana/tedesca, perché questo concetto, in Nietzsche, è assolutamente assente.

Animus:
La volontà di potenza (e i frammenti postumi)

"Oggi è disponibile al pubblico un libro dal titolo: La volontà di potenza.
Questo libro non è un’ “opera” di Nietzsche." [1]

M. Heidegger

"Quando si parla dell'opera Volontà di potenza, ad esempio, si fa erroneamente riferimento ad un prodotto letterario di Nietzsche, in realtà trattasi di una compilazione di frammenti postumi conosciuti sotto questo titolo e pubblicati nel 1906 nella sua forma finale, oggi ancora discussa, da Heinrich Köselitz ed Elisabeth Förster-Nietzsche, la sorella del filosofo.
...
Certamente l'opera tradotta da Elisabeth e Gast è una forzatura per dimostrare che il loro lavoro ha finito con il dare chiarezza al lavoro di Nietzsche, a tutte le sue meditazioni filosofiche e a tutti i suoi prodotti letterari.
Appurato che non è così, viene spontaneo chiedersi come mai Gast, buon conoscitore del pensiero di Nietzsche, non abbia impedito una tale costruzione tendenziosa per salvaguardare l'intenzionalità del maestro.
Fino a che punto Peter Gast conosceva il pensiero del suo maestro e fino a che punto ne era plagiato?
Quasi certamente Gast conosceva perfettamente il pensiero dell'amico e si è reso conto del lavoro poco onesto messo in atto dalla sorella nel rimaneggiamento tendenzioso delle opere di Nietzsche, ma non ha avuto il coraggio di intervenire... lui, mediocre musicista davanti ad Elisabeth, erede di un immenso patrimonio culturale ma soprattutto amica di Hitler."
http://www.sirigu.it/nietzsche/_private/peter_gast.htm

La sorella Elisabeth[2]
Fondamentale sapere che l'interpretazione nazista del pensiero di Nietzsche è dovuta alla manipolazione indiscriminata dei suoi testi ad opera della sorella.
Gli studi nietzschiani del dopoguerra dimostreranno la totale estraneità del filosofo al pensiero nazista, ma anche solo la lettura dei testi originali non manomessi evidenzia chiaramente un pensiero completamente diverso, benché l'infamia del marchio nazista fatichi ad abbandonare il nome del filosofo (Nietzsche stesso profetizzò in Ecce Homo una cattiva interpretazione dei sui testi ad opera dei tedeschi).

Ma cosa ha fatto veramente Elisabeth per attirarsi l'accusa dominante di falsaria, nazista e antisemita?
Si sa che:
...
- Compose frammenti diversi, ovvero frammentò testi unici per ricavarne aforismi.
...
- La scelta di inserire frammenti incompleti o poco filosofici nel gruppo dei 372, con la pretesa di un piano organico. Gli studiosi hanno più motivi per denunciare le alterazioni e i falsi, senza contare quelle che certamente sono state delle omissioni.


Numerosi furono gli incontri di Elisabeth con Hitler.
E' famoso l'incontro del 2 novembre 1933 in cui Hitler si reca in visita all'Archivio Nietzsche, dove riceve in dono un bastone già di proprietà del fratello, leggendogli un messaggio in cui la famiglia protesta contro il dilagare dello spirito ebraico in Germania. Tale incontro è documentato da foto.
 
Nel 1935 Hitler, accompagnato dal suo architetto Albert Speer, visita Elisabeth in Weimar e promette di costruire una sala e una libreria commemorative di Nietzsche vicino all'archivio in Weimar.
Il 10 novembre, dadi di Elisabeth. Hitler assiste al funerale in Weimar.

http://www.sirigu.it/nietzsche/_private/_private1/sorella.htm


1 - Vennero pubblicati dopo la sua morte.
2 - http://it.wikipedia.org/wiki/Elisabeth_F%C3%B6rster-Nietzsche#Nueva_Germania

Massimo:
Sono tutte argomentazioni giuste, le tue, Animus. Tuttavia, Nietzsche fornì ai
nazisti la chiave filosofica e morale che questi andavano cercando per effettuare
la rivoluzione MORALE che poi in effetti il nazismo compì in Germania. Anch'io ho
letto le opere di Nietzsche e da quello che ho capito il filosofo propugnava una
esaltazione INDIVIDUALE dell'uomo che superando se stesso e combattendo il
perbenismo sociale diventava appunto un superuomo. Quello che aveva in mente
era semmai un individualismo anarchico e non uno stato razzista ed egemonico.
Non ho alcun dubbio che se fosse vissuto al tempo del nazismo l'avrebbero messo
in un campo di concentramento come intellettuale dissidente e "asociale". Ma
quello che storicamente conta non è il pensiero originario di Nietzsche, bensì ciò
che di lui i posteri credettero di avere capito: per molti e quindi anche per i nazisti
Nietzsche fu il profeta di una nuova morale che mettendo appunto al centro la
volontà di potenza (di un individuo o di un popolo non importa) valesse appunto a
giustificare la reintroduzione della schiavitù in Europa, gli omicidi di massa, la
licenza di trattare gli "untermennschen" a proprio capriccio e senza inibizione,
nonchè le deportazioni di massa, i programmi di sterilizzazione e di eutanasia come
anche l'eliminazione degli handicappati come "vite indegne di essere vissute".
Nietzsche, sicuramente, non voleva e non avrebbe voluto tutto questo.
Se avesse visto in azione le camere a gas e i forni crematori li avrebbe maledetti.
Ma all'anagrafe della storia questi arnesi sono registrati come risultato delle opere
e del pensiero di Nietzsche. Qualsiasi cosa avesse voluto dire, l'ha detta in una
maniera così oscura da prestarsi agli usi più disparati, ciarlataneschi e criminali.
Ma, scusami tanto, in questo forum non si dovrebbe parlare di QM e basta?

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