«Indignatevi». È lucido e chiaro, quasi senza scampo, l'appello che Stéphane Hessel, eroe della Resistenza francese, poeta e diplomatico, classe 1917, ha rivolto alla società. Un appello che non è rimasto parola, ma si è trasformato in un pamphlet di circa 30 pagine (edito da Indigène) diventato un caso editoriale in Francia. Con pochi spiccioli, tre euro, 600 mila lettori si sono portati a casa il libello facendolo balzare in cima alle classifiche di vendita (leggi l'articolo su Hessel).
PREZIOSA RIBELLIONE. «Il mio è un appello a tutti i cittadini, vecchi e giovani», ha spiegato a più riprese il 93enne, «affinché ognuno si senta pienamente responsabile delle diseguaglianze e di ciò che non funziona nella nostra società». «Vorrei che ogni individuo fosse capace di trovare il proprio personale motivo di ribellione pacifica: l’indignazione è preziosa».
E oggi non serve la fantasia per trovare di che indignarsi: il divario sempre più crescente tra ricchi e poveri, la necessità di ricreare un sistema dell’informazione veramente libero, lo scioccante trattamento riservato dalla Francia di Sarkozy agli immigrati, la questione ambientale e quella palestinese, la necessità di difendere il sistema del welfare. Una lista aperta, alla quale ogni lettore indignato può aggiungere i suoi personali bersagli.
Proprio perché l'indignazione è, ora più che mai, preziosa, Lettera43.it ha pensato di regalare ai propri lettori un assaggio del pamphlet (qui la pagina Facebook di Indignatevi) che uscirà nelle librerie italiane il 15 febbraio per le edizioni Add. E un passaggio dell’Appello dei Resistenti alle giovani generazioni scritto sempre da Hessel l'8 marzo 2004.
«L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti»È vero, oggi le ragioni per indignarsi possono sembrare meno nette, o il mondo troppo complesso. Chi comanda, chi decide?
Non è sempre facile distinguere fra le tante correnti che ci governano. Non abbiamo più a che fare con una piccola élite della quale comprendiamo chiaramente gli intrighi. Il nostro è un mondo vasto, del quale intuiamo la non indipendenza.
Viviamo in un contesto d’interconnettività senza precedenti. Ma in questo nostro mondo esistono cose intollerabili. Per accorgersene occorre affinare lo sguardo, scavare.
Ai giovani io dico: cercate e troverete. L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti, dire: «Io che ci posso fare, mi arrangio». Comportandoci in questo modo, perdiamo una delle componenti essenziali dell’umano. Una delle sue qualità indispensabili: la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue.
(Da Indignatevi, Add editore).
«Creare è resistere. Resistere è creare»Ci appelliamo infine ai ragazzi, ai giovani, ai genitori, agli anziani e ai nonni, agli educatori, alle autorità pubbliche perché vi sia una vera e propria insurrezione pacifica contro i mass media, che ai nostri giovani come unico orizzonte propongono il consumismo di massa, il disprezzo dei più deboli e della cultura, l’amnesia genera-lizzata e la competizione a oltranza di tutti contro tutti.
Non accettiamo che i principali media siano ormai nella morsa degli interessi privati, contrariamente a quanto stabilito dal programma del Consiglio Nazionale della Resistenza e dalle ordinanze sulla stampa del 1944.
A quelli e quelle che faranno il secolo che inizia, diciamo con affetto: Creare è resistere. Resistere è creare.
(Dall’Appello dei Resistenti alle giovani generazioni, Add editore).
Sabato, 12 Febbraio 2011 http://www.lettera43.it/cultura/8497/buona-indignazione-a-tutti.htm