Opinione di Pattaya su ciao.it
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Cristiana"...Anche se uno spazio per le "pippe" nei problemi sociali sarebbe un clamoroso atto di par condicio...Cerchero' di inserire la masturbazione tra i problemi sociali facendone esplicita richiesta allo staff e al Sig. Benedetto Monarca Assoluto Vaticano!
Il record su tutti i posti per prostituzione ma anche per suicidi di "clienti" lo mantiene Pattaya, una specie di ghetto, una cloaca a cielo aperto dove strani esseri umani si danno appuntamento per finire di perdersi. Se Cristo si fermò ad Eboli, qui ha avuto il buon gusto di non passarci mai.
Pattaya è l'anticristo, la perdizione assoluta che fa di un posto di donne abili e sfruttatrici locali un luogo di attesa per il prossimo disgraziato che viene dall'Europa o dagli Stati Uniti a credere a queste figlie di puttana finendo per sposarle e mantenerle, comprando e intestando case e terreni a queste ragazze che un tempo, nel migliore dei casi, vivevano in qualche tugurio del nord est dividendo la propria camera con genitori, zii e cugini, tra promiscuità e incesti nell'attesa di poter andare via a Pattaya o a Bangkok e a fregare qualche coglione.
Loro non sono mai felici, nonostante lui, il farang (lo straniero in lingua locale), le tratti meglio di un qualunque thailandese, le faccia vivere nel benessere, le regali qualunque cosa queste desiderino, sono sempre incazzate e aggressive, non smettono mai di prendere in giro questi benefattori con le loro amiche e soprattutto, non dimenticheranno mai che questo strano essere umano è solamente un farang, un individuo non degno di nessuna attenzione, di nessun interesse.
Quando il "cazzone" creperà, la stessa moglie o convivente non conoscerà nessun lutto, aspetterà il prossimo fesso che la dovrà foraggiare, nel frattempo spenderà gli ultimi soldi del marito in feste brave con bevute incredibili di "Mekong" (il cognac locale, una chiavica...) in compagnia di zoccole e parenti venuti a festeggiare piuttosto che a celebrare un funerale.
Due vite spese male, tra droghe, prostituzione, alcool, cattive amicizie e famiglie bruciate alle spalle, due vite che si incontrano e si uniscono per dividersi, vivendo nell'odio, nell'indifferenza o nell'ipocrisia.
A Pattaya i farang che si ammazzano e muoiono ammazzati sono una infinità, ogni giorno il Pattaya Mail o il Pattaya Blatt riportano le cronache di salti nel vuoto dai piani alti di un grattacielo, pillole ingerite in quantità da overdose, vene tagliate da una lama, e tanti strani casi di omicidio che rimangono irrisolti o che vedono portar via la moglie del defunto in manette.
Come nel caso di un americano che doveva viaggiare con un mio amico francese in sud America, ma che alla fine è stato trovato in un lago di sangue col cranio fracassato e con la compagna sparita nel nulla dopo aver fregato tutto il contante e alcuni oggetti HI FI di valore, o come quell'inglese, che per fortuna se l'è cavata con alcuni giorni di ricovero, che si è visto penetrare il corpo da una lunga lama per il solo fatto di aver fatto presente alla sua signora di aver deciso di cambiare aria, vale a dire di smettere di finanziarla.
E i casi di omicidio di questo tipo sono anche archiviati in fretta dalla polizia e persino le ambasciate locali si interessano poco di questi disgraziati, del resto, cosa vuoi che importi la vita di un ex eroinomane, di un pensionato o di un alcoolizzato alle autorità costituite? Niente.
Nonostante tutto si continua a vivere, a vivere bene intendo, in quello zoo umano di Pattaya, la vita si svolge frenetica tra una umana tragedia ed un cadavere di un farang, tra una puttana che urla dietro ad un paralitico o ad un deforme "Hallo, sexy man" per invitarlo a sedere al bar dove lei lavora e una venditrice di frutta sulla spiaggia con la pelle bruciata dal sole. E' tutto così mistico da queste parti che si stenta a credere alle proprie orecchie e ai propri occhi, vecchi rincoglioniti che accecati dall'amore per una ventenne le offrono tutto ciò che di materiale gli è rimasto, omosessuali che si fanno sfruttare fino all'osso da ragazzini pronti in cambio a martellargli i deretani, grasse lesbiche occidentali in compagnia di giovani ragazze thai.
E' una prassi fatta di migliaia e migliaia di casi che per trovare l'eccezione bisognerebbe girare una vita tra i reietti con la possibilità di restare a mani vuote comunque.
A volte non riesci a capire se in questo scambio di prestazioni esiste una vittima come qualche coglione in occidente vorrebbe farci credere, o se queste unioni sono una reciproca convenienza che sfrutta il bisogno di affetto e il bisogno di danaro e ne fa una reciproca soddisfazione, anche se temporanea.
Quando si parla di prostituzione thailandese in occidente lo si fa come se si stesse parlando di povere vittime, sfruttate da questi cinici puttanieri che vengono a spassarsela rovinando le giovani vite di queste povere ragazze…
Come al solito i giornalisti e quelli delle ONG non capiscono niente, è anche difficile capire il mondo quando lo si vede da una terrazza di un hotel a cinque stelle e ce lo racconta un prete o un funzionario delle Non Governative che guadagna 10.000 dollari al mese.
Una giornalista inglese, femminista convinta, sbarcò tempo fa in quel di Phuket per raccontare dello sfruttamento di queste povere ragazzine violentate dagli egoismi di questi "maschi" occidentali.
Il difensore dei diritti umani si ritrovò a frequentare un bar e ad incontrare ragazze che ricevevano salari di tutto rispetto da due o tre boyfriends occidentali (ma io ne conosco alcune che di fidanzatin coglioni ne hanno dieci, dodici), che riuscivano ad organizzare la propria vita senza che questi si incontrassero mai, che continuavano a prostituirsi pur non avendone più bisogno, che ammucchiavano boyfriends su boyfriends regalandosi party con le amiche e amanti thailandesi uomini mantenuti coi soldi di questi "generosi" farang. La giornalista dovette cambiare idea e si dice abbia scritto un libro che discute in maniera più aperta e meno ottusa dell'argomento, evidenziando come la domanda è infinitamente più debole rispetto all'offerta nel caso della prostituzione, un po' anche per colpa di certe donne occidentali!
Ma io che sono meno spietato della femminista, affermo con crudezza che la domanda e l'offerta hanno lo stesso valore, che non esistono vittime tra adulti e consenzienti e che i bisogni si incontrano e si riconoscono senza problemi da che mondo è mondo.... Evviva! Filini