Autore Topic: Il troll di turno  (Letto 29142 volte)

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Offline Rita

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Re: Il troll di turno
« Risposta #15 il: Novembre 02, 2009, 14:21:20 pm »
Forse ho qualche problema con la lingua italiana.


forse sì.


L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Phantom111

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Re: Il troll di turno
« Risposta #16 il: Novembre 02, 2009, 14:22:16 pm »
.

2) non giustifico che per qualsivoglia motivazione vengano addotte ragioni di superiorità di una categoria o di un genere e la donna ha la stessa dignità dell'uomo.

3) no, non c'era un concetto di superiorità maschile in tutti i campi, c'era un concetto di diversità, per cui l'uomo aveva un ambito e la donna un'altro. Non ritengo che si debba tornare ai tempi antichi e quindi i concetti non hanno più senso al giorno d'oggi, ma il concetto di 100 anni fa era "uomo eroe" e donna "angelo del focolare". Non dirmi che non c'erano qualità positive considerate tipicamente femminili, così come c'erano qualità positive considerate tipicamente maschili. La negazione del voto alle donne in virtù del fatto che non avevano attitudini guerresche è esattamente la dimostrazione pratica che non venivano considerate esseri inferiori in tutti i campi.


Bene allora in base a quello che dici tu (i concetti di allora non hanno più senso oggi) spiegami la validità di questa frase:
Citazione
Quando le donne si metteranno nei "panni" (e non mi riferisco ai pantaloni e la cravatta solo per togliergli il posto di lavoro) degli uomini, noi ci metteremo nei panni delle donne.


Se pensi in questo modo giustificami affermazione del tipo "tutti i grandi scienziati sono stati uomini un motivo ci deve essere" (sto parafrasando, il succo è quello) che ho letto più volte in questo forum.
Ritornatene a fare l'angelo del focolare e gli uomini se ne ritornino a fare gli "eroi" invece che le "vittime" .
L'angelo del focolare NON percepiva stipendio, NON aveva diritto di decidere un cazzo. Se sei contenta di questo ruolo ti invito ad essere coerente fino in fondo!
Se aveva valenza positiva la "donna zerbino" e l' "uomo padrone" abbi il coraggio di assumere il TUO ruolo!
Hai detto tu stessa che è un concetto di 100 anni fa cazzo! :D




Offline Guit

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Re: Il troll di turno
« Risposta #17 il: Novembre 02, 2009, 14:36:20 pm »
Rileggi TUTTO il mio post e poi dammi ancora dell'ignorante, pezzo di deficiente.

Hai superato il segno.

Take the red pill

Offline Rita

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Re: Il troll di turno
« Risposta #18 il: Novembre 02, 2009, 14:55:47 pm »


Bene allora in base a quello che dici tu (i concetti di allora non hanno più senso oggi) spiegami la validità di questa frase:

Se pensi in questo modo giustificami affermazione del tipo "tutti i grandi scienziati sono stati uomini un motivo ci deve essere" (sto parafrasando, il succo è quello) che ho letto più volte in questo forum.
Ritornatene a fare l'angelo del focolare e gli uomini se ne ritornino a fare gli "eroi" invece che le "vittime" .
L'angelo del focolare NON percepiva stipendio, NON aveva diritto di decidere un cazzo. Se sei contenta di questo ruolo ti invito ad essere coerente fino in fondo!
Se aveva valenza positiva la "donna zerbino" e l' "uomo padrone" abbi il coraggio di assumere il TUO ruolo!
Hai detto tu stessa che è un concetto di 100 anni fa cazzo! :D



Io posso anche ammettere di non sapere scrivere in italiano corretto, ma mi pare di aver scritto chiaramente "concetti che oggi non hanno più senso".... ribaditi alla necessità di un ruolo casalingo e un ruolo esterno.
è scritto basta leggerlo, quindi tutta la tua tiritera e sparata su dove e cosa dovrei tornare a fare non ha alcun senso, anche perchè al di là della retorica di un tempo, ti posso dire che entrambe le mie nonne sono rimaste vedove in giovane età e quindi decidevano tutto il cazzo che volevano su di loro e sui figli. Non che prima di rimanere vedove non avessero potere di parola in famiglia ...  :wacko:

Non capisco poi perchè chiedi spiegazione a me di frasi dette da altri.

Comunque sia ... tutti i più grandi scienziati SONO uomini, è un dato di fatto ancora oggi mi pare, non confondere i "grandi" con tutti gli scienziati.
Quando una donna risolverà uno dei teoremi rimasti irrisolti come ha fatto Wiles per l'ultimo teorema di Fermat ne riparleremo.
La genialità è cosa estremamente rara e difficile da soffocare. Perchè non lo so, ma se parli di grandi scienziati sono talmente pochi che credo abbiano una valenza statistica poco significativa.

Alcuni studi riportano anche una maggior uniformità del cervello femminile (in sostanza starebbe di più nella media e avrebbe più difficilmente picchi di genialita e di demenza). Mi pare che, allo stato, non sia meno credibile della tua teoria sull'oppressione millenaria e sul soffocamento dei geni femminili.

Per quanto riguarda l'altra frase, non lo so, non l'ho detta io, posso azzardare un'interpretazione postandoti un pezzo che spiega cosa significa "mettersi nei panni di...", in sostanza, pur non essendo donne, direi che ci hanno provato a mettersi nei panni delle donne e delle esigenze di volta in volta, vitali per le donne.

da il Mito del potere maschile di Warren Farrell

Una visione complessiva
Quando un sesso soltanto vince, entrambi i sessi perdono.


Nell' Ottocento, negli Stati Uniti, se a commettere un delitto era una donna, chi andava in prigione era il marito. E per la legge inglese, se una famiglia contraeva dei debiti, era il marito a essere rinchiuso nella prigione per debitori. Nelle questioni maschio-femmina, l' inconscio legiferare degli uomini era programmato in modo da proteggere le donne. Quasi sempre le leggi erano fatte dagli uomini, ma non per gli uomini.


Fonte

In questo capitolo scopriremo che in un' epoca di pretesa indipendenza femminile le leggi, una dopo l' altra, finirono per essere fatte tenendo talmente conto della necessita' di proteggere le donne che, qualora i diritti costituzionali di un uomo entrino in conflitto con la protezione di una donna, nella maggior parte dei casi tali diritti non verranno rispettati.
Questo è ciò che accade legalmente. Ma ciò che accade legalmente quasi sempre riflette ciò che accade a un livello psicologico più profondo. Come vedremo, se il divorzio lasciava la donna priva del marito-salvatore, molte donne si cercavano sostituti salvatori; e se il divorzio lasciava l'uomo senza una fonte di amore, gli uomini gareggiavano per ottenere l'amore di una donna, trovando modi nuovi per salvare le donne.
La ricerca del salvatore e la competizione per fare il salvatore si presentavano sotto vari aspetti. Le donne della New Age passavano dal padre al marito al guru; gli uomini facevano a gara per diventare il loro guru. Le donne tradizionali passavano dal padre al marito a «Dio Padre»; gli uomini facevano a gara per essere i loro «padri» (preti, ministri del culto, sacerdoti, rabbini). Le femministe passavano dal padre al marito a varie alternative: l'alternativa di provvedere a se stesse o di rivolgersi al massimo salvatore - il governo come surrogato del marito; gli uomini fecero a gara per trasformare il governo nel surrogato del marito.
I divorzi fecero nascere sodalizi di uomini (detti legislature) che proteggevano collettivamente le donne quando altri uomini (detti mariti) non proteggevano più le donne individualmente. Ciò significò un appesantimento del carico fiscale, soprattutto su altri uomini, al fine di trovare denaro soprattutto per le donne. Quando il divorzio priva le donne di un marito che le protegge, l'inconscio collettivo continua però a volerle proteggere.
E l'inconscio collettivo femminile tuttora vuole protezione. Per esempio, un poliziotto di San Diego sta attualmente scontando una pena di cinquantasei anni di prigione per aver violentato delle donne sulle spiagge locali; la moglie è in causa con il dipartimento di polizia per ottenere le entrate che il marito non può più assicurarle... si aspetta che il governo sia il surrogato del marito. Ha intentato causa al dipartimento anche per averlo assunto, tanto per cominciare... si aspetta che il governo giudichi il carattere del marito meglio di quanto non avesse saputo fare lei.
Queste leggi fatte dagli uomini riflettono dei valori maschili? In parte. I valori maschili consistono in parte nel proteggere le donne più ancora che se stessi. Queste leggi sono forse fatte nell'interesse degli uomini? In un certo sento. Gli uomini che vogliono l'amore di una donna imparano a preoccuparsi degli interessi delle donne più che dei propri.
Il fatto che quasi tutti i legislatori siano uomini prova forse che gli uomini sono i responsabili e possono scegliere quando tener conto e quando non tener conto degli interessi femminili? In teoria è così. Ma in pratica il sistema legale americano non può prescindere dall'elettore. E alle elezioni presidenziali del 1992 il 54 per cento dei votanti era costituito da donne, il 46 per cento da uomini. (Le donne rappresentano oltre 7 milioni di voti in più rispetto agli uomini.)
Nell'insieme, il legislatore è per un elettore quello che l'autista è per il datore di lavoro - entrambi hanno un incarico, ma entrambi possono essere licenziati se non vanno dove viene loro detto di andare. Quando sembra che i legislatori non proteggano le donne, quasi sempre è perché le donne hanno una diversa idea della protezione. (Per esempio, le donne divisero equamente i loro voti tra repubblicani e democratici nelle quattro elezioni presidenziali, prese nel loro complesso, precedenti la nomina di Clinton.)
Vedremo come la propensione della legge alla speciale protezione delle donne ha cominciato a scricchiolare pericolosamente di fronte alla garanzia, sancita dalia Costituzione, di pari protezione. Come negli Anni Ottanta, per esempio, avessimo due definizioni dell'autodifesa: una per gli uomini e una per le donne; e due definizioni di omicidio di primo grado - a seconda del sesso. Vedremo come, negli Anni Novanta, dodici possibilità di difesa erano potenzialmente a disposizione di una donna che aveva ucciso ma non dell'uomo che aveva ucciso. Come, in molte università, una donna poteva far espellere un uomo incolpandolo di violenza - anche se aveva deciso lei di bere e di dire di «sì» mentre beveva.
Nei capitoli seguenti troveremo la spiegazione della legislazione riguardante molestie sessuali e violenze; e avremo un'idea dei dilemmi che tutto ciò procurerà nel lavoro, al governo, alla legge e in ultima analisi alle donne stesse nel ventunesimo secolo; e infine verranno esaminate le misure che potremmo prendere prima dì ritrovarci alle corde.
Considereremo in che modo l'originaria posizione femminista contro la discriminazione legale basata sulle differenze biologiche si sia trasformata in quella che consiste nel favorire l'uso delle differenze biologiche se estendono i diritti delle donne - per esempio il diritto di portare avanti una gravidanza anche se il padre non è d'accordo, o di citare poi in giudizio il padre affinché mantenga il figlio per diciotto anni.
Prenderemo in esame il dilemma davanti al quale si trovano i datori di lavoro, i quali devono garantire diritti speciali alle donne e nel contempo devono trattarle con pari rispetto. Per esempio, il supporto femminista al diritto speciale riservato a una donna incinta di ricevere una paga d'invalidità ha fatto sì che la gravidanza diventasse sul lavoro l'unica «invalidità» che, pur essendo considerata tale, non si può certo definire un incidente sul lavoro, e l'unica che un'impiegata si procura intenzionalmente.
Queste leggi per la «protezione della donna» sono già state messe in pratica in quella che è forse stata la rivoluzione legale più pacifica della storia. Nel 1970 non si era mai sentito parlare della dottrina giuridica femminista. Attualmente, da una recente bibliografia su donne e dottrina giuridica, risulta che per la maggior parte i libri e gli articoli sono scritti da studiose di diritto femministe. Nessuno studioso importante ha criticato il femminismo sulle riviste legali specializzate. Quando gli fu chiesto come mai ciò non fosse accaduto, il professor Geoffrey Hazard della Yale Law School spiegò che nell'atmosfera «politicamente corretta» delle università lo studioso che esprimesse un qualche dissenso sarebbe tacciato di antifemminismo.
Comunque, ancora non abbiamo provato che il sistema effettivamente protegge le donne. Ovvero, che realmente esistono due leggi - la legge maschile e la legge femminile.



IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Sesso con il contagocce, stile OPEC

Spesso riteniamo che i paesi che impongono alle donne di indossare il velo lo facciano per mantenerle sottomesse. Nei paesi musulmani, il purdah nasconde la bellezza femminile, che può essere mostrata solamente a pochi eletti, invariabilmente individui pronti a mettere generosamente mano al portafogli. Ciò impedisce all'uomo medio perfino di guardare la donna media finché non promette di proteggere e mantenere lei e i suoi figli per tutta la vita (vedi matrimonio). E fino a quel momento l'uomo è privato della presenza femminile durante i pasti, i viaggi, le preghiere eccetera. L'amore della donna, l'affetto, il conforto, persino il suo sorriso sono concessi solo a patto che lui dimostri la precisa volontà di provvedere, proteggere e rischiare la vita per lei. Di conseguenza, quasi tutte le donne, e non solamente le più belle, sono protette da qualcuno.
In Medio Oriente, il sesso e la bellezza femminili rappresentano per quei popoli ciò che petrolio e gas rappresentano per gli americani: più scarseggiano, più aumenta il prezzo. Più numerose sono le donne che «si concedono» gratuitamente, o per poche lire, e più cala il valore della singola donna... Questo è il motivo per cui la prostituzione, la violazione del purdah (togliere il velo) e la pornografia sono messi al bando e condannati, specie tra le donne. Ecco perché i genitori dicono alle figlie: «Non concederti a buon mercato». Il sesso «a buon mercato» inflaziona il mercato.
Proviamo a immaginare il contrario: se le donne dovessero promettere di mantenere un uomo per tutta la vita prima che questi si tolga il velo e mostri loro il suo sorriso, la considereremmo una forma di privilegio femminile?
Tuttora, quando diciamo che qualcuno offre i suoi favori sessuali, non parliamo mai dei favori sessuali dell'uomo; pertanto, solamente le donne si aspettano qualcosa in cambio. Ogni anno gli uomini spendono miliardi di dollari per svelare il corpo femminile, mentre gli uomini che si spogliano finiscono in prigione. Una donna mostra le sue beltà; un uomo, invece, è un esibizionista; a lei diamo denaro, a lui la galera. Il potere sessuale femminile significava pagamenti per le prestazioni. L'uomo apprese a guadagnare di più per pagare di più; rimase pertanto di stucco quando si sentì dire che il bisogno di guadagnare di più era un riflesso del suo più ampio potere.
Sesso in altalena, stile americano
Negli Stati Uniti, sul finire degli Anni Sessanta, quando le femministe credevano che l'indipendenza economica delle donne avrebbe portato la ricchezza economica alle donne, esse sostennero e difesero la libertà sessuale. Allorché si scoprì che il divorzio creava obblighi a livello economico, femministe, fondamentalisti e riviste femminili fecero fronte comune per dare un taglio alla libertà sessuale. Titolava Cosmopolitan, ben prima del flagello dell'herpes: «Sesso: fateglielo guadagnare». Un'attenta analisi del declino della rivoluzione sessuale ci aiuta a capire perché, se non fosse stato per l'herpes e per l'AIDS, sarebbe intervenuto qualcos'altro.
Il bisogno di sicurezza economica che precede l'apertura sessuale delle donne è probabilmente inconsciamente rafforzato dalla nostra tradizione, che impone all'uomo per primo d'invitare una donna a cena fuori. E più la donna è tradizionale, più saranno numerose le cene e meno lei si sentirà sessualmente aperta se prima il partner non le paleserà il suo impegno - in sostanza, l'impegno a mantenerla a vita.

Davvero gli uomini hanno oppresso le donne?
Gli uomini hanno trattato le donne come una proprietà?
Soltanto comprendendo che l'esistenza degli uomini era subordinata alla proprietà potremo conciliare lo status misto delle donne, al tempo stesso paragonabili a una proprietà e messe «su un piedistallo». Quando si dice che gli uomini trattavano le donne come una proprietà, raramente si dice anche che gli uomini erano tenuti a morire affinché la loro proprietà non venisse danneggiata - che l'esistenza degli uomini era fondamentalmente subordinata alla proprietà. Persino nell'America del diciannovesimo secolo la legge federale stabiliva che se una moglie commetteva un delitto, sarebbe stato processato per quel crimine il marito, e lui sarebbe andato in prigione se fosse stata dimostrata la di lei colpevolezza. Analogamente, se la famiglia era morosa, lui soltanto sarebbe finito nella prigione per debitori.
Nel corso della storia, gli esponenti di entrambi i sessi sono stati proprietà in modi vari. I giovani maya si legavano con un contratto ai suoceri; in epoca biblica, Giacobbe si legò allo zio Labano; in America, Johnny si è legato allo zio Sam... In quasi tutte le società costrette a difendere il loro territorio, i giovani morivano per questo e, prima che facessero in tempo a capire qualcosa di più, venivano istruiti in modo da essere fieri di morire.
In America, decine di migliaia di immigranti si guadagnarono il permesso di entrare nel paese come indentured servants. Oltre il 90 per cento di quei servi era costituito da uomini. All'inizio assumevano uno status molto simile a quello degli schiavi, per un periodo di sette anni. Alcuni erano scapoli che speravano di guadagnare abbastanza da diventare un buon partito e finalmente accasarsi. Altri avevano lasciato le mogli in Europa. Pensateci un momento. Quale più grande dimostrazione d'amore di quella di un uomo che si rendeva schiavo per una donna, senza poter godere della sua cucina, delle sue cure o della sua affettuosa compagnia? Solamente gli uomini - il «sesso poco romantico» -facevano questo... per le donne. Ma...
Molti uomini prolungarono il contratto che li legava oltre il periodo stabilito, anche per tutta la vita, per poter richiamare le famiglie. In pratica, questi uomini diventarono degli schiavi.
In Europa, ai tempi dell'Impero Romano e fino al Medioevo, era normale che gli uomini avessero bisogno di una protezione economica, e così si vendevano ai signori. Con una speciale cerimonia il vassallo prendeva i voti: il conte chiedeva se il vassallo desiderava diventare «il suo uomo» e con un bacio suggellava il patto. Il vassallo era tenuto a fare per il padrone una cosa che raramente le donne facevano per i mariti: considerare come un onore morire per proteggerlo.
Se gli uomini non avevano il potere, come mai spesso la proprietà passava in eredità agli uomini? Perché gli uomini avevano la responsabilità di provvedere alla proprietà. La proprietà era uno degli attributi che facevano dell'uomo un buon partito, così come la fertilità era tra gli attributi della donna. Gli uomini avevano diritti sulla proprietà per assumersene la responsabilità. La pressione sociale indusse gli uomini a fornire alla moglie una proprietà pari alla loro; e il tabù del divorzio evitò alle donne di perdere la proprietà, se a perderla non era il marito.
Le donne erano pertanto pari per proprietà, e più che pari agli uomini: e, quindi, «su un piedistallo».


IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.
Potere netto

«L’U.S. Census Bureau rileva che le donne capifamiglia hanno un’entrata netta che è il 141 per cento di quella degli uomini capifamiglia.»
(Il valore delle statistiche sul netto è che ci consentono di valutare che cosa a lui e a lei resta una volta adempiuti i rispettivi obblighi finanziari. Il netto medio delle donne è di 13.885 dollari, quello degli uomini di 9883 dollari. Ciò accade perché, sebbene i capifamiglia maschi abbiano entrate lorde più elevate, hanno anche obblighi economici molto più pesanti. È più probabile che siano loro a mantenere la moglie, o la ex moglie, e non le mogli a mantenere loro, e pertanto con le entrate devono provvedere a sé, alla moglie e ai figli - non solamente al cibo e alla casa, ma anche all’istruzione, le assicurazioni e le vacanze. Il divorzio spesso significa che la donna ottiene la casa, che l’uomo paga, e anche la custodia dei figli, che l’uomo mantiene. L’obbligo per la donna di passare più tempo con i figli fa sì che guadagni meno, mentre l’uomo guadagna di più ma spende anche di più.)
«In quell’1,6 per cento di persone ricchissime che fanno parte della popolazione americana (quelle con disponibilità di 500.000 dollari e oltre), il patrimonio netto delle donne è superiore a quello degli uomini.»
Com’è possibile che tante delle persone più ricche siano donne, se poi le donne non occupano nessun posto chiave nelle società? In parte perché scelgono gli uomini che quei posti occupano, e a loro sopravvivono. E in parte perché possono spendere di più e hanno meno obblighi finanziari…
Il potere di spendere
Uno studio sui grandi centri di vendita (compresi i negozi di abbigliamento maschile e di articoli sportivi) ha rilevato che lo spazio riservato agli articoli femminili è in genere sette volte superiore a quello riservato agli uomini. Entrambi i sessi comprano di più per le donne. La chiave della ricchezza non è quanto si guadagna, ma piuttosto quanto si spende per sé, a propria discrezione - o quanto viene speso per noi, su nostro suggerimento.
Nell’insieme, le donne controllano i consumi con ampio margine e quasi in ogni settore. Con il potere di spendere arrivano altre forme di potere. Il controllo sulla spesa da parte delle donne dà loro il controllo sui programmi televisivi, perché la TV dipende dagli sponsor. Quando a ciò si aggiunge il fatto che le donne guardano di più la TV in tutti i momenti liberi, è chiaro che gli spettacoli non possono permettersi di mordere la mano che li nutre. Le donne sono per la televisione quello che i boss sono per i dipendenti. Il risultato? La metà dei 250 film girati per la televisione nel 1991 mostrava le donne come vittime - sottoposte a «una qualche forma di maltrattamento fisico o psicologico».
Il «gap negli oneri finanziari»
Al ristorante, gli uomini pagano per le donne all’incirca dieci volte più spesso di quanto non tocchi alle donne, e più il ristorante è costoso più di frequente è l’uomo a pagare. Capita spesso che una donna dica: «In fondo, gli uomini guadagnano di più». Ma quando due donne vanno insieme al ristorante, nessuna delle due dà per scontato che sarà quella che guadagna di più a pagare il conto. L’aspettativa che gli uomini spendano di più per le donne crea il «gap negli oneri finanziari».
Ho avuto una prima avvisaglia di questo gap ripensando al mio primo appuntamento. Quando ero un teenager, mi piaceva fare il baby-sitter. (Amavo davvero i bambini, e inoltre era l’unico modo per essere pagato per svuotare il frigorifero!) Ma poi arrivò l’età dei primi appuntamenti. Purtroppo, come baby-sitter mi pagavano solamente 50 cent l’ora. Per tagliare l’erba, invece, si guadagnavano 2 dollari l’ora, ma io detestavo tagliare l’erba. (Vivevo nel New Jersey, dove le cimici, l’umidità e il sole di mezzogiorno rendevano quest’operazione decisamente molto meno gradevole della razzia di un frigorifero.) Ma non appena passai ai primi appuntamenti, cominciai anche a dedicarmi al taglio dell’erba.
Per i ragazzi, tagliare l’erba è una metafora del fatto che dobbiamo imparare presto a fare i lavori che ci piacciono meno solo perché rendono di più. Negli anni del ginnasio, i ragazzi cominciano a reprimere l’interesse per le lingue straniere, per la letteratura, la storia dell’arte, la sociologia e l’antropologia perché sanno che un laureato in storia dell’arte guadagna meno di un ingegnere. In parte a causa della prospettiva di futuri obblighi finanziari (con buone probabilità dovrà mantenere una donna, mentre non può aspettarsi di essere mantenuto da una donna), negli Stati Uniti 1′85 per cento degli studenti che frequentano la facoltà di ingegneria è costituito da maschi; oltre l’80 per cento degli studenti della facoltà di storia dell’arte sono invece femmine.
La differenza di stipendio tra una insegnante di storia dell’arte femmina e un ingegnere maschio sembra una forma di discriminazione, mentre in realtà entrambi i sessi sanno già in anticipo che una laurea in ingegneria rende di più. In effetti, la donna ingegnere che comincia a lavorare senza avere alcuna esperienza, guadagna mediamente 571 dollari all’anno in più della controparte maschile.
In breve, gli impegni finanziari che inducono un uomo a scegliere una carriera che gli piace di meno ma rende di più sono un segno di impotenza e non di potere. Ma quando s’impegna in quel lavoro, spesso le donne danno per scontato che pagherà lui perché «dopo tutto, guadagna di più». Pertanto, le aspettative di entrambi i sessi rafforzano la sua impotenza.



IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.

Il potere della vita

«Negli Stati Uniti, nel 1920, le donne vivevano un anno più degli uomini. Attualmente le donne vivono sette anni di più. Il gap nella speranza di vita tra uomini e donne è aumentato del 600 per cento.»
Riconosciamo che il fenomeno dei neri che muoiono sei anni prima dei bianchi riflette l’impotenza dei neri nella società americana. Ma il fatto che gli uomini muoiano sette anni prima delle donne raramente viene considerato un riflesso dell’impotenza degli uomini nella società americana.
E biologico quel gap di sette anni? Se così fosse, non sarebbe stato di un anno soltanto nel 1920.
Se fossero gli uomini a vivere sette anni di più, le femministe ci avrebbero aiutato a capire che la speranza di vita è il metro migliore per misurare il potere. E avrebbero perfettamente ragione. Potere è capacità di controllare la propria vita. La morte tende a ridurre il controllo. La speranza di vita è la linea di demarcazione - il rapporto tra gli stress e le gratificazioni.
Se potere significa avere il controllo della propria vita, allora, forse, per valutare l’impatto dei ruoli sessuali e del razzismo sul potere sulle nostre vite non esiste metro migliore che la speranza di vita.




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Syrinx

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Re: Il troll di turno
« Risposta #19 il: Novembre 02, 2009, 15:34:01 pm »
@Rita: ti ho chiesto di giustificarmi un paio di frasi dette su questo forum proprio in virtù del fatto che anche tu pensi che quello sia un modello in parte superato. Non perchè volevo accusarti con quelle frasi.
Tutta la mia "tiritera" era sarcastica.

E' un dato di fatto che tutti i grandi scienziati erano uomini, è un dato di fatto anche il perchè di questa cosa.

Volevo solo chiarire questo.

Offline Rita

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Re: Il troll di turno
« Risposta #20 il: Novembre 02, 2009, 15:40:30 pm »
Tutta la mia "tiritera" era sarcastica.


ah sì?

sarcasmo = ironia particolarmente aspra e amara,  dettata dall'intento di ferire o umiliare.

giuro, si percepiva solo l'intento ma non l'ironia  :P ... so' sarcastica eh  :rolleyes:
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Syrinx

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Re: Il troll di turno
« Risposta #21 il: Novembre 02, 2009, 16:08:50 pm »
ah sì?

sarcasmo = ironia particolarmente aspra e amara,  dettata dall'intento di ferire o umiliare.

giuro, si percepiva solo l'intento ma non l'ironia  :P ... so' sarcastica eh  :rolleyes:

Anche molti vostri post erano sarcastici ma l'ironia non si percepiva  :rofl1:

Offline Rita

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Re: Il troll di turno
« Risposta #22 il: Novembre 02, 2009, 16:20:53 pm »
Anche molti vostri post erano sarcastici ma l'ironia non si percepiva  :rofl1:

credo ti sia già stato spiegato da altri che i forum in generale (e questo non fa eccezione) non sono un'unità singola. Quindi il "voi" non ha alcun senso, non siamo noi e te.


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Offline Giulia

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Re: Il troll di turno
« Risposta #23 il: Novembre 02, 2009, 18:42:10 pm »
Citazione
Se pensi in questo modo giustificami affermazione del tipo "tutti i grandi scienziati sono stati uomini un motivo ci deve essere" (sto parafrasando, il succo è quello) che ho letto più volte in questo forum.
"Ritornatene a fare l'angelo del focolare e gli uomini se ne ritornino a fare gli "eroi" invece che le "vittime" .

ma chi ha mai detto nulla di simile?
ma guarda le donne possono fare le scienziate l'eroine o quello che vuoi, quando vuoi! e chi le trattiene in cucina con la forza?!

Citazione
L'angelo del focolare NON percepiva stipendio, NON aveva diritto di decidere un cazzo.
appunto chi vorrebbe mai un ruolo del genere?!
se si può fare di meglio, basta farlo.


Offline Red-

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Re: Il troll di turno
« Risposta #24 il: Novembre 02, 2009, 18:54:21 pm »
Rileggi TUTTO il mio post e poi dammi ancora dell'ignorante...
Io il tuo post l'ho riletto, ma se sei ignorante in materia è mica colpa mia. Stai calmo.

Citazione
...non giustifico che per qualsivoglia motivazione vengano addotte ragioni di superiorità di una categoria o di un genere e la donna ha la stessa dignità dell'uomo.
Ecco, al di là delle ciance, fammi un pò un esempio da cui si evinca chairamente che la società e le leggi sanciscono la superiorità dell'uomo sulla donna.
Aspetto con pazienza.

E che (tra i vari esempi) gli uomini muoiano in massa (mentre le donne no) perchè gli spettano i lavori più pericolosi ed usuranti non è una disparità? Frega nulla in questo caso della "...superiorità di una categoria o di un genere ..." e via cianciando?

Ps.
Il sottoscritto, lo staff e il gruppo storico non hanno mai sostenuto la superiorità e via blaterando, ma hanno sempre e solo sostenuto (caso mai) la diversità o, in subordine, perlomeno la parità effettiva e non solo fatta di parole.
« Ultima modifica: Novembre 02, 2009, 18:57:55 pm da Red- »
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Red-

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Re: Il troll di turno
« Risposta #25 il: Novembre 02, 2009, 19:05:23 pm »
Citazione
"tutti i grandi scienziati sono stati uomini un motivo ci deve essere"
Sicuramente si.
http://questionemaschile.forumfree.net/?t=3045325

Comunque oggi (tra le nuove generazioni) ci sono già più laureate che laureati, se non vado errato, ergo tu dovresti fare in tempo a vedere quante donne-genio risolveranno le questioni scientifiche più importanti.
Vedi un 'pò se fra 30-40 anni ci sarrano più "geneisse" che "geni".
E coumnque una ricerca in merito la si potrebbe già fare ora, valutando inj proporzione il numero di ricercatori donne e uomini e in proporzione vaultarne i risultati.
Ma già, la cosa sarebbe falsata perchè l'uomo ricercatore è comunque maschilista e picchia la donna ricercatrice sulle manine, così lei si mette buona nell'angolo.
Mavalà! :D


La diversa attitudine mentale uu/dd sta sotto gli occhi di tutti, solo l'ideologia può rendere ciechi al punto da non vederla.
Le diversità andrebbero valorizzate e non invece (come accade) schiacciate a forza su uno stesso piano, così da umiliarle e disperderne il valore stesso

Le diversità esistono, e per la verità niente fa pensare che le qualità femminili siano di valore inferiore a quelle maschili.



« Ultima modifica: Novembre 02, 2009, 19:20:34 pm da Red- »
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Syrinx

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Re: Il troll di turno
« Risposta #26 il: Novembre 02, 2009, 19:22:51 pm »
Se l'avessi letto con attenzione avresti verificato che ho detto prima che me lo rinfacciassi che il suffraggio universale maschile è stato istituito nel 1919 e quello femminile nel 1946.
Comunque, sorvoliamo.

Questa teoria la conoscevo. Mi sembra una bella generalizzazione!
Onestamente non me ne faccio nulla del contentino che le donne sono più empatiche  :D , ti avvantaggia in qualcosa l'essere empatici? No :D
Non so cosa farmene di un cervello empatico ai fini produttivi onestamente  :rofl1:

@Giulia:
Citazione
ma chi ha mai detto nulla di simile?
ma guarda le donne possono fare le scienziate l'eroine o quello che vuoi, quando vuoi! e chi le trattiene in cucina con la forza?!

No, Red ti ha fornito la spiegazione del perchè la maggior parte delle donne non saranno mai scienziati ;).
Le affermazioni che ho riportato non erano inventate ;).

Offline COSMOS1

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Re: Il troll di turno
« Risposta #27 il: Novembre 02, 2009, 19:23:38 pm »
Ciao a tutti, da gentile scassa-balle ho deciso di presentarmi  :rofl1:
Sono il troll di turno, Phantom. Qualcuno mi crede femmina femminista, io invece nutro un disprezzo per quelle lesbiche lamentose e frustrate (che un tempo avevano un senso, ora non più). E questo è l'unico punto che ci accomuna.
Qualcuno mi crede un sinistroide, io invece sono tendenzialmente di destra con idee che però si discostano leggermente dalla destra di questo governo. Sappiate che non tollero comunisti , sindacalisti e parassiti.

Il vostro forum mi diverte, le vostre idee sono a volte interessanti, altre volte assolutamente retrograde e ridicole.

Sicuramente vi sto già simpatico  :rofl1:


certo ke se tutti ti credono il contrario di quel che 6, forse qualke domandina-ina potresti anke fartela, nè?
Dio cè
MA NON SEI TU
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Syrinx

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Re: Il troll di turno
« Risposta #28 il: Novembre 02, 2009, 19:27:22 pm »

certo ke se tutti ti credono il contrario di quel che 6, forse qualke domandina-ina potresti anke fartela, nè?

Perchè scrivi con la "k"  :shok:

Ti sei perso qualche puntata mi sa ;)

Offline Animus

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Re: Il troll di turno
« Risposta #29 il: Novembre 02, 2009, 19:32:47 pm »
Citazione
No, Red ti ha fornito la spiegazione del perchè la maggior parte delle donne non saranno mai scienziati

Vedete perchè i "perchè" (quelli che spiegano le cause) con certe persone non vanno usati?
Perchè tanto non esiste "perchè" che tenga, quelli che vanno contro i propri interessi sono falsi, quelli che li favoriscono sono veri.
Insomma, alla fine vale solo una spiegazione, voglio voglio voglio, e solo una legge, quella del più forte.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)