Autore Topic: Ci fanno anche annoiare  (Letto 2691 volte)

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Offline COSMOS1

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Ci fanno anche annoiare
« il: Dicembre 23, 2010, 20:10:09 pm »
la presunzione femminile talvolta è patetica oltrechè noiosa
le paucineuroniche pubblicano la seguente poesia. Ora, va bene, non siamo tutti l'Alighieri, e se aspettassimo di esserlo le poesie sarebbero vietate.
Però a tutto c'è un limite.
Si spezza la riga se c'è un morivo, si fanno versi perchè c'è una ricerca, una sonorità, qualcosa che li differenzia dalla prosa. Un mio professore mi ha insegnato a leggere certi passi di Verga come se fossero poesie, lui scriveva in prosa ma con una musicalità da poeta.
Le paucineuroniche del tutto inconsapevoli della differenza tra prosa e poesia spezzano la riga credendo di fare poesia.
Ora farò un esperimento: riporto prima la poesia come l'hanno pubblicata loro, poi senza gli a capo. Leggetela e ditemi cosa cambia!

Citazione
Non è una buona notizia

eppure deve essere compresa
comunicata, approfondita, sezionata
e poi da capo

Non ti distrarre in riflessioni
soffocato dolore, muto stupore
o sterili digressioni

Preferisco una moderata impassibilità
un’ombra di sorpresa, compassato disgusto tra sbadigli
di altro non c’è necessità

Anche se certo, una lacrima sarebbe opportuna
ma che si asciughi in fretta e in solitudine
senza indecisione alcuna

Non è una buona notizia.
E’ da voler scomparire, perdere udito e vista
smettere di sentire

Ma io ho bisogno di farti sapere
sfumature, sangue, intimità delle ferite
sguardo della vittima, parole dell’uccisore

Accurata autopsia dell’altrui dolore
svolta in un anfiteatro senza fiere
tra spettatori disumani svuotati del pudore

E poi da capo
mi sfamo dell’orrore quotidiano,
senza dubbio mi è dovuto un primo piano.

Citazione
Non è una buona notizia eppure deve essere compresa comunicata, approfondita, sezionata e poi da capo
Non ti distrarre in riflessioni soffocato dolore, muto stupore o sterili digressioni. Preferisco una moderata impassibilità un’ombra di sorpresa, compassato disgusto tra sbadigli di altro non c’è necessità. Anche se certo, una lacrima sarebbe opportuna ma che si asciughi in fretta e in solitudine senza indecisione alcuna. Non è una buona notizia. E’ da voler scomparire, perdere udito e vista smettere di sentire. Ma io ho bisogno di farti sapere sfumature, sangue, intimità delle ferite sguardo della vittima, parole dell’uccisore. Accurata autopsia dell’altrui dolore svolta in un anfiteatro senza fiere tra spettatori disumani svuotati del pudore. E poi da capo mi sfamo dell’orrore quotidiano, senza dubbio mi è dovuto un primo piano.

 :crybaby:
Dio cè
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Online Massimo

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #1 il: Dicembre 23, 2010, 23:11:16 pm »
Non ho capito bene se questo obbrobbrio è stato scritto da una poetessa analfabeta o da una analfabeta che si crede una poetessa.

Offline ilmarmocchio

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #2 il: Dicembre 23, 2010, 23:14:50 pm »
La 2 occupa meno spazio :D.
Sul contenuto, propongo la degradazione da paucineuroniche ad aneuroniche :w00t:

Offline ilvaccaro

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #3 il: Aprile 01, 2011, 06:39:27 am »
Non ho capito bene se questo obbrobbrio è stato scritto da una poetessa analfabeta o da una analfabeta che si crede una poetessa.

leggete qua:

Questo si che era un poeta infiammato di passione:

"
IL CANTO DELL'ODIO


Quando tu dormirai dimenticata
            Sotto la terra grassa
E la croce di Dio sarà piantata
            Ritta sulla tua cassa,

Quando ti coleran marcie le gote
            Entro i denti malfermi
E nelle occhiaie tue fetenti e vuote
            Brulicheranno i vermi,

Per te quel sonno che per altri è pace
            Sarà strazio novello
E un rimorso verrà freddo, tenace,
            A morderti il cervello.

Un rimorso acutissimo ed atroce
            Verrà nella tua fossa
A dispetto di Dio, della sua croce,
            A rosicchiarti l'ossa.

Io sarò quel rimorso. Io te cercando
            Entro la notte cupa,
Lamia che fugge il dì, verrò latrando
            Come latra una lupa;

Io con quest'ugne scaverò la terra
            Per te fatta letame
E il turpe legno schioderò che serra
            La tua carogna infame.

Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
            Sazierò l'odio antico,
Oh, con che gioia affonderò l'artiglio
            Nel tuo ventre impudico!

Sul tuo putrido ventre accoccolato
            Io poserò in eterno,
Spettro della vendetta e del peccato,
            Spavento dell'inferno:

Ed all'orecchio tuo che fu sì bello
            Sussurrerò implacato
Detti che bruceranno il tuo cervello
            Come un ferro infocato.

Quando tu mi dirai: perché mi mordi
            E di velen m'imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
            Che bei capelli avevi?

Non ti ricordi dei capelli biondi
            Che ti coprian le spalle
E degli occhi nerissimi, profondi,
            Pieni di fiamme gialle?

E delle audacie del tuo busto e della
            Opulenza dell'anca?
Non ti ricordi più com'eri bella,
            Provocatrice e bianca?

Ma non sei dunque tu che nudo il petto
            Agli occhi altrui porgesti
E, spumante Licisca, entro al tuo letto
            Passar la via facesti?

Ma non sei tu che agli ebbri ed ai soldati
            Spalancasti le braccia,
Che discendesti a baci innominati
            E a me ridesti in faccia?

Ed io t'amavo, ed io ti son caduto
            Pregando innanzi e, vedi,
Quando tu mi guardavi, avrei voluto
            Morir sotto a'tuoi piedi.

Perché negare - a me che pur t' amavo -
            Uno sguardo gentile,
Quando per te mi sarei fatto schiavo,
            Mi sarei fatto vile?

Perché m'hai detto no quando carponi
            Misericordia chiesi,
E sulla strada intanto i tuoi lenoni
            Aspettavan gl'Inglesi?

Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
            Questa tua rea carogna,
Nuda la carne tua che tanto amavo
            L'inchiodo sulla gogna,

E son la gogna i versi ov'io ti danno
            Al vituperio eterno,
A pene che rimpianger ti faranno
            Le pene dell'inferno.

Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
            Piano a colpi di spillo,
E la vergogna tua, la mia vendetta
            Tra gli occhi ti sigillo.




©  Lorenzo Stecchetti 1877

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Io mi sposo e poi pago " SOLO " alimenti e mantenimento ad una donna " ONESTA.."

Offline poisonmind

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #4 il: Aprile 01, 2011, 07:55:08 am »
la presunzione femminile talvolta è patetica oltrechè noiosa
le paucineuroniche pubblicano la seguente poesia. Ora, va bene, non siamo tutti l'Alighieri, e se aspettassimo di esserlo le poesie sarebbero vietate.
Però a tutto c'è un limite.

No comment.
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Offline Animus

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #5 il: Aprile 02, 2011, 11:56:54 am »
Ieri ho postato un messaggio sul blog delle pacineuroniche per confermare la teoria del rancore/vergogna originale, nell'articolo della pubblicità sessista (lei che fa un "chinotto" a lui http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/03/28/pubblicita-sessista-la-nduja-di-calabria/).
Due righe, nulla di stravolgente:

Figlie mie, voglio ricordarvi che anche voi siete nate da uno spasmo.
Sarebbe ora che ve ne facciate una ragione.
Saluti


Messaggio rimosso. (http://it.wikipedia.org/wiki/Rimozione)


Teoria confermata. :rolleyes:
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline COSMOS1

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #6 il: Aprile 03, 2011, 12:05:06 pm »

Teoria confermata. :rolleyes:
:D cioè hanno rimosso il tuo commento?
 :D
avevano bisogno di troppi neuroni per rispondere, meglio rimuovere  :D
« Ultima modifica: Aprile 03, 2011, 12:16:39 pm da COSMOS1 »
Dio cè
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Offline Animus

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Re: Ci fanno anche annoiare
« Risposta #7 il: Aprile 03, 2011, 12:09:57 pm »
:D ci9oè hanno rimosso il tuo commento?
 :D
avevano bisogno di troppi neuroni per rispondere, meglio rimuovere  :D

Diciamo che non è stato mai pubblicato...
Eppure non viola nessuna norma, nessuna netiquette, due righette corrette e pagate.

Bingo. :rolleyes:
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