E' parzialmente O.T. ma da l'idea di come questi personaggi intendano la giustizia
IL CASO IMPUNITI I FUNZIONARI ACCUSATI DI ABUSI SESSUALI, LICENZIATE LE DONNE CHE LI DENUNCIAVANO
Molestie all’Onu, scandali insabbiati
L’inchiesta del Wall Street Journal: Ban Ki-moon responsabile
NEW YORK — «Le Nazioni Unite, che aspirano a proteggere i diritti umani in tutto il pianeta, sono inondate
da una sfilza di imbarazzanti cause di molestie sessuali nei loro ranghi». La denuncia, peraltro non nuova,
viene da un’inchiesta del Wall Street Journal dalla quale emerge la tesi, questa sì inedita, sulle presunte
responsabilità del Segretario generale Ban Ki-moon nel proseguire ciò che egli stesso ha definito «la piaga
Onu delle molestie sessuali». Sbarcato al Palazzo di vetro nel 2007 con la promessa di «far piazza pulita»,
l’anno scorso il numero uno dell’Onu aveva pubblicato un documento dove dichiarava che «ogni forma di
discriminazione, molestia sessuale e abuso di potere è proibito». «Contro questo tipo di crimine l’Onu
implementerà la tolleranza zero», spiegò più tardi il suo portavoce, impegnandosi a «perseguire con serietà
ogni singolo caso».
Ma dopo aver visionato centinaia di documenti giudiziari riservati e intervistato dozzine tra avvocati, assistite
e personale Onu, il giornalista del Journal Steve Stecklow giunge a una verità ben diversa. «Le donne che
hanno querelato i funzionari hanno tutte perso il lavoro, mentre questi ultimi sono rimasti impuniti». Alcuni
continuano a lavorare per l’Onu, altri sono usciti dall’organizzazione internazionale, l’unica ad avere
giurisdizione su di loro. Tra i cinque casi analizzati c’è quello di Yusuf Mansur, ex capo del programma Onu
per lo sviluppo (Undp) in Kuwait. Nel 2002 fu accusato di molestie dalla segretaria, la cittadina siriana
Joumana Al-Mahayni. L’indagine interna raccolse prove che il diplomatico aveva assoggettato la sua
subordinata ad «assalto fisico, abusi verbali, palpeggiamenti e continue richieste di atti sessuali». Ma
nell’aprile 2004, dieci giorni dopo la richiesta ufficiale di prendere «azioni appropriate » contro di lui,
Mansur si è dimesso.
Un caso simile è quello di Lionel Brisson, ex direttore per le operazioni dell’agenzia per i rifugiati Onu a
Gaza (Unrwa), accusato di spiare con un binocolo una dipendente, francese come lui, allungando le mani e
umiliandola con giudizi di natura erotica. «Ecco come ti ringraziano quando cerchi di far avanzare la carriera
di una donna», è sbottato l’uomo interpellato dal Journal. Anche lui ha raggiunto l’età obbligatoria per la
pensione prima che l’indagine fosse completata, evitando così ogni punizione. Quando la sua accusatrice,
che nel frattempo ha perso il posto, si è appellata a Ban—cui spetta l’ultima parola in sede d’appello—questi
si è rifiutato di intervenire a suo favore. E ha fatto lo stesso con Fatima Moussa, un’interprete libanese che
aveva accusato una guardia di sicurezza Onu di stupro.
Mentre lei oggi è disoccupata, l’uomo continua a lavorare indisturbato per l’Onu in Darfur. Per farsi giustizia
alcune donne hanno cercato di bypassare il circuito legale kafkiano dell’Onu, appellandosi ai tribunali
1 di 2
23/05/2009 08:30
Corriere della Sera
http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_22/alessa...
tradizionali. È il caso di Archana Pandey, ex addetta stampa Unicef a Nuova Delhi, che nel 2006 accusò il
capo di origine filippina Cecilio Adorna di tentato stupro. Quando l’Onu ha respinto la sua causa, lei si è
rivolta alla polizia della natia India. Peraltro senza successo: Adorna gode di immunità diplomatica e i fori
indiani non possono processarlo. Il prossimo 1 ̊ luglio le Nazioni unite inizieranno una riforma del sistema di
giustizia interna, che risale al 1946 ed è gestito, in maniera spesso discorde, dalle dieci agenzie Onu. Ma
Yasmeen Hassan, ex impiegata Onu oggi avvocato dell’Ong internazionale per l’avanzamento femminile
«Equality Now» è pessimista. «Il sistema non migliorerà », mette in guardia dopo aver incontrato Ban per
discutere la riforma, «perché l’Onu continuerà a negare l’accesso ai dossier investigativi alle donne che
hanno sporto denuncia».
Alessandra Farkas
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2 di 2
23/05/2009 08
CHiaro ?
: Adorna gode di immunità diplomatica e i fori
indiani non possono processarlo. Il prossimo 1 ̊ luglio le Nazioni unite inizieranno una riforma del sistema di
giustizia interna, che risale al 1946 ed è gestito, in maniera spesso discorde, dalle dieci agenzie Onu. Ma
Yasmeen Hassan, ex impiegata Onu oggi avvocato dell’Ong internazionale per l’avanzamento femminile
«Equality Now» è pessimista. «Il sistema non migliorerà », mette in guardia dopo aver incontrato Ban per
discutere la riforma, «perché l’Onu continuerà a negare l’accesso ai dossier investigativi alle donne che
hanno sporto denuncia».
Così è ancora meglio. Se un uomo come noi fa una battuta su una donna, è stupro.
ma lorsignori, che propagandano e diffondono tutta questa m. ,
SONO IMMUNI