Le seguenti considerazioni costituiscono un piccolo, sintetico e limitato bilancio di oltre 10 anni di azione in campo QM e tengono conto di tutto quel che ho potuto sentire, vedere, conoscere e capire.
Tengono conto della storia del MoMas (per come l’ho conosciuta) e quindi di tutto quel che ho visto e letto nel web (siti, blog, liste, forum) e sentito e sperimentato negli incontri (reali) con le sue diverse componenti.
Prima di entrare in campo nella QM riflettei per mesi sulle difficoltà che avrei incontrato, sulle conseguenze (anche personali, con gli amici e in famiglia) che potevano derivarne etc. e ovviamente, sulla mia capacità di farvi fronte. Alcune le avevo previste, e qui era la sfida, altre no.
Tutta la mia azione è stata rivolta a collocare la QM al di fuori delle posizioni ideal-politiche (ideologiche) sulla base del fatto che essa ha anche un carattere transpolitico (o trasversale, come si sarebbe detto una volta). Su questo ho messo l’accento e su questo ho cercato di focalizzare l’attenzione.
Tutta la mia azione nella QM è stata una scommessa sulla capacità di superare le divisioni politiche per pensare e agire, almeno per una stagione, in termini di confronto e conflitto di Genere, non di classe, di credo o di orientamento politico. Non è andata così (se non in minima parte). Nell’intero MoMas solo pochissimi hanno collocato la QM al di sopra del proprio orientamento politico. Nella quasi totalità dei casi quell'orientamento ha nettamente prevalso al punto che resta persino difficile capire quanta parte dell'interesse mostrato da molti sia specifico per la QM o sia solo strumentale rispetto alla lotta politica. Segnatamente della Destra contro la Sinistra, in un gioco che è persino troppo facile vista la collocazione di quest'ultima nella guerra dei sessi. Come sparare sul pianista.
Quel che le donne hanno fatto e fanno, gli uomini non sono capaci di farlo.
Così mentre il femminismo ha preso la parte di tutte le femmine, comprendendo tra le “vittime” le “sfruttate” e le “oppresse” persino le regine e le imperatrici di tutti i tempi, negli uomini prevale la collocazione e perciò la divisione politica. E quindi la guerra fratricida.
Della prevalenza ideologica sull’intera QM darò questi esempi, laterali ma proprio per questo molto significativi.
Tempo fa la deputata Rosy Bindi è stata insultata dal capo del governo. Si è potuto leggere – in ambito MoMas - che se la meritava. Come se la suddetta si fosse particolarmente distinta nella guerra contro gli uomini. Mentre è vero il contrario. Infatti se esiste un ambito, un segmento della società in cui è possibile trovare sensibilità alla QM questo è proprio il mondo cattolico. Se esistono donne prive di risentimenti contro gli uomini, queste sono proprio le donne cattoliche. (Chi da questo giudizio ricava che io sono cattolico, non ha capito nulla). L’avversione alla Bindi è tutta ideologica: essa appartiene all’avversario, al nemico politico e quindi può essere insultata. (Il che – di striscio - tradisce anche quest’altro principio, davvero molto cavalleresco e molto intelligente, secondo cui la rinascita maschile esigerebbe che si insultino le femmine).
Di fronte a ciò stanno invece gli ammiccamenti alla Carfagna. Perché è giovane e bella (solo per questo?) il che, guarda un po’, a suo dire fu concausa di discriminazioni che però non le hanno impedito di diventare ministro. Già, ma di quale ministero? Proprio di quello che da 10 anni denunciamo come nato e conservato come strumento di guerra antimaschile. Quello di cui da sempre auspichiamo la soppressione. Ma essendo ora occupato da una bella donna di Destra amica del leader, ci si passa sopra. Siamo dunque giunti al grottesco. Finché quel ministero è occupato dalle “brutte arpie” della Sinistra, giù legnate e dannazioni. Sacrosante. Quando vi arriva la “bella gnocca” di Destra allora diventa tollerabile e la sua azione ammissibile. E la QM ? Di fronte alla divisione ideologica la QM scompare.
Secondo esempio.
Sono stati ricordati i soldati morti nel recente attentato in Afghanistan. Sono stati ricordati perché erano italiani e perché erano maschi. Giusto e utile. Nessuno ha fatto notare che erano anche popolani. Uomini delle basse classi sociali del meridione. Come se fosse un tabù, come se si temesse di passare per bolscevichi. Non è una dimenticanza, è l’esito di un orientamento politico prevalente.
Il superamento della visione ideologica era ciò che si doveva fare nell’ottica di quello che si chiama “Patto di unità di azione”. Cosa sia lo si vede da questo eclatante caso storico. Nella lotta contro il nazifascismo i paesi capitalisti si allearono all’Urss. In Italia il CLN (Comitato di liberazione nazionale) includeva tutti gli oppositori, dai liberali ai comunisti. I quali non polemizzavano tra loro sulla superiorità delle diverse ideologie o dei diversi sistemi politici di riferimento. Non si accusavano l’un l’altro, non pretendevano pentimenti o autodafè. Accantonarono, per una stagione, le divisioni ideali e combatterono insieme. Quel che doveva e dovrebbe valere anche per gli uomini nella loro battaglia per la rinascita. Non si è visto niente di simile, se non in forma episodica.
Nessun patto di unità di azione. L’intera QM viene inquadrata nella lotta contro i nemici politici e percepita come ghiotta occasione per raccogliere consensi (questa è un’operazione che certamente la Sinistra non può neppur pensare di fare).
Non serve a nulla ricordare che un simile tacito patto è stato realizzato anche dal femminismo, che ha messo insieme nella stessa vittimologia le mondine e le regine. Questo fatto eclatante – che dovrebbe essere tenuto davanti agli occhi come una torcia in galleria, come un faro nella notte - non insegna assolutamente a nulla. E ricordarlo ad ogni piè sospinto non serve a nulla. Orecchi da mercante. Prima viene l’adesione ideologica. Poi, se resta tempo, la QM. Responsabili di questo trend sono ovviamente anche gli uomini di Sinistra: la loro colpa consiste nel non esserci (se non in proporzione ridottissima). Ma è anche vero che stante il trend prevalente, alle difficoltà comuni a tutti nell’avvicinarsi alla QM, per essi se ne aggiunge un’altra: la pretesa (mai enunciata esplicitamente ma latente) che in un modo o nell’altro confessino di essere responsabili della rovina maschile.
In sostanza che abiurino e che passino dall’altra parte. Quell’autodafé che tutti rifiutiamo in quanto maschi davanti alle femmine, essi dovrebbero pronunciarlo davanti ad altri uomini. Non c’è da stupirsi se dopo aver fatto capolino di qua o di là, mollano la presa e si disperdono. Della necessaria distinzione tra la Sinistra politico-culturale e i singoli uomini di quell’orientamento, non vi è stata traccia. Distinzione banale che doveva stare alla base del Patto di unità di azione. Simmetricamente non si è visto quasi alcun cenno agli storici scheletri negli armadi della Destra (sulla questione F/M). Del tutto dimenticati, a conferma di quel che diceva quello storico francese: “Le destre, alla fin fine, sono sempre vecchie sinistre” (Di questa sorprendente congettura abbiamo in Italia l’incarnazione stessa: Alessandra Mussolini).
In sostanza la scommessa sulla quale ho giocato le mie carte può dirsi perduta. Questo però era previsto. Negli uomini la divisione politica cede davanti al pericolo comune (guerre, disastri naturali etc.). Viene accantonata sia davanti a cose di poca importanza (eventi sportivi) che di fronte a questioni basilari (credo religioso). Ma nell’ipotesi del conflitto di Genere prevale nettamente.
La sua forza è invincibile e la conseguente lacerazione inevitabile. Tanto più in Italia, paese in cui il radicamento ideologico è fortissimo. Siamo al punto che se (Dio non voglia) questa divisione dovesse essere la causa di un declino maschile senza fine, non importerebbe nulla: muoia Sansone con tutti i Filistei.
Questa prevalenza della posizione politica era la barriera che mi prefiggevo di abbattere. Registro dunque il fatto che non la si può abbattere e che la scommessa non può essere vinta.
Altre cose invece non le avevo previste.
Lascio stare i padri separati, nella maggior parte dei casi preda di sofferenze che li fanno delirare fino a compiere atti autolesionistici e con i quali è difficile interagire. Del resto le lacerazioni sono la regola dentro il movimento dei padri separati. L’apertura e il legame di amicizia, la collaborazione, sono eccezioni.
Non avevo previsto ad esempio il grado di gelosie, la permalosità, le invidie, i sospetti di cui gli uomini sono capaci anche in situazioni come queste e in simile battaglia.
Il livello impressionante di narcisismo di cui molti hanno dato e danno prova e che è una delle cause delle frantumazioni e della sterilità della nostra azione.
A parte MS ed U3 non c'è nessuno che abbia tentato di unire, di mediare, i mettere insieme risorse e tempo per iniziative comuni. Uomini di pur grandi capacità si sono defilati e hanno rinunciato a contribuire ad azioni comuni. Alcuni hanno dato vita a iniziative individuali. Bene. Ma 100 individui separati non fanno e non possono rappresentare ciò che può un movimento, un gruppo, una squadra. Anch’io avrei potuto fare da solo. Se ho agito diversamente è per il motivo suddetto.
Questi atteggiamenti (che, tra l’altro, hanno poco di maschile) sono emersi progressivamente come espressione di caos interiore e di altre gravi lacune, tutte correlate al disastro attuale della condizione maschile e alla disarticolazione della storica, specifica capacità degli uomini di fare squadra, di scavalcare posizioni consolidate, si tralasciare, almeno per il momento, pregiudizi, gelosie, antipatie, pur di giocare una partita collettiva. Di segnare qualche goal e di portare a casa un risultato. Come si fa quando la nave ha una falla e ciascuno, secondo capacità e conoscenze, si dà da fare per turarla e salvare barca e passeggeri.
Non avevo previsto neppure la vastità dell’astio antifemminile che sembra poi in molti il solo motivo dell’avvicinamento alla QM. Un fatto strumentale, ancora una volta. Come se la battaglia per la rinascita maschile avesse qualcosa a che vedere con i propri casi personali. Cosicché risolti quelli, risolta anche la QM. Ciò quasi a confermare l’eterno sospetto e l’eterna insinuazione femminista: chi si occupa di QM è uno sfigato.
Molte altre cose non avevo previsto, ma questo fa parte della vita.
Ci sono anche grandi note positive. Tra le quali sottolineo la grande disponibilità, generosità e pazienza di un piccolissimo nucleo di uomini che hanno conservato e accresciuto le risorse del MoMas, con impegno e anche con sofferenza e che non intendono demordere.
Neppure io demordo. Alla luce delle considerazioni esposte apporterò ovviamente progressive modifiche alla mia azione, al taglio delle analisi e delle riflessioni. L’obiettivo strategico non cambia.
Avanti, finché ci sarà energia. E quella ancora non manca.
Rino