Vabbè, si vede che non hai capito nulla di cio' che ho scritto, dato che io affermo che ogni ente non è neppure uguale a se stesso, e che proprio la credenza dell'uguaglianza è un atto di fede, un dogma pari alla fede in Dio.
Pazienza...
Sei tu che non hai capito niente di quello che ho scritto, visto che nel mio ultimo post TI HO DATO RAGIONE sul fatto che l'ente non è uguale a se stesso nel senso ASTRATTO tipico della matematica:
da un punto di vista prettamente logico, bisognerebbe concludere piuttosto che ogni ente è uguale a sè stesso e diverso da tutti gli altri, e diverso anche dalla manifestazione dell'ente nell'istante successivo
Quando io parlo di ente uguale a sé stesso, parlo di ente inteso in senso concreto, in modo da includere la TOTALITA' DELLE SUE RELAZIONI con gli altri enti. Insomma non faccio astrazione da nessuna delle relazioni che l'ente intrattiene con l'universo semantico, come invece fa la matematica quando cosidera l'ente-numero astraendo dal tempo, ad esempio.
Ho concordato anche sul fatto che l'uguaglianza intesa nel senso astratto della matematica sia una fede (mentre intesa nel senzo concreto summenzionato è una verità ontologica).
Non è che dici cose eclantanti, sai. Anche se le infarcisci di un linguaggio pateticamente ricercato e di citazioni da azzeccarbugli.
Rimane il fatto che, in caso di pericolo imminente alla tua vita, vai in un ospedale dove si applicano scienze e metodi quantitativi basati sull'uguaglianza A=A, e non vai in quello dove si applica A=B.
Perché A=B non produce nessuna matematica o scienza altrettanto efficace.
Per cui certe astrazioni sono più utili di altre, sai?
Aspetto con ansia...
Ma, a questo punto la cosa mi interessa poco, se fai fatica persino a capire il linguaggio discorsivo figuriamoci quello matematico